AZIONE ANTI-ESTROGENA DEL OLEOCANTALE

Oleocanthal
Oleocantale

 

L’Oleocantale, una sostanza organica naturalmente presente soprattutto nei frutti dell’ulivo (Olea europea), ed è in pratica la sostanza principalmente responsabile del “bruciore in gola” tipico degli oli extra vergini di oliva, risulta essere un composto che presenta proprietà anti-cancerogene e anti-estrogeniche, almeno secondo quanto riportato da farmacologi della Jordan University of Science and Technology in un articolo sul European Journal of Pharmacology. (1) Forse l’integrazione con Oleocantale può migliorare l’effetto di antiestrogeni come il Tamoxifene.

I ricercatori hanno esposto le cellule tumorali del seno MCF-7, BT-474 e T-47D alla (-) – Oleocantale. Tutti questi tipi di cellule possiedono recettori per l’Estradiolo.

Maggiore è la concentrazione di Oleocantale, maggiori sono gli effetti letali del composto sulle cellule tumorali. La figura sottostante a sinistra mostra che l’Oleocantale uccide le cellule tumorali MCF-7. L’aggiunta di Estradiolo protegge le cellule del cancro al seno contro l’azione del Oleocantale [a destra], ma ad una concentrazione abbastanza elevata l’Oleocantale ha annullato tale effetto protettivo.

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Le cellule MCF-7 sono sensibili all’Estradiolo. Nei campioni in vitro contenenti anche Estradiolo, il SERM Tamoxifene ha impedito che l’Estradiolo svolgesse la sua azione, uccidendo di conseguenza le cellule tumorali. L’Oleocantale ha aumentato l’effetto del Tamoxifene.

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In uno studio svolto su animali, i ricercatori hanno impiantato cellule tumorali BT-474 nei topi. Nei topi ai quali era stata somministrata una dose di 5 o 10mg di Oleocantale per kg di peso corporeo, le cellule tumorali hanno smesso di crescere.

I ricercatori hanno iniettano l’Oleocantale direttamente nel piccolo intestino. L’equivalente umano orale della dose usata, per un adulto di 80 kg, sarebbe 80-160mg di Oleocantale al giorno.

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I ricercatori hanno scoperto che la supplementazione con Oleocantale riduceva la concentrazione del recettore estrogenico alfa nei tumori degli animali da laboratorio del 40%. Utilizzando modelli al computer hanno calcolato che l’Oleocantale si lega al recettore estrogenico, così come l’Estradiolo e il Tamoxifene, dopo di che il recettore si rompe.

Per completare il quadro della situazione: le cellule BT-474 non crescono bene nei ratti e nei topi. I ricercatori hanno dovuto somministrare ai topi dosi extra di Estradiolo per attivare la crescita del tumore. Quindi non è possibile supporre che i risultati promettenti di questo studio sugli animali si possano applicare allo stesso modo negli esseri umani.

In conclusione, l’Oleocantale sopprime la crescita delle cellule tumorali del seno, in parte, riducendo i livelli totali del recettore estrogenico alfa nella coltura cellulare e negli studi sugli animali. La combinazione di Oleocantale con il Tamoxifene ha mostrato un’azione sinergica.

Questi risultati supportano un’ulteriore valutazione del Oleocantale come potenziale opzione terapeutica in combinazione con trattamenti endocrini nel cancro al seno ormone-dipendente.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

  1. http://dx.doi.org/10.1016/j.ejphar.2017.06.019

CHLORELLA E PERDITA DI GRASSO

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I supplementi contenenti la micro-alga essicata Chlorella causano una perdita di peso spontanea. I ricercatori giapponesi della Sun Chlorella Corporation hanno riportato ciò in un articolo apparso sul Journal of Medicinal Food. (1) L’azienda giapponese produce anche il Sun Chlorella A, disponibile in Europa. Il supplemento probabilmente migliora la gestione di glucosio e insulina da parte del corpo.

L’articolo che i ricercatori giapponesi hanno riportato è molto ben scritto. Si nota immediatamente quando si legge che questa non è la solita statica prosa che gli scienziati di solito riportano. Con tutta probabilità queste sono frasi scritte da costosi scrittori di testi abbondantemente retribuiti. Nonostante ciò, il contenuto è comunque interessante.

Per dodici settimane i ricercatori hanno fatto seguire 17 uomini giapponesi uno stile di vita sano [gruppo N] e ad altri 17 uomini uno stile di vita malsano [ gruppo D] facendoli assumere 40 compresse Chlorella al giorno. L’assunzione era divisa in due momenti della giornata. Durante le dodici settimane i ricercatori hanno tenuto traccia dei livelli di colesterolo, del glucosio e della percentuale di grasso corporeo dei soggetti presi in esame. Quattro settimane dopo il completamento del ciclo di integrazione, i ricercatori hanno esaminato i soggetti di prova per l’ultima volta.

La figura seguente mostra come la quantità di grasso corporeo è scesa nei soggetti di prova di entrambi i gruppi. Il trial è stato interrotto alla settimana 12. La misura della settimana 16 è stata la misurazione post-test.

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Il livello del colesterolo totale è sceso durante il periodo dello studio.

I ricercatori hanno prelevato campioni di sangue dai soggetti dello studio e hanno esaminato l’attività di alcuni geni. Hanno scoperto che il supplemento ha migliorato la funzione dei geni per i GLUT4. Come ben sappiamo, i GLUT4 sono molecole di trasporto del glucosio. L’allenamento li rende più attivi nelle cellule muscolari, fornendo di conseguenza più glucosio. È in parte dovuto all’aumento del’attività dei GLUT4 dopo l’allenamento che l’insulina è un composto efficace per la crescita nel Bodybuilding- soprattutto quando viene somministrata post allenamento. Ma questa è un’altra storia.

Riferimenti:

  1. http://www.liebertonline.com/doi/abs/10.1089/jmf.2006.0180

ASSUNZIONE DI CAPSAICINA PRE-ALLENAMENTO

capsaicin
Capsaicina

 

I Bodybuilder e gli altri atleti di forza che assumono un supplemento contenente 12 mg di Capsaicina 45 minuti prima dell’allenamento sono in grado di eseguire più ripetizioni durante le serie- e quindi possono allenarsi più intensamente. Gli scienziati dello sport brasiliani dell’Università di Stato di Sao Paulo hanno scoperto ciò. (1)

I ricercatori hanno fatto eseguire degli Squat a 10 uomini allenati in due diverse occasioni. In entrambe le occasioni i partecipanti hanno eseguito 4 set al 70% del 1RM. Tra i set i soggetti dello studio si riposavano per un minuto e mezzo.

In un’occasione i partecipanti hanno assunto 12 mg di Capsaicina 45 minuti prima di iniziare l’allenamento; nella successiva hanno assunto un placebo. Questa tempistica è stata scelta perché la Capsaicina raggiunge le concentrazioni di picco 45 minuti dopo l’assunzione(2), avendo un emivita di circa 25 minuti e la clearance totale del plasma si verifica circa 105 minuti dopo l’assunzione. (3)

I partecipanti hanno completato più reps durante i loro set quando avevano assunto la Capsaicina.

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La supplementazione con Capsaicina ha aumentato il volume di allenamento. E nonostante questo, i partecipanti hanno riportato una sensazione di fatica minore.

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I ricercatori hanno presentato tre teorie che potrebbero spiegare l’effetto della Capsaicina sul miglioramento delle prestazioni. Una di queste teorie è che la Capsaicina inibisce gli stimoli del dolore.

La Capsaicina topica è stata usata come antidolorifico in condizioni neuropatiche e dosi sufficienti di Capsaicina che attivano il recettore TRPV1 hanno dimostrato di possedere effetti analgesici, inattivando o desensibilizzando le terminazioni nervose primarie interessate a seguito di sovraccarico di calcio.

Secondo un’altra teoria, la Capsaicina stimola la contrazione delle fibre muscolari. Gli effetti ergogenici della Capsaicina sulle prestazioni di resistenza osservati nel presente studio possono essersi verificati attraverso la modulazione del canale TRPV1. L’attivazione di questo recettore nel muscolo scheletrico aumenta il rilascio di calcio dal reticolo sarcoplasmatico (4) portando ad una maggiore interazione dei filamenti di actina-miosina e una maggiore generazione di tensione. (5)

Inoltre, un aumento dell’attività del SNC e della secrezione di Epinefrina attraverso l’attivazione del recettore TRPV1 mediante la Capsaicina (6) potrebbero anche aver contribuito all’aumento del volume totale eseguito.

I ricercatori concludono scrivendo che, dato che maggiori volumi nell’allenamento di resistenza sono altamente associati all’ipertrofia muscolare, è quindi possibile che la supplementazione cronica di Capsaicina nel pre-allenamento possa portare ad un maggiore sviluppo di forza e maggiori adattamenti ipertrofici. Tuttavia, è necessaria una ricerca futura per verificare questa ipotesi.

Questa frase finale è rilevante. Vi sono infatti indicazioni che l’uso continuo della Capsaicina riduce i suoi effetti ergogenici, probabilmente perché le cellule muscolari si abituano a concentrazioni di calcio più alte. Opheim e Rankin (7) hanno riportato che la supplementazione di Capsaicina (25.8mg / d) per sette giorni non ha migliorato le prestazioni di sprint ripetute in atleti esperti.

Il protocollo di somministrazione supplementare (acuta o cronica) può essere parzialmente responsabile delle discrepanze nei risultati. Nel presente studio la Capsaicina è stata somministrata acutamente mentre in quello di Opheim e Rankin è stata somministrata in modo cronico. È possibile che l’ingestione cronica di Capsaicina possa provocare un effetto di desensibilizzazione che sfocia nella mancanza di miglioramenti nelle prestazioni.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

  1. http://dx.doi.org/10.1519/JSC.0000000000002109
  2. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19260251
  3. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4267963/
  4. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0058673
  5. http://ajpendo.physiology.org/content/306/10/E1110.long
  6. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17615999
  7. https://doi.org/10.1519/JSC.0b013e3182429ae5

VITAMINA B6 E SOPPRESSIONE DELLA PROLATTINA

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Prolattina

 

Come ben sappiamo, alti livelli di Prolattina sono una delle principali cause di bassi livelli di Testosterone, di un basso desiderio sessuale, della disfunzione erettile e dell’impotenza negli uomini.

Un aumento dei livelli di Prolattina dopo l’orgasmo è il motivo per cui gli uomini hanno bisogno di un periodo tempo prima di poter tornare all’attività sessuale.

Molti uomini che cercano di abbassare i livelli di Prolattina scelgono di usare farmaci da prescrizione come la Bromocriptina e la Cabergolina ma, anche se questi farmaci sono molto efficaci nella soppressione della Prolattina, sono costosi (specie la Cabergolina) e molti uomini sperimentano una serie di effetti collaterali durante l’uso.

Esistono una serie di supplementi OTC che possiedono la capacità di inibire la secrezione di Prolattina e di ridurne di conseguenza i livelli negli uomini che soffrono di iperprolattinemia.

Contrariamente ai farmaci da prescrizione con azione inibente sulla Prolattina, questi integratori sono piuttosto economici e non causano effetti collaterali nella grande maggioranza degli utilizzatori.

Supplementi primari per l’inibizione della Prolattina:  

1) Vitamina B6

2) Vitamina E

3) SAM-e

Supplementi secondari per l’inibizione della Prolattina:  

1) Estratto di Ginseng

2) Maca

3) Ashwagandha

4) Mucuna Pruriens

5) Zinco

6) Ginkgo Biloba

Piridossina
Vitamina B6

 

La Vitamina B6 risulta essere un supplemento molto interessante per l’inibizione della Prolattina.

La Vitamina B6 è un inibitore della Prolattina sorprendentemente efficace, estremamente economico e sicuro: uno studio svolto su esseri umani ha mostrato come una singola dose di 300mg di Vitamina B6 eserciti un effetto ipotalamico dopaminergico che provoca una significativa diminuzione della Prolattina plasmatica’.

In un altro studio è stato rilevato che 300mg di Vitamina B6 assunti due volte al giorno da 10 donne normali hanno abbassato i livelli di Prolattina e hanno aumentato leggermente ma significativamente i livelli del Ormone della Crescita. Gli autori dello studio hanno concluso dicendo che: “L’effetto della Vitamina B6 è probabilmente mediato dai recettori dopaminergici a livello ipotalamico”.

In un altro studio si è osservato come la Vitamina B6 sia in grado di ridurre significativamente l’iperprolattinemia indotta dagli oppiacei.

Un ulteriore studio svolto su esseri umani ha scoperto che “la piridossina (Vitamina B6) sopprime l’aumento della Prolattina e aumenta le concentrazioni dell’Ormone della Crescita indotte dall’esercizio”.

In uno studio svolto su ratti maschi si è osservato che ‘la piridossina cloridrato ha soppresso in modo significativo l’aumento della Prolattina indotta dalla Clorpromazina (p inferiore a 0,01). Tuttavia, la soppressione era significativamente inferiore a quella prodotta dalla Bromocriptina (p inferiore a 0,01).

L’ultimo studio mostra che la Vitamina B6 è meno efficace della Bromocriptina come inibitore della Prolattina ma, abbinata con Vitamina E e SAM-e, insieme ad alcuni degli inibitori della Prolattina secondari riportati in precedenza, possono essere ottenuti effetti comparabili a quelli della Bromocriprina .

La stragrande maggioranza delle persone assume un RDA molto basso per la Vitamina B6 (2mg) nelle loro diete, quindi non è un problema correggere una eventuale carenza. Sembra, invece, che l’assunzione di una dose extra di Vitamina B6, cioè circa 600mg distribuita nell’arco della giornata, agisce come un farmaco nel abbassare i livelli di Prolattina.   È importante rendersi conto, tuttavia, che l’RDA per la Vitamina B6 è impostato a livelli estremamente bassi e molte persone beneficiano delle proprietà di questo composto con dosi notevolmente più alte dei 2 mg al giorno raccomandati per questa vitamina. Durante gli studi la Vitamina B6 a dosi elevate ha dimostrato di:

  • Ridurre la pressione sanguinea
  • Migliorare l’umore e combattere la depressione
  • Abbassare i livelli della glicemia ematica nei diabetici
  • Agire come un efficace calcio-antagonista

Una dose molto elevata di Vitamina B6 può agire come un inibitore della Prolattina correggendo in certi soggetti un deficit funzionale di questa vitamina.

L’infiammazione nel corpo può creare una maggiore richiesta di Vitamina B6 nei Bodybuilder e in atleti di altre discipline.

Soggetti affetti da Pyroluria, secondo il dottor Carl Pfeiffer e il Dr. Abram Hoffer, hanno la necessità di un aumento di Zinco e Vitamina B6. Le persone affette da questa patologia presentano livelli anormalmente elevati di sostanze chimiche chiamate cryptopyrroli, che si legano allo Zinco e alla Vitamina B6 nel corpo, creando carenze di entrambi i composti.

Il trattamento standard per la Pyroluria è la somministrazione di Zinco e Vitamina B6 ad alto dosaggio, tipicamente 50-150 mg di Zinco e 250-1500 mg di Vitamina B6 (nettamente al di sopra del RDA per entrambi).

Possibili effetti collaterali

Alte dosi di Vitamina B6 assunte per molti mesi possono causare problemi nervosi come formicolio alle dita e intorpidimento alle dita dei piedi (neuropatia periferica); la Vitamina B6 può anche peggiorare la qualità del sonno in alcuni soggetti e causare sogni vividi.

Fortunatamente, questi problemi si risolvono completamente dopo che la supplementazione di Vitamina B6 viene interrotta e, poiché è una Vitamina idrosolubile, non ci vorrà molto tempo prima che ciò accada.

Modi per aggirare questi effetti collaterali

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P5P

 

Un modo per evitare la comparsa di ‘formicolio’ che un l’alta dose di Vitamina B6 può causare è quello di assumere la forma attivata di Vitamina B6 chiamata Pyridoxal-5-fosfato (P5P) – questa forma attivata di Vitamina B6 non causa questi problemi nervosi.

Infatti, la ragione per cui l’assunzione di alte dosi di Vitamina B6 causa problemi nervosi è che il corpo non può sempre metabolizzare correttamente dosi molto alte di Vitamina B6 e questo crea una carenza della forma attiva di Vitamina B6, la P5P.

Dosaggio raccomandato

Per abbassare i livelli di Prolattina si consiglia di assumere dai 50 ai 200mg di P5P al giorno, in dosi divise. Se si vuole assumere la normale Vitamina B6, che come è stato già detto può talvolta causare effetti secondari, si consiglia di assumerne dai 300 ai 1000mg al giorno in dosi divise.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

SAM-E E DOLORI ARTICOLARI

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S-adenosil metionina

 

Se si soffre di dolore articolare e si sta cercando un supplemento che aiuti a risolvere il problema, potrebbe essere utile provare ad assumere il SAM-e – nome completo: S-adenosil metionina. Secondo i risultati di uno studio svolto dai ricercatori dell’Università della California nel 2003, il supplemento funziona in modo efficace come l’anti-infiammatorio Celecoxib. (1)

La S-adenosil metionina (SAM-e) è un coenzima coinvolto nel trasferimento di gruppi metile (un processo definito metilazione). La SAM-e fu descritta per la prima volta nel 1952 dal ricercatore italiano Giulio Cantoni.(2) La molecola è sintetizzata dalla metionina adenosiltransferasi (numero EC 2.5.1.6(3)) a partire da adenosina trifosfato (ATP) e metionina. La molecola è anche conosciuta con il nome ademetionina o SAM.

Il gruppo metile (CH3) legato allo zolfo della SAM-e è chimicamente reattivo. Ciò permette la donazione di questo gruppo ad una seconda molecola (una reazione di transmetilazione). Più di 40 reazioni metaboliche, catalizzate in genere da enzimi detti metiltransferasi, coinvolgono il trasferimento di un metile da SAM-e a vari substrati biologici come acidi nucleici, proteine e lipidi.

La SAM-e è anche coinvolta nella biosintesi di numerosi ormoni e neurotrasmettitori collegati all’umore (come la dopamina e la serotonina). Le metiltransferasi sono anche responsabili dell’aggiunta di metili agli ossidrili in posizione 2′ del primo e secondo nucleotide adiacenti al cappuccio 5′ del mRNA.(4)(5)

Un’ulteriore importante funzione della SAM-e è all’interno della sintesi delle poliammine. In questo caso, la SAM-e è decarbossilata dalla adenosilmetionina decarbossilasi (numero EC 4.1.1.50(6)) a formare S-adenosil-metioninammina. Tale composto in seguito dona il suo gruppo n-propilamminico per la biosintesi di poliammine come spermidina e spermina a partire da putrescina.(7)

Piccoli studi hanno dimostrato che la SAM-e funziona contro la depressione e aumenta i livelli di Testosterone.(8) Uno studio in vitro effettuato negli anni ’80 ha dimostrato che la SAM-e aiuta le cellule della cartilagine a produrre nuove fibre. (9) Era questa proprietà che interessava ai ricercatori.

I ricercatori dello studio che qui viene preso in esame hanno somministrato a 56 soggetti di prova, che soffrivano di artrosi osteoarticolari alle ginocchia, una dose giornaliera di 1200mg SAM-e o 200mg di Celecoxib per un periodo di due mesi. Sono stati utilizzati questionari per valutare la misura in cui il dolore dei soggetti di prova era diminuito. La figura seguente mostra questo. La linea punteggiata nella parte superiore del grafico rappresenta il livello di dolore prima della partenza dello studio.

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Il Celecoxib ha un effetto diretto, mentre la SAM-e ha bisogno di un po’di tempo per mostrare il suo effetto. Oltre a ciò, entrambe le sostanze sono altrettanto efficaci. La SAM-e e il Celecoxib hanno provocato miglioramenti simili nel libero movimento dei soggetti sottoposti al test.

La SAM-e è utile per la gestione del dolore nel osteoartrite e dimostra un’efficacia simile all’inibitore dei COX-2 Celecoxib. I risultati di questo studio aggiungono e confermano i risultati di studi precedenti che indicano un possibile ruolo per la SAM-e nella gestione dell’osteoartrite.

E ciò che funziona per le persone affette da artrite può anche funzionare bene per gli atleti di forza che sperimentano dolori articolari.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

  1. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15102339
  2. GL Cantoni, The Nature of the Active Methyl Donor Formed Enzymatically from L-Methionine and Adenosinetriphosphate, in J Am Chem Soc, vol. 74, nº 11, 1952, pp. 2942–2943, DOI:10.1021/ja01131a519
  3. (EN) 2.5.1.6, in ExplorEnz — The Enzyme Database, IUBMB.
  4. Loenen W, S-adenosylmethionine: jack of all trades and master of everything?, in Biochem Soc Trans, vol. 34, Pt 2, 2006, pp. 330–3, DOI:10.1042/BST20060330, PMID 16545107
  5. Chiang P, Gordon R, Tal J, Zeng G, Doctor B, Pardhasaradhi K, McCann P, S-Adenosylmethionine and methylation, in FASEB J, vol. 10, nº 4, 1996, pp. 471–80, PMID 8647346
  6. (EN) 4.1.1.50, in ExplorEnz — The Enzyme Database, IUBMB.
  7. Roje S, S-Adenosyl-L-methionine: beyond the universal methyl group donor, in Phytochemistry, vol. 67, nº 15, 2006, pp. 1686–98, DOI:10.1016/j.phytochem.2006.04.019, PMID 16766004
  8. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3029509
  9. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3120586

SUPPLEMENTAZIONE DI SELENIO E COENZIMA Q10 E LIVELLO DI IGF-1

La supplementazione con Selenio – un oligoelemento che la maggior parte degli occidentali non consuma a sufficienza – e il coenzima Q10 aumenta i livelli di IGF-1 di quasi il 20%. I ricercatori svedesi dell’Università di Linköping hanno scritto ciò sul PLoS One. (1) Le dosi che sono state necessarie ai ricercatori erano modeste ma il periodo di integrazione era lungo …

I ricercatori hanno somministrato a 215 anziani – di età media 76 anni – 200mg di enzima Q10 e 200mcg di Selenio ogni giorno per quattro anni – o un placebo. I supplementi che i ricercatori usavano provenivano dalla Pharma Nord. Questa compagnia è stata una dei finanziatori dello studio.

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Poco prima di iniziare la supplementazione e alla fine del periodo di supplementazione i ricercatori hanno misurato le concentrazioni di IGF-1 nel sangue dei partecipanti.

Alla fine dei quattro anni il livello di IGF-1 nel gruppo placebo [gruppo attivo 0; immagine linea blu) era sceso leggermente. Nel gruppo supplementato [gruppo attivo 1; immagine linea rossa] il livello di IGF-1 era aumentato da 154mcg a 183mcg per litro. L’aumento ha rappresentato un effetto statisticamente significativo.

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L’IGF-1 ha funzioni importanti sia nella crescita cellulare che nel metabolismo, ma anche nell’infiammazione e nella difesa antiossidativa. Una diminuzione dell’ IGF-1 è stata riscontrata con l’avanzare dell’età e anche con malattie cardiovascolari avanzate.

Dagli studi precedenti svolti su una popolazione anziana in buona salute, è stato riportato che oltre il 90% aveva livelli di Selenio non ottimali. (2)

I ricercatori concludono dicendo che, la presente valutazione mostra che l’intervento con una supplementazione di Selenio e di Coenzima Q10 ha determinato un aumento dei livelli di IGF-1.

Gabriel  Bellizzi

Riferimenti:

  1. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0178614
  2. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0157541

FIENO GRECO E TESTOSTERONE LIBERO

Furosap

Una dose giornaliera di 500mg del nuovo estratto di Fieno Greco Furosap aumenta le concentrazioni di testosterone libero nel sangue degli uomini adulti. Uno studio sponsorizzato svolto su esseri umani e pubblicato sul Journal of International Medical Sciences ha dimostrato ciò. (1)

I ricercatori hanno studiato l’effetto del Furosap, un nuovo estratto di Fieno Greco commercializzato dalla società americana Cepham. Lo studio è stato sponsorizzato dalla Cepham e tre degli autori lavorano per l’azienda. Uno di loro è l’amministratore delegato ed un altro è il direttore scientifico della Cepham.

Furosap è già reperibile. A volte si può trovare come singolo ingrediente di un integratori, altre volte lo si trova in aggiunta ad altri composti che pretendono di aumentare i livelli di Testosterone negli uomini.

Secondo la Cepham, il Furosap è composto da almeno il 20% da dioscine e analoghi di questo composto.

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I ricercatori hanno somministrato a 50 uomini una capsula contenente 500 mg di Furosap dopo colazione ogni giorno per 12 settimane. Non c’era un gruppo di controllo. Non è così che le cose dovrebbero essere fatte, ma non è inusuale in questo tipo di ricerca industriale sponsorizzata.

La concentrazione di Testosterone libero degli uomini è aumentata del 47%, il che è un effetto statisticamente significativo. La quantità totale di Testosterone nel sangue non è aumentata significativamente.

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La figura qui sopra riportata mostra che il supplemento aumenta la quantità e la qualità dello sperma. Il supplemento non ha avuto alcun effetto sul sistema immunitario, sul colesterolo, sui livelli di trigliceridi e sulla funzione epatica.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

  1. http://dx.doi.org/10.7150/ijms.17256

INULINA E GRASSO CORPOREO

 

Inulina

I bambini – e forse anche gli adulti che vogliono aumentare di massa muscolare accumulando meno grasso possibile- possono arrestare l’aumento della loro massa grassa assumendo 8g di Inulina al giorno. L’Inulina è un prebiotico – una fibra alimentare della quale si nutrono i batteri benefici nell’intestino. (1)

Nutrizionisti canadesi presso la University of Calgary hanno somministrato a 22 bambini in sovrappeso e obesi dai 7 ai 12 anni un paio di grammi di fibra Inulina ogni giorno per 16 settimane. I ricercatori hanno utilizzato Synergy-1, un prodotto dalla società tedesca Beneo. (2) La Beneo non ha finanziato lo studio.

Inizialmente ai partecipanti sono stati somministrati 4g di Inulina al giorno per due settimane. Dopo di che i ricercatori hanno aumentato la dose a 8g al giorno.

Ad un gruppo di controllo composto da 20 bambini in sovrappeso e obesi sono stati somministrati 3,3g di Maltodestrine ogni giorno, dose che conteneva la stessa quantità di energia di 8g di Inulina. I partecipanti hanno sciolto le Maltodestrine o l’Inulina in un bicchiere d’acqua che veniva bevuto mezz’ora prima del pasto serale.

La supplementazione con Inulina ha portato a quasi nessuna diminuzione del grasso corporeo, ma ha inibito la crescita del grasso corporeo dei bambini. Poiché i bambini continuavano a crescere normalmente, la supplementazione ha ridotto la loro percentuale di grasso corporeo per un po ‘più di un punto percentuale.

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La fibra Inulina ha modificato la composizione della popolazione di batteri nell’intestino dei bambini. Ha aumentato il numero di gran parte del Bifidobacterium benigno a scapito del Bacteroides vulgatus. Più forte è la diminuzione del Bacteroides vulgatus, più forte è la diminuzione della crescita del grasso corporeo.

I ricercatori sospettano che la modifica della popolazione batterica abbia determinato una riduzione della concentrazione di fattori infiammatori nel sangue e come conseguenza la percentuale di accumulo del grasso è diminuita.

I ricercatori hanno riportato che la supplemetazione con Inulina arricchita da oligofruttosio ha migliorato i risultati di obesità nei bambini in sovrappeso / obesi. Importante, i ricercatori hanno dimostrato che l’Inulina arricchita con oligofruttosio induce un aumento di specifici batteri nel intestino rispetto al placebo.

I ricercatori concludono dicendo che i risultati metabolici e microbici di questo studio forniscono una base per un più ampio test clinico nella popolazione pediatrica. I prebiotici sono poco costosi e non invasivi e quindi un intervento dietetico plausibile nella popolazione pediatrica in sovrappeso e obesa.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

  1. https://dx.doi.org/10.1053/j.gastro.2017.05.055
  2. http://www.beneo.com/

EFFETTO DELLA CO-SOMMINISTRAZIONE DI SIBUTRAMINA E L-CARNITINA

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Sibutramina

 

Come ben sappiamo la Sibutramina è fuori commercio, ma, nonostante ciò, questo coadiuvante per la perdita di perso, un distante parente dell’anfetamina, è ancora disponibile sul mercato nero. I ricercatori dell’Università di Pavia hanno riportato su Metabolism che la Sibutramina funziona meglio quando combinata con la L-Carnitina. (1)

Della Sibutramina ne ho già parlato in passato, ne ho riportato gli effetti sul aumento del metabolismo e sulla soppressione dell’appetito. La Sibutramina è un composto discretamente efficace, ma è stata vietata dopo che degli studi hanno indicato che il suo utilizzo poteva portare allo sviluppo di malattie cardiovascolari. Quando i ricercatori italiani hanno svolto il loro esperimento, nel quale hanno somministrato a 254 uomini e donne diabetici di tipo II una dose di 10mg/die di Sibutramina per un anno, la Sibutramina era ancora una sostanza legale.

Poiché la L-Carnitina ha effetti benefici teorici per i malati di diabete, i ricercatori hanno voluto verificare gli effetti di una combinazione di Sibutramina e Carnitina. Così hanno somministrato a metà dei soggetti presi in esame solo Sibutramina, e all’altra metà hanno aggiunto 2g di L-Carnitina al giorno.

Nel corso dell’anno il gruppo Sibutramina aveva perso 9,1 kg; Il gruppo Carnitina-Sibutramina aveva perso 10,9 kg. Il gruppo Carnitina-Sibutramina non solo aveva perso più peso, ma sembrava anche aver migliorato la sensibilità all’insulina.

Vedi immagine seguente: HbA1c = emoglobina glicata, un marker per il diabete; FPG = glucosio plasmatico a digiuno; PPG = glucosio plasmatico postprandiale; HOMA-IR = valutazione del modello dell’omeostasi dell’insulina plasmatica a digiuno dell’indice di insulino-resistenza.

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L’integrazione con L-Carnitina ha portato ad una maggiore produzione dell’ormone adiponectina e ha ridotto la produzione del fattore infiammatorio TNF-alpha. Ciò suggerisce che la L-Carnitina ha ridotto le reazioni infiammatorie provocate dal diabete di tipo II.

Non sono registrati effetti collaterali nel gruppo al quale era stata somministrata L-Carnitina.

Nota: la ricerca non è stata finanziata da un produttore di L-Carnitina, ma dall’università nella quale è stato svolto lo studio.

Gabriel Bellizzi

Riferimento:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20423740

CREATINA+BETA-ALANINA E MIGLIORAMENTO DELLA CAPACITA’ DI RESISTENZA

Un assunzione di quattro settimane di Creatina e Beta-Alanina può aumentare la capacità di resistenza degli atleti, almeno secondo quanto riportato da uno studio sponsorizzato da scienziati dello sport presso la Florida Atlantic University. Questo studio è stato pubblicato su Amino Acidis. (1)

I ricercatori non hanno divulgato alcuna informazione circa i soggetti presi in esame, salvo che erano di sesso maschile e di una 20ntina d’anni. Erano allenati? Probabilmente no. Avevano un peso abbastanza elevato [altezza media: 1,72 metri, peso medio: 82 kg].

Un altro punto negativo: durante i 28 giorni dello studio nei quali gli uomini hanno assunto gli integratori non si sono allenati.

I ricercatori hanno somministrato ad un gruppo di 13 uomini un placebo giornaliero contenente 34 g di glucosio [Placebo]. Ad un gruppo di 12 uomini sono stati somministrati 34g di glucosio e 5,25g di Creatina [Cr] ogni giorno; Un altro gruppo di 14 uomini ha ricevuto 34g di glucosio e 1,6 g di Beta-Alanina [B-Ala] e, in fine, ad un ultimo gruppo di 16 uomini sono stati somministrati 34g di glucosio, 5,25g di Creatina e 1,6g di Beta-Alanina [CrBA].

E questo ci porta ad un altro problema metodologico. Gli uomini del gruppo CrBA hanno assunto la loro dose di glucosio, Creatina e Beta-Alanina attraverso il supplemento della EAS Phosphagen Elite. La EAS ha smesso di produrre il Phosphagen Elite nel 2010. Il supplemento conteneva altri composti oltre a glucosio, Creatina e Beta-Alanina. Gli altri componenti dell’integratore non spiccavano di certo, ma metodologicamente questo non è molto intelligente, soprattutto perché i ricercatori non li hanno menzionati nel loro articolo.

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I ricercatori hanno fatto eseguire ai soggetti dello studio una sessione di Cyclette ad una intensità crescente prima e dopo il periodo di integrazione, in modo da poter determinare la soglia di lattato [LT] e la soglia ventilatoria [VT]. La LT determina il punto in cui il livello dell’acido lattico nel sangue inizia a crescere in concomitanza con l’aumento dello sforzo fisico [poiché la conversione del glucosio in energia inizia a scendere in modo meno uniforme]. La VT è il punto in cui, aumentando l’intensità dell’allenamento, i soggetti non solo aumentano la respirazione, ma respirano anche più profondamente [perché la richiesta di ossigeno del corpo aumentano in modo esponenziale].

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Oltre la VT e la LT i ricercatori hanno misurato l’assorbimento di ossigeno dei soggetti presi in esame e il numero di Watt che hanno generato. Oltre a ciò i ricercatori hanno anche misurato l’assorbimento massimo di ossigeno dei soggetti – ancora il predittore più importante della capacità di resistenza – e la quantità di tempo in cui gli uomini hanno potuto continuare a reggere la sessione in Cyclette mentre l’intensità aumentava [TTE].

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Nella figura qui sopra, gli asterischi indicano se le variazioni misurate sono state statisticamente significative.

I ricercatori riportano che quattro settimane di integrazione con CrBA hanno dimostrato significativi miglioramenti in cinque degli otto indici di resistenza cardiorespiratoria misurata durante l’ergometria ciclica incrementale.

La supplementazione con Cr e b-Ala ha portato a dei miglioramenti rispettivamente di due e uno degli indici.

Questa è una nota positiva, ma dobbiamo però aggiungere che la supplementazione non ha avuto alcun effetto sul massimo assorbimento di ossigeno. Inoltre, il numero di secondi che gli uomini sono stati in grado di mantenere nella sessione di resistenza sono aumentati solo nei gruppi Placebo e Creatina. Quindi, per due delle variabili più importanti, l’integrazione con il mix Creatina-Beta-alanina in questo studio non ha avuto alcun effetto.

Ecco perché – a parte le ambiguità metodologiche con le quali è stato svolto il presente studio – non è possibile giungere alla conclusione che tutti gli atleti possano beneficiare di un integrazione composto dalla combinazione presa in esame. Dipende interamente da quale tipo di sforzo è richiesto dall’atleta.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

  1. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16953366