CAFFEINA, CARBOIDRATI E RESINTESI DEL GLICOGENO

 

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Caffeina

 

La caffeina non è solo utile per migliorare le prestazioni degli atleti durante l’allenamento. Secondo uno studio svolto su esseri umani alla RMIT University di Bundoora, Australia, il famoso stimolante aiuta anche il recupero dopo gli sforzi fisici pesanti. In combinazione con i carboidrati, la caffeina accelera la sintesi di glicogeno nei muscoli affaticati. (1)

Per un periodo di 4 ore i soggetti dello studio hanno mangiato 4g di carboidrati/ kg di peso corporeo sotto forma di forma di barrette, gel e bevande sportive. In un’occasione i partecipanti hanno assunto solo carboidrati [CHO], mentre in un’altra occasione i soggetti hanno anche caffeina [CAF]. I soggetti hanno assunto un totale di 8mg di caffeina/kg di peso corporeo, e la dose è stata divisa in due.

Durante il periodo di recupero i ricercatori hanno effettuato biopsie nei muscoli delle gambe dei soggetti. Hanno osservato che la caffeina aveva accelerato la velocità con la quale le cellule muscolari sintetizzano glicogeno di ben il 66%.

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La Caffeina ha alzato la concentrazione di insulina e – in misura minore – di glucosio nel sangue dei soggetti.

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Le attività di endurance causano un aumento dell’attività degli enzimi AMPK e CaMK nelle cellule muscolari. Entrambi questi enzimi sono coinvolti nel processo attraverso il quale le cellule muscolari assorbono energia. La caffeina aumenta l’attivazione CaMK.

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I ricercatori scrivono che, dopo una sessione allenante la caffeina agisce in concerto con i carboidrati nel ripristino del glicogeno ridotto dall’attività fisica mostrando un effetto additivo sui tassi di accumulo post-esercizio del glicogeno muscolare. Il tasso complessivo di resintesi osservato nella presente inchiesta con l’ingestione di caffeina è, al meglio delle nostre conoscenze, il più alto riportato per i soggetti umani in condizioni fisiologiche. Se anche basse dosi di caffeina possono aumentare i tassi di resintesi pos-esercizio del glicogeno nella stessa misura resta da determinare.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

1- http://jap.physiology.org/cgi/content/abstract/105/1/7  

Trestolone (MENT)

 

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Trestolone

 

Androgenico: 650

Anabolico: 2,300

Standard: Testosterone Propionato

Nome chimico: 19-norandrost-4-en-3-one-17beta-ol 17beta-hydroxy-estr-4-en-3-one

Attività Estrogenica: moderata

Attività Progestinica: moderata

 

Trestolone (INN), noto anche come 7α-metil-19-nortestosterone (MENT) o 7α-methylestr-4-en-17β-ol-3-one, è uno steroidei androgeno-anabolizzante sintetico (AAS) derivato del Nandrolone (19-nortestosterone) . E’ utilizzato per le sue spiccate proprietà anabolizzanti sul muscolo-scheletrico  ed è un farmaco candidato per l’uso come metodo contraccettivo ormonale maschile .[1] Nei maschi, la somministrazione regolare di quantità sufficienti di Trestolone induce uno stato di sterilità reversibile. [2] Il Trestolone è usato sotto forma di estere acetato, Trestolone Acetato, che viene somministrato per via intramuscolare.
Il Trestolone è un composto che rappresenta un trattamento contraccettivo sperimentale e non è ancora legalmente disponibile in commercio. E ‘attualmente in corso di valutazione per la sicurezza e l’efficacia in studi scientifici, supportati dal Population Council. [3]

 

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SHBG

 

Come già accennato, il MENT è un derivato del Nandrolone, ma nonostante la forte somiglianza strutturale con la molecola di partenza si differisce da questa per la presenza di un legame 7-alfa-metile, cosa che impedisce alla molecola di essere 5 alfa ridotta, oltre a rafforzarne il legame androgeno. La metilazione in C-7 aumenta la potenza generale dello steroide. Il motivo per il quale una metilazione aumenta la potenza dello steroide è di solito causato da uno o un più fattori, in particolare una maggiore resistenza al metabolismo epatico (disattivazione) o ad una ridotta affinità di legame con le proteine di trasporto. Nel caso del MENT, vediamo uno steroide con una ripartizione metabolica relativamente veloce, ma senza affinità di legame per le SHBG (Sex Hormone­ Binding Globulin). (4) Di conseguenza, il suo  ridotto legame con le  proteine di trasporto nel siero sembra essere in parte responsabile della potenza del MENT. Durante i  test del 1963, gli scienziati hanno riferito un effetto anabolizzante che era tra 3,5 e 23 volte maggiore del Testosterone, pur essendo solo 3-6 volte più androgenico. (4) Quando studiato sui primati nel 1998, è stato dimostrato avere 10 volte la potenza anabolizzante del testosterone, con solo 2 volte l’azione stimolante sulla prostata. (4) La sua affinità di legame per il recettore degli androgeni è stato studiato un anno dopo, e ha fornito ulteriori spiegazioni per il forte effetto anabolizzante di questo steroide. Qui, il MENT ha dimostrato di legare al recettore degli androgeni in modo più forte rispetto al  Testosterone, al Nandrolone, o al Diidrotestosterone. (4)

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Trestolone Acetato

 

Il MENT (methylnortestosterone acetato, anche se noto come Trestolone) è stato descritto per la prima volta nel 1963. (4) I primi anni del 1960 furono il periodo d’oro dello sviluppo degli steroide anabolizzante, con nuovi composti introdotti nei giornali del settore quasi ogni settimana. Come un gran numero di steroidi efficaci studiati in quel periodo, tuttavia, il MENT non intraprese la strada per diventare un prodotto farmaceutico commerciale. Per circa quattro decenni se ne stette a prendere polvere sugli scaffali, accanto a molti altri composti efficaci ma anonimi. Storicamente, la mancanza di sostegno finanziario precoce è stato una condanna a morte per gli steroidi anabolizzanti. Se una società non è lì in origine, per finanziare i milioni necessari per sviluppare in un prodotto da prescrizione reale, della molecola non se né fa praticamente nulla.  Semplicemente non vi era denaro da investire per il MENT nel 1960, ed esso è caduto nel dimenticatoio. Per lungo tempo questo agente è rimasto nel “nulla” nel mondo degli steroidi.
Ma le cose sono cambiate per il MENT intorno al volgere del secolo venturo, in un modo molto drammatico. Il 30 ottobre del 2000, il gigante farmaceutico internazionale Schering AG ha fatto un annuncio alla pubHc dove affermava di aver stipulato una partnership per la ricerca, lo sviluppo, e accennando all’introduzione nel mercato del methylnortestosterone per uso come contraccettivo ormonale. Questo a seguito di diversi anni di studi sporadici ma positive su questo agente. Gli ingranaggi sono stati così messi in moto, e questo vecchio steroidi, che gli scienziati avevano ignorato per più di trent’anni, è stato improvvisamente messo in mezzo a un focolaio di nuove ricerche e speculazioni, di cui non avevano mai visto prima. Nel loro comunicato stampa, Schering AG ha fatto la promessa di un nuovo androgeno che offre i vantaggi  anabolizzanti e endocrini di un testosterone iniettabile, ma senza una possibile azione ipertrofica sulla prostata, e un  comfort maggiore per il paziente. In altre parole, Schering sta dicendo che MENT sembra essere un composto più facile da amministrare e ugualmente utile come il testosterone, senza gli stessi problemi androgeni legati a quest’ultimo.

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L’attrazione principio della Schering nei confronti del  MENT probabilmente non è necessariamente dovuta alla sua potenza, ma alla sua capacità di riprodurre gli effetti positivi del Testosterone sulla massa muscolare e le funzioni sessuali maschili, riducendo al minimo l’azione stimolante sulla prostata. Il cancro della prostata e l’allargamento benigno della prostata sono problemi molto comuni tra gli uomini negli Stati Uniti, ed entrambe le malattie sono alimentate almeno in parte dagli androgeni. Questo ha portato ad attuare molta  cautela quando si tratta di androgeni terapia sostitutiva negli uomini anziani. Sebbene i dati medici sono ancora inconcludenti a questo proposito, molti medici temono che l’androgenicità del Testosterone può portare ad effetti negativi. Dopo tutto, gli aumenti dei valori di PSA con l’uso di Testosterone negli uomini anziani sono ben documentati. (4) Forse MENT è stato introdotto per alleviare questa preoccupazione. Notando l’androgenicitàrelativa inferiore del MENT, i ricercatori hanno concluso più di un decennio fa, che potrebbe essere di gran lunga una migliore opzione per la terapia ormonale sostitutiva. Per citare i ricercatori del NY Center for Biomedical Research , “Abbiamo concluso che l’uso del MENT invece del T per la terapia di sostituzione degli androgeni potrebbe avere effetti di promozione della salute, riducendo la comparsa della malattia della prostata”. (4) Questa è piuttosto una dichiarazione , soprattutto quando ricordiamo che riguarda l’uso di uno steroide anabolizzante sintetico.

Guardando un po ‘più da vicino alcuni dei recenti studi condotti sul MENT, vediamo una tendenza generale di successi e relativa sicurezza. Forse lo studio più degno di nota da esaminare è lo studio clinico internazionale che è stato condotto tra il 2002 e il 2003. (4) Lo studio ha comportato l’uso di impianti di MENT come  contraccettivi a lungo termine nei maschi. In questo esperimento, trentasei uomini sono stati arruolati in tre cliniche distinte residenti in Germania, Cile, e Repubblica Domenicana(12 uomini da ogni nazione). Lo studio prendeva in esame l’utilizzo degli impianti per 6, 9, o 12 mesi, e gli esami periodici necessari per misurare gli effetti ed i rischi potenziali. Tre diversi dosaggi sono stati utilizzati, che consistevano in somministrazioni di uno, due o quattro impianti al momento dell’inizio dello studio. Ogni impianto è stato progettato per fornire circa 400mcg di steroide al giorno, che equivale a dosi giornaliere di 0.4mg, 0.8mg, o 1.6mg di steroide. Il tasso di rilascio è lentamente ridotto ma, tuttavia, raggiunge circa i 200mcg al giorno dopo un anno.

I risultati dello studio clinico sono stati molto promettenti. Quattro impianti di MENT (da 1.6mg / die) hanno soppresso la spermatogenesi con efficacia simile a quella misurata con impianti di Testosterone, iniezioni di Testosterone Enantato, e iniezioni di Testosterone Undecanoato (ognuno dei quali sono stati indagati con successo come contraccettivi). Il MENT è stato in grado di produrre azoospermia a 82 °;0  dei soggetti trattati, una cifra che era in realtà superiore a quella riportata con 200 mg di Testosterone Enantato a settimana (che hanno prodotto azoospermia a 65-660/0 dei soggetti normali di sesso maschile in 6 mesi). Per quanto riguarda gli effetti collaterali negativi, erano pochi nei soggetti. In due soggetti è stato notato un aumento della pressione sanguigna che è andata al di fuori del range di normalità, e uno è stato costretto a sospendere lo studio a causa di questo(anche se nessun effetto cronico è stato notato). In altri casi, si sono in genere registrati solo una piccolissima aumento della pressione sistolica (+4,8), e nessun cambiamento significativo dei lipidi (tra cui  colesterolo e trigliceridi) o dei valori del PSA. Inoltre, il volume della prostata è stato leggermente ridotto (non aumentato) in tutti i gruppi. Gli enzimi epatici sono stati leggermente aumentati, ma sono rimasti nel range di normalità in tutti i soggetti. Il tempo medio per la ripresa della produzione normale  di spermatozoi dopo l’interruzione è stata di 3 mesi, simile a quella riportata da uno studio del Organizzazione mondiale della sanità del 1990 con 200 mg a settimana di Testosterone Enantato. Nel complesso, il MENT ha svolto il suo compito mirabilmente, con un livello di effetto(accettabile) molto notevole, ed effetti collaterali minimi. E per di più, il farmaco può essere efficace quando viene impiantato più di rado, una volta all’anno.

Un altro studio di interesse ha esaminato la capacità degli impianti di MENT per ripristinare il comportamento e la funzione sessuale negli uomini affetti da ipogonadismo (testosterone basso). Questo, naturalmente, è uno degli obiettivi principali della terapia sostitutiva degli androgeni. Questa indagine si è svolta in due cliniche, uno con sede in Irlanda e l’altro a Hong Kong. Venti uomini hanno partecipato, 10 per ogni clinica. Lo studio è stato un’indagine a doppio incrocio confrontando gli effetti del Testosterone Enantato (200 mg ogni 3 settimane) a quelli dei due impianti di MENT (che forniscono 0.8mg del farmaco al giorno) .Questo significa che ciascuno dei venti uomini dello studio ha avuto l’opportunità di usare entrambi i farmaci, che sono stati presi in due diverse occasioni con un periodo di pausa.  Solo piccole differenze nella risposta sono state notate tra il MENT e la terapia sostitutiva degli androgeni convenzionale, e entrambi i farmaci erano efficaci nel ripristinare il comportamento sessuale e la frequenza dell’erezione. Il MENT, alla dose di 2 impianti somministranti circa 0.8mg di farmaco al giorno, ha dimostrato di essere un’opzione efficace per la terapia sostitutiva degli androgeni.

Se la Schering immetterà sul  mercato questo farmaco sotto forma di impianto, sarà poco pratico da utilizzare ai fini del Bodybuilding. Nella migliore delle ipotesi dovrà essere suddiviso e trasformato in un iniettabile in qualche modo. Lo studio clinico discusso in precedenza riguardava l’utilizzo di impianti con un contenuto di circa 140 mg di steroidi ciascuno. Dato che questo sarà lo stesso dosaggio del farmaco che ipoteticamente verrà immesso nel mercato, sarà necessario più di un impianto per un ciclo . Esistono alcuni studi sul  suo utilizzo come AAS orale, (4) che lo fa sembrare fattibile (anche se non ideale dal punto di vista dell’efficacia e dei costi). La chiave del successo di questo steroide in campo culturistico sarà lo sviluppo di un  vero iniettabile commercializzato. Questo probabilmente seguirà il rilascio del prodotto dalla Schering;o forse anche precederlo. La polvere di questo AAS è già disponibile da fornitori esteri, e diversi laboratori del mercato nero e “grigio” (fiorente nei siti UK) hanno prodotto versioni iniettabili e orali di questo steroide. La versione iniettabile attualmente diffusa nel mercato nero è la forma Acetata (Trestolone Acetato), ma si pensa che molto presto saranno disponibili nuove forme dello steroide tra cui  l’estere Cypionato o Enantato. Nei siti di integratori UK si trova la forma orale del MENT; esiste anche il Pro-ormone del MENT (MENTDIONE), anch’esso commercializzato oltre manica come integratore OTC: si tratta infatti di Trestolone con aggiunta di un 17 ketone dove il Nandrolone ha una funzione 17b-idroxile. Nel corpo il ketone in C-17 viene idrolizzato dal 17beta-idrossisteroidi deidrogenasi del tipo 1 (17b-HSD1) nel composto attivo Trestolone (MENT). La conversione di questo prodotto a Trestolone è di circa dell’80% mentre la biodisponibilità orale del Trestolone e circa la metà di quella per via intramuscolare. 

Come accennato all’inizio di questo articolo, il MENT è un derivato dello steroide  anabolizzante Nandrolone(19-nortestosterone), al quale è stato aggiunto un metile in posizione C-7 per aumentarne la potenza dello steroidi e la relativa androgenicità.  Con il Termine MENT ci si riferisce generalmente al Methylnortestosterone Acetato, modificato con l’aggiunta di un estere di acido carbossilico (acido acetico) legato al gruppo ossidrile l7-beta per estendere l’attività dello steroide in seguito a  iniezione o impianto.

 

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7-alpha-methyl-estradiolo

 

Il MENT è soggetto ad aromatizzazione, per la precisione aromatizza in una forma di estradiolo dall’elevato potere biologico, il 7-alpha-methyl-estradiolo. (14) Questo incrementa le caratteristiche del MENT come potenziale steroide per una fase “Bulk” grazie alla maggior proliferazione dei recettori degli estrogeni, un miglior utilizzo del glucosio, e un aumentata secrezione di GH e IGF-1. Le conseguenze di questa attività estrogenica potrebbero essere una causa della maggiore potenza del MENT (960 anabolizzante / 165 androgeno ) rispetto al Trenbolone (600 anabolizzante/185 androgeno  sul Testosterone), nonché la sua attività soppressiva.  La ginecomastia è un effetto collaterale possibile con l’uso di questo AAS, come la ritenzione idrica e l’accumulo di grasso con modello femminile. Questo accade in particolar modo con dosaggi elevati e quando l’AAS viene abbinato ad altri composti aromatizzabili. L’uso di un inibitore dell’aromatasi in soggetti sensibili all’aromatizzazione è una pratica funzionale.

 

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Mifepristone

 

Si noti che gli studi hanno anche dimostrato come il MENT si leghi fortemente al recettore del progesterone, tanto da produrre effetti progestinici sul peso dell’utero in conigli immaturi. (4) Un ulteriore esame, tuttavia, confonde questa determinazione. Gli effetti del MENT sul peso dell’utero non sono stati bloccati mediante l’uso concomitante di un anti-progestinico (Mifepristone) o anti-estrogeno, suggerendo che né l’attività progestinica né l’attività estrogenica sono state responsabili di questo effetto. Dato l’uso di solo questo modello limitato, e il noto vincolo del MENT con il recettore del progesterone, e la tendenza da parte dei farmaci derivati dal Nandrolone di offrire almeno qualche attività progestinica, una moderata attività non potrà essere trascurata per il tempo di assunzione.

Gli effetti collaterali associati con il Progesterone sono simili a quelli degli estrogeni, compresa il feedback negativo di inibizione della produzione di Testosterone e una maggiore velocità di accumulo di grasso. I progestinici aumentano anche l’effetto stimolante degli estrogeni sulla crescita del tessuto mammario. Sembra che ci sia una forte sinergia tra questi due ormoni, in modo tale che la ginecomastia potrebbe anche verificarsi con l’aiuto dei progestinici, senza eccessivi livelli di estrogeni. L’uso di un anti-estrogeno, che inibisce la componente estrogenica di questa alterazione, è spesso sufficiente per mitigare la ginecomastia causata da Nandrolone. Il rialzo della Prolattina è un altra possibile conseguenza.

L’uso di anti-prolattinici andrebbe presa in considerazione solo quando, attraverso appositi esami ematici, si è appurata una iperprolattinemia. Molto spesso, il controllo adeguato degli estrogeni risulta più che sufficiente.

L’effetto di una somministrazione prolungata al MENT  sul metabolismo del cortisolo è stato studiato su diversi pazienti. La diminuzione dell’escrezione urinaria di 17-idrossicorticosteroidi si verificato regolarmente. Le analisi cromatografiche dei corticoidi urinari hanno rivelato che l’escrezione urinaria è diminuita coinvolgendo esclusivamente  metaboliti del cortisolo, mentre i metaboliti del corticosterone sono stati escreti a livelli normali. Uno  studio cromatografico ha inoltre mostrato un deterioramento nella coniugazione del Tetrahydrocorticoidi.

 

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Transcortina

Gli Studi con 4-14C-cortisolo in pazienti trattati con  MENT hanno mostrato un aumento dei livelli transcortina, la globulina trasportatrice del cortisolo, un tasso di inattivazione del cortisolo ridotto e una bassa produzione di cortisolo. Da questi risultati si conclude che ne consegue una riduzione dell’escrezione del 17 hydroxycorticoide che riflette una bassa produzione di cortisolo, almeno in parte secondaria ad un tasso ridotto di cortisolo-inattivazione , che a sua volta deve essere attribuibile sia ad una inibizione o ad un difetto nei sistemi enzimatici del fegato interessati alla  corticoidi-inattivazione.(5)

 

Il MENT è uno steroide con una attività androgenica abbastanza rilevante anche se nettamente inferiore alla sua attività anabolizzante. Ciò rende questa molecola la causa di possibili effetti collaterali androgeni che possono includere pelle grassa, acne, crescita di peli sul corpo e  sul viso, e alopecia adrogenetica .  Le donne dovrebbero essere messe in guardia sui potenziali effetti virilizzanti. Questi possono includere voce profonda, irregolarità mestruale, cambiamenti nella struttura della pelle, crescita di peli sul viso, e allargamento del clitoride. La androgenicità relativa del MENT non è influenzata dal finasteride o dal dutasteride:  si noti che una funzione ben compresa della metilazione in C-7 è quella di bloccare la 5-alfa riduzione dello steroide. Come tale, questo derivato del Nandrolone non può essere convertito in un metabolita “diidro”. (4)

 

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5-alfa-Dihyidronandrolone

 

Con il Nandrolone e la maggior parte dei suoi analoghi, la 5-alfa-riduzione significa la creazione di uno steroide meno androgenico. Il Diidronandrolone è più debole del Nandrolone, quindi nei tessuti bersaglio la sua attività è ridotta . Non essendo il MENT in grado di convertire in uno steroide più debole, il composto manterrà le sue caratteristiche invariate, e non vi saranno influenze sulla androgenicità relativa del MENT.  Una elevata androgenicità è  stata ritenuta una caratteristica desiderabile durante lo sviluppo, in quanto consente al MENT di supportare più efficacemente lo sviluppo delle caratteristiche sessuali maschili e la libido rispetto al Nandrolone che è un debole androgeno.
Come già detto, il MENT non è un composto metilato in C-17, e non è noto per avere effetti epatotossici. La tossicità epatica potrebbe essere una possibilità con dosi elevate.
Gli AAS possono avere effetti deleteri sul colesterolo sierico. Questo include una tendenza alla riduzione del colesterolo HDL (buono) e all’aumento del colesterolo LDL (cattivo), con un alterazione dell’equilibrio tra HDL/LDL favorendo un maggiore rischio di arteriosclerosi. L’impatto relativo di un AAS sui lipidi sierici dipende dalla dose, dalla via di somministrazione (per via orale o iniettabile), dal tipo di steroide (aromatizzabile o non aromatizzabile), e dal livello di resistenza al metabolismo epatico. Il MENT, almeno la sua forma iniettabile,  teoricamente possiede un effetto moderato sulla gestione epatica del colesterolo a causa della sua natura aromatizzabile e per la via di somministrazione. Gli AAS possono anche influenzare negativamente la pressione del sangue e i livelli dei trigliceridi, riducendo il rilassamento endoteliale, e promuovendo l’ipertrofia ventricolare sinistra, tutti fattori con un potenziale nel aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e infarto del miocardio.

Per contribuire a ridurre lo sforzo cardiovascolare si consiglia di mantenere un programma di esercizio cardiovascolare attivo e di ridurre al minimo l’assunzione di grassi saturi, colesterolo e carboidrati semplici in ogni momento durante la somministrazione di AAS.

La supplementazione con oli di pesce (4 grammi al giorno) e un integratore alimentare di Niacina per il controllo del colesterolo è anche raccomandata.

Tutti gli AAS se assunti in dosi sufficienti per promuovere l’aumento della massa muscolare causano una soppressione del  Testosterone endogeno. Essendo il MENT un AAS con funzione principale contraccettiva, questo steroide sembra mostrare una soppressione del Testosterone endogeno del 20% superiore a quella riscontrabile con Testosterone esogeno.  (4) Si può ipotizzare che l’attività  progestinica del MENT, in concerto con la sua aromatizzazione in 7-metyl-estradiolo, contribuisca alla soppressione della sintesi di Testosterone durante la terapia, similmente al Nandrolone.

Senza l’intervento con sostanze  Testosterone-stimolante, e una adeguata PCT, i livelli di Testosterone dovrebbero tornare alla normalità entro 1-4 mesi dalla cessione del farmaco. Si noti che un ipogonadismo ipogonadotropo prolungato può svilupparsi secondariamente all’abuso di steroidi, cosa che richiede un intervento medico.

Il MENT non è ancora stato immesso nel mercato farmaceutico. Linee guida di prescrizione non sono disponibili. Il MENT è uno steroide relativamente potente, tanto che una dose minima efficace per i body builder dovrebbe essere decisamente piccola. Come farmaco  10 volte più anabolico del Testosterone, riportato in alcuni studi, e 20 volte più efficace nel sopprimere la spermatogenesi del Testosterone Enantato, in altri, dovremmo vedere comunemente dosi giornaliere inferiori ai 10 mg (forse 3-6mg più comunemente). Se preparato come iniettabile a base oleosa (non esterificata), ciò significherebbe dosi medie di circa 10-20 mg ogni due o tre giorni. Confrontando questo dosaggio con quello medio per il Trenbolone, che di solito  somministrato in dosi di 75-100 mg, ci si rende conto delle potenzialità del MENT (ricordiamoci che il Trenbolone è uno steroide particolarmente potente). Alcuni potrebbero riscontrare un buon effetto con soli 10 mg al giorno o poco più, anche se alte dosi probabilmente amplificherebbero i potenziali effetti collaterali, e non sono consigliati.

Il MENT potrebbe trovare una compatibilità in cicli  con diversi altri AAS specie in una fase “Bulk”. Per semplicità, questi composti potrebbe il sempre presente  Testosterone (Enantato o Cypionato), il Dianabol o l’Anadrol oppure in mix più specifici ed avanzati con Trenbolone Acetato

Dato il suo alto livello di potenza, dosi efficaci nelle donne probabilmente si aggirano in quantità di microgrammi. Il farmaco potrebbe anche generalmente essere assunto in cicli della durata di 4 settimane o meno. Si noti che gli effetti virilizzanti sono una possibilità con questo composto, e le atlete devono essere attentamente monitorate durante l’uso.

Nessuna preparazione medica legittima contenente MENT è ancora disponibile. Preparati del mercato nero e “grigio” sono di dubbia autenticità, ed è anche dubbia la purezza del composto con il rischio di ascesso nelle versioni iniettabili.

 Gabriel Bellizzi

 

Riferimenti:

  1. J. Elks (14 November 2014). The Dictionary of Drugs: Chemical Data: Chemical Data, Structures and Bibliographies. Springer. pp. 888–. ISBN 978-1-4757-2085-3. 
  2. Jump up ^ http://www.ironmagazine.com/2012/trestolone-ment-explained/
  3. Jump up ^ MENT – project information from the Population Council
  4. William Llewellyn’s ANABOLICS, 9th ed.
  5. http://www.eje-online.org/content/39/1/22.short

Lab Test Results: Pharmacom Labs Stanos

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Nota: Questa serie di post è volta a riportare il risultato dei test svolti su diversi prodotti venduti da UGL riportati dal sito https://anaboliclab.com/. Questa iniziativa è solo a scopo informativo e non rappresenta un invito all’acquisto di farmaci dopanti attraverso il mercato nero.

Pharmacom Labs Stanos si presenta in una scatola da 100 compresse con 2 blister da 50 compresse ciascuno. In etichetta è riferito un contenuto per compressa pari a 10 milligrammi di stanozolol. Campioni di questo prodotto sono stati acquistati da una fonte basata in Europa tra le date del 1 febbraio 2016 e il 15 marzo 2016.

I campioni sono stati inviati e ricevuti dal laboratorio di analisi SIMEC AG per il test HPLC-UV, il 24 marzo 2016. Il rapporto di prova del quantitativo è stato completato il 4 maggio 2016.
Il prodotto è stato identificato con una data di scadenza del 15 ottobre 2018 e il codice del prodotto è JIHKJ241.

Quantitativo da Etichetta: Pharmacom Labs Stanos riporta in etichetta un quantitativo pari a 10 mg / compressa di Stanozololo.
Contenuto effettivo: Pharmacom Labs Stanos è stato determinato contenere effettivamente 9,82 mg / compressa di Stanozololo .

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“No Fat Gain” Insulin Program

Disclaimer: NON TENTATE DI PROVARE il presente protocollo. Questo programma può essere molto pericoloso! NON sperimentate con tali opzioni. Inoltre si prega di notare che l’autore e gli editori NON SARANNO ritenuti responsabili per eventuali morti o lesioni associate con questo approccio teorico di utilizzo di Insulina per il guadagno di massa muscolare !!! In poche parole, se provate questo approccio teorico di utilizzo di Insulina, si capisce che POTRESTE SERIAMENTE FARVI DEL MALE o morire. Detto ciò, chiunque applicasse questo protocollo è responsabile delle proprie azioni!


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Dell’Insulina ho già abbondantemente parlato in un mio articolo passato, il quale prendeva in esame I tre peptidi GH, IGF-1 e Insulina (clicca qui). In questo articolo però vorrei trattare di un protocollo di Insulina esogena che definirei molto interessante.
L’Insulina è l’ormone anabolizzante non specifico più potente che un Bodybuilder possa usare per il miglioramento delle prestazioni, e questo è assodato. E’ assodato anche che questo peptide sia estremamente pericoloso da maneggiare potendo causare, se usato da chi non ha le competenze adatte, conseguenze irreparabili. Con l’uso dell’Insulina, citando A.L.Rea, ci sono tre variabili che si possono manifestare in base all’uso che si fa di questo peptide: Grosso, Grasso o morto. Purtroppo, ci sono ragazzi che, a mala pena HP e con una percentuale di grasso superiore al 12%, usano l’Insulina senza criterio alcuno ottendo si un aumento di peso ma nettamente a favore del grasso. Ma, a parte l’idiozia che spinge atleti immaturi a usare in maniera impropria Insulina esogena, perchè molti atleti al di fuori del circuito professionistico di alto livello diventano più grassi che grossi quando nelle loro preparazioni inseriscono l’Insulina? La risposta di fondo è “la paura”.
La maggior parte del guadagno di grasso è causato dal consumo eccessivo di carboidrati durante l’uso di Insulina. Una regola di “sicurezza” diffusa con l’uso di Insulina dice che bisogna consumare un minimo di 10 grammi di carboidrati per ogni UI di Insulina utilizzata (distribuiti nell’arco di tempo d’azione dell’Insulina utilizzata). Per esempio, un Bodybuilder che utilizza 8 UI di Insulina 2 volte al giorno, in aggiunta al suo normale apporto di carboidrati, proteine e grassi dovrebbe consumere una quota addizionale di carboidrati pari a 160 grammi per evitare di andare in coma ipoglicemico . Difficilmente ci si aspetta che 160 grammi in più di carboidrati, o 640 calorie in più al giorno facciano una differenza significativa su un soggetto che mangia 5000 o più calorie al giorno. Nella maggior parte dei casi ciò non farebbe differenza sostanziale, ma non è quello che accade nel mondo reale, in quello degli “aspiranti bestie”.

Il fatto è che, la maggior parte dei culturisti hanno un alto grado di paura di incappare in uno spiacevole shock insulinico, e come dargli torto. Così molti hanno la tendenza ad essere piuttosto reattivi a qualsiasi cambiamento dello stato mentale dopo un’iniezione. Questo porta a consumare una dose molto più consistente di carboidrati rispetto ai raccomandati 10 grammi per UI.
Anche se questa quantità di carboidrati supplementari (10gmXUI) non sembra terribilmente eccessiva, alcuni “pionieri” della supplementazione alla fine degli anni ‘90 erano certi che fosse il motivo principale per cui gli utilizzatori di Insulina guadagnano quantità sproporzionate di grasso. Mike Zumpano e Oliver Starr si chiesero: qual è stata la logica alla base di questo dosaggio di carboidrati? In secondo luogo, esiste una evidenza di biochimica umana la quale dimostri questa esigenza di quota glucidica? E in terzo luogo, esiste una soluzione più elegante che consentirebbe ai culturisti di utilizzare l’insulina in modo sicuro sfruttandone l’effetto anabolico ma evitando i guadagni eccessivi di grasso che finora hanno afflitto gli utilizzatori?
Entrambi ebbero il sentore che ci doveva essere un modo migliore. Il plasma umano contiene solo circa 5 grammi di carboidrati in uno specifico momento. I diabetici che hanno preso troppa insulina di solito possono riportare i loro livelli di zucchero nel sangue nel range di normalità consumando cinque grammi (solo 20 calorie!) di destrosio. Se così fosse, allora come si è arrivati alla regola dei 10 grammi per ogni UI?
Comunque, il metodo “alternativo” lo trovarono e fu ribattezzato protocollo “No Fat Gain”. Non si tratta certo di un protocollo privo di rischi; deve essere seguito alla lettera per divenire un protocollo con un buon margine di “sicurezza”. Inoltre, bisogna essere dotati di molta disciplina per eseguirlo. Si tratta di un metodo che porta a grandi guadagni muscolari con un guadagno minimo di grasso. Ma ne vale la pena? Giudicate voi.
Ecco il trucco; assumere l’Insulina, ma seguendo un dieta Low-Carb. Proprio così, Low. Con un contenuto glucidico di circa 50 grammi al giorno! Follia? Lasciatemi spiegare la logica biochimica che sta alla base.
Oliver Starr si chiese se ci fosse qualche altro modo per mantenere la glicemia nel sangue moderata con un alto grado di stabilità. La sua risposta è stata la gluconeogenesi. Se si guarda su un grafico dei processi biochimici (Boehringer è uno dei migliori), si può chiaramente vedere che, quando le riserve di glicogeno epatico e muscolare sono esaurite, ma prima che il corpo vada in chetosi, il corpo comincia a convertire aminoacidi in glucosio per mantenere stabili i livelli di glucosio nel sangue. Questo processo è noto come gluconeogenesi.
Come risaputo, seguire una dieta molto povera di carboidrati provoca un esaurimento delle riserve di glicogeno epatico e muscolare. Questo provoca un sovra-regolazione degli enzimi necessari per la conversione rapida ed efficace degli aminoacidi in glucosio. La parola gluconeogenesi significa letteralmente “la nascita di nuovo glucosio.”
La seconda metà dell’equazione, ovviamente, è il contenuto proteico della dieta. Se non si mangiano molti carboidrati, l’unico modo con cui il corpo può produrre glucosio è principalmente quello di convertire gli aminoacidi in glucosio. Questo accade in una certa misura ogni volta che si mangiano proteine, tuttavia, quando si mangia una grande quantità di proteine, si viene a creare ancora più glucosio.
E’ il livello di glucosio creato dall’eccesso di proteine che impedisce il verificarsi di uno shock insulinico quando si utilizza Insulina esogena in una dieta a basso contenuto di carboidrati. Il fatto è che non stiamo parlando di un consumo di proteine ordinario, stiamo parlando di un assunzione massiccia di proteine. Per questo protocollo si richiede necessariamente l’uso di proteine in polvere, perché non c’è modo di riuscire a essere in grado di mangiare la quantità di proteine che si richiedono da cibi interi. A titolo esemplificativo, si avrebbe bisogno di mangiare circa 24 petti di pollo al giorno per ottenere la quantità di proteine che si sono trovate necessarie per sostenere il livello di gluconeogenesi per coprire le necessità durante l’utilizzo di Insulina con una dieta a basso contenuto di carboidrati restando dentro il margine di “sicurezza”.
Lavorando con un certo numero di atleti per definire questo programma, si è scoperto che la migliore strategia era quella in cui si consumano 600 grammi di proteine da una combinazione di proteine del siero di latte e caseina, più un pasto solido che conteneva da 50 a 100 grammi di proteine, più alcune verdure fibrose a foglia verde. Il resto delle calorie devono provenire da fonti di grassi con scarsissimo o nullo contenuto di carboidrati.

Un’altra cosa che bisogna ricordare è che è necessario consumare una grande quantità d’ acqua in questo programma – tra 1,5 e 2 litri al giorno, oltre all’acqua che si ottiene dagli shake proteici. Si può suddividere l’assunzione consumando una bevanda proteica ogni 30 minuti o un’ora, mescolando in un contenitore 3 litri con 100 grammi di proteine e mantenendo una lista di quante volte si svuota ogni giorno.

Un’altra cosa che viene riferita dagli atleti che hanno utilizzato questo protocollo (a parte la quantità di muscoli guadagnati) è che si comincia a odiare qualsiasi bevanda proteica, non importa quanto buono sia il sapore. Il suggerimento che si può dare in questo caso è quello di optare per le proteine neutre… il gusto sarà terribile in un primo momento, ma dopo poche settimane, giorno dopo giorno, ci si farà l’abitudine senza rischiare nausee per uso cronico di proteine aromatizzate.

Un’altra cosa che è stata riferita è, stranamente, il verificarsi di un aumento della forza. Si pensa che ciò sia dovuto ad una up-regulation delle riserve di glicogeno associato all’uso di Insulina e basse dosi di carboidrati.

Probabilmente la cosa peggiore di questo protocollo è la disciplina necessaria affinché si consumi regolarmente un alto apporto proteico giornaliero. Bisogna ricordare, però, che in questo protocollo, l’unica cosa che mantiene un atleta in piedi (letteralmente) è l’assunzione di proteine. Se si utilizza l’insulina e non si mantiene un adeguato apporto di proteine, le conseguenze non saranno piacevoli, saranno gravissime. Se si esegue questo protocollo, è necessario smettere di usare l’Insulina e dedicare almeno un paio di giorni alla deplezione dei carboidrati prima di iniziare di nuovo il programma.

Ricordate, questo programma non è per tutti. E ‘difficile e potenzialmente pericoloso ed è necessario applicare ogni traccia di disciplina per poterlo applicare. Tuttavia, se si ha la forza di volontà e le competenze, i risultati possono essere eccezionali.

Approccio teorico all’uso di Insulina in un regime Low-Carb, passo dopo passo.

Giorni da 1 a 3: la deplezione di carboidrati. È necessario diminuire i carboidrati al di sotto dei 100 grammi al giorno. Si suggerisce di arrivare a 50 grammi di carboidrati il giorno 3. L’assunzione proteica deve aumentare a 450 grammi al giorno.

Giorni da 4 a 30: le proteine devono essere pari o superiore a 600 grammi al giorno. I carboidrati devono essere mantenuto tra 100 e i 50 grammi al giorno (50 è meglio) e si dovrebbero utilizzare i grassi affinché si compensi l’equilibrio delle proprie esigenze caloriche giornaliere. Come già detto, si raccomanda vivamente l’uso di proteine in polvere di composizione mista (siero di latte e caseina), anche se è possibile utilizzare alcuni cibi interi, se lo si desidera. (Basta tenere a mente che 600 grammi di proteine corrispondono all’incirca a 24 petti di pollo al giorno!)

L’autore del protocollo consiglia di dividere l’assunzione di Insulina in 2 iniezioni al giorno, a seconda di quando ci si allena. Una dovrebbe essere fatta durante l’allenamento, circa 30 minuti prima del termine dello stesso. L’altra deve essere fatta diverse ore prima del vostro allenamento (per coloro che si allenano nel pomeriggio) o diverse ore dopo (se ci si allena al mattino).

Si suggerisce di partire da una piccola dose di Insulina (4 UI) per poi aumentarla gradualmente. (l’autore del protocollo riferisce di essere arrivato ad usare 12 UI 3 volte al giorno, ma da questo punto riferisce di essere diventato un po’ insulino-resistente).

Va da sé che l’insulina deve essere iniettata per via sottocutanea (che non dovrebbe essere un problema a meno che non si utilizza anche GH o qualche altro farmaco con un protocollo di somministrazione per via endovenosa. In questo caso, le considerazioni da prendere sono altrettante).

Si suggerisce di interrompere il regime di insulina e di proteine entro il 26° giorno dei 30 giorni del l’intero ciclo.

Monitorare regolarmente la glicemia durante il giorno e in specie nel periodo di massima azione dell’Insulina. Se si inizia a perdere la capacità di rimanere svegli, prendere una zolletta di zucchero.

Se si sperimenta una sensazione di fame e di agitazione dopo aver preso l’Insulina, o non si è mangiato abbastanza, o se si è più avanti nel ciclo, si potrebbe essere insulino-resistenti. In questo caso, si consiglia di interrompere del tutto l’uso di Insulina e anche prendere in considerazione l’uso di un farmaco per migliorare la sensibilità all’insulina, come la Metformina

Infine, fate attenzione. L’uso di Insulina è ampiamente riconosciuto come uno dei più rischiosi farmaci per il miglioramento delle prestazioni, e per una buona ragione. Se non avete la disciplina per mantenere i carboidrati bassi e consumare la quantità necessaria di proteine ogni singolo giorno, vi consiglio di attenervi a metodi più sicuri e più sani per la crescita muscolare.

Gabriel Bellizzi

TESTOSTERONE ESOGENO E COLESTEROLO

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Se abusate degli steroidi anabolizzanti, tra le altre possibili complicanze aumenterete il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. E questo non è solo vero per gli utilizzatori hardcore di AAS, ma anche per gli atleti che seguono cicli modesti, secondo i ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma. Gli svedesi hanno scoperto che i livelli di colesterolo aumentano dopo una sola iniezione di 500 mg di Testosterone Enantato. (1)

Un livello elevato di LDL e un livello basso di HDL sono marker utilizzati per la previsione statistica delle malattie cardiovascolari. L’uso delle statine ipocolesterolemizzanti ha portato a un minor numero di decessi per malattie cardiovascolari (causando però molti altri problemi) e, fin dalla loro introduzione nel 1990 l’aspettativa di vita del abitante medio è aumentata.

In alcuni ambienti le sono controverse, ma se si è un amante di funghi o prodotti fermentati, probabilmente le si consuma quotidianamente. La Lovastatina, per esempio, è la statina trovata nei funghi e nelle ostriche (2) e in integratori di Riso Rosso Fermentato. (3)

Le Statine inibiscono l’enzima HMG-CoA reduttasi [HMGCR] nel fegato. Questo enzima converte il 3-idrossi-3methylglutaryl-coenzima-A [HMG-CoA] in mevalonato. Il mevalonato è uno degli elementi costitutivi del colesterolo. Se il corpo produce meno colesterolo perché sono state assunte statine, la concentrazione di colesterolo ‘cattivo’ LDL diminuisce. Gli utilizzatori di statine occasionalmente riportano effetti collaterali imprevisti ma gravi. Questi possono essere il risultato di una diminuzione della produzione dell’enzima co-Q10 o della vitamina D. La supplementazione di questi due composti probabilmente può prevenire questi effetti collaterali o ridurli.

Il Testosterone e altri ormoni derivanti influenzano il fegato. Quanto più sono difficili da abbassare, maggiore sarà il loro impatto. I ricercatori hanno voluto sapere se il Testosterone Enantato [che non è tossico per il fegato] aumenta i livelli di colesterolo tramite l’enzima HMGCR. Hanno iniettato a 39 uomini sani di età compresa tra i 18 ei 50 anni una dose di 500 mg di Testoviron Depot, prodotto da Schering Nordiska. Poi hanno atteso per vedere gli sviluppi.

Il livello di colesterolo dei soggetti trattati ha iniziato a salire quasi immediatamente dopo la somministrazione. Due giorni dopo, il livello era del 15% superiore al normale. E l’ottanta per cento degli uomini monitorati aveva un livello maggiore dell’enzima per la produzione del colesterolo HMGCR. Dopo 15 giorni il livello di colesterolo era tornato alla normalità.

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I ricercatori hanno anche eseguito esperimenti con le cellule epatiche umane. La figura qui sopra mostra che, dopo essere stati esposti al testosterone in una provetta, dopo appena due ore le cellule avevano già iniziato a produrre più HMGCR.

I ricercatori pensano che il testosterone non aumenti la produzione del “colesterolo buono”. Nel 1990 ricercatori americani hanno scoperto che dopo la somministrazione di 300 mg di testosterone cypionato a uomini, il loro livello di HDL è sceso del 21%. (4)

Questo avviene probabilmente perché il testosterone attiva l’enzima epatico lipasi trigliceridica [HTGL] nel fegato. Questo enzima scompone l’HDL. Negli utilizzatori di steroidi la concentrazione di HTGL può aumentare più del doppio. (5)

I Culturisti di Elite spesso spendono grandi quantità dei loro premi in denaro per pagare coaching, medici e nutrizionisti, affinchè la loro salute venga monitorata correttamente. Gli atleti hanno bisogno di specialisti, soprattutto per mantenere un buon occhio sugli effetti indesiderati cardiovascolari. Lo studio svedese, che tra l’altro è stato finanziato dalla WADA, suggerisce che gli utilizzatori “modesti” di steroidi devono essere consapevoli degli effetti collaterali possibili con l’uso degli AAS…quindi EVITATE IL FAI DA TE!

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Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

1- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22433938
2- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7614366
3- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17302963
4- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8792045
5- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1929679

Lab Test Results:Balkan Pharma Oxandrolon

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Nota: Questa serie di post è volta a riportare il risultato dei test svolti su diversi prodotti venduti da UGL riportati dal sito https://anaboliclab.com/. Questa iniziativa è solo a scopo informativo e non rappresenta un invito all’acquisto di farmaci dopanti attraverso il mercato nero.

Balkan Pharmaceuticals Oxandrolon si presenta in una scatola da 60 compresse con 3 blister da 20 compresse ciascuno. Per ogni compressa è dichiarato in etichetta un contenuto di 10 milligrammi. Campioni di questo prodotto sono state acquistati da un rivenditore autorizzato con sede in Europa tra le date del 1 ° giugno 2015 e del 30 giugno 2015. I campioni sono stati inviati e ricevuti dal laboratorio di analisi SIMEC AG per il test HPLC-UV il 10 luglio 2015. Il rapporto di prova dosaggio quantitativa è stata completata il 23 luglio 2015. Il numero di lotto è OXA0001A.

Dichiarazione dell’etichetta : Balkan Pharmaceuticals Oxandrolon riporta in etichetta un contenuto di Oxandrolone pari a 10mg/compressa.

Reale contenuto: Balkan Pharmaceuticals Oxandrolon e’ stato trovato contenere 11,9mg/compressa di  Oxandrolone. 

 

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Lab Test Results: Pharmacom Labs Oxandrolonos

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Nota: inizio con questo post a riportare i risultati dei test svolti su diversi prodotti venduti da UGL riportati dal sito https://anaboliclab.com/. Questa iniziativa è solo a scopo informativo e non rappresenta un invito all’acquisto di farmaci dopanti attraverso il mercato nero.

Pharmacom Labs Oxandrolonos si presenta in una scatola contenente 2 blister da 50 compresse ciascuno (100 compresse totali) . L’etichetta del prodotto riporta un contenuto di 10 milligrammi per compressa.  Campioni di questo prodotto sono stati acquistati da un distributore autorizzato con base in Nord America tra le date del 1 e del 30 giugno 2015. I campioni sono stati inviati e ricevuti dal laboratorio di analisi SIMEC AG per il test HPLC-UV il 20 Luglio 2015 . Il rapporto di prova del quantitativo del dosaggio è stato completato il 10 agosto 2015. Il prodotto è stato contrassegnato con data di scadenza 15 ottobre 2018 e con numero di lotto  MBMN1. Non c’era alcun codice di verifica stampato sulla scatola.

Dosaggio dichiarato in etichetta: Pharmacom Labs Oxandrolonos riporta in etichetta un dosaggio di Oxandrolone per compressa pari a 10 mg.

Contenuto effettivo: Pharmacom Labs Oxandrolonos presenta un contenuto effettivo di Oxandrolone per compressa pari a 10 mg.

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Cliccare sul seguente link per scaricare/visionare i risultati del Test:  Pharmacom Labs Oxandrolonos Dosage Quantification Lab Results [PDF]

ECA STACK E TEMPO DI ASSUNZIONE

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Una domanda che mi viene spesso posta è “per quanto tempo è sicuro assumere l’ECA Stack! ??

Per chi non conosce gli acronimi, ECA sta per significare una combinazione di Efedrina, Caffeina e Aspirina. Non ricordo esattamente quando è entrato in uso questo acronimo, ma erano grosso modo gli anni ’90, quando si è scoperto che la combinazione di efedrina e caffeina aveva azione termogenica (il che significa che aumenta il dispendio energetico), causa soppressione dell’appetito, causa la mobilitazione del grasso e molti altri benefici potenziali per la perdita di grasso durante una dieta ipocalorica (1) (altri termogeni come il tè verde, la capsaicina e la nicotina sono anche stati presi in esame(2)).

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L’Aspirina a volte è stata aggiunta per i suoi potenziali benefici (per una volta vi risparmio i meccanismi coinvolti qui), ma, al di fuori degli obesi, in realtà la sua aggiunta non ha alcun beneficio. (3) Non è mai stato chiarito se basse dosi di aspirina (81 mg) hanno lo stesso beneficio della dose piena di  300 mg utilizzati negli studi e onestamente, se qualcuno sta per usare CE (spesso chiamato semplicemente EC stack), non consiglio l’uso dell’Aspirina.  

In ogni caso, quanto tempo deve essere utilizzato il CE stack? E la risposta dipende dalla propria prospettiva.  

Un aspetto degno di nota è questo: il CE stack è insolito (e forse unico) tra i composti per la perdita di grasso perché l’uso cronico lo rende di fatto più effica nelle sue funzionalità.  Io dico che questo è insolito, in quanto la maggior parte dei farmaci perdono, o almeno sembrano perdere, il loro effetto nel tempo (è un po’ più complicato di così, ma per maggiori informazioni vi rimando a questi due articoli [uno e due] ). L’Efedrina diventa più efficace nel tempo (e l’idea che deve essere ciclicizzata per evitare una perdita dell’effetto non è solo sbagliata ma esattamente controproducente). Il fatto è che nessuno è del tutto sicuro di come questo possa accadere. 

Le primi idee ruotavano intorno al tessuto adiposo bruno (BAT) e ipotizzavano che l’efedrina potesse aumentarlo. Ma gli esseri umani in realtà non hanno molto BAT (abbiamo più grasso Beige / Brite e bianco). L’unico studio del quale sono a conoscenza e che sia stato svolto su esseri umani ha dimostrato che, se non altro, la combinazione  CE diminuisce la quantità di BAT. (4)

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Quindi, onestamente, non ho idea del perché lo stack CE diventi più efficace con l’uso regolare. Ma i dati sembrano suggerire che l’uso cronico è migliore. Ma ciò non risponde al quesito sul tempo massimo di somministrazione. Inoltre, gli effetti collaterali del CE stack includono cose come aumento della frequenza cardiaca,  pressione sanguigna elevata e  diminuzione della stimolazione generale con l’uso regolare. Il CE stack diventa più efficace e sicuro nel tempo. In questo senso, concettualmente, potrebbe essere utilizzato per sempre.

Da un lato, il CE è davvero un supplemento per la perdita di grasso. Si tratta di effetti che sono piccoli, ma se sommati hanno dimostrato avere i benefici sopra elencati durante una dieta. Aumentando l’uso dei grassi, si può risparmiare la perdita del muscolo scheletrico / LBM, per esempio. (5) Così, anche se i suoi effetti metabolici complessivi sono moderati (aumentando il dispendio energetico del 5-10%), questo aiuta a compensare le normali riduzioni legate all’alimentazione in dispendio energetico. (6) E in questo senso, utilizzandolo solo fino a quando il periodo di dieta si conclude è una sorta di conclusione logica. Si tratta di un composto dietetico, da usare durante la dieta. E’ abbastanza logico, anche se potremmo disquisire su quanto tempo una dieta ipocalorica dovrebbe essere seguita prima di prendersi una pausa. (7)

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Ma c’è anche un altro modo di guardare a questo problema. Alla fine della dieta ipocalorica, una serie di adattamenti si sono verificati nel tentativo di facilitare il recupero del grasso. L’appetito e la fame aumentano (e le persone mostrano più attenzione a cibi dall’alto  contenuto calorico, ricchi di zuccheri, e cibi molto grassi) e varie componenti della spesa energetica sono diminuite insieme alla tendenza del corpo di immagazzinare il grasso ad un ritmo accelerato. Ci sono un numero enorme di fattori che entrano in gioco. (8) La leptina è bassa, la grelina è alta, gli altri ormoni della fame, come CCK, PYY, ecc sono diminuiti e questo aggiunge un segnale integrato per l’ipotalamo che diminuisce la stimolazione della tiroide (questo  insieme a una diminuzione della conversione del T4 in T3 nel fegato) e una diminuzione della funzionalità del sistema nervoso. Ed è quest’ultima che è rilevante.

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Anche se leggermente fuori tema, è giusto rammentare che probabilmente gli individui obesi sono diventati obesi a causa della bassa attività simpatica. Questa è stata chiamata l’ipotesi MONA LISA che stava per Most Obesities kNown Are Low In Sympathetic Activity. (9) Ma un altro lavoro dimostra chiaramente che non vi è elevata attività simpatica negli obesi. (10) Ciò che può accadere è che la bassa attività simpatica predispone verso l’obesità e quindi questo normalizza e  sovracompensa quando una persona diventa obesa. Indipendentemente.  

Il punto è che al termine di una dieta, questo stesso tipo di bassa attività del sistema nervoso simpatico è presente. E l’efedrina e la caffeina aiutano a compensare questo anche dopo il termine della dieta ipocalorica. Vale a dire che se si  continua a utilizzare CE oltre la durata effettiva della dieta ipocalorica si può così aiutare il mantenimento della perdita di peso sul lungo termine in quanto contribuisce a compensare la normale riduzione della perdita di grasso per conseguente riduzione della spesa energetica (almeno attraverso questo meccanismo) che si verifica . Ciò presuppone che se il composto è ben tollerato  ed efficace potrebbe divenire una parte permanente della supplementazione. 

E immagino che questo potrebbe riguardare alcuni lettori (e non sto suggerendo l’uso a lungo termine del composto qui preso in esame). Chiaramente il mantenimento del peso sul lungo termine è il grande problema quando si tratta di perdita di grasso; tutti possono perdere una certa quantità di grasso. E’ mantenerlo il problema (anche se il valore spesso citato del 90-95% di fallimento è del tutto errato, solo per la cronaca). Il corpo post-obeso è in uno stato di dispendio energetico abbassato ed è settato sul aumento dello stoccaggio del grasso; combinato con lo stile di vita moderno, dove infiniti spuntini pubblicizzano un alimentazione continua e di bassa qualità, questo è un vero problema. E vi è un crescente interesse per l’idea che l’obesità debba essere trattata come una malattia cronica recidivante. (11) E guarda caso l’assunzione di un farmaco sul lungo termine è necessario per prevenire le ricadute ….  

 

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EGCG

 

L’uso continuo del CE stack migliora almeno la diminuzione del dispendio energetico. Altri composti sono stati testati per tale scopo tra cui il tè verde (e caffeina) e capsaicina (e caffeina, perché la caffeina rende tutto migliore) e sarebbe certamente possibile passare a questi composti al termine della dieta ipocalorica e della supplementazione con CE, cosa che comporterebbe un minore carico di possibili effetti collaterali, tipica di certi composti controversi. Il tè verde può essere assunto con una standardizzazione di EGCG pari a 130-160 mg al giorno con 100 mg di caffeina assunti fino a tre volte al giorno (un programma tipico di dosaggio sarebbe 8, 12 e forse 16:00). Ciò significa che un totale di 390-480 mg di EGCG e 300 mg di caffeina totale potrebbero essere assunti al giorno.  Invece la capsaicina può essere utilizzata ad un dosaggio pari a 2,5-10 mg al giorno, che  equivarrebbe a circa 3-10 grammi di peperoncini interi. Esistono altri approcci, come l’aumento dei livelli di attività in grado di realizzare in modo efficace la stessa cosa. Ormai sappiamo da un po’ che l’esercizio fisico ha il più grande effetto sul mantenimento del peso (12) (piuttosto che aumentare la perdita di peso totale di per sé (13)), anche se ci vuole un bel po’. E una grande parte di questo è che aumentando il dispendio energetico legato all’esercizio, gli altri aspetti della diminuzione del tasso metabolico possono essere compensati. (14) Questo permette di consumare più cibo (critico il controllo della fame a lungo termine) senza l’acquisizione di grasso. 

Tutto ciò che è stato detto non è altro che un modo lungo e sintetizzabile in tre frasi:

1.       L’Efedrina funziona meglio con un uso a lungo termine e non vi è alcuna necessità di ciclicizzarla ad un livello fondamentale

2.       In un certo senso, l’Efedrina è un aiuto alla dieta ipocalorica e deve essere usata durante la fase di dieta attiva

3.       Continuando ad utilizzare l’Efedrina dopo il termine della dieta ipocalorica si contribuisce a compensare alcuni degli adattamenti che si verificano in risposta alla perdita di grasso e che tendono a promuovere il recupero del grasso corporeo. Ciò può essere realizzato attraverso altri metodi come una maggiore attività.

Penso di aver risposto a diversi punti non molto chiari sull’assunzione di Efedrina e Caffeina… 

 Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

1- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16840650

2- http://www.bodyrecomposition.com/fat-loss/fat-loss-supplements-2.html/

3- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8646257 

4- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25725625

5- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1310922

6- http://www.bodyrecomposition.com/fat-loss/the-hormones-of-bodyweight-regulation-leptin-part-1.html/

7- http://www.bodyrecomposition.com/fat-loss/the-full-diet-break.html/

8- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21677272

9- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9769705

10- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26064978

11- http://www.nature.com/ijo/journal/v28/n1/full/0802479a.html

12- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24739257

13- http://www.bodyrecomposition.com/fat-loss/exercise-and-weight-fat-loss-part-1.html/ 

14- http://www.bodyrecomposition.com/fat-loss/metabolic-rate-overview.html/

DIETA LOW-CARB, ALLENAMENTO PER LA FORZA E PERDITA DI GRASSO

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I ricercatori della Norwegian School of Sport Sciences hanno buone e cattive notizie per i fan delle diete low-carb e atleti di forza. Se si fanno svolgere a donne inesperte allenamenti con i pesi seguendo una dieta low-carb, allo stesso tempo, la loro perdita di grasso risulta elevata [bene], ma il guadagno di massa corporea magra è pari a zero [male]. (1)

I ricercatori hanno svolto l’esperimento su un piccolo gruppo di 16 donne grasse di età compresa tra i 20 ei 40 anni. Una metà delle donne ha continuato a mangiare ‘normalmente’. L’altra metà è stata messa in regime dietetico chetogenico, seguendo una dieta di un libro famoso in Norvegia: Slank med ketolysekuren: en enklere vei til et lettere liv. Le donne sono state autorizzate a mangiare quanto volevano, ma la loro assunzione di carboidrati è stata limitata.

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Tutte le donne – sia del gruppo low-carb che del gruppo dove le donne seguivano la loro “normale” dieta – hanno iniziato a fare allenamenti con i pesi svolgendo allenamenti della durata di 60-100 minuti due volte a settimana.

Ogni sessione di allenamento è iniziata con 10 minuti di riscaldamento su una macchina cardio. Dopo di che le donne hanno allenato tutti i più importanti gruppi muscolari facendo esercizi di base come leg press, leg extension, leg curl, chest press, rows, shoulder press, pull downs e biceps curls.

Per le prime 5 settimane le donne hanno usato un peso con il quale potevano gestire solo 12 ripetizioni. Dopo che il peso è stato aumentato, sono passate a set di 8 ripetizioni.

Alla fine delle 10 settimane, le donne che avevano seguito una dieta a basso contenuto di carboidrati [Lc = Ex] avevano perso 5,6 kg. Di questi, 5,6 kg era grasso. Non c’era stato alcun aumento della massa corporea magra.

Le donne che non avevano cambiato la loro dieta [EX] avevano guadagnato 1,6 kg di massa magra e avevano perdere 0,6 kg di grasso.

La figura seguente mostra la quantità di ossigeno che i soggetti dello studio necessitavano per ciascuno dei quattro diversi protocolli per intraprendere lo sforzo. Come si può vedere, lo sforzo intenso ha elevato l’energia bruciata durante lo sforzo moderato. Più breve è il periodo di riposo, maggiore è l’effetto.

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Se si osservano le risposte individuali delle donne nella figura 2, si può osservare che alcune donne dello studio hanno ottenuto un aumenta della massa magra con una dieta low-carb. Una di queste ha perso 8 kg di grasso e guadagnato 3,5 kg di massa magra. Questo è abbastanza buono in un macrociclo di 10 settimane. Ma questo era il soggetto con la ‘miglior risposta’.

I ricercatori non hanno osservato notevoli cambiamenti nelle concentrazioni di colesterolo o di trigliceridi nel sangue delle donne.
I ricercatori scrivono che gli esercizi di resistenza eseguiti due volte alla settimana da donne in sovrappeso che seguono una dieta a basso contenuto di carboidrati (chetogenica) possono ridurre il grasso corporeo senza alterare in modo significativo la massa magra, mentre l’esercizio di resistenza con una dieta regolare può aumentare la massa corporea magra, senza alterare in modo significativo la massa grassa.

La dieta low-carb utilizzata nell’esperimento è abbastanza estrema. Gli atleti di forza spesso riducono la loro assunzione di carboidrati durante il giorno, ma poi mangiano quantità controllate di carboidrati poco prima, durante e dopo una sessione di allenamento. L’allenamento stimola le cellule muscolari ad assorbire più glucosio dal sangue (processo insulino-indipendente).

Nota: un alto contenuto di proteine, tipico delle dieta low-carb, ha ovviamente interessato questo studio. Le donne del gruppo low-carb hanno assunto 1755 Kcalorie al giorno; le donne del gruppo ‘dieta normale’ hanno assunto 1972 Kcalorie al giorno. Ciò equivale ad una differenza di 217 kcalorie. È per questo che le donne del gruppo low-carb non hanno guadagnato massa magra? Forse semplicemente non consumano abbastanza Kcal per farlo? Anche…

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

1- http://www.nutritionandmetabolism.com/content/7/1/17

GH, IGF-1, Insulina: effetti e applicazioni

Parliamoci chiaro, Il BodyBuilding non è soltanto una sottocultura ma anche una scienza. È una scienza multidisciplinare che comprende la fisiologia, la biologia, l’endocrinologia, il metabolismo, la fisiologia cellulare, la genetica, la biologia molecolare e, non dobbiamo dimenticarcene, la farmacologia. La lista dei settori scientifici legati al BodyBuilding è molto lunga.

Personalmente, considero le gare di BodyBuilding una specie di mostra post-sperimentazione. Quando rifletto sulla situazione attuale del BodyBuilding professionistico non posso fare a meno di notare che gli attuali professionisti (o per lo meno quelli d’oltre oceano) riescono a modificare la propria soglia di miglioramento superando sempre i propri limiti: anche se non sono un amante del “più e meglio” preferendo di gran lunga “il giusto per il soggetto”.

Ogni volta che mi ritrovo ad osservare da vicino una competizione di alto livello, essendo anche un preparatore di BodyBuilder, non posso fare a meno di pensare a tutto il tempo, le energie, il cibo, la manipolazione genetica e i farmaci necessari per creare una condizione fisica che arrivi a superare drasticamente il limite genetico. Seguire atleti permettendogli di superare i propri limiti è una manifestazione di dedizione, della giusta applicazione delle conoscenze. Usare i farmaci e la manipolazione genetica per rendere il corpo umano più grosso e più magro non è un esercizio della realizzazione scientifica. È un’espressione della comprensione umana dei settori scientifici precedentemente menzionati così da assumere una sorta di controllo della genetica individuale. Purtroppo, le riviste scientifiche più importanti non riconoscono il BodyBuilding come un vero e proprio settore della ricerca scientifica. Quindi, per il momento, per raggiungere gli obiettivi noi preparatori e i nostri BodyBuilder ci dobbiamo accontentare di estrapolare le giuste informazioni delle alte sfere della ricerca.

Con l’avvento dei peptidi, questa “sperimentazione” sui Body Builder ha raggiunto livelli impensabili prima degli anni ’90. In questo articolo presenterò un quadro olistico dei “fantastici tre” del mondo dei peptidi, cercando di spiegare esaustivamente la loro natura e le loro azioni. Verranno presentate alcune delle informazioni estrapolate di recente dall’ambiente accademico e applicate al BodyBulding. Ci concentreremo sulla giusta applicazione dell’ormone della crescita (GH), del fattore di crescita insulino- simile 1 (IGF-1) e dell’Insulina per costruire massa muscolare. Queste informazioni verranno presentate in modo da descrivere come questi fattori di crescita possono essere inseriti nelle preparazioni. I mie non saranno consigli, non riporto tutto ciò al fine di una prescrizione medica generalizzata ma lo faccio per cultura e conoscenza, contro i danni della disinformazione dei “pro-doping” e degli “anti- doping”.

Asse GH/IGF-1

asse-gh-igf-1

I livelli di GH del corpo sono strettamente regolati da numerose sostanze chimiche che comprendono i macronutrienti, i neurotrasmettitori e gli ormoni. Il segnale per aumentare i livelli di GH del corpo parte dell’ipotalamo. Lì, due ormoni peptidici agiscono insieme per aumentare o diminuire la produzione di GH da parte della ghiandola pituitaria. Questi ormoni sono la somatostatina (SS) e l’ormone rilasciante ormone della crescita (GHRH). La somatostatina agisce nella pituitaria per diminuire la produzione di GH. Il GHRH agisce nella pituitaria per aumentare la produzione di GH. Insieme questi due ormoni regolano, in modo pulsatile, il livello di GH che circola nel corpo.

Sono molti i fattori che possono influenzare questo equilibrio delicato. Primo, il GH è soggetto a un feedback negativo in riposta al suo stesso rilascio. Il GH, come l’IGF-1, ritorna nell’ipotalamo e nella pituitaria per aumentare il rilascio di SS, diminuendo così il rilascio di GH. Il GH può agire anche in modo autocrino e paracrino (cioè influenzando le cellule sorgente e le cellule circostanti senza dovere entrare in circolazione) all’interno sia dell’ipotalamo che della pituitaria.

Anche i neurotrasmettitori influenzano i livelli di GH nell’ipotalamo. Questo controllo neuroendocrino deve ancora essere chiarito ma alcuni fattori sono già chiaramente coinvolti (vedi tabella)

gh-neurotrasmettitori

Come di certo saprete, anche l’alimentazione e i fattori metabolici modulano i livelli di GH. Un calo dello zucchero ematico come quello che si verifica durante l’attività fisica o durante il sonno causa un aumento della secrezione del GH. I pasti ricchi di proteine aumentano la secrezione di GH. Alcuni amminoacidi come la L-Arginina sembrano aumentare il GH diminuendo il rilascio di SS dall’ipotalamo. Anche la vitamina Niacina ha mostrato di aumentare del 300-600% il rilascio di GH indotto dall’attività fisica (Murray, 1995).

In questo studio particolare sono state eseguite 4 prove distinte in cui 10 soggetti hanno pedalato al 68% del VO2 max per 120 minuti seguiti da uno sforzo cronometrato di 5,6 km. Ogni 15 minuti di attività fisica i soggetti hanno ingerito 3,5 ml per chilogrammo di peso corporeo magro di una fra 4 bevande:

1. placebo acquoso (WP)

2. WP + 280 mg di acido nicotinico 1,1 (WP + NA)

3. bevanda al 6% di carboidrati ed elettroliti (CE)

4. CE + NA

L’ingestione dell’Acido Nicotinico (WP + NA e CE + NA) smorzava l’aumento degli acidi grassi liberi (FFA) associato al WP e al CE; infatti, l’ingestione dell’acido Nicotinico impediva efficacemente agli FFA di aumentare oltre i valori a riposo. I livelli bassi di FFA con l’ingerimento di Acido Nicotinico sono stati associati a un incremento di 3-6 volte delle concentrazioni di ormone della crescita umano durante l’attività fisica. Resta comunque la domanda se questo aumento significativo ma temporaneo del GH produca un maggiore effetto dell’allenamento. Può creare una maggiore capacità di deposito del glicogeno ma a parte questo non sappiamo niente con certezza.

La riduzione calorica riduce drasticamente i livelli ematici di IGF-1 e contemporaneamente aumenta il rilascio di GH. Questo meccanismo aiuta efficacemente il soggetto ad adattarsi metabolicamente senza dover eseguire azioni anaboliche che potenzialmente accelererebbero la morte per fame. È importante capire che il GH può essere anabolico o catabolico. Quando l’assunzione di nutrienti è alta, la secrezione di GH aumenta producendo anche maggiori livelli di IGF-1, IGFBP3 e insulina. In queste condizioni il ruolo principale del GH è aumentare l’anabolismo attraverso i fattori di crescita locali come l’IGF-1 e l’Insulina.

Anche quando l’assunzione di nutrienti è bassa il GH aumenta ma questa volta non c’è un incremento concomitante di IGF-1, IGFBP3 o Insulina. In presenza di queste circostanze (ipocalorica) il GH agisce come un ormone catabolico che aumenta l’utilizzo dei grassi per produrre carburante risparmiando così il glucosio corporeo senza però influenzare la costruzione muscolare. Questo comportamento dell’asse GH/IGF-1 è parte di quello che rende così difficile costruire massa muscolare durante una dieta con calorie ridotte. Va detto che durante la dieta l’IGF-1 prodotto localmente nei muscoli scheletrici risponde all’allenamento in modo normale. Ciò rende obbligatorio l’uso dei carichi pesanti quando si cerca di prepararsi per una gara senza usare i farmaci. E’ ovvio che stiamo parlando di situazioni endogene e non di alterazione indotta da somministrazioni ormonali esogene.

GH: funzioni e applicazione nel Bodybuilding

Prima di usare qualsiasi sostanza (farmaco o semplice integratore da banco) è d’obbligo possedere una conoscenza di base di come un integratore, un ormone o un farmaco, agisce per costruire e/o conservare la massa muscolare. Conoscere come un ormone agisce nel corpo è necessario per prendere decisioni e gestire i propri regimi di utilizzo. Senza questa conoscenza finirete senza dubbio con lo sprecare molti soldi e, cosa molto più importante, forse mettere a rischio la salute.

Il GH  (Growth Hormone), noto anche come somatotropina (STH), ormone somatotropo, ormone della crescita, è un ormone peptidico secreto dall’adenoipofisi composto da 191 amminoacidi per un peso di 22.005 Da. La sua funzione principale è di stimolare lo sviluppo dell’organismo umano, promuovendo l’accrescimento e la divisione mitotica delle cellule di quasi tutti i tessuti corporei.

Da tempo si pensa che il GH eserciti i suoi effetti anabolici sui tessuti periferici attraverso gli IGF, detti anche somatomedine (“mediatori della crescita”). Le proteine leganti ricoprono un ruolo importante nella moderazione degli effetti anabolici sia del GH che dell’IGF-1. L’IGF-1 è controllato da almeno 6 proteine leganti diverse e forse ce ne sono altre da scoprire. A oggi esistono un paio di teorie su come il GH causa la crescita nei tessuti. La prima teoria si chiama ipotesi della somatomedina (Daughaday, 1972):

  • L’ipotesi della somatomedina afferma che il GH è rilasciato dalla pituitaria e poi viaggia fino al fegato e altri tessuti periferici dove causa la sintesi e il rilascio degli IGF.

Gli IGF si chiamano così a causa della loro similitudine strutturale e funzionale con la proinsulina. Questa ipotesi dice che gli IGF funzionano come fattori di crescita endocrini, ciò significa che dopo il rilascio da parte dei tessuti che li producono, in particolare il fegato in questo caso, viaggiano nel sangue fino ai tessuti di destinazione. Sono seguiti molti studi che mostrano che negli animali con carenza di GH le infusioni sistemiche di IGF-1 conducono alla crescita normale. Gli effetti erano simili a quelli osservati dopo la somministrazione di GH. Cosa interessante, sono seguiti altri studi che mostrano che l’IGF-1 è un fattore di crescita endocrino molto inferiore in quanto necessita di una quantità di quasi 50 volte superiore per esercitare gli stessi effetti del GH (Skottner, 1987). Recentemente l’rhIGF-1 è diventato molto più disponibile e al momento è approvato per la cura della sindrome degenerativa associata all’HIV. Questa maggiore disponibilità ha permesso la sperimentazione nell’uomo di questa ipotesi. Studi su soggetti affetti da insensibilità al GH (sindrome di Laron) hanno avvalorato costantemente l’ipotesi della somatomedina (Rank, 1995; Savage, 1993).

La seconda teoria su come il GH produce i suoi effetti anabolici si chiama teoria dell’effettore duplice (Green, 1985):

  • Il GH produce da solo degli effetti anabolici sui tessuti del corpo senza bisogno dell’IGF-1.

Questa teoria è stata supportata da studi che hanno iniettato il GH direttamente nelle placche di crescita. Ulteriori prove a supporto di questa teoria sono presenti in ceppi di cavie geneticamente modificate. Quando si confrontano le cavie con valori geneticamente alti di GH e le cavie con valori geneticamente alti di IGF-1, quelle con valori alti di GH sono più grandi. Qualcuno ha utilizzato questa prova a sostegno della teoria dell’effettore duplice. Cosa interessante, quando l’IGF-1 antisiero (distrugge l’IGF-1) è somministrato insieme al GH, tutti gli effetti anabolici del GH sono annullati.

La teoria della somatomedina e la teoria dell’effettore duplice non sono molto diverse. Una afferma semplicemente che il GH può produrre crescita senza IGF-1. In base alle ricerche sono incline a credere alla teoria della somatomedina. La questione assume importanza solo quando si decide se usare o no solo il GH oppure di combinarlo con l’IGF-1 o l’insulina. In base alle informazioni al momento disponibili si contano tre importanti meccanismi attraverso i quali il GH produce crescita (Spagnoli, 1996):

  • Gli effetti del GH sulla formazione delle ossa e sulla crescita degli organi sono mediati dall’azione endocrina dell’IGF-1.

Come detto nell’ipotesi della somatomedina, il GH, rilasciato dalla pituitaria, causa una maggiore produzione e rilascio di IGF-1 nella circolazione generale. Poi l’IGF-1 viaggia fino ai tessuti di destinazione come le ossa, gli organi e i muscoli per causare gli effetti anabolici.

  • Il GH regola l’attività dell’IGF-1 aumentando la produzione di proteine leganti (in particolare l’IGFBP 3 e altre proteine importanti dette subunità acido-labile) che aumentano l’emivita dell’IGF-1 da minuti a ore. Poi le proteasi circolanti agiscono per rompere il complesso proteina legante/ormone rilasciando così l’IGF-1 in modo controllato nel corso del tempo.

Il GH può anche far sì che i tessuti di destinazione producano IGFBP-3 aumentando la sua efficacia locale.

  • Nei tessuti di destinazione l’IGF-1 non esercita soltanto azioni endocrine ma anche azioni paracrine/autocrine.

Questo significa che quando il GH arriva nei muscoli le cellule muscolari aumentano la loro produzione di IGF-1. Questo IGF-1 può poi spostarsi nelle cellule adiacenti (specialmente nelle cellule satellite) producendo crescita e una maggiore capacità rigenerativa delle cellule che non hanno visto il GH. Questo secondo la teoria dell’effettore duplice.

E’ interessante notare che i bambini producono “picchi” di 2UI di GH dalle quattro alle sette volte al giorno per quattro/cinque giorni non consecutivi durante un periodo di due/tre settimane (durante i picchi di crescita). Ciò equivale a 32-70UI in soli quattro/cinque giorni. L’Ipofisi di un adulto sano rilascia soltanto 0,5-1,5UI al giorno.

Fino alla metà degli anni ’80, l’unica forma disponibile di GH esogeno era prodotto prendendo l’Ipofisi dei cadaveri e macinandola. Il GH era poi estratto e purificato attraverso una serie di procedure costose, confezionato e venduto dietro ricetta solo per l’uso da parte dei bambini che soffrivano di problemi di crescita. Per questo ed altri motivi, il GH era off-limitz per la Old School di Arnold o di Zane. Nel 1987, questa forma di GH è stata collegata a una malattia cerebrale fatale detta Morbo Creutzfeld-Jacob ed è stata tolta dal mercato.

Arrivò poi la Genetech che lanciò il GH sintetico. Il primo GH sintetico è stato prodotto modificando geneticamente le cellule delle cavie trasformate. Il GH naturale, come ben sappiamo, ha una sequenza di 191 aminoacidi mentre il GH Protropin prodotto dalla Genetech ha 192 aminoacidi nella sua sequenza. Ciò può stimolare il corpo a produrre anticorpi per il GH che lo disattivano. Adesso la maggior parte dei prodotti sintetici contiene la normale sequenza di 191 aminoacidi. Oggi ne esistono in commercio una dozzina. Comunque, in alcuni soggetti il corpo produce anticorpi in seguito alla somministrazione di GH esogeno, vanificando il suo uso. Il GH, usato correttamente, è noto per essere un livellatore genetico, se usato per questo scopo.

Ovviamente, il lancio del GH sintetico permise agli atleti (in specie BodyBuilder) di poterlo inserire nelle loro preparazioni. Il motivo per cui gli atleti si sono avvicinati al GH esogeno (già accennato in precedenza) è semplice e riconducibile a tre effetti che qualsiasi atleta desidera:

  • Il GH aiuta il corpo a bruciare più tessuto adiposo favorendo il rilascio di acidi grassi da usare come energia.

Solitamente, a riposo il corpo usa una pari quantità di grassi e calorie. Quando il sistema endocrino percepisce un livello basso di glucosio circolante, l’assi ipotalamo-ipofisi (HPA) reagisce rilasciando GH. Il GH innesca (attraverso una serie di reazioni enzimatiche/chimiche) il rilascio di acidi grassi dalle riserve adipose per soddisfare i fabbisogni metabolici energetici. E’ stato ben documentato che anche la somministrazione di GH esogeno produce lo stesso effetto.

  • Il GH esercita un effetto anabolizzante molto potente. Nell’esercizio dei suoi effetti anabolizzanti, può causare sia l’iperplasia muscolare (un incremento del numero delle cellule muscolari) sia l’ipertrofia muscolare (l’ingrossamento delle fibre muscolari).

Questa modifica nel numero delle cellule muscolari è permanente, perciò significa più cellule da far crescere. Il GH esercita anche un effetto anabolizzante sui tessuti molli come i tendini, le cartilagini e altri tessuti connettivi. Questo significa che grazie a un tessuto connettivo più forte i vecchi infortuni si risolvono e la forza aumenta, entrambe le cose ad un ritmo accelerato: sfortunatamente, questa azione anabolica conduce (dose/tempo dipendente) alla comparsa della neuropatia. E’ ben noto che il GH è un potente agente anti catabolico (salvaguardia delle proteine). Questo ha permesso (tra le altre cose) ai BodyBuilder moderni di conservare o addirittura aumentare la massa muscolare durante i periodi con calorie ridotte (fasi di definizione/Pre-gara).

  • Il GH converte a livello epatico in IGF-1.

Il corpo ha una capacità limitata di conversione del GH in eccesso in IGF-1 se non ci sono anche livelli elevati di altri ormoni. L’Insulina, gli ormoni tiroidei (T4/T3), le Gonadotropine, gli AAS e anche gli Estrogeni e i Corticosteroidi, ricoprono tutti un ruolo importante negli effetti positivi del GH. Così, anch’essi sono stati aggiunti esogenamente da alcuni atleti allo scopo di raggiungere i “rapporti corretti” ormonali. Per far si che il fegato converta gli alti livelli di GH in IGF-1 più volte al giorno causando una risposta anabolizzante di alto livello, spesso è stato detto che anche gli ormoni tiroidei e l’Insulina dovevano aumentare. Il T3 sintetico è stato considerato una scelta migliore anche perché il GH sopprime il rilascio di ormone T3 naturale. L’uso di Insulina  rapida (Humulin-R) ha permesso agli atleti di sincronizzare l’attività dell’Insulina esogena con il periodo attivo del GH nei momenti di assorbimento ottimale come ad esempio appena alzati e nelle prime ore successive all’allenamento. Il risultato è stato un minore accumulo di grasso e una maggiore risposta anabolizzante.

* * ( L’uso dell’Insulina è molto pericoloso. Se usata nel modo sbagliato può condurre al coma e alla morte. Se volete usarla, fatevi tenere sotto stretto controllo da un medico o Preparatore con adeguate competenze mediche.)

Dosaggio e somministrazione del GH 

La questione della dose di GH “ideale” è complessa. Per curare i ritardi della crescita, le case farmaceutiche produttrici di GH consigliano 0,3UI la settimana ogni 0,5Kg di peso corporeo. Quindi, per un BodyBuilder di 106Kg ci vorrebbero 64UI la settimana, pari a una dose giornaliera di circa 10UI. Comunque, anche 2-3UI il giorno hanno prodotto buoni risultati in un periodo di tempo di 6-8 settimane quando sono stati soddisfatti anche gli altri fabbisogni ormonali. Anche cicli brevi con dosi alte hanno creato ottimi effetti negli atleti che sapevano gestire il tutto in modo “intelligente”. Uno dei lati positivi dei cicli brevi e intensi di GH è l’assenza di incrementi significativi di Somatostatina: comunque, la Somatostatina è facilmente riducibile con l’uso di L-Arginina e dei suoi analoghi. Il range dei dosaggi di GH usati mediamente dagli atleti si aggirano dalle 2UI fino alle 16UI al giorno (1mg= 2,7UI di GH). I metodi di somministrazione del GH sono due: iniezioni sottocutanee o intramuscolari. La maggior parte degli atleti opta per le iniezioni sottocutanee. Se guardate le informazioni cliniche fornite dai vari produttori di GH o dai vari studi reperibili in rete, vedrete che la biodisponibilità di GH somministrato con iniezioni sottocutanee o intramuscolari è molto vicina, come lo sono le concentrazioni medie plasmatiche dopo la somministrazione. Anche se, nel caso delle iniezioni sottocutanee è di circa il 10% in più a causa dell’assorbimento leggermente più rapido del GH rispetto a quando viene iniettato intramuscolare (l’emivita è di circa 3-4 ore iniettato sottocute e di circa 4-5 ore iniettato intramuscolo). Tuttavia, poiché il tasso di assorbimento è leggermente più rapido ed i livelli plasmatici sono leggermente superiori quando iniettato sottocute, ciò non si tradurrà necessariamente in maggiori livelli di IGF-1; non vi è alcuna differenza farmacologica significativa tra i due metodi. C’è da dire però che, in caso di iniezioni multiple molti atleti e preparatori hanno notato risultati migliori con la somministrazione sottocutanea.

Quando il GH è utilizzato in un protocollo che comprende l’uso di Insulina, è importante distanziare le iniezioni di GH e quelle di Insulina di circa un ora. Inoltre, se il GH viene somministrato solo due volte al giorno, è saggio evitare la somministrazione nei momenti di grande rilascio naturale di GH come la mattina presto, dopo l’allenamento e appena prima di andare a letto. Questo se il GH era utilizzato senza Insulina.

E’ giusto ricordare che, il GH incrementa la crescita delle fibre di tipo-I più di quelle di tipo-II. La co somministrazione di androgeni forti (ad esempio Trenbolone) permette la “conversione” delle fibre di tipo-I in fibre di tipo-2 per la forza e la massa. Questo è un esempio di sinergia a lungo termine creata dall’uso di GH.

Alcuni punti interessanti sulla sinergia GH/Insulina:

  • l’Insulina favorisce l’assorbimento cellulare di circa la metà degli aminoacidi per la riparazione e la crescita, mentre il GH favorisce l’assorbimento dell’altra metà.
  • l’Insulina incrementa la conversione del T-4 in T-3, mentre il GH ne riduce la conversione epatica.
  • l’Insulina è ipoglicemica – il GH è iperglicemico.
  • l’Insulina deposita i grassi – il GH rilascia i grassi.

Usare GH senza AAS o Insulina è anticatabolico ma non anabolico. L’uso del solo GH non permette l’incremento significativo delle proteine contrattili delle fibre muscolari. Questo proprio perché al GH manca la capacità di indurre l’assorbimento di tutti gli aminoacidi essenziali e perciò la gran parte della crescita si verifica nelle proteine strutturali.

Come prima accennato, dal momento che il GH riduce i livelli di T-3, riducendo ulteriormente la sintesi proteica, la mancata somministrazione di triiodotironnina si rivela una cattiva scelta. Come è ben noto a quasi tutti, per il mondo girano enormi quantità di AAS e farmaci contraffatti. La cosa, ovviamente, interessa anche il GH sintetico. Quando acquistato al mercato nero, per verificare se il GH è vero, molti hanno semplicemente acquistato un test di gravidanza. Dopo aver miscelato una vial di (presunto) GH si mette una goccia o due nel punto di esame. Se il risultato è “positivo” vi trovate davanti a della semplice Gonadotropina (HCG).

Quando potete (soldi permettendo) assicuratevi di acquistare GH di farmacia come il Saizen o il Genotropin. Se non riuscite a procurarvi GH farmaceutico, potete “ripiegare” sull’Hygetropin assicurandovi ovviamente della sua validità.

Gli effetti collaterali riscontrabili con l’uso di GH sono i seguenti:

  • Ingrossamento dei Reni
  • Ingrossamento del Cuore
  • Pressione ematica alta
  • Diabete
  • Ipotiroidismo
  • Acromegalia
  • Neuropatia

Si tratta di effetti collaterali rari (eccezion fatta per la Neuropatia) e solitamente dovuti a dosi estremamente alte e cicli molto lunghi. Purtroppo, i problemi emergono quando diventano rilevanti.

hGH Fragment 176-191

Esiste una variante del GH chiamata hGH Fragment 176-191. Gli scienziati hanno scoperto che se viene troncato il legame originario del peptide nella regione terminale C si isolano i potenziali sulla perdita di grasso associati con il classico GH. Si è così scoperto che il peptide ottenuto ha una capacità di aumentare la perdita di grasso 12,5 volte meglio del classico GH. hGH Fragment 171-191 è quindi utilizzato da quei BodyBuilder che non cercano le proprietà anabolizzanti del GH ma le sue sorprendenti proprietà sulla perdita di grasso.

Come già accennato, hGH Fragment 176-191 ha una incredibile capacità di regolare il metabolismo dei grassi, con l’aggiunta di non apportare gli effetti collaterali negativi sulla sensibilità all’insulina. In realtà, inibisce anche la lipogenesi; e ciò significa che ha la capacità di arrestare la sintesi di acidi grassi e di altri lipidi. Dal momento che non è in concorrenza per i recettori del GH, diversi studi hanno dimostrato che l’hGH Fragment 176-191 non causa iperglicemia.

Al fine di ottenere dei benefici dall’uso di hGH Fragment, gli utilizzatori assumono dosaggi intorno ai 500mcg al giorno. Questo può essere fatto dosando 250mcg al mattino pre-allenamento e 250mcg prima di pranzo o 250mcg prima di dormire. Gli utilizzatori devono tenere conto dei tempi di iniezione e dei loro pasti. E ‘ottimale iniettare hGH Fragment 176-191 a stomaco vuoto o con un pasto esclusivamente proteico. Come per altri peptidi, hGH Fragment non risulta efficace quando somministrato in concomitanza con pasti contenenti carboidrati e zuccheri. Solitamente l’hGH Fragment viene somministrato insieme a secretagoghi del GH come il GHRH-6. Utilizzando l’hGH Fragment non si verificano i problemi agli ormoni tiroidei, alla sensibilità al glucosio, formicolio, o i problemi di sindrome del tunnel carpale. Gli effetti collaterali più comunemente associati con hGH Fragment 176-191 sono pochi ma possono includere: arrossamento o dolore al sito di iniezione, e eccessiva sonnolenza o letargia.

Di recente stanno spopolando nel mondo del BodyBuilding dilettantistico diversi peptidi con capacità secretagoga del GH (leggi anche Ibutamoren). Ne esistono di diversi tipi e con effetti avversi differenti; tra i più utilizzati troviamo il GHRP-2, il GHRP-6, l’Ipamorelin e il CJC 1295. Personalmente, considero questi peptidi una buona scelta solo per chi non può permettersi il GH o per i novizi.

IGF-1: funzioni, varianti e applicazioni nel Bodybuilding

I fattori di crescita insulino-simili, noti anche come IGF (sigla di Insulin-like Growth Factor) o somatomedine, sono un gruppo di ormoni peptidici dalle proprietà anaboliche, prodotti dal fegato sotto lo stimolo dell’ormone della crescita (GH) prodotto dall’ipofisi. Ne esistono due isoforme:

  • IGF-1 (somatomedina C o SM-C): è massimo in pubertà e diminuisce con la vecchiaia. Esso è strettamente GH dipendente.
  • IGF-2 (somatomedina A o SM-A): è presente soprattutto nella vita fetale, ed è solo parzialmente GH dipendente.

In questa sede ci concentreremo, come ovvio, sull’IGF-1. Per capire come funziona l’IGF-1 bisogna capire come crescono i muscoli. La capacità del tessuto muscolare di rigenerarsi costantemente in risposta all’attività fisica lo rende unico. La sua capacità di rispondere allo stimolo fisico/meccanico dipende in gran parte da quelle che si chiamano cellule satellite. Le cellule satellite sono cellule precursori dei muscoli. Le si possono considerare delle cellule “promuscolo”. Sono cellule che si trovano sopra e intorno alle cellule muscolari. Queste cellule restano dormienti fino a quando vengono chiamate in causa dai fattori di crescita come l’IGF-1. Dopo di ciò queste cellule si dividono e si trasformano geneticamente in cellule che hanno un nucleo identico a quello delle cellule muscolari. Queste nuove cellule satellite con nucleo muscolare sono fondamentali, se non necessarie, per la crescita muscolare. Senza la capacità di aumentare il numero dei nuclei una cellula muscolare non crescerà e la sua capacità di ripararsi sarà limitata. La spiegazione di ciò è piuttosto semplice. Il nucleo della cellula è il posto da dove originano tutti i progetti di nuova crescita. Più il muscolo è grande, più sono i nuclei necessari per mantenerlo. Esiste infatti un rapporto “nuclei-volume” da cui non si può esulare. Ogniqualvolta un muscolo cresce in risposta al sovraccarico funzionale si verifica una correlazione positiva fra l’aumento del numero dei mionuclei e l’aumento dell’area di sezione della fibra (CSA). Quando alle cellule satellite è impedito di donare nuovi nuclei, il muscolo sovraccaricato non cresce (Rosenblatt, 1992 & 1994; Phelan, 1997). Vedete, un fattore importante per la crescita muscolare non naturale è l’attivazione delle cellule satellite da parte dei fattori di crescita come l’IGF-1.

L’IGF-1 stimola sia la proliferazione (incremento del numero delle cellule) che la differenziazione (conversione in nuclei muscolari specifici) in modo autocrino/paracrino, anche se soprattutto stimola la differenziazione. Anche la teoria dell’effettore duplice lo conferma. Infatti, si può iniettare l’IGF-1 in un muscolo e vederlo crescere! Gli studi hanno mostrato che, quando iniettato localmente, l’IGF-1 aumenta l’attività delle cellule satellite, il contenuto di DNA del muscolo, il contenuto proteico del muscolo, il peso muscolare e l’area della sezione muscolare trasversale (Adams, 1998).

I ricercatori stanno adesso scoprendo il percorso di segnalazione attraverso il quale la stimolazione meccanica e l’attività dell’IGF-1 producono tutti i sopraddetti cambiamenti nelle cellule satellite, nel contenuto di DNA del muscolo, nel contenuto proteico del muscolo, nel peso muscolare e nell’area della sezione muscolare trasversale. Questa ricerca origina da studi fatti per spiegare l’ipertrofia cardiaca. Ciò coinvolge un enzima muscolare detto calcineurina che è un enzima fosfatasi attivato da alte concentrazioni intracellulari di ione calcio (Dunn, 1999). Notare che il muscolo sovraccaricato è caratterizzato da concentrazioni intracellulari cronicamente alte di ione calcio. Altre ricerche recenti hanno dimostrato che l’IGF-1 aumenta le concentrazioni intracellulari di ione calcio conducendo all’attivazione del percorso di segnalazione e alla susseguente ipertrofia delle fibre muscolari (Semsarian, 1999; Musaro, 1999).

Riassumendo, i ricercatori coinvolti in questi studi hanno dato questa spiegazione:

  • l’IGF-1, oltre ad attivare la calcineurina, induce l’espressione del fattore di trascrizione GATA- 2 che si accumula in un sottoinsieme di nuclei muscolari dove si associa con la calcineurina e una forma specifica defosforilizzata del fattore di trascrizione fattore nucleare delle cellule attivate T o NF-ATc1.

Perciò, l’IGF-1 induce la segnalazione e l’attivazione del GATA-2 mediate dalla calcineurina, un segno dell’ipertrofia dei muscoli scheletrici che coopera con isoformi NF-ATc specifici per attivare i programmi di espressione genetica che conducono a una maggiore sintesi delle proteine contrattili e all’ipertrofia muscolare.

Un effetto collaterale dell’assunzione di AAS metilati in C-17 è anche quello di aumentare la produzione naturale di IGF-1 da parte del fegato. Dato che i recettori dell’IGF-1 sono presenti sui muscoli e sugli organi come cuore, milza, intestino tenue e reni, maggiore è la concentrazione di recettori, maggiore è l’effetto esercitato sugli organi.

L’IGF-1 ricombinante (geneticamente modificato) è efficace quando iniettato intramuscolo perché causa una crescita localizzata. E’ il metodo più usato. Il farmaco ha una emivita di circa 10 minuti e se è, o è stato, legato all’IGF-BP3 (Proteina Legante l’IGF-1) l’emivita è estesa fino a 12 ore circa. Spesso si associa l’Insulina e/o il GH con l’IGF-1 perché quest’ultimo blocca la produzione di GH naturale e il GH causa resistenza all’Insulina. Spesso l’IGF-1 è considerato un pro-Insulina perché combatte la resistenza all’Insulina e interagisce con l’Insulina. Si tratta comunque di una definizione imprecisa.

L’IGF-1 può avere tutti gli effetti collaterali dell’uso di GH o di Insulina con uno svantaggio aggiunto: crescita gastrointestinale. Questo succede perché nel tratto gastrointestinale si trovano molti più recettori dell’IGF-1 di quanti se ne trovino nei muscoli scheletrici. Questi ultimi hanno più recettori per il GH. Ciò spiega gran parte del gonfiore visto più volte nelle competizioni di BodyBuilding d’alto livello. L’IGF-1 è stato usato clinicamente nei bambini con dosi di oltre 3-7mg al giorno. Cioè 3000- 7000mcg al giorno! Non si sono verificati effetti collaterali negativi e non se ne attendevano. Nel BodyBuilding le dosi medie sono nettamente inferiori e vanno da 60 a 1000mcg al giorno divisi in iniezioni intramuscolari eseguite sui muscoli allenati. E’ inutile sottolineare che con l’uso di IGF-1 si è sperimentata una crescita localizzata molto marcata. E’ importante notare che l’IGF-1 può causare ipoglicemia ed è quindi fondamentale l’uso di un kit per la misurazione della glicemia.

Varianti IGF-1: Des (1-3) e LR3

Quando un chimico elimina gli ultimi tre aminoacidi della catena (il tripeptide N-terminale), l’IGF-1 diventa Des (1-3) che è del 1000% più anabolizzante. Il perché è molto semplice: la maggior parte dell’IGF-1 circolante è inattivo perché è legato a un’altra proteina detta proteina legante l’IGF-1 3, ovvero IGF-1-BP3. Dal momento che gli ormoni legati non possono entrare nel loro sito recettore per stimolarlo, l’IGF-1 circolante e muscolare non può produrre uno stimolo anabolico. Ma quando l’IGF-1 viene modificato e reso Des (1-3), la proteina legante IGF-1-BP3 non può legarcisi ed è totalmente attivo.

Un’altra ragione per cui il Des (1-3) è la sua capacità unica di legarsi ai siti recettori dell’IGF-1 modificati dall’Acido Lattico: quando ci alleniamo usiamo substrati energetici come i carboidrati per produrre ATP cellulare. Quando le cellule passano a questo percorso dell’ATP, il sottoprodotto è l’acido lattico. Questa, ovviamente, è la causa principale del bruciore che si avverte durante l’esecuzione di serie intense o con un alto numero di ripetizioni. Dunque, l’accumulo di acido lattico si chiama acidosi e distrugge la forma di alcuni siti recettori per un po’ di tempo.

Perciò, alcuni ormoni anabolici/anticatabolici hanno difficoltà (anche l’IGF-1 non legato) a unirsi con il loro rispettivo sito recettore e stimolare una risposta. Questo non succede al Des (1-3) che si unisce al sito recettore dell’IGF-1 anche dopo l’acidosi. Il Des (1-3) non è legato, ad è oltre 10 volte più potente dell’IGF-1 e libera gli ingressi del sito recettori. Purtroppo, ha una vita attiva di soli pochi minuti. E’ interessante notare che il corpo è in grado di produrre Des (1-3). Quando un atleta si allena, l’acido lattico si accumula nel tessuto muscolare. Come sappiamo, c’è sempre un residuo di GH/IGF-1 presente nel sangue e nei tessuti (compreso il muscolo) dagli allenamenti precedenti e altri fattori metabolici. Il bruciore dell’acido lattico stimola la produzione di IGF-1/GH dall’allenamento attuale e dai precedenti. Sfortunatamente , l’acido lattico distrugge parte dell’IGF-1 presente nei muscoli allenati. Ma questo risulta positivo.

L’acido lattico taglia (tronca) gli ultimi 3 aminoacidi della catena di 70 amminoacidi di “parte” dell’IGF-1 sopravvissuto e crea Des (1-3). Quindi, l’acidosi aumenta la produzione epatica di GH/IGF-1, slega l’IGF-1 localmente nel muscolo allenato (bruciato), distrugge parte dell’IGF-1 e ne converte un’altra parte in Des (1-3). La versione sintetica sta cominciando da diversi anni ad essere sempre più frequente nel mercato nero.

Le dosi mediamente usate di Des (1-3) vanno dai 50 ai 150mcg più volte al giorno (dopo l’allenamento) in iniezioni localizzate nei muscoli allenati. Dal momento che Des (1-3) ha una breve emivita (20-30 minuti), la desensibilizzazione recettoriale non è stata rilevata.

Esiste un’altra forma di IGF-1 simile al prima citato Des (1-3): l’LR3. Al pari del Des (1-3), l’LR3 è modificato chimicamente così che non presenti legame con le proteine di trasporto IGF-1-BP3. Ma c’è di più: mentre il Des (1-3) presenta una vita attiva di soli pochi minuti, l’LR3 presenta una emivita di 20 30 ore! In poche parole, l’LR3 è la versione a lunga durata del classico IGF-1. Comunque, risulta meno potente rispetto al Des (1-3). Grazie alla sua lunga emivita, l’LR3 è spesso iniettato in un sito “a-specifico” grazie al fatto che la crescita risulta potenziata nel complesso e non localmente. LR3 ha la capacità di impedire al glucosio di entrare nelle cellule e ciò, a sua volta, si traduce in una costrizione metabolica per cui il corpo brucia i grassi e non il glucosio. I dosaggi mediamente utilizzati per l’LR3 si aggirano intorno ai 50-150mcg al giorno tutti i giorni per un periodo massimo di 40 giorni (o meglio 4 settimane) dato che la desensibilizzazione recettoriale si verifica all’incirca in questo arco di tempo.

E’ importante capire che gli effetti collaterali negativi a lungo termine non sono stati ancora ben analizzati. Qualsiasi cosa possieda il potenziale di modificare la genetica ha anche un uguale potenziale negativo.

Androgeni Anabolizzanti e aumento dei livelli di GH e IGF-1

A questo punto vorrei approfondire una questione, e cioè lo stimolo del GH e dell’IGF-1 tramite l’uso di AAS. Anche se questo non è esattamente un articolo sugli androgeni di per sé, gli androgeni ricoprono un ruolo importante nella modulazione del GH quando si cerca di aumentare la massa muscolare. Per capire questa relazione dobbiamo ritornare agli anni difficili della pubertà. Durante la pubertà si verifica un inceppamento nella capacità del corpo di regolare con precisione i livelli di GH creando maggiori livelli di GH, IGF-1 e insulina. Ciò si combina con la forte produzione di testosterone che caratterizza la pubertà. La ricerca ha mostrato che questo inceppamento è causato dall’aromatizzazione del testosterone e da alcune azioni dirette degli androgeni. In uno studio recente svolto da Friburg sono stati confrontati gli effetti del testosterone e dello stanozololo sulla stimolazione del rilascio del GH. Il testosterone enantato (solo 3 mg/kg alla settimana) aumentava i livelli di GH del 22% e i livelli di IGF-1 del 21% laddove lo stanozololo orale (0,1 mg/kg alla settimana) non ha avuto nessun effetto sui livelli di GH o di IGF-1. Un paio di osservazioni su questo studio. È durato solo 2-3 settimane e anche se lo stanozololo non ha influenzato i livelli di GH o di IGF-1, ha prodotto degli effetti simili sui livelli di azoto nell’urina. L’azoto nell’urina è denso di variabili disorientanti quando usato per determinare l’anabolismo e/o il catabolismo dei muscoli scheletrici e perciò non andrebbe considerato un indice accurato della crescita dei muscoli scheletrici. Usare gli amminoacidi traccianti marcati o la 3-metilistidina è un modo di gran lunga più preciso per determinare l’effettiva sintesi e disgregazione delle proteine contrattili.

Comunque, questo studio può spiegare in parte l’osservazione che molti bodybuilders non rispondono ai prodotti a base di testosterone con il blocco completo degli estrogeni. E’ anche vero che l’uso di AAS orali metilati in C-17, ha causa proprio dello stress epatico indotto dalla metilazione, aumentano la produzione di IGF-1 epatica. Solitamente i dosaggi necessari per far si che avvenga un aumento significativo della produzione epatica di IGF-1 sono superiori agli 0,1mg/Kg di peso dello studio preso in esame precedentemente citato.

Troppo Cytadren e soprattutto Arimidex prevengono la ginecomastia e un eccesso di ritenzione idrica ma riducono anche i guadagni muscolari attraverso un aumento del GH meno forte e susseguenti livelli di IGF-1 più bassi. In vitro è stato anche visto che alcuni androgeni aumentano la sensibilità delle cellule muscolari satellite al fattore di crescita fibroblastico e all’IGF-1. Ricordatevi che le cellule satellite sono necessarie per la crescita della cellula. Le cellule muscolari satellite dei bovini riuscivano a fondersi del 20% più velocemente quando trattate con il trenbolone e l’estradiolo . Qualcuno può pensare che non sia stato solo il trenbolone ma anche l’estradiolo a causare l’aumento significativo dell’efficacia dell’alimentazione e della crescita muscolare attraverso l’aumento della produzione di GH e di IGF-1 sia nel fegato che nelle cellule muscolari. Da questi studi appare chiaro che l’IGF-1 è fondamentale per trarre l’attività anabolica massima dagli androgeni. Questo significa che molto probabilmente gli androgeni che aumentano la produzione di GH (cioè quelli che aromatizzano) produrranno i guadagni di massa muscolare più consistenti e rapidi. E’ anche vero che l’uso di AAS orali metilati in C-17, ha causa proprio dello stress epatico indotto dalla metilazione, aumentano la produzione di IGF-1 epatica. Ovviamente, solitamente i dosaggi necessari per far si che avvenga un aumento significativo della produzione epatica di IGF-1 sono superiori agli 0,1mg per Kg di peso dello studio preso in esame.

Insulina: funzioni, varianti e applicazioni nel Bodybuilding

L’Insulina è un ormone peptidico dalle proprietà anaboliche non specifiche, prodotto dalle cellule β delle isole di Langerhans all’interno del pancreas; è formata da due catene unite da due ponti solfuro: catena A di 21 aminoacidi e catena B di 30 aminoacidi. La sua funzione più nota è quella di regolatore dei livelli di glucosio ematico riducendo la glicemia mediante l’attivazione di diversi processi metabolici e cellulari. Ha inoltre un essenziale ruolo nella proteosintesi (sintesi proteica) assieme ai prima citati ormoni che sinergicamente partecipano a tale processo: l’asse GH/IGF-1, e il Testosterone. L’insulina stimola l’ingresso di glucosio nel citosol delle cellule di organi insulino-dipendenti legandosi ad un recettore esterno della membrana cellulare. Tale funzione è possibile grazie all’interazione dell’insulina col suo recettore presente sulla membrana cellulare, che promuove la fosforilazione su tre residui di tirosina del peptide IRS-1 situato nel citoplasma. Il peptide così fosforilato agevola la fosforilazione del glicerofosfolipide fosfatidilinositolo-4,5-bifosfato (PIP2), ad opera dell’enzima fosfatidilinositolo-3-chinasi (PI3K), in fosfatidilinositolo-3,4,5-trifosfato (PIP3), che attiva a sua volta la proteina insulino-sensibile PKB. Tale proteina rende inattivo l’enzima glicogeno-sintasi-chinasi, responsabile dell’inattività della glicogeno- sintasi. Tale enzima, stimolato così dall’insulina, agevola la formazione e l’allungamento delle molecole di glicogeno nel fegato e nei muscoli scheletrici attraverso l’unione di monomeri di glucosio. Di pari passo disincentiva il processo di demolizione del glicogeno da parte della glicogeno fosforilasi, privandola di un gruppo fosfato tramite un enzima fosfatasi.

La carenza di insulina, o la resistenza cellulare a questa, determina una carenza di glucosio-6-fosfato, necessario al processo intracellulare di glicolisi che sintetizza piruvato a partire dal glucosio. L’ossalacetato, insieme all’acetil-CoA, costituisce la base del ciclo di Krebs. L’eccesso di acetil-CoA, non più utilizzabile per la condensazione del citrato, è destinato alla via chetogenica per produrre energia liberando CoA-SH e corpi chetonici, responsabili della chetoacidosi diabetica.

I suoi ormoni antagonisti sono il cortisolo (ormone alla base dell’insulinoresistenza), l’adrenalina, il glucagone, l’aldosterone e il GH. Gli ormoni che invece migliorano la sua azione sono il testosterone, il fattore di crescita insulino simile e, in minor misura gli estrogeni (stimolano la sintesi della proteina, la transcortina, che lega e inibisce il cortisolo).

Queste due catene derivano da un unico polipeptide da cui viene escisso il Peptide C, corto frammento proteico, apparentemente privo di funzioni fisiologiche che, in quanto secreto insieme all’insulina, è un utile indicatore della funzionalità insulare.

L’insulina ha anche altre funzioni non meno importanti, infatti stimola le mitosi, la crescita della massa muscolare ed ossea; contrariamente ad altri ormoni anabolizzanti, stimola anche la crescita della massa adiposa; aumenta il colesterolo LDL.

Nel sistema nervoso centrale, soprattutto nei neuroni che costituiscono il centro ipotalamico per la sazietà, troviamo i recettori per l’insulina. Nell’encefalo, infatti, quest’ormone non regola il metabolismo del glucosio, ma regola l’assunzione di cibo in quanto attenua la sensazione di fame. Di conseguenza, quando una persona ha un basso livello di insulina (ad esempio in un diabetico), tende a mangiare più del dovuto, in quanto l’insufficiente azione dell’insulina non gli fa percepire la sazietà, con maggiore facilità a diventare obesa.

Normalmente, quando si citano le proprietà dell’ormone insulina, viene trattata principalmente la funzione di abbassare i livelli ematici di zuccheri nel sangue (glucosio), trasportandoli verso determinati tessuti che fungono da siti di stoccaggio o di riserva (tessuti insulino-dipendenti), ovvero il tessuto muscolare scheletrico, il cuore, e il tessuto adiposo, e altri tessuti verso cui essa ha un’azione indiretta sulla captazione di glucosio. In realtà l’insulina interviene in ogni caso con il semplice scopo di “nutrire” questi tessuti, anche in seguito all’introduzione di altri nutrienti, quali proteine (o aminoacidi e peptidi) e lipidi, e non solo con il compito di gestire un eventuale eccesso di zuccheri nel sangue.

L’insulina ricopre un ruolo sulla sintesi proteica in sinergia con gli ormoni GH (o somatotropina), IGF-1 (o somatomedina c) e il testosterone. In seguito all’introduzione di proteine, gli amminoacidi che ne derivano sono in parte utilizzati per la sintesi proteica e in generale per l’accrescimento. Molti degli amminoacidi possono stimolare l’insulina, ma il loro potere insulinogenico varia in base al tipo, ai livelli di glucosio, e alla mescolanza con esso (vedere amminoacidi insulinogenici). Amminoacidi misti e un pasto puramente proteico causano la produzione di insulina, ma meno rispetto ad un pasto puramente glucidico. La secrezione di tale ormone in seguito a un pasto proteico promuove l’uptake e lo stoccaggio di amminoacidi sotto forma di proteine muscolari e contrasta la proteolisi (il catabolismo proteico), un processo che promuove l’utilizzo di amminoacidi a scopo energetico per gluconeogenesi, principalmente durante il digiuno.

Alcuni ricercatori affermano che il ruolo principale dell’insulina sia quello di ridurre il catabolismo proteico ricoprendo in realtà un ruolo minore nella sintesi proteica, anche se alcuni studi hanno evidenziato il contrario. Altre evidenze suggeriscono che incrementare l’insulina senza incrementare contemporaneamente la disponibilità di amminoacidi tende a ridurre la sintesi proteica a causa di una riduzione delle concentrazioni di amminoacidi ematici. Invece gli amminoacidi derivanti dalle proteine alimentari sembrano esercitare il loro effetto principale nell’incremento della sintesi proteica, con minimi effetti sul catabolismo proteico, anche se non tutti gli studi hanno confermato questo effetto.

Le proteine stimolano sia la secrezione di GH che di insulina. Entrambi a loro volta favoriscono la produzione di IGF (Fattore di crescita insulino-simile); in particolare l’IGF-1 è, come abbiamo già visto, tra le somatomedine, quello che provoca l’aumento della massa magra (sebbene le proprietà anaboliche vengano attribuite al GH, è in realtà l’IGF-1 il responsabile di tale effetto, che tuttavia è strettamente dipendente dal GH). Allo stesso tempo, il GH, il quale non è direttamente coinvolto nell’anabolismo proteico, ma piuttosto nella capacità di incremento di IGF, assieme al glucagone previene l’ipoglicemia (sono ormoni iperglicemizzanti) causata dall’insulina in assenza di carboidrati, innescando la lipolisi. In seguito all’introduzione di sole proteine/amminoacidi, la concentrazione plasmatica di glucosio non può essere mantenuta perché non vi è introduzione di glucosio con il pasto stesso, quindi devono essere secreti ormoni iperglicemizzanti, in primis il glucagone, per stabilizzare i livelli di glucosio nel sangue grazie alla glicogenolisi epatica e la gluconeogenesi.

Dunque insulina e GH (così come il glucagone) non sono sempre antagonisti, ma hanno un’azione sinergica di rilievo in seguito all’introduzione di sole proteine sulla proteosintesi e sul mantenimento dell’omeostasi glicemica. Anzi, solo la loro secrezione contemporanea favorisce la crescita, poiché ognuno di essi (in realtà l’IGF-1, solo mediato dal GH) svolge una specifica attività distinta da quella dell’altro, stivando una diversa selezione di aminoacidi (già accennato in precedenza). Invece, in assenza di introduzione proteica, l’azione del GH non può tradursi in anabolismo proteico, poiché questa azione è svolta dall’insulina e IGF-1. Nei casi di digiuno, quando la secrezione di GH avviene senza la sinergia di questi ultimi, esso svolge altri ruoli metabolici tra cui la lipolisi, ma non la proliferazione dei tessuti, come abbiamo già spiegato.

È la somministrazione di carboidrati che determina un reale antagonismo tra GH (e glucagone) e insulina. I carboidrati infatti stimolano fortemente l’insulina con lo scopo di controllare il livelli glicemici e gestire un eventuale eccesso, mentre il GH e il glucagone vengono inibiti, poiché non devono antagonizzare l’effetto ipoglicemizzante dell’insulina a causa dell’abbondanza di glucosio, ma al contrario, l’effetto dell’insulina non contrastato, causa un facile accumulo dell’eccesso di carboidrati sotto forma di glicogeno e trigliceridi. L’insulina quindi causa lipogenesi se in presenza di glucidi, o glucidi mescolati ad altri nutrienti, mentre le sole proteine non la inducono all’accumulo di grasso, ma anzi al dimagrimento.

Storia e uso clinico dell’insulina

Prima che l’Insulina fosse scoperta, il diabete era una malattia temuta che poteva portare alla morte. I medici sapevano che il diabete veniva aggravato dagli zuccheri, per cui ai pazienti venivano fatte seguire diete rigorose. Questo metodo poteva garantire al paziente un aspettativa di vita di qualche anno in più, ma la dieta da sola non li salvava. I medici hanno iniziato a capire che il pancreas dei diabetici era danneggiato e mal funzionante e, nel 1869, il tedesco Paul Langerhans scoprì che all’interno del tessuto pancreatico, che produce succhi digestivi, erano presenti gruppi di produzione di insulina dette cellule β.

La storia dell’Insulina è legata allo scienziato Nicolae Constantin Paulescu, nato a Bucarest il 30 ottobre 1869 e morto nella stessa città il 17 luglio del 1931. Siamo nel 1921 e Paulescu, primo al mondo, è in grado di curare il diabete, tanto che l’anno successivo, per la precisione il 10 aprile del 1922, ottiene il brevetto per la scoperta della Pancreina. Nel febbraio del 1922, quindi oltre otto mesi dopo, due ricercatori dell’Università di Toronto, il dottor Frederick Grant Banting ed il biochimico John James Richard Macleod pubblicano sul Journal of Laboratory and Clinical Medicine un saggio sui risultati positivi, nella normalizzazione dei livelli glicemici, ottenuti su un cane diabetico con l’uso di un estratto pancreatico acqueo. Si apre una lunga discussione perché i due ricercatori sembrano aver semplicemente messo in pratica ciò che Paulescu ha scritto nei suoi lavori precedenti ed in particolare nel saggio del 22 giugno dell’anno precedente. I due studiosi, infatti, fanno espresso riferimento a quell’articolo scientifico e dichiarano solo di confermare i rivoluzionari risultati ottenuti da Paulescu. Nel 1923, il comitato per il Nobel di Stoccolma assegna il Premio per la Fisiologia e la Medicina a Banting e Macleod, ignorando del tutto il lavoro e le ricerche di Paulescu. Tutte le contestazioni e suoi nuovi lavori pubblicati sugli Archives Internationales de Physiologie sono inutili. Lo scienziato Ion Pavel, negli anni settanta, in pieno regime comunista romeno, rese pubblica una lettera del 15 ottobre 1969 ricevuta da Charles H. Best, un collaboratore di Banting e Macleod, nella quale si ammette che i due vincitori del Nobel non avevano fatto altro che riprodurre in laboratorio le ricerche di Paulescu. Comunque sia, nel 1922 venne curato con successo il primo paziente diabetico; un ragazzo di 14 anni, il quale ricevette l’estratto chiamato ‘Insulina’ ricavato dal pancreas di una mucca.

Fino agli inizi degli anni ‘80, 20 milioni di diabetici in tutto il mondo potevano accedere solamente all’insulina animale, prodotta da organi (pancreas) bovini e suini. Questo processo, dispendioso e ingombrante, riusciva a ottenere un prodotto poco ideale per il paziente dato che a lungo termine l’insulina animale è tossica all’organismo umano per motivi immunologici, causando malattie a livello epatico e effetti collaterali quali cecità, in alcuni casi persino la morte.

Grazie all’avvento dell’era biotecnologica è possibile produrre l’insulina tramite modificazione enzimatica dell’insulina prodotta dal maiale o tramite tecnologia del DNA ricombinante in sistemi batterici evitando possibili contaminazioni.

L’Insulina si ottiene con la tecnologia del DNA ricombinante dal 1982, quando negli Stati Uniti fu messo a punto un sistema batterico in E. coli. L’insulina è collegata al primo brevetto e al primo farmaco biotecnologico, messo in commercio.

La strategia di clonazione prevede la produzione delle catena A e B separatamente. È stata sintetizzata l’informazione per la catena A, fondendo la sequenza nucleotidica con il gene lacZ nel plasmide pBR322, vettore di clonazione in E. coli. nel punto di fusione tra lacZ e l’informazione relativa alla catena A è stato inserito il codone codificante l’amminoacido metionina.

La catena B è, invece, stata sintetizzata in due tempi: prima è stata sintetizzata la porzione N-terminale con procedimento analogo a quello seguito per la catena A; poi è stata sintetizzata la porzione C terminale con lo stesso procedimento. In seguito all’espressione di tali geni in E. coli si sono isolati i frammenti codificanti la catena, sono stati fusi col gene lacZ inserendo nel punto di fusione l’amminoacido metionina.

L’utilizzo del sistema lacZ/beta-galattosidasi ha numerosi vantaggi:

  • il sistema è inducibile
  • le catene vengono sintetizzate in fusione con la beta-galattosidasi, che svolge un’azione protettiva nei confronti della demolizione proteolitica.

I due peptidi vengono trattati quindi con bromuro di cianogeno, un agente chimico capace di scindere i peptidi con taglio proteolitico in corrispondenza dell’amminoacido metionina. Non resta, quindi, che purificare i prodotti di sintesi e di mescolare le due catene, permettendo la formazione spontanea dei ponti disolfuro.

Inoltre, l’insulina in soluzione è in equilibrio tra forma dimera ed esamera. In presenza di zinco assume forma esamera, diventando un complesso cristallino od amorfo più stabile ma insolubile, quindi di più lento assorbimento. La forma cristallina viene assorbita più lentamente ed è nota come “insulina ultralenta” e la sua azione appare dopo circa 36 ore; la forma amorfa è nota come “insulina semilenta”, viene assorbita più rapidamente e la sua azione ha una durata di soli 12-16 ore; la forma rapida ha un’emivita di 4 ore.

Tuttavia, la sintesi mediante l’utilizzo di batteri è molto scomoda, per diversi motivi. Primo tra tutti la difficoltà di assemblaggio (con conseguente bassa resa) delle due catene, dato che questi microorganismi, essendo procarioti, non possiedono tutto il macchinario di modificazione e secrezione necessario per una proteina oltretutto tipicamente degli eucarioti superiori. E poi vi sono gli alti costi per la sua purificazione. Tutto ciò può essere aggirato utilizzando i lieviti come organismi bio- reattori: essendo eucarioti, quindi provvisti di reticolo endoplasmico e apparato del Golgi altamente sviluppati, non avranno problemi ad assemblare correttamente e a secernere la proteina d’interesse.

Uso dell’insulina nel bodybuilding

Da quello che è stato detto fino ad ora, si evince che l’Insulina è l’ormone più anabolizzante “non specifico” (dal momento che è anabolico sia per il tessuto muscolare che per quello adiposo). I top Bodybuilders cominciarono ad inserire l’Insulina nelle loro preparazioni a partire dagli anni ’90 insieme al GH . E se avete fatto attenzione a ciò che ho precedentemente riportato, l’utilizzo dell’Insulina da parte degli atleti lo si deve alla sua capacità di aumentare il deposito intra cellulare di nutrienti. Ciò significa quindi che i nutrienti come il glucosio, gli aminoacidi e integratori come la Creatina e la Glutammina sono spinti dentro alla cellula in quantità molto maggiori. Dato che l’Insulina non è sito-specifica e che le cellule sia muscolari sia adipose hanno siti recettori per l’Insulina, i nutrienti sono depositati in entrambi questi tipi di cellule e anche negli organi.

L’effettiva suddivisione nel deposito dei nutrienti dipende fortemente dalla sensibilità dei recettori. Per questa ragione, i soggetti che hanno sviluppato insulino-resistenza (insensibilità recettoriale) hanno una tendenza a guadagnare una quantità significativa di tessuto adiposo durante la somministrazione di Insulina. Ricordiamoci anche che l’Insulina è sia anabolica che anti-catabolica.

Dato che l’Insulina agisce sinergicamente con altre sostanze chimiche anabolizzanti/androgene, ci sono molti metodi, associazioni e protocolli che diversi atleti utilizzano con efficacia. Ci sono anche protocolli di “sicurezza” minima (“sicurezza” è una parola grossa con l’Insulina) che i BodyBuilders più intelligenti e meglio seguiti usano:

  • Una dose singola di 1UI ogni 7Kg di peso corporeo e non più di due volte al giorno iniettate sottocute (un BodyBuilder di 90Kg userebbe 13UI, 90/7 = 13).
  • Un ciclo d’uso dovrebbe durare tra 15 e 28 giorni con un periodo di pausa di 4-8 settimana. I periodi più lunghi perdono d’efficacia (insulino-resistenza).
  • Per ogni UI di Insulina iniettata bisognerebbe ingerire un minimo di 10gr di carboidrati (un margine troppo esiguo). Qualcuno dice che così le calorie aumentano troppo. Personalmente non sono d’accordo e rimarrei su un margine di 15gr di carboidrati per ogni UI di Insulina in base al tempo d’azione dell’Insulina usata (lenta o breve).
  • I due momenti di maggiore efficacia in cui si utilizza l’Insulina sono durante i due periodi di sensibilità più alta (periodi in cui anche il Cortisolo è alto):
  • -Prima dose al mattino (appena svegli prima del pasto)
  • -Immediatamente dopo un allenamento intenso.
  • Gli AAS aumentano la sensibilità all’Insulina. Ciò significa che spesso le dosi sono più basse (meno Insulina esogena) quando è stata associata con gli AAS e con altre sostanze anabolizzanti.
  • Non utilizzare mai protocolli di Insulina in cui l’emivita di quest’ultima si sovrappone. Con l’uso dell’Humulin-R, che ha un’emivita di 4 ore, fra le iniezioni devono passare minimo 4 ore.
  • Non usare mai l’Insulina senza la guida e il controllo di un medico o preparatore altamente qualificato. Acquistare e imparare a usare un Kit per la misurazione del glucosio ematico.
  • Humalog viene somministrata circa 15 minuti prima di un pasto adeguato.
  • Regular Tip-R è stata somministrata 30 minuti prima di un pasto adeguato.

 

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Migliorare la sensibilità all’insulina (integratori e farmaci)

L’insensibilità all’Insulina ovvero l’Insulino-resistenza è una situazione medica legata fondamentalmente al diabete tipo-2. Potrei parlare per pagine di questa condizione ma si tratta di una condizione in cui i recettori dell’Insulina delle cellule muscolari diventano resistenti all’Insulina circolante rilasciata in risposta all’ingestione dei nutrienti. Dato che il corpo deve eliminare dal sistema il glucosio ematico in eccesso, le ormai super-sensibili cellule grasse si ingozzano fino a gonfiarsi mentre le cellule muscolari mangiano appena. La situazione peggiora quando le cellule muscolari digiune e affamate continuano a sperimentare livelli bassi di glucosio e le riserve di glicogeno epatico sono esaurite. Primo, il rilascio di proteine muscolari (catabolismo) si traduce in gluconeogenesi a spese della massa muscolare duramente guadagnata. Secondo, il segnale del bisogno di alimentazione delle cellule muscolari segnala al cervello che è necessario più cibo. Terzo, le cellule grasse si ingozzano di nuovo e il ciclo dell’ingrassamento ricomincia di nuovo.

Molti substrati alimentari influenzano la sensibilità all’Insulina in senso positivo o negativo. Ovviamente, l’obiettivo di tutti gli individui sani è diminuire la resistenza all’Insulina ma un atleta deve concentrarsi sull’aumentare in modo significativo la sensibilità all’Insulina delle cellule muscolari e sul diminuire la resistenza delle cellule grasse. Il risultato è molta più massa muscolare magra e una riduzione significativa del tessuto adiposo.

Benché siano molti i substrati integrativi (leggi anche Tiamina e integratori utili contro il diabete) che hanno un certo valore in questo campo, ce ne sono alcuni che la ricerca e l’esperienza hanno indicato come più efficaci:

  • L-Arginina: è sufficiente l’ingestione di 2-4 grammi di L-Arginina con una bevanda post-workout di proteine /carboidrati per aumentare i tassi di sintesi di glicogeno del 30-40% nei soggetti sani. L’Arginina è anche il precursore della sintesi di Ossido Nitrico (NO). Il NO gioca un ruolo chiave in ogni via metabolica anabolizzante nel corpo umano. L’aggiunta di L-Arginine e di Cofattori della sintesi di NO2 (400mcg di acido folico, 400 mg di N-acetilcolina e 1000mg di fenilalanina) possono aumentare la vita attiva del NO da pochi minuti a circa 12 ore. Due volte al giorno è l’assunzione migliore.
  • L-Glutammina: è un amminoacido che può essere convertito in glucosio attraverso la gluconeogenesi e utilizzato per la sintesi di glicogeno. Esso agisce anche come un mediatore non insulino dipendente per attivare la sintesi cellulare del glicogeno e del glucosio / aminoacidi. Questo si aggiunge alla riduzione dell’Insulino-resistenza. Le dosi vanno dai 20 ai 120 grammi al giorno; 20 grammi funziona bene.
  • Taurina: la taurina è un amminoacido che fornisce di per se un trasportatore non insulino-dipendente per i nutrienti. Questo significa che la taurina può imitare l’insulina nei siti recettori delle cellule muscolari. Migliora l’insulino-resistenza e aiuta a mantenere il colesterolo solubile. 2-4gr al giorno ai pasti è un dosaggio efficace.
  • Cromo Picolinato: migliora la sensibilità del sito recettore dell’insulina e in certa misura l’affinità recettoriale dell’Insulina. 200-400mcg di Cromo Picolinato al giorno è una dose efficace.
  • Acido Corosolico: l’Acido Corosolico agisce similmente all’Insulina nell’innescare una risposta cellulare insulino-simile nelle cellule muscolari, ma non nelle cellule adipose. Riduce la glicemia di circa il 20% con un dosaggio di 620mcg. L’Acido Corosolico si trova in una concentrazione pari a 600-620mcg per 50mg di polvere di Glucosol.
  • Cannella: 1/8 di cucchiaino di cannella 8 volte al giorno con il cibo può aumentare la sensibilità all’insulina fino al 300%.
  • Infuso di Salvia: (60gr circa di salvia) alcune ricerche hanno dimostrato che è in grado di aumentare la sensibilità all’Insulina fino a 500% (10-20% è più probabile).
  • Omega-3 (EPA+DHA): aumentano la sensibilità all’insulina modulando la produzione cellulare delle Prostaglandine “buone” (PG). Dai 2,5 ai 6 grammi al giorno di EPA+DHA.
  • D-pinitolo: degli integratori al momento disponibili considerati aiutare la sensibilità dei siti recettori dell’insulina il D-pinitolo ha superato con successo l’esame dei bodybuilder del mondo reale. Sebbene sia stato detto che il prodotto imita l’effetto dell’insulina, il suo vero valore risiede nella sua interazione unica con i siti recettori dell’insulina traducendosi nella riduzione della quantità di insulina necessaria per stimolare l’assorbimento e la sintesi delle proteine e del glicogeno. Questo integratore è classificato come un inositolo fosfoglicano. L’equivalente farmaceutico del D-pinitolo si chiama D chiroinositolo. In molti studi il D-chiroinositolo ha mostrato di avere dei grossi effetti positivi sul ritmo di metabolizzazione e assorbimento del glucosio da parte delle cellule muscolari. È stato notato che 50mg sono una dose efficace insieme a un pasto.
  • 4-idrossi-isoleucina: è un amminoacido presente naturalmente in alcuni alimenti. La fonte più efficiente è un’erba di nome fieno greco. I semi di fieno greco contengono lo 0,8-1,0% di 4-idrossi-isoleucina. Questo significa che i semi macinati possono fornire fino a 10 mg per grammo. Il 4-idrossi-isoleucina influenza il trasporto di glucosio e amminoacidi influenzando positivamente la produzione di insulina da parte delle cellule pancreatiche beta. Quando si assumono 45-90mg di questa sostanza insieme a un macronutriente il rilascio di insulina può aumentare anche del 100% traducendosi in un aumento significativo del trasporto dei nutrienti e del loro assorbimento nelle fibre muscolari.
  • Acido Alfa Lipoico: L’acido alfa lipoico è un composto che ricopre un ruolo chiave nel metabolismo energetico cellulare della maggior parte degli esseri viventi, a partire dai batteri per arrivare fino all’uomo. Sono inoltre note le sue spiccate proprietà antiossidanti. Per questa ragione, l’assunzione di acido alfa lipoico sotto forma di integratore alimentare, può essere di grande utilità per attivare queste funzioni di vitale importanza per l’organismo. L’acido alfa lipoico non è in grado solo di incrementare l’efficienza dell’insulina, ma può migliorare anche il trasporto del glucosio all’interno delle cellule utilizzando vie indipendenti da quelle dell’insulina stessa. L’acido alfa lipoico possiede la proprietà di ridurre la resistenza all’insulina, e la esercita ottimamente ad un dosaggio giornaliero di 200mg.

Esistono anche dei farmaci per il miglioramento della sensibilità all’insulina:

  • Glucophage® (Metformina): aumenta il numero e la sensibilità dei siti recettori dell’Insulina; diminuisce la quantità di glucosio/zucchero assorbita dall’intestino; diminuisce la quantità di glucosio/zucchero prodotta dal fegato (una fonte per la produzione di glucosio epatico sono gli amminoacidi/proteine). Le dosi si aggirano intorno ai 500/850mg 1-2 volte al giorno.
  • Avandia® (Rosiglitazone): incrementa il numero e la sensibilità dei siti recettori cellulari per l’insulina. Le dosi si aggirano intorno ai 2-8mg 1-2 volte al giorno.

Avvertenze

A questo punto è giusto specificare l’uso dell’Insulina esogena e dei farmaci insulinici è molto pericolosa. Il suo/loro uso improprio può tradursi in coma, danno cerebrale e la morte. L’uso dell’Insulina esogena (o dei farmaci insulinici) andrebbe presa in considerazione solo in presenza di una supervisione medica o di un preparatore qualificato! L’uso improprio di Insulina può causare diabete e iperglicemia.

Altri effetti collaterali dell’Insulina comprendono:

  • Sudorazione improvvisa
  • Palpitazioni
  • Leggero eccitamento
  • Confusione mentale
  • Debolezza
  • Rabbia
  • Visione distorta
  • Difficoltà di parola.

Questi effetti collaterali indicano che non sono stati assunti abbastanza carboidrati e non abbastanza spesso.

E’ stato considerato saggio da parte di alcuni atleti il tenere una fiala di Glucagone (un antagonista dell’Insulina) a portata di mano nel caso si presentasse i sintomi sopra elencati.

Dal momento che la somministrazione esogena di Insulina provoca una soppressione della secrezione endogena di questo ormone, molti atleti, al termine di un ciclo di Insulina, intraprendono una fase di “rigenerazione pancreatica” con farmaci in grado di stimolare la secrezione pancreatica di Insulina. Il più utilizzato è il Glipizide, una molecola appartenente alla famiglia delle sulfaniluree, dotata di azione ipoglicemizzante ed utilizzata come farmaco per la cura del diabete. È considerata una sulfanilurea di seconda generazione, simile alla glibenclamide, ma caratterizzata da una durata d’azione più breve. L’azione ipoglicemizzante è proprio dovuta al fatto che la Glipizide favorisce il rilascio di Insulina dalle cellule β del pancreas. In Italia il farmaco è venduto dalla società farmaceutica Pfizer con il nome commerciale di Minidiab nella forma di compresse divisibili contenenti 5mg di principio attivo. Il suo uso può portare alla comparsa di effetti collaterali quali dispepsia, nausea, vomito, gastralgia, dolore addominale, diarrea o stipsi. Più raramente sono stati segnalati casi di epatotossicità con incremento delle transaminasi (AST, ALT e fosfatasi alcalina), epatite acuta ed ittero colestatico. Ovviamente, se i carboidrati ingeriti sono insufficienti, l’ipoglicemia è una tipica conseguenza dell’uso di Glipizide.

CONCLUSIONE

Abbiamo parlato del ruolo, della funzione e della interazione dell’ormone della crescita, del fattore di crescita insulino-simile 1 (IGF-1) e dell’Insulina per la crescita dei tessuti. Abbiamo imparato che esiste una sinergia profonda tra questi tre peptidi e altre sostanze chimiche. Abbiamo parlato della storia di questi ormoni, delle loro applicazioni cliniche e per il miglioramento delle prestazioni. Abbiamo anche parlato dei loro possibili effetti collaterali, e della pericolosità sul breve termine dell’uso improprio dell’Insulina. Sperando che quanto detto aiuti l’atleta a ragionare oggettivamente e non emotivamente nella continua ricerca dell’”elisir” di crescita. Si spera anche che i presunti atleti o aspiranti tali, con un margine di crescita naturale sfruttato al 40-50% (o meno), con un esperienza in sala pesi di un anno (o meno) e con la convinzione che la chimica sia la soluzione a tutto e che non c’è “tempo da perdere”, capiscano che il progresso nel Body Building va di pari passo con il mantenimento di una salute ottimale e con una profonda conoscenza dell’allenamento e della nutrizione.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti bibliografici:

  • Bryan Haycock, Crescete più di quanto previsto dalla natura. Meccanismi di azione dell’ormone della crescita (GH) e del fattore di crescita insulino-simile ( IGF-1). Parte 1 e 2, Olympian’s News.
  • A.L.Rea., Chemical Muscle Enhancement.
  • A.L.Rea., Costruire la bestia perfetta (Chemical Muscle Enhancement II).
  • Wilson et al., Subcutaneous Versus Intramuscular Growth Hormone Therapy: Growth and Acute Somatomedin Response. Pediatrics. 1985 Sep;76(3):361-4.
  • de la Motte et al., Pharmacokinetics of human growth hormone administered subcutaneously with two different injection systems. Arzneimittelforschung. 2001;51(7):613-7.