Recentemente ho riportato uno studio svolto su esseri umani nel quale l’uso di tè verde (e più esattamente del suo contenuto in catechine e caffeina) ha provocato una “mutazione” delle cellule adipose da “bianche” a “brune”. Poiché le cellule di grasso brune sono metabolicamente più attive, il tè verde è potenzialmente interessante per le persone che vogliono ridurre la loro percentuale di grasso corporeo. Esiste un altro studio, questa volta svolto su animali, che mostra la stessa capacità attribuita questa volta alla curcumina, la sostanza più bioattiva della Curcuma. (1)
I biologi molecolari presso la Fourth Military Medical University in Cina hanno somministrato a dei topi 0, 50 o 100 mg di curcumina per via orale ogni giorno per un periodo di 50 giorni. L’equivalente umano di queste dosi, per un soggetto del peso di 80 kg, sarebbe circa 0, 400 o 800 mg di curcumina al giorno.
I topi ai quali era stata somministrata la curcumina non mangiavano meno – ma acquistavano meno peso rispetto ai topi ai quali non era stata somministrata la curcumina.
Alla fine dei 50 giorni, i topi ai quali era stata somministrata la curcumina avevano meno grasso corporeo rispetto ai topi del gruppo di controllo. L’integrazione con curcumina ha probabilmente aumentato il consumo calorico dei topi. Un segno di questo fu che la temperatura corporea dei topi del gruppo “curcumina” era più alta.
La supplementazione di curcumina ha aumentato anche il numero dei mitocondri nella cavità addominale inferiore dei topi. Questo è un segno che indica che la curcumina muta le cellule grasse bianche in cellule grasse brune.
La supplementazione con curcumina ha aumentato la sintesi di UCP1, una molecola che aumenta il consumo energetico cellulare, e PGC-1-alfa, una molecola che aumenta la sintesi mitocondriale nelle cellule.
I ricercatori affermano che questi risultati attribuiscono alla curcumina un ruolo importante nella mutazione del grasso bianco in grasso bruno rendendola proponibile per la terapia di pazienti obesi.
Circa quindici anni fa le aziende farmaceutiche stavano studiando febbrilmente i beta-3 agonisti nella speranza che questi composti avrebbero messo fine all’epidemia dell’obesità. (2) (3) (4)
Non ci riuscirono. Gli agonisti dei recettori Beta-3 funzionano molto bene nei ratti e nei topi, ma non altrettanto negli esseri umani per via della presenza dei Beta-3 recettori nel tessuto adiposo bruno, scarso nell’adulto (specie negli uomini). D’altra parte, un aumento del grasso bruno da parte delle catechine (come detto la volta scorsa) o della curcumina può rendere il potenziale dimagrante maggiore dei Beta-3 agonisti (vedi Sinefrina) nell’uomo.
C’è anche da riflettere se le ipotesi sulla curcumina esposte dai ricercatori cinesi possano trovare reale riscontro negli esseri umani.
Con Asse-Ipotalamo-Ipofisi-Testicoli (HPTA) ci si riferisce alla connessione tra ipotalamo, ghiandola pituitaria e testicoli come se queste singole ghiandole endocrine fossero una singola entità. Poiché queste ghiandole spesso agiscono in concerto, i fisiologi e gli endocrinologi ritengono conveniente e descrittivo parlare di esse come di un unico sistema.
L’asse HPTA svolge una parte critica nello sviluppo e nella regolazione di un certo numero di sistemi del corpo, come i sistemi riproduttivi e immunitari. Le fluttuazioni di questo asse causano variazioni negli ormoni prodotti da ciascuna ghiandola e hanno diversi effetti locali e sistemici nel corpo.
In breve, l’asse HPTA rappresenta un sistema di stimolazione/inibizione degli ormoni prodotti dalle rispettiva strutture:
Ipotalamo: GnRH (ormone di rilascio delle gonadotropine; in inglese Gonadotropin-releasing hormone).
Ipofisi (o ghiandola Pituitaria): dalle cellule beta e gamma rispettivamente l’ormone follicolo-stimolante (FSH) e l’ormone luteinizzante (LH).
Come ben sappiamo, diversi AAS sono derivati sintetici del Testosterone, il principale androgeno nei maschi. Il Testosterone sopprime marcatamente l’HPTA, mentre altri derivati lo fanno in misura maggiore o minore.
Gli AAS sono classificati in tre categorie principali:
Derivati del Testosterone (Boldenone, Fluoxymesterone, Methyltestosterone)
Derivati del DHT (Stanozolol, Methenolone, Oxandrolone) e forme sintetiche del Dihydroxytestosterone (Mesterolone, Drostanolone)
Derivati del 19-nortestosterone (Nandrolone, Trenbolone).
I fattori che contribuiscono alla soppressione dell’HPTA sono:
L’origine del AAS
Il tasso di conversione del AAS ad estrogeno, attraverso l’enzima aromatasi in alcuni tessuti (adiposo, mammario)
Dose e tempo d’uso/abuso del AAS
Attività androgena del AAS
Gli AAS che sopprimono maggiormente l’HPTA sono:
Derivati del Testosterone.
Il Testosterone blocca l’HPTA dal primo giorno di utilizzo.
2. AAS altamente estrogenici.
Gli estrogeni (principalmente E2-beta estradiolo) causano un feedback negativo sull’ipotalamo per la produzione di GnRH, che a sua volta stimola LH che stimola la sintesi di Testosterone nelle cellule Leydig nei testicoli. Pertanto, gli AAS fortemente soggetti all’aromatizzazione o che posseggono una attività estrogenica (Oxymetholone, Methyltestosterone, Testosterone, Methandienone) influenzano marcatamente la funzione dell’HPTA.
Un altro motivo per cui gli estrogeni diminuiscono la libido è il fatto che aumentano la concentrazione delle SHBG, che legandosi al Testosterone ne diminuiscono la frazione più attiva (Testosterone libero).
Gli AAS derivati dal 19-nortestosterone sono tendenti ad esplicare un’alta attività progestinica. La iperprolattinemia è associata all’uso di 19-norsteroidi (soprattutto se co-somministrati con forti aromatizzabili). La Prolattina (o PRL) è un ormone polipeptidico di 199 amminoacidi prodotto dalle cellule lattotrope dell’ipofisi anteriore (Adenoipofisi) che ne costituiscono il 20%. Ciò è controverso con la produzione di Testosterone. Pertanto, i livelli elevati di prolattina nel siero sopprimono l’HPTA. Gli effetti collaterali associati con il Progesterone e, quindi, con gli AAS progestinici sono simili a quelli degli estrogeni, compreso il feedback negativo di inibizione della produzione di Testosterone.
Questi farmaci si legano fortemente con il recettore degli Androgeni (AR). Gli AAS attraversano la barriera ematoencefalica e si legano ai recettori sull’ipotalamo. Ciò comporterà una marcata soppressione dell’HPTA. L’attività androgena si traduce nelle caratteristiche sessuali secondarie (crescita dei peli e della barba, allargamento delle spalle e il rafforzarsi dei muscoli, l’ingrandimento del pene, dei testicoli e della prostata.)
Tuttavia, altre funzioni biologiche degli Androgeni coinvolgono:
L’eritropoiesi (stimolazione della sintesi di Eritropoietina nei Reni e aumento delle unità di formazione della colonia eritroide nel midollo osseo e promozione della loro differenziazione nelle cellule responsive dell’eritropoietina)
Effetti anabolizzanti, cioè l’aumento della massa muscolare e della forza, e aumento delle dimensioni delle fibre muscolari. La somministrazione di Testosterone porta alla ritenzione positiva dell’azoto e all’aumenta della sintesi proteica.
Lipolisi (beta ossidazione nei mitocondri nel tessuto adiposo) con riduzione del grasso addominale, e diminuzione dell’insulino-resistenza e aumento dell’insulino-sensibilità. Secondo il dottor Michael Scally, autore del libro “A question of muscle”, gli AAS (che non aromatizzano) potrebbero diventare la soluzione contro l’obesità.
Impatto sul SNC (Sistema Nervoso Centrale) con effetto neurodegenerativo, induzione dell’apoptosi nel ippocampo e ipertrofia dell’amigdala. L’amigdala con l’ippocampo fa parte del sistema limbico, che determina lo stato emotivo. I sintomi clinici della neurotossicità da AAS includono aggressività (tipico effetto “roid rage-bipolar”), ipomania-mania, depressione, disturbo bipolare, comportamento psicotico (idee sbagliate, deliri, e allucinazioni).
Gli AAS con elevata androgenicità sono solitamente soggetti ad elevata attività dell’enzima 5-alfa-reduttasi; la conversione del AAS in DHT influenzerà prevalentemente la ghiandola prostatica e il cuoio capelluto (alopecia). I derivati del DHT non sono soggetti ad aromatizzazione ne posseggono attività estrogenica (tranne rari casi come l’Oxymetholone). Ciò implica praticamente che non vi è alcuna sintesi di beta estradiolo dal AAS, fattore primario nella soppressione dell’HPTA. Il DHT è l’androgeno più forte presente nel corpo, e ha la capacità di sopprime di per se l’HPTA. Tuttavia, il DHT possiede anche proprietà antiestrogene. Un fattore che dimostra l’effetto antiestrogeno del DHT si verifica quando vengono inseriti inibitori della 5-alfa-reduttasi (finasteride, dustateride) per il trattamento dell’ipertrofia prostatica o della calvizie maschile. Gli uomini sottoposti a terapia con inibitori della 5-alfa-reduttasi notano spesso il conseguente sviluppo di ginecomastia (ma anche depressione e la soppressione della libido, poiché il DHT è altamente androgeno). Il perché è di facile intuizione: – conversione del Testosterone in DHT + Testosterone soggetto all’azione dell’enzima aromatasi + mancata azione antiestrogenica del DHT = maggiori livelli di Estradiolo con conseguenti effetti avversi.
Il tempo e la dose d’uso/abuso del AAS provocheranno alla fine un atrofia testicolare (a diverso grado); Questo è un tipico meccanismo omeostatico, regolato dall’HPTA.
Si tenga sempre presente che, tutti gli AAS se assunti in dosi sufficienti per promuovere l’aumento della massa muscolare causano una soppressione del Testosterone endogeno. Senza l’intervento con sostanze Testosterone-stimolante, e una adeguata PCT, i livelli di Testosterone dovrebbero tornare alla normalità entro 1-4 mesi dalla cessione del farmaco. Si noti che un ipogonadismo ipogonadotropo prolungato può svilupparsi secondariamente all’abuso di steroidi, cosa che richiede un intervento medico.
Non c’è bisogno di dire che il Cortisolo, l’ormone che viene rilasciato quando si è sotto stress, può avere un effetto disastroso sul corpo. Lo studio epidemiologico che i ricercatori britannici hanno pubblicato su Obesity conferma ciò. I ricercatori sono stati in grado di dimostrare che un livello di Cortisolo cronicamente elevato aumenta drammaticamente la possibilità di sovrappeso. (1)
I ricercatori hanno misurato la BMI, la circonferenza della vita e la concentrazione di Cortisolo nei capelli di 2.527 persone oltre i 50 anni di età. Hanno analizzato la lunghezza dei capelli di 2 cm. Poiché i capelli crescono di 1 centimetro al mese, queste misure hanno fornito un’immagine della concentrazione di Cortisolo dei partecipanti nei due mesi precedenti.
C’era più Cortisolo nei capelli dei partecipanti che avevano un paio di chili in più [sovrappeso] che nei capelli dei partecipanti che avevano un peso salutare [peso normale]. E hanno trovato ancora più Cortisolo nei partecipanti pericolosamente in sovrappeso – quelli che avevano un BMI di oltre 30 [obesi].
I ricercatori hanno osservato una relazione simile tra Cortisolo e circonferenza della vita. Gli uomini avevano livelli più alti di Cortisolo nei loro capelli quando la misura della vita era di 102 cm o più. Le donne avevano più Cortisolo nei loro capelli quando la misura della vita era di 88 cm o più.
Le relazioni tra Cortisolo, sovrappeso e circonferenza vita spesso erano statisticamente significative.
Lo stress cronico – e quindi i livelli di Cortisolo elevati in modo cronico – possono promuovere l’obesità attraverso effetti sull’accumulo di grasso. Gli effetti del Cortisolo sono mediati attraverso i recettori glucocorticoidi, che hanno una densità particolarmente elevata nel tessuto adiposo viscerale.
In presenza di Insulina, il Cortisolo promuove l’accumulo e la ritenzione dei trigliceridi nei depositi di grasso viscerale che provocano un aumento del grasso addominale. (2) Infatti, gli studi sugli animali hanno dimostrato che l’esposizione cronica a stress fisici e psicologici aumenta il deposito di grasso viscerale.(3) (4)
Oltre ad influenzare il deposito di grassi, il Cortisolo è associato a alterazioni della quantità e del tipo di cibi consumati. Gli studi di laboratorio su esseri umani hanno mostrato un aumento della somministrazione calorica ad libitum in risposta all’infusione del glucocorticoide e allo stress indotto artificialmente.(5) (6)
Oltre ai cambiamenti assoluti nell’assunzione energetica, studi funzionali MRI hanno indicato che la sensibilità dei circuiti centrali di ricompensa alimentare è più bassa durante i periodi di stress, cosa che può aumentare la voglia di ‘alimenti confortevoli’. (7) Sotto stress, c’è un cambiamento di preferenza nei confronti dei cibi più gustosi ed energetici, indipendentemente dal fatto che l’assorbimento totale di energia aumenti. (8) (9)
I ricercatori affermano che questi risultati forniscono una prova coerente sul fatto che l’esposizione a lungo termine a elevati livelli di Cortisolo per diversi mesi è associata a livelli adiposi più alti.
Il Cortisolo dei capelli offre una misura adeguata e facilmente ottenibile per valutare le concentrazioni cortisoliche cronicamente elevate nella ricerca dell’obesità e può pertanto contribuire a migliorare ulteriormente la comprensione in questo campo.
I ricercatori concludono dicendo che, mentre gli studi trasversali hanno fornito un buon punto di partenza dal quale esplorare il ruolo della disregolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e dell’esposizione a livelli cronicamente elevati di Cortisolo nello sviluppo dell’obesità, è necessaria una ricerca longitudinale per chiarire la direzione delle associazioni.
Androgenico: nessun dato disponibile Anabolico: nessun dato disponibile Standard: // Nome chimico: 18a-Homo-pregna-4,9,11-trien-17b-ol-3-one
Attività Estrogenica: nessuna Attività Progestinica: molto alta
Il Tetrahydrogestrinone (THG), detto “The Clear“, è uno steroide anabolizzante derivato dal Nandrolone. Questo agente è un “designer steroid”, il che significa che non è mai stato commercializzato come farmaco da prescrizione, ma è stato sviluppato specificamente per l’uso da parte degli atleti per il fatto che non era rintracciabile tramite test anti doping. Il THG è molto simile nella struttura all’agente anti-gonadotropico da prescrizione Gestrinone. (1) Il Gestrinone non è uno steroide anabolizzante attivo, ma ha una stretta relazione strutturale con il Trenbolone. L’aggiunta di quattro atomi di idrogeno (tetra-idro) al Gestrinone rompe il suo gruppo etinilico 17-aIpha (un tratto che interferisce notevolmente con il legame con il recettore androgeno) ad un etile, creando uno steroide capace di forte azione anabolica e androgena. Il THG è semplicemente Gestrinone 17-alfa-metilato, un “nuovo” derivato del potente AAS Trenbolone. L’AAS risultante è altamente anabolico, moderatamente androgeno, non estrogenico e altamente progestinico.
Differenze strutturali tra una molecola di Trenbolone, una di Gestrinone e una di Tetrahydrogestrinone.
Il Tetrahydrogestrinone è stato descritto per la prima volta nel 2004. (2) È stato portato alla luce in quello che è stato chiamato “il più grande fallimento organizzato per l’uso di steroidi nella storia degli sport competitivi”. Queste erano le parole di Terry Madden, Chief Executive Officer della u.s. Anti-Doping Agency (USADA), affrontando un gruppo di giornalisti e reporter televisivi in una conferenza stampa che ha reso noto lo scandalo doping internazionale. Il suo comunicato stampa allegato parlava di un allenatore olimpico anonimo, che girò una siringa contenente il “designer steroid” coinvolgendo Victor Conte della BALCO Labs in California, accreditato da molti coaching dei migliori atleti al mondo, come fonte per l’agente. La fonte anonima fu poi identificata come l’allenatore dell’atleta Trevor Graham. La USADA è stata presto messa in mezzo alla frenesia dei media, con molti grandi nomi danneggiati per essere risultati positivi all’uso del THG.
Patrick Arnold, creatore del THG.
Per un breve periodo di tempo, il THG fu un AAS ideale per gli atleti soggetti a test anti doping, in quanto non rilevabili con l’esame delle urine. La sua detenzione era tecnicamente legale negli Stati Uniti, essendo esso sconosciuto ai legislatori al momento della stesura del Anabolic Sterc Control Act. Ma con lo scandalo doping internazionale che avrebbe circondato la BALCO qualsiasi valore che il THG possedeva per gli atleti sottoposti a controlli scomparve. Questo AAS è stato aggiunto alla lista delle sostanze controllate nel gennaio 2005. Victor Conte trascorse diversi mesi in carcere per il suo ruolo nello scandalo BALCO, dovuto al fatto che, pur essendo un farmaco sconosciuto, il THG poteva essere posseduto legalmente, ma non era legale venderlo. Patrick Arnold, il chimico organico creatore del THG, né subì le conseguenze penali, e dovette scontare 3 mesi di carcere alla fine del 2006.
Il Tetrahydrogestrinone è stato un opportunità tra i “designer steroid”, creato da un composto facilmente disponibile con processi chimici intermedi non regolamentati e con un semplice metodo.
Nandrolone
Come già accennato, il Tetrahydrogestrinone è una forma modificata del Nandrolone. Esso differisce dal suo precursore di base per 1) l’aggiunta di un gruppo metile in posizione C-17 per proteggere l’ormone durante la somministrazione orale, 2) l’aggiunta di un doppio legame in C-9 e C-11, che aumentano notevolmente l’attività relativa dello steroide, e 3) la presenza di un gruppo 18a-homo, che conferisce allo steroide l’attività progestinica.
Il Tetrahydrogestrinone non è soggetto ad aromatizzazione, e non possiede attività estrogenica misurabile. La ginecomastia rimane comunque una preoccupazione durante la somministrazione, a causa della sua natura progestinica (vedi sotto), specialmente quando questo AAS viene combinato con altri farmaci soggetti ad aromatizzazione.
Allo stesso tempo la ritenzione idrica e l’accumulo di grasso con modello femminile possono diventare un problema durante l’uso del Tetrahydrogestrinone: alcuni, nel tentativo di eliminare tali effetti collaterali, inseriscono Nolvadex o antiprogestinici specifici; pratica poco consigliabile visti i numerosi effetti collaterali riscontrabili con l’uso degli antiprogestinici, anche sui livelli di Progesterone e sul numero dei suoi siti recettori (problema riscontrato anche con l’uso del Nolvadex).
Come già accennato, il Tetrahydrogestrinone è un progestinico estremamente attivo. (3) E’ stato dimostrato avere un’attività progestinica più forte del Nandrolone, del Trenbolone e del Gestrinone, un ormone steroideo di sintesi che ha attività sia progestinica che anti-progestinica (agonista parziale del recettore del progesterone (PR) o Modulatore Selettivo del Recettore del Progesterone (SPRM) ) e lievemente androgena. Il THG è risultato essere 7 volte più potente del progesterone stesso. Gli effetti collaterali associati con il Progesterone sono simili a quelli degli estrogeni, compresa il feedback negativo di inibizione della produzione di Testosterone e una maggiore velocità di accumulo di grasso. I progestinici aumentano anche l’effetto stimolante degli estrogeni sulla crescita del tessuto mammario. Sembra che ci sia una forte sinergia tra questi due ormoni, in modo tale che la ginecomastia potrebbe anche verificarsi con l’aiuto dei progestinici, senza eccessivi livelli di estrogeni. L’uso di un anti-estrogeno, che inibisce la componente estrogenica di questa alterazione, è spesso sufficiente per mitigare la ginecomastia causata da AAS con attività progestinica. Il rialzo della Prolattina è un altra possibile conseguenza. L’uso di anti-prolattinici andrebbe preso in considerazione solo quando, attraverso appositi esami ematici, si è appurata una iperprolattinemia. Molto spesso, il controllo adeguato degli estrogeni risulta più che sufficiente.
Il THG possiede una spiccata attività androgena. Effetti collaterali androgeni sono comuni con questa molecola, e possono includere pelle grassa, acne, e alopecia androgenetica. Le atlete di sesso femminile possono incorrere in effetti collaterali androgenici molto forti tra i quali troviamo approfondimento della voce, irregolarità mestruale, cambiamenti nella struttura della pelle, crescita di peli sul viso, e allargamento del clitoride.
Come già detto, il Tetrahydrogestrinone è un composto metilato in C-17. Questa alterazione protegge il farmaco dalla disattivazione epatica, consentendo ad una percentuale molto elevata della molecola di entrata nel flusso ematico dopo somministrazione orale. E come ben sappiamo, è la metilazione in C-17 che rende il THG un composto epatotossico. L’esposizione prolungata nel tempo o ad alte dosi può causare danni al fegato. In rari casi può svilupparsi disfunzione epatica. Si consiglia pertanto di effettuare regolari monitoraggi della funzione epatica e della salute generale durante l’uso di questo AAS. L’assunzione di AAS metilati in C-17 è comunemente limitata a 6-8 settimane, nel tentativo di evitare il più possibile un eccessivo stress epatico. L’uso di un integratore disintossicante epatico come il Liv-52 o l’Essentiale Forte è consigliato durante l’assunzione di AAS epatotossici.
Come risaputo, gli AAS possono avere effetti deleteri sul colesterolo sierico. Questo include una tendenza alla riduzione delle concentrazioni di colesterolo HDL (buono) e un aumento delle concentrazioni di colesterolo LDL (cattivo), cosa che comporta uno sbilanciamento dell’equilibrio HDL/LDL che si traduce in un rischio maggiore di sviluppare arteriosclerosi. L’impatto relativo all’assunzione di un AAS nei confronti dei lipidi ematici dipende dalla dose, dalla via di somministrazione (per via orale o iniettabile), dal tipo di steroide (aromatizzabile o non aromatizzabile), e dal livello di resistenza al metabolismo epatico. Il Tetrahydrogestrinone ha un forte effetto sulla gestione epatica del colesterolo a causa della sua resistenza strutturale alla disattivazione epatica, alla sua natura non aromatizzabile e alla sua tipica via di somministrazione (esiste anche la versione iniettabile). Gli AAS possono anche influenzare negativamente la pressione del sangue e i livelli dei trigliceridi, riducendo il rilassamento endoteliale, e promuovendo l’ipertrofia ventricolare sinistra, tutti fattori con un potenziale nel aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e infarto del miocardio.
Per contribuire a ridurre lo sforzo cardiovascolare si consiglia di mantenere un programma di esercizio cardiovascolare attivo e di ridurre al minimo l’assunzione di grassi saturi, colesterolo e carboidrati semplici in ogni momento durante la somministrazione di AAS.
La supplementazione con oli di pesce (4 grammi al giorno) e un integratore alimentare di Niacina per il controllo del colesterolo è anche raccomandata.
Tutti gli AAS se assunti in dosi sufficienti per promuovere l’aumento della massa muscolare causano una soppressione del Testosterone endogeno. Senza l’intervento con sostanze Testosterone-stimolante, e una adeguata PCT, i livelli di Testosterone dovrebbero tornare alla normalità entro 1-4 mesi dalla cessione del farmaco. Si noti che un ipogonadismo ipogonadotropo prolungato può svilupparsi secondariamente all’abuso di steroidi, cosa che richiede un intervento medico.
Anche per il THG (quando assunto oralmente) se ne consiglia l’assunzione lontano dai pasti in quanto studi hanno dimostrato che l’assunzione di uno steroide anabolizzante orale con cibo può diminuirne la sua biodisponibilità.(4) Questo è causato dalla natura liposolubile degli ormoni steroidei, che può permettere ad una parte del farmaco di sciogliersi con i grassi alimentari non digeriti, riducendo l’assorbimento dal tratto gastrointestinale. Per la massima biodisponibilità , questo steroide deve essere assunto a stomaco vuoto.
Il THG non è mai stato approvato per l’uso negli esseri umani. Linee guida di prescrizione non sono disponibili. Per scopi dopanti in ambito maschile la dose giornaliera tipicamente efficace per via orale si aggira nel range dei 2-5mg al giorno. Possiamo anche notare che il THG privo della sua modificazione delta-11 (di-ene invece di tri-ene) ha mostrato essere oltre 14 volte più attivo del Methyltestosterone. (5) Anche se non esistono schemi che lo dimostrino, questo “designer steroid” dovrebbe essere molto più potente di qualsiasi AAS disponibile in commercio, e probabilmente sarebbe leggermente meno potente del Methyltrienolone. Per gli atleti che utilizzano il THG, i risultati si manifestano in un miglioramento misurabile nella forza, nella massa muscolare e delle prestazioni generali.
Il THG non è generalmente raccomandato per le atlete a causa della sua natura androgena molto forte e alla tendenza a produrre effetti collaterali virilizzanti. Questo composto potrebbe essere comunque utilizzato con successo in ambito femminile utilizzando dosi inferiori ad 1mg/die: quindi a dosaggi nell’ordine dei microgrammi.
L’emivita del THG è di circa 24-48 ore, con variabili a seconda del metodo di somministrazione.
Il THG non è generalmente disponibile sul mercato nero.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
–William Llewellyn’s ANABOLICS, 9th ed.
1- Hormonal therapy of endometriosis. Metzger DA, Luciano AA. Obstet Gynecol Clin North Am. 1989 Mar;16(1 ):105-22.
2- Tetrahydrogestrinone: discovery, synthesis, and detection in urine. Catlin et al. Rapid Commun Mass Spectrom. 2004;18(12):1245-049.
3- Tetrahydrogestrinone Is a Potent Androgen and Progestin. Death A, McGrath K et al. J Clin Endocrinol and Metab. 89: 2498-2500, 2004.
4-Anabolic Steroids and Sports Volume II. James E. Wright. Sports Science Consultants, Natick, MA 1982.
Se si bevono due tazze di tè verde o bianco ogni giorno, la quantità di tessuto adiposo bruno nel corpo aumenta. (1) E questo potrebbe essere interessante per le persone che vogliono perdere un po’ di grasso corporeo. Il tessuto adiposo bruno viene così definito per la sua colorazione bruna data dall’elevata presenza di ferro associato ai citocromi presenti nei mitocondri. Le cellule del tessuto adiposo bruno non solo stoccano il grasso, ma lo “bruciano” e lo trasformano in calore.
I ricercatori per lo svolgimento dello studio hanno reclutato 22 studenti di sesso femminile per un periodo di 12 settimane. Hanno somministrato a metà degli studenti 540mg di catechine e 80mg di caffeina ogni giorno e l’altra metà un placebo con una piccola quantità di caffeina. E no, i ricercatori non sono stati sponsorizzati da un produttore.
I ricercatori descrivono le catechine come “catechina, catechina gallato, gallocatechina, gallocatechina gallato, epicatechina, epicatechina gallato, epigallocatechina e epigallocatechina gallato”. La quantità di catechine e caffeina utilizzate in questo studio è tale a quella che si troverebbe in due tazze di tè verde o bianco.
Durante l’esperimento i ricercatori hanno utilizzato la spettroscopia a tempo ridotto a infrarossi per misurare la quantità di emoglobina nei depositi adiposi nella zona delle spalle delle studentesse. In questo modo i ricercatori possono determinare la quantità di tessuto adiposo composto da grasso bruno. Le cellule di grasso bruno bruciano acidi grassi, per cui hanno bisogno di ossigeno, così il tessuto adiposo bruno contiene più emoglobina rispetto al tessuto adiposo bianco.
Gli esseri umani nascono con grandi quantità di grasso bruno nella pare superiore del corpo, ma perdono gran parte di esso durante la crescita. Studi recenti hanno dimostrato che la quantità di grasso bruno aumenta di nuovo quando le persone sono esposte al freddo e, in misura minore, quando sono esposte a diverse sostanze. La manipolazione del grasso bruno, come si verifica durante una dieta efficace, non è ancora chiara.
Le catechine hanno aumentato la quantità di tessuto adiposo bruno del 18% nell’area del corpo esaminata dai ricercatori.
I ricercatori non hanno indagato se i partecipanti al gruppo sperimentale hanno effettivamente prodotto più calore o hanno cominciato a bruciare più grassi.
I ricercatori scrivono che i loro risultati indicano che l’ingestione ripetuta di una bevanda ricca di catechine aumenta la densità dei tessuti adiposi bruni valutati mediante un metodo di spettroscopia a infrarossi. Sebbene il grado di aumento della massa del tessuto adiposo marrone fosse più piccola rispetto ai precedenti studi con esposizione al freddo, il risultato di questo studio amplia la scelta dei metodi per aumentare l’attività / massa del tessuto adiposo bruno.
I ricercatori affermano inoltre che l’assunzione quotidiana di una bevanda ricca di catechina può essere utile come trattamento efficace, più facile e più conveniente rispetto all’esposizione cronica al freddo per l’aumento del tessuto adiposo bruno.
Uno dei miti più duraturi nella storia degli steroidi anabolizzanti è la convinzione che il Dr. John Ziegler abbia creato il Dianabol. La verità è che Ziegler non ebbe nulla a che fare con l’invenzione del Dianabol.
I veri inventori erano chimici organici europei che lavoravano in un laboratorio svizzero.
Il Dianabol (Methandrostenolone o Metandienone) [17beta-idrossi-17alpha-methylandrosta-1,4-dien-3-one] fu sintetizzato da chimici organici che lavoravano per la CIBA Pharmaceuticals in Svizzera. I ricercatori europei che hanno creato il Dianabol probabilmente non sentirono parlare del Dr. John Ziegler, ne prima ne dopo il suo sviluppo, e certamente non collaborarono con lui.
– Allora, chi creò realmente il Dianabol? –
Ai seguenti illustri chimici che svolsero studi e ricerche sugli ormoni steroidei per la CIBA Pharmaceuticals (Svizzera) vanno tutti i meriti per la sua invenzione: Albert Wettstein, Alfred fame, Charles Meystre, Ludwig Ehmann, Ernst Vischer, Hans Peter Frey e Walter Voser. Facevano tutti parte dell’equipe che per prima ha descritto la sintesi del Methandrostenolone sulla rivista scientifica fondata in svizzera Helvetica Chimica Acta.
Vischer E, Meystre C, Wettstein A. Herstellung weiterer 1-Dehydrosteroide auf mikrobiologischem Wege. Helv Chim Acta 1955;38:1502-6.
Meystre C, Frey H, Voser W, Wettstein A. Gewinnung von 1,4-Bisdehydro-3-oxo-steroiden. HeIv Chim Acta 1956;39:734-42.
Gli inventori della registrazione del brevetto degli Stati Uniti per il Methandrostenolone (US 2.900.398) sono elencati come Wettstein, Fame, Meystre, e Ludwig Ehmann della CIBA. La richiesta di brevetto fa riferimento solo al suddetto studio del 1956 dell’Helvetica Chimica Acta. Questi ricercatori non erano scienziati da poco . Wettstein collaborò con il team di ricerca di Leopold Ružička che vinse il Premio Nobel per la Chimica nel 1939 per il loro notevole lavoro sulla sintesi del Testosterone. La scoperta del Dianabol era solo un altro successo nella sua carriera.
– Perché allora il Dr. John Ziegler è stato erroneamente considerato l’inventore del Dianabol? –
Il racconto romanzato di come in una piccola cittadina americana un medico avesse creato uno steroide anabolizzante sintetico per migliorare le prestazioni di sollevatori olimpici americani contro i loro omologhi russi che utilizzavano testosterone fu certamente creata come un’arma al servizio del nazionalismo U.S.A. durante la Guerra Fredda. La disinformazione contribuì a far accrescere la “mitologia steroidea” narrando in continuazione questa storia nelle riviste di bodybuilding e anche attraverso il giornalismo. Anche se il Dr. John Ziegler non fu davvero l’inventore del Dianabol ciò non sminuisce l’importanza che ebbe nella storia dell’uso degli steroidi negli Stati Uniti. Ziegler contribuì a facilitare l’adozione degli steroidi in generale, e del Dianabol in particolare, da parte degli atleti americani.
Ziegler fu la prima persona a somministrare il Dianabol agli atleti competitivi poco dopo la sua introduzione da parte della CIBA nel 1958. Ebbe accesso al laboratorio CIBA a Summit (New Jersey) nel corso degli anni 50’ e somministrava già ai pesisti il Testosterone Propionato per “scopi di ricerca”. Tuttavia, non vi era nessuna ricerca sulla sintesi del Methandrostenolone presso l’impianto della CIBA nel New Jersey: tutte le ricerche sulla sintesi dell’ormone steroideo erano state riservate alla sede centrale in Svizzera. Quando il Dianabol divenne disponibile, la CIBA (New Jersey) chiese a Ziegler di somministrare il Dianabol ai pesisti olimpici sul finire del 1959. Successivamente prescrisse 10mg di Dianabol al giorno (due dosi da 5mg) ai pesisti John Grimek, Bill March, Tony Garcy e Louis Riecke. Essi furono i primi atleti ad usare il Dianabol.
Anche se steroidi anabolizzanti come il Testosterone Propionato, il Methyltestosterone e il Nilevar erano già stati utilizzati da alcuni culturisti della West Coast, quando la CIBA introdusse il Dianabol nel 1958, e il Dr. Ziegler iniziò a prescriverlo, l’uso degli steroidi andò rapidamente ad integrarsi nel bodybuilding e nel sollevamento pesi prima della graduale diffusione in tutti gli sport competitivi.
Il Dianabol emerse come lo steroide preferito tra i culturisti e atleti americani. Attualmente rimane uno degli steroidi più popolari utilizzati dai culturisti contemporanei. Per i milioni di atleti che hanno utilizzato il Dianabol, John Ziegler continuerà certamente a detenere un posto speciale nei loro cuori.
Come risaputo, il fattore primario che rende un AAS epatotossico è la presenza di una metilazione in C-17. L’esposizione prolungata nel tempo o ad alte dosi a molecole con tale metilazione può causare danni al fegato.
Per analizzare e trovare una soluzione al problema, bisogna necessariamente partire dalle basi.
Il parenchima epatico è la parte del fegato che filtra le tossine presenti nel sangue. In sostanza, è un laboratorio biochimico, in cui avvengono diversi processi:
1.Produzione della bile, responsabile per la digestione degli acidi grassi 2. Biosintesi dei fattori di coagulazione (vitamina K), responsabile dei meccanismi di coagulazione 3.Sintesi della maggior parte delle proteine che circolano nel plasma, tra cui l’albumina e la maggior parte delle globuline. 4.Deposito di glicogeno come approvvigionamento energetico (glicogenesi), scomposizione del glicogeno in glucosio (glicogenolisi) e sintesi di glucosio da fonti non glucidiche (gluconeogenesi) 5.Sintesi delle lipoproteine (HLD & LDL), responsabile per l’eterogenesi -amartomatosi infiammatoria nel endotelio arterioso. 6. Produzione ormonale ( IGF1 – Somatomedina C) 7.Deposito di Vitamine (Cianocobalammina-B12) 8.Pulizia e disintossicazione da sostanze chimiche (paracetamolo, farmaci antinfiammatori non steroidei-NSAID, glucocorticoidi, alcool-etanolo, AAS).
Aspetto tridimensionale del fegato normale di MIT OCW.
Ogni volta che una sostanza chimica entra nella circolazione passando in seguito per la vena porta del fegato, l’organo deve rilevare se questa è una sostanza tossica o qualcosa di utile per il sistema. Il fegato metabolizza molti farmaci che non causano problemi epatici. Tuttavia, alcuni AAS possono essere responsabile di una vasta gamma di tipi di problemi epatici e lesioni all’organo. I marcatori biochimici come gli enzimi epatici, noti come transaminasi (alanina transaminasi -ALT / SGOT e aspartato transaminasi-AST / SGPT), fosfatasi alcalina (ALP), γ-glutamil transpeptidasi (GGT), lattato deidrogenasi (LDH) e bilirubina ) sono spesso usati per indicare il danno epatico. Il danno epatico può essere definito da un aumento del:
• (a) livello della ALT superiore di tre volte il limite superiore al normale,
• (b) livello della ALP più del doppio del limite superiore del normale, o
• (c) livello totale di bilirubina superiore al doppio del limite superiore al normale, quando è associato ad un aumento ALT o ALP. Il danno epatico è ulteriormente caratterizzato nel tipo epatocellulari (elevazione ALT) e nel tipo colestatico (aumento ALP).
Gli AAS secondo la loro tossicità epatica, primariamente, sono classificati in due categorie principali:
• (a) Gli AAS metilati in C-17 (la maggior parte dei composti orali),
• (b) Gli AAS non metilati in C-17 (la maggior parte dei composti iniettabili).
Uno dei rari AAS iniettabili metilati in C-17 è lo Stanozololo (Winstrol Depot), mentre i maggiori composti orali non metilati in C-17 sono:
Mesterolone (Proviron)
Methenolone (Primobolan Acetato)
Testosterone Undecaonate (Andriol)
Tra gli AAS metilati in C-17 più forti troviamo:
Methyltrienolone (M3)
Fluoxymesterone (Halotestin)
Oxymetholone (Anadrol 50)
Methandrostenolone-Methandienone (Dianabol)
Methyltestosterone (Teston)
Stanozolol (Winstrol)
Methyldrostanolone (Superdrol)
Methylstenbolone (Ultradrol)
Methy-1-testosterone (M1T)
Methylhydroxynandrolone (MOHN)
Methylepitiostanolo (Epistane)
Chlorodehydromethyltestosterone (Oral Turinabol)
Mibolerone (Cheque Drops)
Tetrahydrogestrinone (THG)
Un caso a parte nei composti metilati in C-17 lo fa l’Oxandrolone, per via del suo assorbimento non a totale carico del fegato.
Tutti gli AAS sono responsabili della distorsione dell’indice ateromatico e dell’alterazione del rapporto delle lipoproteine (HDL / LDL). Questo eventualmente può portare allo sviluppo di malattie cardiovascolari (CVD). La metilazione della molecola steroidea assicura ad essa la capacità di resistere a qualsiasi ambiente ostile, come i succhi gastrici (acido). Quando la sostanza entra nel parenchima epatico, attraverso la circolazione, il fegato deve metabolizzarla. La metilazione è qualcosa di difficile da scomporre, pertanto questo mette sotto stress gli epatociti. Ciò può comportare un aumento dei livelli sierici di AST e ALT (> 100).
Gli AAS iniettabile che presentano una metilazione in C-17 (come lo Stanozololo iniettabile) mostrano una tossicità epatica leggermente inferiore. Una delle ragioni per cui ciò avviene è dovuta al fatto che la molecola così somministrata bypassa il passaggio attraverso la vena porta del fegato (e la conseguente disattivazione di primo passaggio) entrando nel flusso ematico dalla circolazione intramuscolare (via parenterale). Ciò influenza indirettamente il fegato, quindi lo stress è ridotto. Oltre allo Stanozololo, vi sono altri AAS iniettabili metilati in C-17 e venduti nel mercato nero (vedi, ad esempio, l’Oxymetholone e il Methandrostenolone iniettabile). Un metodo complicato affinché un AAS orale metilato risulti meno tossico per il fegato implica che il farmaco venga assunto per via sublinguale, cioè sotto la lingua. Questa specifica zona nella cavità orale è piena di piccoli vasi sanguigni. Si verifica di conseguenza uno spiccato assorbimento del farmaco; quindi lo steroide entra direttamente nel flusso sanguigno, in modo simile a quanto avviene con la somministrazione intramuscolare. In questo modo, la sostanza non raggiunge concentrazioni elevate a livello epatico come dopo somministrazione orale causando un minore stress epatico (anche se ancora significativo).
C’è da aggiungere che, molecole prive di metilazione in C-17 possono, a diverso grado, causare stress epatico: per esempio, il Trenbolone, che non presenta alcuna metilazione, possiede comunque un forte livello di resistenza alla disattivazione epatica, e una significativa tossicità epatica è stata osservato nei Bodybuilder che abusano del Trenbolone. Anche il Boldenone Undecilenato ha mostrato, in studi su animali, di causare danno epatico transitorio, nonostante anche questa molecola sia priva di una metilazione in C-17.
Gli AAS sono stati implicati in quattro distinte forme di lesione epatica:
1. Epatite farmacologica; In questo caso, le transaminasi epatiche sono elevate (> 100). Queste elevazioni sono attribuite all’assunzione di AAS orali, e sono di solito asintomatiche, transitorie e i livelli ritornano alle concentrazioni di base entro alcune settimane dalla cessazione del farmaco. Tali elevazioni sono state maggiormente legate ad AAS quali Fluoxymesterone e Oxymetholone.
Occasionalmente questo aumento è erroneamente diagnosticato come danno muscolare / rabdomiolisi (CPK> 500), piuttosto che come disfunzione epatica, in quanto sia gli epatociti che le cellule muscolari possiedono recettori per gli enzimi SGOT e SGPT. Recentemente, gli studi hanno dimostrato che il GGT è l’enzima più distintivo per la rilevazione della disfunzione epatica.
2.Colestasi; una condizione in cui si verifica ittero. In questo caso non vi è una corretta eliminazione della bile, attraverso il canale biliare e i tubuli biliari intracellulari del parenchima epatico. L’insorgenza è di solito accompagnata da sviluppo di nausea, stanchezza e prurito seguite da urine scure-marroni (urobilinogeno elevato) e ittero (bilirubina elevata). L’ittero può protrarsi anche dopo l’interruzione dell’assunzione di AAS. Tipicamente, sono presenti elevazioni seriche di marcatori colestatici come ALP, γGT, e la bilirubina diretta / indiretta. La biopsia del fegato mostra tipicamente la colestasi con infiammazione, necrosi epatocellulare e iperplasia degli epatociti. Questo fenotipo clinico di colestasi è tipico dell’uso/abuso di AAS.
3.Peliosi epatica; è una rara sindrome in cui i lobi del fegato sono coperti da noduli che contengono cisti piene di sangue. Il fegato può essere ingrossato, e di colore rosso intenso. I livelli degli enzima nel siero sono solitamente normali o lievemente elevati. I pazienti possono lamentare dolore al lato superiore destro. Questa è una condizione critica e talvolta fatale. Tuttavia, la peliosi epatica associata ad abuso di AAS ,in genere, subisce un inversione quando il paziente interrompe l’uso/abuso di AAS.
4.Carcinoma epatocellulare; la complicazione più grave dell’utilizzo di AAS è lo sviluppo di tumori epatici, adenoma (HCA) o carcinoma epatocellulare (HCC). E’ generalmente diagnosticato tramite esame obiettivo, esame del sangue, TC (tomografia computerizzata), ecografia, risonanza magnetica, angiografia epatica e biopsia. Anche se nelle fasi iniziali non dà alcun segno di sé, via via che la malattia si diffonde, però, iniziano a comparire i sintomi specifici, tra i quali il dolore alla parte superiore dell’addome, che si può irradiare anche alla schiena e alle spalle, l’ingrossamento del ventre, la perdita di peso e di appetito, la nausea, il vomito, la sensazione di sazietà, la stanchezza, l’ittero (ovvero il colore giallo della pelle), la colorazione scura delle urine e la febbre. Mentre il Fluoxymesterone è associato alla formazione di HCA, altre sostanze come l’Oxymetholone e il Methyltestosterone possono portare allo sviluppo di HCC. Ci sono diverse strategie terapeutiche per il HCC senza metastasi. In generale il trapianto di fegato è la terapia di scelta per i pazienti selezionati con HCC senza la possibilità di metastasi extraepatica. L’abuso di AAS per un lungo periodo di tempo è un fattore di rischio per lo sviluppo di HCC e quindi gli utilizzatori devono essere ben monitorati. L’ecografia epatica periodica sembra essere una procedura di screening adeguata per rilevare lo sviluppo di lesioni epatiche.
La steatosi epatica è una condizione dovuta principalmente a motivi metabolici. L’obesità e la sindrome metabolica di solito portano all’accumulo di grasso nel parenchima epatico. In alcuni casi, il fegato grasso può essere accompagnato da infiammazione epatica e morte delle cellule epatiche (steatoepatite). Questo caso è reversibile, con un’adeguata alimentazione e l’integrazione di fattori lipotropici (colina, inositolo). La supplementazione fornisce una prevenzione medica e assicura che gli enzimi epatici non siano molto elevati. L’acido Ursodeossicolico (UDCA) sembra essere estremamente utile nei casi di colestasi, in cui avviene l’ittero. Questi sali biliari hanno la capacità di ridurre la concentrazione di bilirubina, diminuire la tossicità del pool biliare e i valori colestatici inversi (ALP, GGT).
Altri potenti antiossidanti, come il Glutatione (iniettabili) o la N-Acetil-Cisteina (NAC), sono inoltre utili. La NAC è un precursore del Glutatione e serve come agente disintossicante del fegato. La NAC serve ad aumentare le riserve di Glutatione nel corpo, insieme con il Glutatione stesso; entrambi si legano direttamente ai metaboliti tossici. Prodotti erboristici come la Silimarina (Cardo Mariano) e il carciofo sono noti come potenti antiossidanti in particolare a livello epatico. Anche l’Acido Alfa Lipoico è un potente agente contro i radicali liberi e lo stress ossidativo. Il Tarassaco è un’erba diuretica che ripulisce dalle tossine attraverso l’urina. Ci sono diversi prodotti contenenti formule per la protezione epatica sul mercato. Personalmente, preferisco evitare i preparati commerciali a causa della loro inadeguatezza nei dosaggi dei vari componenti (cosa spesso riscontrata). Prediligo la creazione di formule per l’epatoprotezione basate sulle esigenze del caso (dal tipo di ciclo e dalle molecole utilizzate). Un’ottima formulazione che ha dimostrato un enorme potenziale prevede l’uso di Silimarina (400-600mg), NAC (3g) e Deursil (300-450mg) a dosaggi adeguati. Tuttavia, queste formulazioni devono essere utilizzate con una dieta bassa in grassi saturi, senza il consumo di alcool né un consumo eccessivo di acetaminofene / paracetamolo. Almeno mentre il soggetto in questione è sotto ciclo di AAS.
L’influenza dell’enzima aromatasi nel mantenimento della salute ossea androgeno-indotta dopo la maturità scheletrica rimane poco chiara. Lo scopo dello studio qui esposto era quello di determinare se l’attività dell’aromatasi è essenziale per il mantenimento delle ossa androgeno-indotto. Nello studio (te…st esatto di Fisher) 344 ratti maschi di dieci mesi di età (n = 73) sono stati assegnati in modo casuale a ricevere un finto intervento chirurgico, una orchiectomia (ORX), ORX + anastrozolo (AN; inibitore dell’aromatasi), ORX + testosterone enantato (TE, 7.0 mg / sett) , ORX + TE + AN, ORX + trenbolone enantato (TREN, non aromatizable, analogo del testosterone non estrogenico; 1,0 mg / settimana), o ORX + TREN + AN. Gli animali esposti a ORX hanno mostrato indici istomorfometrici di elevato turnover della osteopenia e una riduzione del volume osseo spongioso rispetto al gruppo sottoposto all’intervento chirurgico falso. In entrambi i gruppi dove è stato somministrato TE e TREN è stato soppresso il turnover osseo spongioso impedendo totalmente la perdita di tessuto osseo spongioso ORX-indotto. Gli animali ai quali è stato somministrato TE e TREN hanno mostrato anche una maggiore resistenza al taglio del collo del femore rispetto agli animali sottoposti a ORX. Nel gruppo soggetto alla co-somministrazione di AN, gli animali hanno mostrato una leggera inibizione della soppressione del riassorbimento osseo quando trattati con TE, ma senza alterazione della soppressione TE-indotta sulla formazione ossea o gli effetti osteogenici di questo androgeno. Negli animali trattati con TREN, la co-somministrazione di AN non ha prodotto effetti distinguibili sul turnover dell’osso spugnoso o sul volume osseo. Animali sottoposti a ORX hanno mostrato anche una riduzione del muscolo elevatore dell’ano/bulbocavernoso (LABC) e della massa muscolare con una elevata adiposità viscerale. Al contrario, la somministrazione di TE e TREN ha prodotto effetti mio tropici potenti nel muscolo LABC mantenendo la massa grassa a livello degli animali sottoposti al finto intervento chirurgico. La co-somministrazione di AN non ha alterato gli effetti androgeno-indotti sui muscoli e il grasso. In conclusione, gli androgeni sono in grado di indurre effetti diretti sul muscolo-scheletrico e sul tessuto adiposo, indipendenti dall’attività dell’aromatasi.
Gabriel Bellizzi
Fonte dello studio:
J Bone Miner Res. 2014 Nov;29(11):2405-13. doi: 10.1002/jbmr.2265.
Influence of aromatase inhibition on the bone-protective effects of testosterone.
La prima cosa da tenere realmente in considerazione nell’uso del GH per la perdita di grasso è, ovviamente, il dosaggio. La tolleranza individuale al GH può variare notevolmente da persona a persona ma, in linea di massima, la maggior parte delle persone possono utilizzare fino a 14 UI totali a settimana senza che si sviluppi neuropatia (intorpidimento, debolezza o dolore da compressione del nervo a causa della crescita della cartilagine.) Alcuni posso tollerare dosi maggiori, altri invece non tollerano nemmeno il dosaggio prima esposto. Per quanto ne so tutti possono tollerare almeno 7 UI a settimana, e quasi tutti possono tollerare 10,5 UI /settimana, ovvero una media di 1,5 UI / die.
Come prevedibile che sia, maggiore è la dose settimanale e maggiore è il beneficio sulla perdita di grasso.
C’è una vasta gamma di teorie sulla tempistica della somministrazione delle dosi di GH a fine lipolitico (e non). Personalmente, non sono convinto in “assoluto” da nessuna di queste teorie, per il semplice fatto che ho visto ottenere buoni risultati da una vasta gamma di metodi diversi tra loro. Se dovessi scegliere una tempistica per quello che concerne l’uso del GH a fini puramente lipolitici, direi che la somministrazione giornaliera è nettamente superiore a quella, per esempio, che consiste nella somministrazione di 4UI ogni due giorni. Tuttavia, la differenza nei risultati della perdita di grasso nei singoli individui, o le differenze nello stesso individuo con tempistiche di iniezione diverse, sono abbastanza grandi e la differenza tra i protocolli sembra così piccola da non spingermi ad insistere sul fatto che l’uso-almeno-quotidiano è migliore per la perdita di grasso .
Personalmente, e non sono l’unico a pensarlo, credo che non vi sia importanza sulla somministrazione di GH per quanto riguarda i pasti. Comunque, la somministrazione mattutina può risultare una scelta migliore rispetto alla somministrazione serale, o nel corso della giornata per via della possibilità di poter causare una minore soppressione della produzione endogena di GH; in ogni caso i risultati si mostrano migliori con questa metodica. Qualora si volesse somministrare il GH dopo un allenamento, anche questo è un metodo ben collaudato e dagli esiti favorevoli.
Qualora si desiderasse essere nelle migliori condizioni per una data particolare, si rivela di solito accettabile aumentare la dose del 50% nelle due settimane prima di tale data. Anche se questo dosaggio può essere al di sopra della dose accettabile sul lungo termine, il periodo di tempo è comunque abbastanza breve per impedire lo sviluppo della neuropatia, e se essa si manifesta si rivelerà reversibile, sempre a causa del breve periodo di tempo di somministrazione.
In conclusione, vorrei ricordare che la ricerca ha mostrato che la somministrazione di 2UI di GH al giorno possono ridurre le riserve di grasso del 35% quando utilizzate insieme ad una dieta con calorie ridotte.
Un protocollo lipolitico che contempli l’uso di GH può essere esemplificato come segue:
Settimana 1-8: GH 2UI/die divise in due dosi (mattino e pre o post-workout)
Settimana 1-2-5-6: Efedrina (20mg x 2 volte al giorno) Caffeina (200mg x 2 volte al giorno)
Settimana 3-4-7-8: Clenbuterolo (40-60mcg/die).*
Anche in questo caso vige sempre la stessa regola: ne poco ne troppo vanno bene, il giusto va bene.
*L’esempio esposto non è in nessun modo un consiglio o un incitamento alla pratica.
Il Meldonium (nome commerciale del Mildronato) è un farmaco dal mercato limitato, sviluppato negli anni 70 da Ivars Kalviņš, e prodotto principalmente da Grindeks in Lettonia e da diversi produttori di farmaci generici. E ‘distribuito nei paesi dell’Europa orientale come farmaco anti-ischemico.[1] Da farmaco di “nicchia” il Meldonium è divenuto dai primi mesi del 2016 il protagonista dei soliti “scandali” sportivi (capri espiatori è un termine più adatto), infatti dal 1 ° gennaio 2016 è stato inserito nella lista WADA (World Anti-Doping Agency) delle sostanze vietate per utilizzo da parte degli atleti.[2] Tuttavia, vi sono dibattiti sul suo uso come sostanza per il miglioramento delle prestazioni atletiche, per valutare oggettivamente questa molecola bisogna innanzitutto conoscerla.
Il farmaco è stato inventato nella metà degli anni 70 del secolo scorso presso l’Istituto di sintesi organica della Lettonia SSR Academy of Sciences da Ivars Kalviņš.
Il nome chimico del Mildronato è 2-(2-Carbossietil)-1,1,1-trimetilidraziniopropionato[3,4], è un analogo strutturale della γ-butirrobetaina, con un gruppo amminico in sostituzione del C-4 metilene della γbutirrobetaina, questa è un precursore della biosintesi della carnitina[5]; in ambito medico, il Meldonium può essere utilizzato per il trattamento delle malattie coronariche.[6,7]
Si pensa che l’azione del Meldonium si esplichi attraverso la sua capacità di aumentare la dimensione dei vasi sanguigni e, quindi, di migliorare il flusso sanguigno.[8] Anche se le osservazioni iniziali hanno suggerito che il Meldonium sia un analogo non competitivo e non idrossilato della γ-butirrobetaina[9], ulteriori studi hanno mostrato che il Meldonium è un substrato per la γbutirrobetaina diossigenasi.[10,11,12]
Analisi con raggi-X cristallografici e studi biochimici in vitro suggeriscono che il Meldonium si lega alla tasca substrato della γ-butirrobetaina idrossilasi e agisce come substrato alternativo e, quindi, si comporta come un inibitore competitivo.[13]
Normalmente, l’azione di questo enzima sui suoi substrati γ-butirrobetaina e 2-chetoglutarato dà, in presenza di un ulteriore substrato di ossigeno, prodotti quali L-carnitina, succinato, e anidride carbonica; in presenza di questo substrato alternativo, la reazione produce acido malonico semialdeide, formaldeide (simile all’azione del istoni dimetilasi), dimetilammina, e (1-methylimidazolidin-4-il) acido acetico, «un prodotto inaspettato con un carbonio aggiuntivo nel legame di carbonio derivante dalla N-demetilazione accoppiata al riassetto ossidativo, probabilmente tramite un meccanismo radicale inusuale.»[14]
Questo meccanismo insolito suggerisce che la molecola possa comportare una reazione di riordinamento di Stevens[13], l’inibizione del meldonium sul γ-idrossilasi butirrobetaina dà un valore medio della massima concentrazione inibente (IC50) di 62 micromolare, che altri autori dello studio hanno descritto come “potente.”[15,16] Il Meldonium è un esempio di inibitore che funge da substrato mimico non-peptidico.[14]
In ulteriori rapporti di ricerca primaria, è stato dimostrato attraverso risonanza magnetica nucleare come il Meldonium abbia la capacità di legarsi anche alla carnitina-acetiltransferasi, un enzima ubiquitario che svolge un ruolo nel metabolismo energetico cellulare; inibisce anche questo enzima, anche se ancora più debolmente (inibizione costante, KI, di 1,6 millimolare).[14][17]
Nel dicembre 2015, in uno studio pubblicato sulla rivista Drug Testing and Analysis, si sosteneva che il Meldonium «dimostra un aumento delle prestazioni di resistenza degli atleti, un migliore recupero dopo l’esercizio fisico, protezione contro lo stress, e un miglioramento delle attività e funzioni del sistema nervoso centrale (SNC)».[18]
Il produttore, Grindeks, ha affermato in un comunicato, che non credeva dovesse essere vietato agli atleti l’uso del Meldonium, e che il farmaco agisce principalmente per ridurre i danni alle cellule che possono essere causati da alcuni sottoprodotti della carnitina. Il Meldonium «è usato per prevenire la morte delle cellule in ischemia e non per aumentare le prestazioni delle cellule normali», dice la nota. «Il Meldonium non può migliorare le prestazioni atletiche, ma può fermare il danno tissutale nel caso di ischemia», che è la mancanza di flusso di sangue ad una zona del corpo.[19]
Come già precedentemente accennato, il farmaco in questione è stato inventato nella metà degli anni 1970 presso l’Istituto di sintesi organica della Lettonia SSR Academy of Sciences da Ivars Kalviņš.[20,21,22] Kalviņš criticò le istanze, dicendo che non si erano presentate prove scientifiche che dimostrassero che il farmaco possa essere utilizzato come sostanza dopante; secondo il “padre” del Meldonium, questa molecola non migliora le prestazioni atletiche in alcun modo, ed era usata dagli atleti per evitare danni al cuore e ai muscoli causati dalla mancanza di ossigeno durante l’esercizio fisico ad alta intensità. A suo avviso, non permettere agli atleti di prendersi cura della propria salute è una violazione dei loro diritti umani, e che la decisione mira a rimuovere gli atleti dell’Europa orientale dalle competizioni e il suo farmaco dal mercato farmaceutico.[23,24]
Liene Kozlovska, il capo del dipartimento anti-doping del centro di medicina dello sport lettone, ha respinto i reclami secondo i quali il divieto è in violazione dei diritti degli atleti, dicendo che Meldonium è pericoloso in dosi elevate, e deve essere utilizzato solo sotto controllo medico per il trattamento di condizioni di salute che ne richiedono l’utilizzo. Ha anche ipotizzato che gli atleti russi potrebbero non aver ricevuto adeguate avvertenze sul fatto che il farmaco sia stato vietato – a causa della sospensione della AntiDoping Agency russa – alla fine del 2015.[25]
Il Forbes ha riportato che il professore di anestesiologia Michael Joyner, presso la Mayo Clinic di Rochester, Minnesota, il quale studia come gli esseri umani rispondono allo stress fisico e mentale durante l’esercizio fisico e le altre attività, ha affermato loro che «le prove sono carenti per molti composti creduti migliorare le prestazioni atletiche. Il suo utilizzo ha una sorta di elemento di leggenda urbana e non c’è molto al di fuori di ciò che dimostri chiaramente la sua efficacia. Sarei scioccato se questa roba [Meldonium] abbia un effetto maggiore della Caffeina o della Creatina (una sostanza naturale che, quando assunta come supplemento, è pensata per migliorare la massa muscolare).»[26]
Ford Vox, un medico statunitense specializzato in medicina riabilitativa ha riferito ad un giornalista che «non c’è molto supporto scientifico per il suo uso come potenziatore della prestazione atletica».[27]
Il Meldonium, che non è approvato dalla FDA negli Stati Uniti, è stato registrato e prescritto in Lettonia, Russia, Ucraina, Georgia, Kazakistan, Azerbaigian, Bielorussia, Uzbekistan, Moldavia e Kirghizistan.[28,19]
Il Meldonium è prodotto da Grindex, una società farmaceutica lettone, con sede in tredici paesi dell’Europa orientale[29] come trattamento per disturbi cardiaci[30,31]; la società identifica il Meldonium come uno dei loro prodotti principali.[32]
Comunque sia, tralasciando i dibattiti tra sostenitori dell’ ”innocenza” o della “colpevolezza” del Meldonium come sostanza dopante, e i discorsi sterili di chi accusa di slealtà gli atleti risultati positivi al farmaco (tra i quali spiccano Maria Sharapova e Alexander Povetkin), questa molecola mostra, secondo il mio personale parere maturato in seguito alla lettura dei dati disponibili, un grande potenziale protettivo più che prestativo, applicabile a diverse discipline sportive compreso il BodyBuilding, il PowerLifting e il Crossfit.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti scientifici
1. “Grindeks: We Believe that Meldonium Should not be Included in the List of Banned Substances in Sport“. Grindeks. 9 March 2016. Retrieved 9 March 2016.
2. “Prohibited List“. World Anti-Doping Agency. Retrieved 9 March 2016.
3. Pubchem. “Mildronate“. nih.gov. Retrieved 9 March 2016.
4. Simkhovich et al., “3-(2,2,2-Trimethylhydrazinium)propionate (THP)–a novel gamma-butyrobetaine hydroxylase inhibitor with cardioprotective properties“. Biochemical Pharmacology 1988 Jan 15;37(2):195–202.
6. Sjakste et al., “Mildronate: an antiischemic drug for neurological indications“. CNS drug rev iews 2005 Summer;11(2):151–68.
7. Dambrova et al., “Pharmacological effects of meldonium: Biochemical mechanisms and biomarkers of cardiometabolic activ ity“. Pharmacological research 2016 Feb 2. pii: S1043-6618(15)30171-7
8. “Meldonium“. Retrieved 19 April 2016.
9. Galland et al., “Purification and characterization of the rat liver gamma-butyrobetaine hydroxylase“. Mol. Cell. Biochem. 1998 Jan;178 (1–2):163–8.
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12. Spaniol et al., “Development and characterization of an animal model of carnitine deficiency“. Eur. J. Biochem. 2001 Mar;268(6):1876–87.
13. Leung et al., “Structural and mechanistic studies on γ-butyrobetaine hydroxylase“. Chemistry and Biology 2010 Dec 22;17(12):1316–24.
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15. For a perspective from a Merck discovery biochemist on the clinical advantages of picomolar to nanomolar (i.e., thousand- to million-fold more potent) inhibitors, see Copeland, Robert A. (2005). “Tight Binding Inhibition; Potential Clinical Advantages of Tight Binding Inhibitors [Chapter 7, §7.8]”. Evaluation of Enzyme Inhibitors in Drug Discovery: A Guide for Medicinal Chemists and Pharmacologists. Methods of Biochemical Analysis, Vol. 46. New York, NY, USA: John Wiley. pp. 206–209. ISBN 0471723266. [Quoting:] «If one is beginning this pharmacological optimization with compounds displaying very high target affinity, more flexibility in compromising affinity for other parameters can be exercised. Thus, if the starting molecule has picomolar affinity for the target enzyme, and nanomolar affinity will suffice, the researcher can afford to give up 1000-fold in target affinity for the sake of pharmacological optimization. … high affinity of …tight binding inhibitors allows one to minimize the dose of drug to which patients are exposed, thus limiting off-target based toxicities»
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