Introduzione:
Come si potrà facilmente capire dalle prime righe di questo articolo, la Rauwolscina è una molecola molto simile nella sua struttura alla Yohimbina e probabilmente condivide simili effetti; ipoteticamente potrebbe essere più potente, ma esistono prove limitate.
Dal momento che mi è capitato molto spesso di ricevere domande su questa forma di Yohimbina, ho deciso di scrivere alcune righe in merio trattando gli effetti maggiormente ricercati dall’utilizzatore medio dell’alcaloide in questione.
Rauwolscina: caratteristiche proprie e similitudini con la Yohimbina
La Rauwolscina, nota anche come Isoyohimbina, α-yohimbina e Corynanthidina, è un alcaloide presente in varie specie del genere Rauvolfia e Pausinystalia (precedentemente noto come Corynanthe).[1] È uno stereoisomero della Yohimbina. [1] la Rauwolscina è uno stimolante del sistema nervoso centrale, un anestetico locale e possiede un certo potenziale afrodisiaco.[1] La Rauwolscina agisce prevalentemente come antagonista del recettore α2-adrenergico.[2][3] È stato anche dimostrato che agisce come agonista parziale del recettore 5-HT1A e antagonista del recettore 5-HT2A e 5-HT2B. [4] [5] [6]

la Rauwolscina, o {3H}Rauwolscina, come già accennato, è un antagonista dei recettori adrenergici alfa-1 e alfa-2 (con una maggiore selettività per quest’ultimo).[7] La Yohimbina condivide il medesimo meccanismo d’azione recettoriale.
Come ormai risaputo, la Yohimbina agisce sul sistema dei recettori adrenergici delle cellule adipose, che regolano la termogenesi. Le subunità beta dei recettori adrenergici (bersagli, per esempio, dell’Efedrina) possono essere viste come stimolanti per la perdita di grasso poiché aumentano l’attività dell’enzima adenil ciclasi e successivamente dei livelli di cAMP (principalmente attraverso le subunità b1 e b2; con la b3 che è meno attiva negli umani).[8][9] Le subunità alfa sono soppressive del metabolismo lipidico, e attraverso la loro attivazione si riduce l’attività dell’adenil ciclasi e si riducono i livelli di cAMP (in particolare per opera degli alfa-2). La Yohimbina, come la Rauwolscina, è un antagonista selettivo del recettore alfa-2 adrenergico (inattivatore), che inibisce l’attivazione del set di recettori soppressivi e preserva l’attività dell’adenil ciclasi e gli effetti mediati dai recettori beta.[10]
Osservando le interazioni della Yohimbina a livello del recettore, la molecola è risultata essere un antagonista alfa2-adrenergico selettivo con un’affinità 44 volte maggiore per la subunità alfa2 rispetto alla subunità alfa1 quando testata su ratti anoccigei e dotti deferenti; questo differisce dal relativo composto Corinantino e Rauwolscina che sono selettivi per il recettore alfa1 (33 volte) e per lo più non selettivi (3,3 volte); rispettivamente.[11] Questi valori sono stati derivati da sperimentazioni in vitro e un secondo test nel quale è stato osservato il legame competitivo in campioni di cervello notando che la selettività era ridotta da 45 a 5,7. Quando si osserva il recettore alfa2 stesso, la Yohimbina sembra avere ulteriore selettività per la subunità alfa2C piuttosto che per la A o la B; nell’intervallo di 4-15 volte la selettività,[12] mentre la Rauwolscina sembra essere non selettiva tra queste tre subunità.[13][12] La Rauwolscina sembra essere efficace a livello del recettore quanto la Yohimbina,[14] con la Coynantina che presenta la minore entità di efficacia.[11]
Oltre a ciò, la stessa Yohimbina può potenzialmente indurre la perdita di grasso per via indiretta attraverso il rilascio di Adrenalina; l’Adrenalina stessa è un attivatore dei recettori beta-adrenergici.[15] Tuttavia, questo aumento di Adrenalina può svanire con il tempo raggiungendo l’irrilevanza statistica 2 settimane dopo l’inizio dell’ingestione giornaliera.[16] L’aumento degli acidi grassi liberi plasmatici e la densità dei recettori alfa2-adrenergici rimangono simili in entrambi i momenti, suggerendo che la Yohimbina perde selettivamente il picco di Adrenalina ma non gli effetti diretti sulla sovra-regolazione della lipolisi recettore-dipendente.
La Yohimbina è stata inizialmente studiata per il suo ruolo nella riduzione degli accumuli adiposi localizzati grazie al suo utilizzo come crema topica (potendo scegliere dove applicare la Yohimbina)[17][18] ma anche secondariamente al suo utilizzo per ridurre l’adipe nelle cosce delle donne, poiché livelli elevati di Estrogeni aumentano l’attività del recettore alfa2-adrenergico.[19] A causa dell’aumento dell’attività alfa2-adrenergica nel tessuto adiposo sito nelle cosce delle donne, si pensava che l’antagonismo di questi recettori riducesse l’adiposità in modo selettivo; i risultati con la soluzione topica sono ad oggi vaghi, con uno studio con esito positivo [18] e l’altro nel quale si sono notati benefici sia con la Forskolina (da Coleus Forskohlii) che con l’Aminofillina ma non con la Yohimbina. [17]
La chetogenesi, o la produzione di corpi chetonici, è potenziata dalla presenza di Noradrenalina in condizioni normali. Il blocco dei recettori alfa adrenergici, tramite l’antagonismo della Yohimbina (e della Rauwolscina) sul recettore alfa-2 adrenergico, aumenta gli effetti chetogenici della Noradrenalina. [20]
Uno studio nel quale si è osservato un aumento della ossidazione lipidica (aumento dei biomarcatori di NEFA e glicerolo) ha anche notato che questo aumento è stato soppresso durante lo stato di alimentazione.[21] È stato ipotizzato che questa interazione con lo stato di digiuno così come gli effetti apparentemente additivi/sinergici della Yohimbina e l’esercizio sulla lipolisi[21] potrebbero portare a tempistiche di assunzione ideale della Yohimbina prima dell’esercizio mattutino.[22] Se abbinata al cibo in modo acuto, la Yohimbina può effettivamente aumentare il rilascio di Insulina indotto dal glucosio attraverso lo stimolo delle cellule pancreatiche[23][24] ma non si verifica a digiuno dopo il consumo orale di 0,2g/kg.[25][21]
Se il meccanismo avviene tramite la stimolazione del rilascio di Insulina che riduce la lipolisi, è teorico che un pasto privo di carboidrati e a basso contenuto proteico (per ridurre la stimolazione indotta dagli amminoacidi) potrebbe essere simile allo stato di digiuno; questo non è stato però studiato.
Uno studio è stato condotto con la somministrazione di Yohimbina a giocatori di calcio d’élite che assumevano 10mg della molecola due volte al giorno (20 mg in totale) per un periodo di 21 giorni. Durante lo studio si è osservato che, in seguito al controllo della dieta, la percentuale di grasso era diminuita dallo 9,3 +/- 1,1% allo 7,1 +/- 2,2% (valutato tramite calibro), mentre nel gruppo placebo è stato registrato un aumento non significativo.[26] La dose di 0,2mg/kg di Yohimbina in uomini altrimenti sani sembra aumentare gli effetti sul miglioramento del metabolismo lipidico e della beta-ossidazione della Noradrenalina endogena e sembra essere più efficace durante i periodi di esercizio e attenuarsi se somministrati dei beta-bloccanti;[21] un altro studio ha rilevato che questa attenuazione deve essere misurata al 70%.[25] Tuttavia, almeno uno studio ha rilevato risultati nulli, in quanto la Yohimbina non ha fatto diminuire il peso nei volontari sani.[27]
La {3H} Rauwolscina è meno potente della Yohimbina nel proteggere dagli aumenti della pressione sanguigna indotti dall’Adrenalina (entrambi meno potenti della Corinantina e più potenti della 3-epi-alfa-yohimbina), questo effetto sembra correlato alla loro affinità per gli alfa -2 adrenorecettori.[28]
Come la Yohimbina, la Rauwolscina è un agonista dei recettori 5-HT1a/b e induce effetti simili alla Serotonina. Mentre la Yohimbina ha più affinità per tale recettore, la Rauwolscina ha un valore IC50 più basso (il che significa che può saturare più recettori alla stessa dose) e può essere considerata leggermente più potente nell’attività serotoninergica.[29][30]
Non mi dilungherò oltre, dal momento che gli argomenti trattati fino a questo momento sono di maggiore interesse per la valutazione di supplementi contenenti Rauwolscina e del loro possibile utilizzo.
Conclusione:
Ora, sappiamo che le caratteristiche di entrambe le forme di Yohimbina sono pressoché identiche sebbene la selettività recettoriale della Rauwolscina sembri minore di quella della Yohimbina. La caratteristica che sembra spostare l’interesse sulla Rauwolscina è la sua più lunga emivita ( Yohimbine 0.25-2.5h; Rauwolscina 0.5-5h ipotetiche). Se però valutiamo quest’aspetto alla luce della sua bassa selettività e alto potenziale di saturazione recettoriale, viene facile intuire che ciò possa influire negativamente sulla percentuale di emersione di effetti collaterali tipici dell’alcaloide (tremori, insonnia, emicrania, tachicardia, ecc…). Con molta probabilità il dosaggio “ideale” con un certo margine di “sicurezza” può essere attestato a 0.1mg/Kg/die.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
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- [3H.