GH PER LO SPRINT?

Uno degli argomenti che spesso vengono dibattuti in ambito sportivo, e soprattutto culturistico, è il senso, non ché l’efficacia, dell’uso del solo GH per il miglioramento delle prestazioni. Ormai dovrebbe essere di dominio pubblico il fatto che il GH, di per se, non è una molecola anabolizzante (se non, e per un certo grado diretto/indiretto, a carico delle fibre di tipo I), e che anche l’aumento del solo IGF-1, legato al picco del precedente peptide,  non è garanzia di incrementi significativi nelle dimensioni del tessuto contrattile se non accompagnato da altri fattori come l’incremento concomitante di AAS circolanti. Quindi, è facile giungere alla conclusione che protocolli farmacologici volti all’ipertrofia, o al mantenimento della stessa, basati esclusivamente sul GH sono fallimentari, e, alle dosi consuete o minimamente efficaci,  con un carico di possibili effetti avversi sicuramente maggiore rispetto ai possibili benefici (vedi, ad esempio, peggioramento dell’insulino resistenza e quello consequenziale dello stato metabolico glucidico/lipidico e  della composizione corporea). I benefici sulle articolazioni, se qualcuno se lo chiedesse, possono essere raggiunti con dosi decisamente inferiori a quelle comunemente utilizzate dai BodyBuilder e, con l’avvento di peptidi specifici per tali trattamenti, oggi l’applicazione del GH in monoterapia è quasi del tutto in disuso anche nell’ambiente “doped” (quello minimamente aggiornato). Comunque sia, l’uso del solo GH per il miglioramento delle prestazioni potrebbe non risultare sempre inutile…se si è atleti di sport caratterizzati da sprint. Questa è la conclusione raggiunta dall’esperto dell’Ormone della Crescita Ken Ho presso la University of New South Wales, in una review pubblicata su Archives of Endocrinology and Metabolism.(1)

Ken Ho ha voluto trovare una risposta al quesito pocanzi discusso valutando quanto forti fossero le evidenze scientifiche che avvalorassero il potenziale del GH sul miglioramento delle prestazione. Per fare ciò ha raccolto tutti gli studi sull’uomo che prendevano in esame soggetti sani e in forma.

In quasi tutti gli studi raccolti, i soggetti avevano ricevuto solo l’Ormone della Crescita. Come ben sappiamo, nella pratica sportiva, tali pratiche monoterapiche sono praticamente inesistenti. Gli atleti supplemenmtati farmacologicamente usano quasi sempre il GH in combinazione con altri composti che migliorano le prestazioni come gli AAS.

Negli studi raccolti da Ho, i soggetti presi in esame sono stati trattati con dosi di GH dai 15 ai 180mcg per Kg di peso corporeo al giorno per un periodo massimo di 12 settimane.

Diversi studi non hanno riportato alcuna prova che l’Ormone della Crescita possa aumentare la forza [2] o la  resistenza aerobica [3] degli atleti trattati con tale peptide.

Tuttavia, esiste uno studio in cui la somministrazione dell’Ormone della Crescita ha portato ad un aumento della capacità negli esercizi anaerobici degli atleti pari al 3,8%. [4] La dose ricevuta dagli atleti in questione era di 2mg di GH al giorno. Questa dose è di circa 2-3 volte superiore alla capacità di sintesi endogena giornaliera di un soggetto in giovane età.

La somministrazione in questo specifico caso è durata 8 settimane.

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Secondo quanto riportato dai ricercatori, se tradotto in riduzione proporzionale del tempo, il 3,8% potrebbe equivalere a un miglioramento di 0,4 secondi in uno sprint di 10 secondi, di 1,2 secondi nei 100 metri e di 30 secondi nel attraversamento di una vasca olimpionica di 50 metri.

I ricercatori concludono che, Nei soggetti in forma, il GH  in dosi utilizzate negli studi eticamente controllati non influisce sulla forza muscolare o sulla capacità aerobica, ma migliora la capacità anaerobica. Le prove suggeriscono che è improbabile che l’Ormone della Crescita avvantaggi negli sport di potenza o di resistenza ma che probabilmente benefici eventi di breve durata, vedi, appunto, gli sprint.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

1- http://dx.doi.org/10.20945/2359-3997000000187

2- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/1550219

3- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28514721

4- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20439575

Il 2-oxa-methyldienolone

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Fino al 1969, il Methyltrienolone era considerato lo steroide anabolizzante più potente sintetizzato in laboratorio. In seguito ai lavori di due ricercatori americani emerse un nuovo AAS dal potenziale maggiore del Methyltrienolone, il 2-oxa-methyldienolone.(1)

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Methyltrienolone

 

Negli anni ’60, venne sintetizzato il Methyltrienolone, il quale ottenne una cattiva reputazione per via dei suoi marcati effetti collaterali mostrati nel primo studio su esseri umani.(2) In questo studio, l’AAS non mostrò soltanto un effetto anabolizzante estremamente accentuato ma anche un grado di tossicità epatica significativamente alto.

Il Methyltrienolone rimase l’AAS più potente mai sintetizzato in laboratorio per qualche anno, fino al 1969. Infatti, fu in quell’anno che due ricercatori della società farmaceutica americana Searle, pubblicarono uno studio svolto su animali nel quale era stato utilizzato un AAS con potenzialità addirittura maggiori del Methyltrienolone.

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I ricercatori hanno svolto esperimenti con una classe di AAS largamente utilizzati in ambito veterinario, i dienolini. Due degli AAS testati sono stati commercializzati come designer steroid all’inizio del XXI Secolo. Si tratta del Dienolone e del Methyldienolone,  composti I e II presenti nella figura seguente.

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Nella tabella seguente, i ricercatori hanno confrontato gli effetti anabolizzanti e androgeni degli AAS testati con quelli del Methyltestosterone. I ricercatori hanno somministrato le molecole per via orale, sciolte in olio di mais. Hanno usato ratti come animali da test. Puoi approfondire il metodo della ricerca cliccando qui.

Come si può vedere, il Dienolone ha mostrato effetti leggermente più anabolici e leggermente meno androgeni rispetto al Methyltestosterone. Il Methyldienolone (aka Composto II) ha mostrato una potenza maggiore con effetti androgeni e anabolici rispettivamente di 6 e 80 volte maggiori  del Methyltestosterone.

*La tabella seguente è stata semplificata.

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Tuttavia, gli AAS più interessanti che i ricercatori hanno testato erano i composti III e IV. Queste molecole non avevano un atomo di carbonio nella posizione C2 nel loro scheletro carbossilico, ma un atomo di ossigeno. Per comodità, chiameremo questi due AAS 2-oxa-dienolone e 2-oxa-methyldienolone.

La sostituzione ha causato una modifica dell’effetto androgeno e anabolico del 2-oxa-dienolone [composto III] superiore a quello del Methyltestosterone di un fattore rispettivamente di 6 e 93.

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Tetrahydrogestrinone (THG)

Il 2-oxa-methyldienolone [composto IV] ha mostrato effetti ancora più significativi. Questo AAS ha avuto un effetto androgeno circa 30 volte maggiore rispetto al Methyltestosterone e con un effetto anabolico non inferiore alle 550 volte maggiore. Questo lo rende potenzialmente anche più potente dell’AAS sintetizzato da Patrick Arnold, il  Tetrahydrogestrinone (THG).

Gli autori dello studio riportarono che gli aumenti nell’attività, sia androgena che miotrofica, con cambiamenti nella struttura della molecola madre in questa serie di composti erano stati drammatici. La più alta attività biologica è stata raggiunta nel derivato 17a-metil-2-oxa (IV), che si rivelò la sostanza androgeno-miotrofica più potente fino a quel momento segnalata e avente anche un’ampia separazione delle proprietà anaboliche e androgene.

Una nota interessante riportata dai ricercatori impegnati nello studio è la citazione della (allora) recente sintesi del Methyltrienolone [17 alfa-metil-4,9 (10), ll-trien-17-beta-ol-3-one] e della segnalata attività miotrofica molto elevata.(3) I ricercatori aggiunsero anche che mancava l’alto grado di stimolazione preferenziale del muscolo levatore ani che era caratteristico del derivato 17a-metil-2-oxa (IV) di loro sintesi.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

1- https://doi.org/10.1210/endo-84-2-441

2- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/5955468

3- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/14325843

 

SARM NEP28

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I ricercatori della società chimica giapponese Sumitomo Chemical [sumitomo-chem.co.jp] hanno sviluppato alcuni anni fa un SARM il quale ha mostrato non solo un potenziale per la conservazione della massa muscolare in età avanzata, ma anche un effetto protettivo nei confronti del declino delle capacità cognitive legate all’invecchiamento. Il SARM in questione è stato denominato NEP28.(1)

I ricercatori hanno somministrato in topi maschi castrati il NEP28 a diverso dosaggio, successivamente hanno esaminato gli effetti dose-dipendente del composto sulla prostata e il levator ani. Il tasso ipertrofico dei tessuti in questione determinano il grado di effetti positivi e negativi legati alla molecola testata.

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L’equipe di ricercatori ha svolto gli stessi test utilizzando il metabolita 5α-ridotto del Testosterone, il DHT (nome completo 5α-Diidrotestosterone), e il Methyltestosterone [MT]. Hanno somministrato le molecole con una pompa osmotica, che avevano impiantato nelle cavie prese in esame.

Il NEP28 ha mostrato di avere un effetto anabolico che, quando somministrato a dosi leggermente più elevate, era vicino a quello del DHT e, a dosi più elevate, del Methyltestosterone. Il NEP28, d’altro canto, non ha quasi avuto effetti androgeni.

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Gli androgeni hanno un effetto a livello cerebrale (neuro steroideo) che i neurologi trovano molto interessanti. Gli androgeni attivano la glicoproteine Neprilisina (o CD10)nel tessuto cerebrale. Questo enzima scompone la proteina Beta-Amiloide, che tende ad accumularsi nel tessuto cerebrale con l’invecchiamento.

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In molteplici forme di demenza, sono presenti accumuli cerebrali di Beta-Amiloide, di conseguenza i farmacologi cercano di sintetizzare composti in grado di ridurre le concentrazioni di questo enzima – sperando che questi farmaci possano rallentare o prevenire l’invecchiamento neurologico.

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Nei topi, il DHT, il Methyltestosterone e il NEP28 hanno avuto effetto sulle concentrazioni di Beta-Amiloide. Infatti, queste molecole hanno attivato la Neprilisina e, come è possibile vedere nel grafico seguente, hanno degradato le placche Beta-amiloidi. Naturalmente, ciò non dimostra che il NEP28 combatte effettivamente la demenza.

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I ricercatori affermano che i loro risultati indicano che la terapia con SARM può essere un metodo di trattamento molto promettente anche per le malattie neurali.

I SARM che hanno attività cerebrale non solo hanno il potenziale di migliorare vari stati patologici tra cui l’osteoporosi e la sarcopenia, ma anche condizioni quali malattie neurali o cognitive come il morbo di Alzheimer. Tali SARM potrebbero contribuire con molta probabilità al miglioramento della qualità della vita di molti pazienti.

Sebbene il NEP28 offra prospettive positive, è molto probabile che la ricerca su questo composto sarà volta sul potenziamento dei suoi effetti o, più probabilmente, sulla sintesi di una molecola con maggiori potenzialità in riferimento al dosaggio utile per ottenerle.

Infatti, la dose di NEP28 richiesta per un effetto anabolico significativo è relativamente alta. L’equivalente umano della più alta dose di NEP28 utilizzata dai ricercatori sulle cavie esaminate ammonta a 250-300mg al giorno.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

  1. http://dx.doi.org/10.1016/j.ejphar.2013.10.042

AAS 36644-Ba

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Nel 1960, la società farmaceutica svizzera CIBA iniziò a commercializzare lo steroide anabolizzante sintetizzato nei suoi laboratori nella seconda metà degli anni cinquanta, il noto Methandrostenolone che venne commercializzato sotto il nome di Dianabol. Con la diffusione del Methandrostenolone nel Bodybuilding e nel Weightlifting iniziò ufficialmente l’era degli AAS in ambiente sportivo. Negli anni successivi a questo diffuso successo nell’utilizzo del Dianabol, la CIBA avviò degli studi su un altro composto steroideo anabolizzante, del quale però non si sa quasi nulla. L’AAS in questione è il 36644-Ba.(1)

La struttura chimica del 36644-Ba è senza dubbio particolare, anche se sarebbe corretto di “le strutture” . Infatti, il 36644-Ba è in realtà una molecola con una ciclicità metabolica che ne caratterizza la farmacodinamica. La molecola progenitore (il 36644-Ba) si converte in un’altra struttura molecolare la quale ritorna alla forma di partenza ciclicamente.

steroid-36644-ba.gifLa prima formula strutturale mostrata di seguito è quella ufficiale, la seconda è il metabolita in cui il composto progenitore 36644-Ba si converte per poi ritornare alla forma di partenza.

Gli unici studi sull’attività biologica del 36644-Ba reperibili sono stati svolti su animali. In questi studi le cavie esaminate non sono soltanto state trattate con il 36644-Ba, ma anche con un corticosteroide. E’ superfluo sottolineare che i corticosteroidi hanno un azione catabolica a livello del tessuto muscolare.

Nel miocita, i corticosteroidi riducono la sintesi proteica da parte dei ribosomi. In alcuni studi, i ricercatori della CIBA hanno dimostrato che il 36644-Ba può mantenere l’attività dei ribosomi durante la somministrazione di corticosteroidi. Uno di questi studi, pubblicato nel 1968, può essere trovato integralmente su PubMed Central.

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Nel 1970, i ricercatori hanno pubblicato uno studio simile in cui il 36644-Ba ha mostrato di avere effetti più potenti dello Stanozololo. Non è stato però possibile reperire il suddetto studio. Ciò che è possibile sapere a riguardo proviene dalle relazioni annuali di chimica farmaceutica, pubblicate da Academic Press nel 1971.(2)

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Nella precedentemente citata pubblicazione del 1968, gli autori spiegano come il 36644-Ba ha agito sugli animali trattati, dando un’idea delle proprietà anaboliche desiderate e delle proprietà androgene indesiderate dell’AAS in questione.

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Questi dati provengono dagli Atti del Secondo Congresso Internazionale sugli Steroidi Ormonali, Milano, 23-28 maggio 1966.(3) Non è stato possibile reperire nemmeno questa pubblicazione.

Il più recente riferimento scientifico al 36644-Ba risale al 2009. In quell’anno, il “doping hunter” australiano Ray Kazlauskas menzionò il 36644-Ba nel suo capitolo sui designer steroids in Doping in Sports collection: Biochemical Principles, Effects and Analysis, pubblicato da Academic nel 2009.(4)

Il 36644-Ba sembra essere molto attivo, ma non sembra essere stato usato al di fuori della sfera sperimentale, come sottolineato da Kazlauskas a pagina 168 della sua pubblicazione.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

  1. https://doi.org/10.1042/bj1080417
  2. https://books.google.nl/books?id=dBGM4WSV_YEC
  3. https://annals.org/aim/article-abstract/681953/proceedings-second-international-congress-hormonal-steroids-milan-may-23-28
  4. https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-3-540-79088-4_7