Da un po’ di tempo, un farmaco sta diventando un “tema caldo” nell’ambiente del Bodybuilding. Nel primo mese di quest’anno Andreas Cahling ha commentato una clip di Jerry Brainum su YouTube (https://www.youtube.com/watch?v=bdmnRdnZkos) in questi termini: “Perché i culturisti improvvisamente parlano dell’utilizzo di questo farmaco russo illegale noto come Phenibut?”
Si può trovare il nome di questo farmaco girando nei forum di Bodybuilding. Allora, qual è il problema? Questo composto non ha alcun beneficio nei confronti dei Bodybuilder? O è qualcosa di completamente diverso?
Il Phenibut fu sintetizzato come un farmaco sperimentale per aiutare i cosmonauti russi ad affrontare i livelli di stress senza compromettere le loro prestazioni nello spazio.
Gli astronauti che hanno sperimentato lo stress causato dalla permanenza nello spazio per lunghi periodi di tempo sono stati trattati con il Phenibut. Gli studi in Russia hanno anche dimostrato che questo composto può essere efficace per il trattamento dell’ insonnia, del disturbo da stress post-traumatico e delle balbuzie.
Il Phanibut continua ad essere utilizzato ampiamente in Russia per curare lo stress. Tuttavia, il suo utilizzo è andato oltre la semplice riduzione dello stress e dell’ansia, e oggi è anche usato come aiuto per il sonno e come supplemento immunostimolante.
Dal momento che il Phenibut è legalmente disponibile per l’acquisto in molti paesi, senza alcuna prescrizione, la sua popolarità è in aumento; questo ha iniziato ad attrarre l’attenzione degli operatori della medicina occidentale. Nel 2001, più di 300 pubblicazioni scientifiche hanno riportato le proprietà nootropicihe e farmacologiche del Phenibut.
Il Phenibut è un derivato del GABA (Acido Gamma-Aminobutirrico). Il GABA è il neurotrasmettitore primario nel corpo e regola l’eccitabilità neuronale del sistema nervoso centrale. In sostanza, il GABA fa in modo che il cervello non diventi iperattivo.
Allora perché non usare semplicemente un integrare di GABA? Il Phenibut attraversa la barriera emato-encefalica più efficacemente del GABA in sé in forma di supplemento. Il GABA è prodotto naturalmente nel cervello, quindi normalmente non deve attraversare la barriera emato-encefalica (BBB) per essere efficace. Assumendo un supplemento di GABA non si avrà un effetto marcato per alleviare l’ansia, perché non è pienamente in grado di attraversare la BBB. Ecco perché il Phenibut funziona così bene, perché è semplicemente GABA legato ad un anello fenilico . L’anello fenilico è ciò che permette al composto di attraversare la BBB e esercitare i suoi effetti sui recettori.
Negli esseri umani, la supplementazione di Phenibut presenta alcuni effetti. In primo luogo si tratta di un nootropo (una smart drug), e ciò aumenta la motivazione, l’attenzione e la concentrazione con un effetto più debole sulla memoria e poco effetto sull’intelligenza globale.
Si tratta di un forte ansiolitico. Il Phenibut è usato per trattare gli attacchi di panico, balbuzie, il morbo di Parkinson, nevrosi, patologie vestibolare (equilibrio), spasticità, epilessia, iperattività, insonnia e disturbi da stress post-traumatico. Alcuni eccentrici artisti utilizzano il Phenibut per dare una scossa ai nervi delle belle donne che hanno un approccio “freddo”. Entrambi sono il risultato dell’effetto del Phenibut sull’attività del sistema nervoso.
Inoltre, il Phenibut ha degli effetti accentuati sull’umore. Esso presenta proprietà timolettiche (antidepressive) e può ridurre l’irritabilità e la stanchezza. E’ clinicamente utilizzato per trattare la sindrome astenica-depressiva.
Questi effetti psicoattivi sono simili al meccanismo dell’alcol, ma senza gli effetti depressivi. Il Phenibut aiuta a concentrarsi e a rimanere calmi senza il nervosismo della caffeina o l’annebbiamento dell’alcol.
Gli effetti del Phenibut possono facilmente durare tutto il giorno, anche se la sua emivita plasmatica è di sole 5,3 ore. Questo avviene perché l’azione del Phenibut sui recettori GABA può permanere a lungo anche dopo che i reni hanno espulso tutte le molecole di Phenibut.
Il Phenibut ha un paio di effetti che sono particolarmente rilevanti per i Bodybuilder.
Il Phenibut può aumentare la secrezione dell’Ormone della Crescita a riposo e post-esercizio. In uno studio svolto su atleti di forza di sesso maschile, la supplementazione di GABA ha aumentato le concentrazioni di Ormone della Crescita a riposo del 375%. Post-esercizio le concentrazione dell’Ormone della Crescita sono aumentate del 175%. Il Baclofen, che funziona quasi esattamente come il Phenibut, aumenta anch’esso la secrezione dell’Ormone della Crescita.
Il Phenibut è un anti-ipossico. Quando si allena un muscolo intensamente, esso non può ricevere abbastanza ossigeno e diventa ipossico. Questo stress metabolico media l’ipertrofia muscolare. Il Phenibut può quindi aumentare la tolleranza allo stress metabolico permettendo all’atleta di allenarsi più duramente.
Il Phenibut ha anche un neuroprotettivo e aumenta l’energia potenziale delle cellule, e ciò può significare, ancora una volta, la possibilità di allenarsi più duramente.
Uno studio ha anche riscontrato che il Phenibut causa un aumento della forza muscolare, ma questo dato è probabilmente limitato a individui nevrotici e psicotici, perché lo studio di cui sopra applicato ad atleti di resistenza non ha riscontrato un aumento del peso sollevato. Non si dovrebbe pensare al Phenibut come ad un tipico potenziatore ergogeno o delle prestazioni, comunque.
Il dosaggio ottimale di Phenibut
La stragrande maggioranza degli studi hanno preso solo in esame dosaggi fino a 3 grammi al giorno. A questi dosaggi, non sono stati registrati effetti collaterali psicologici. Tuttavia, molte persone assumono dosaggi molto più elevati per lunghi periodi di tempo. Questo è un errore che nasce dal fallace ragionamento de “il più è meglio”, creando nel soggetto interessato uno sviluppo di dipendenza per il composto. Erroneamente si pensa che il Phenibut sia del tutto innocuo, così le persone ne consumano elevate quantità su base regolare. Il risultato è la dipendenza: lo sviluppo di tolleranza per gli effetti benefici e sintomi negativi di astinenza al momento dell’interruzione della supplementazione. Con questo scorretto metodo d’uso, l’interruzione dell’assunzione di Phanibut diventa un periodo psico-fisicamente molto difficile. Quando si interrompe l’utilizzo di 20 grammi al giorno, si può letteralmente diventare psicotici per un certo periodo. Se si scala gradualmente la dose tali effetti negativi sono contenuti, ma la mia raccomandazione è in primo luogo di evitare di diventare dipendenti.
Evitare di sviluppare tolleranza
Usando 3 grammi di Phenibut al giorno il risultato sarà sempre lo sviluppo di una forte tolleranza agli effetti positivi e l’emergere di effetti avversi una volta interrotta l’assunzione del farmaco. La dipendenza richiede meno di 10 giorni di tempo per svilupparsi. In un soggetto adulto di 1,78m e del peso di 80 kg svilupperà tolleranza al composto con l’assunzione giornaliera di 1,2 grammi di Phenibut. Non è purtroppo nota la dose di Phenibut che non crei dipendenza, quindi è meglio mantenere dosaggi piuttosto bassi per sicurezza.
La miglior assunzione del Phenibut risulta nel post-workout. Sulla base delle statistiche di cui sopra, solo 0,4 grammi di Phenibut diminuiscono l’attività motoria della corteccia, il tono muscolare, il coordinamento e la temperatura corporea. Sappiamo bene come questi fattori contribuiscano ad una performance ideale, ma la versione breve è semplicemente che l’assunzione del Phanibut pre-allenamento deve essere minima o assente per mantenere una buona performance.
Il Phenibut può essere un farmaco meraviglioso, ma non è da prendere alla leggera. Si consiglia di utilizzare le formule di cui sopra per calcolare il migliore dosaggio di Phenibut per il proprio obiettivo. Limitare il dosaggio pre-allenamento ad un massimo di ~ 0,5 grammi, la dose media giornaliera a ~ 1 grammo e non consumare mai più di ~ 3 grammi al giorno a meno che non si sa esattamente cosa si sta facendo.
Forse ancora più importante, gli effetti del Phenibut sono fortemente mediati da stress e ansia. Così il tipo di personalità e la situazione ambientale determinano fortemente quanto beneficio si ottiene dall’uso del Phenibut. Se non si è in una situazione stressante o sociale difficile e si dispone di una personalità naturalmente calma, non si può sentire molto sotto quell’aspetto dall’uso del Phenibut, a meno che non si assumano diversi grammi. Quindi, la sperimentazione e la tempistica è tutto per trovare il dosaggio che funziona per il soggetto. Si tratta fondamentalmente di un farmaco, anche se venduto in alcuni paesi come prodotto OTC, e non di un blando supplemento.
L’acquisto del Phenibut
Il Phenibut è un integratore alimentare legale in diversi paesi ed è generalmente disponibile come prodotto OTC. Questo è un altro motivo per cui le persone sottovalutano questo composto. Non v’è quasi alcuna relazione tra lo status giuridico e la sicurezza dei farmaci. Il Phenibut è uno di quei farmaci che sembrano aver superato le barriere legislative, ma questo potrebbe cambiare se più idioti cominciano ad assumere mega-dosaggi così da fornire materiale sensazionalistico ai media.
Automedicazione
Purtroppo, l’industria farmaceutica in Europa e negli Stati Uniti d’America, guadagna-ruba una quantità incredibile di denaro con la vendita di farmaci brevettati che sono decisamente cari. Con questi soldi hanno corrotto la comunità medica e politica. Attraverso la loro attività di lobbying, l’industria farmaceutica riesce a respingere la medicina efficace. I medici sono costretti a combattere i sintomi piuttosto che le malattie reali o la loro causa. Molto spesso è possibile, per prevenire o curare una malattia con un cambiamento di stile di vita e / o con l’integrazione preventiva, ma “Big Pharma” preferisce rigettare ciò per vende i suoi farmaci.
In Russia, ci sono ancora molti buoni farmaci liberamente disponibili e molto a buon mercato. Un ottimo farmaco come il Meldonium, del quale ho parlato approfonditamente in un mio articolo, sotto la pressione degli Stati Uniti è stato inserito nella lista delle sostanze vietate dalla WADA (che è fondamentalmente un ampliamento del settore farmaceutico). Molti AAS erano liberamente disponibili in alcuni paesi, fino a quando questi paesi sono finiti sotto l’attenzione della DEA. In Russia, invece, è ancora possibile acquistare un sacco di buoni farmaci, molto economici. Sono di grado farmaceutico e spesso a buon mercato e pagabile con bitcoin.
Phenibut e rinforzo del sistema immunitario
Tradizionalmente, il Phenibut è stato utilizzato esclusivamente per il trattamento dei disturbi d’ansia e lo stress – il suo uso come un rafforzatore del sistema immunitario è relativamente nuovo. Inoltre, recenti rapporti mostrano che il Phenibut ha un delicato effetto stimolante (come bere una tazza di caffè o tè forti) aumentando i livelli di dopamina nel cervello.
Quando si sperimenta eccessivo stress, sia dovuto a preoccupazioni interne o esterne si attiva una reazione corporea, chiamata risposta di “lotta o fuga”. Questa risposta in realtà genera in una zona del nostro cervello chiamata ipotalamo, che, quando stimolato, inizia una sequenza di attivazione delle cellule nervose e il rilascio di sostanze chimiche che preparano il corpo ad una risposta di “lotta o fuga”.
Studi hanno mostrato che i soggetti sotto stress diventano meno sensibile al cortisolo che è un ormone dello stress e che riduce la funzione immunitaria. Questo fa sì che la risposta infiammatoria del corpo aumenti. L’aumento dei livelli di stress eleva la produzione di cortisolo, un ormone che è associato con l’indebolimento del sistema immunitario. Diversi studi dimostrano che lo stress cronico colpisce il sistema immunitario e la sua capacità di combattere le infezioni, rendendo il soggetto più vulnerabile alle infezioni comuni come raffreddore, tosse e influenza.
Altri elementi del nostro stile di vita moderno sono causa di un aumento dei livelli di stress. Fumo, alcol ed eccessivo consumo di caffeina, che può innescare il rilascio di cortisolo nel flusso sanguigno. Il cortisolo è l’ormone dello stress per eccellenza, e un suo eccesso porta ad ansia, offuscamento mentale, e depressione.
Bere alcol è un altro modo negativo per affrontare lo stress. Come la nicotina, l’alcol è un altro depressivo. Facilita l’ansia che normalmente accompagna lo stress. L’alcol può diventare una dipendenza e ha un impatto negativo sul benessere psico-fisico.
Inoltre, le moderne diete non salutari ricche di grassi e sale, esacerbando questo problema.
Qui di seguito potete trovare una sintesi dei risultati di questi studi e il loro metodo per ridurre lo stress nell’uomo.
Il GABA allevia i disturbi emotivi
In uno studio scientifico russo condotto nel 2010, ratti e topi sono stati trattati con composti derivati del GABA come il Phenibut e il Baclofen per studiare il loro comportamento e le risposte immunitarie. (1) I risultati sono stati sorprendenti. I ratti e i topi hanno avuto un drastico miglioramento della funzionalità del loro sistema immunitario, e in alcuni casi, i disturbi nelle loro risposte comportamentali sono stati corretti in misura significativa.
La cosa che è stata ancora più sorprendente è che i composti hanno migliorato anche l’intelligenza dei ratti e dei topi e hanno aumentato i loro livelli di concentrazione. Gli animali sono stati in grado di passare il “Suck” test (attività per determinare le capacità investigative direzionali dei roditori) con pieni voti.
Ciò che questo studio ci può fornire è che noi (esseri umani) potremmo potenzialmente riprodurre gli stessi effetti assumendo il Phenibut a dosi appropriate. Inoltre, viene mostrato che il Phenibut ripristina il sistema immunitario, anche dopo che esso sia stato seriamente compromessa (una grande notizia per gli overeaters, i big spender, e gli over-indulgers di ogni genere). Si dimostra anche che i modelli di comportamento ansioso possono scomparire con l’uso del Phenibut.
Il Phenibut ha proprietà immunocorrettive
Un altro studio comparativo mostra in dettaglio gli effetti di Phenibut e dei suoi composti derivati ed è stato pubblicato in Russia nel 2009. (2) Lo studio è stato svolto per osservare gli effetti immuno-correttivi del Phenibut e di altri neurotrasmettitori derivati, e il loro ruolo nella normalizzazione delle cellule immunitarie e del umore.
Lo studio è stato svolto su animali trattati con Ciclofosfamide, un farmaco usato per indurre una risposta autoimmune del corpo. La somministrazione del Phenibut ha dimostrato di avere profondi effetti sulla correzione delle alterazioni del sistema immunitario normalizzando le funzioni di quest’ultimo portandole allo stato di partenza.
La cosa sorprendente è che anche altri sali organici derivati dal Phenibut hanno mostrato risultati simili. Quindi, si può concludere che il miglioramento del sistema immunitario è una proprietà intrinseca di tale classe di sostanze chimiche.
Così, il Phenibut ha dimostrato di avere un effetto valorizzante sulle funzioni del sistema immunitario anche in animali affetti da disturbi immunitari. Se si è soggetti ad un sistema immunitario indebolito, l’uso del Phenibut non è una cattiva idea, ma solo se assunto alle dosi consigliate. Inoltre, altre ricerche hanno dimostrato che non ci sono quasi effetti negativi dovuti al Phenibut, e ciò lo rende uno dei più sicuri farmaci per il rafforzamento del sistema immunitario.
Immunomodulazione con il Phenibut
Uno studio comparativo effettuato in Russia nel 2010 è stato condotto sui topi per studiare gli effetti immuno-modulanti del Phenibut e dei suoi derivati. (3) Il sistema immunitario dei topi è stato soppresso dalla di Ciclofosfamide, ma bassi dosaggi di Phenibut (25 mg / kg) hanno mostrato di apportare un grande miglioramento nella reattività del loro sistema immunitario ristabilendo gli organi colpiti.
Questo risultato evidenzia chiaramente la correlazione tra l’uso del Phenibut e il miglioramento o correzione marcata del sistema immunitario. Inoltre, è stato anche scoperto che la maggior parte degli effetti del Phenibut sul sistema immunitatrio sono connessi con l’azione di questo composto sui livelli di ansia e stress influenze, che sono causa comune di una diminuita funzionalità del sistema immunitario nella maggior parte delle persone.
Quindi, piccole dosi di Phenibut assunte regolarmente possono alleviare i livelli di stress e di ansia, e giocare un grande ruolo nella realizzazione del rafforzamento del sistema immunitario.
Il Phenibut regola il sistema immunitario
Un altro studio è stato condotto per osservare gli effetti del Phenibut sulla regolazione immunitaria di animali indotti con stress immunitario a causa dei lipopolisaccaridi, che si trovano nella membrana esterna della maggior parte dei batteri e che innescano una forte risposta immunitaria negli animali. (4)
Si è constatato che u iniezione di Phenibut entro un arco di 5 giorni dall’infezione era sufficiente per regolare l’iperattività dovuta ad aumento della risposta immunitaria, ed ha anche ripristinato il numero delle cellule fagocitiche, che sono responsabili della protezione del dai corpi estranei nocive digerendoli.
Quindi, il Phenibut e altri derivati mostrano elevate proprietà immuno-regolatrici e di ripristino della capacità immunitaria del corpo ai livelli originali. Una forte difesa contro le particelle estranee come batteri e virus significa che ci si può meglio proteggere contro malattie ed infezioni con l’uso del Phenibut.
Phenibut vs Afobazol – qual è il migliore?
Tradotto da un articolo russo…
Stati nevrotici possono verificarsi a qualsiasi età, ma sono particolarmente caratteristici nelle persone anziane. Le comorbidità complesse, i cambiamenti ormonali e i disturbi del sonno vengono spesso associati ad una serie di fattori che portano a disturbi ansiogeni. La prevalenza di stati d’ansia e fobie patologiche arriva al 12%, ed i sintomi nevrotici possono verificarsi fino al 45% delle persone in questa fascia di età. Ansiolitici selettivi – una nuova generazione di farmaci in grado di gestire l’ansia senza la sedazione e gli effetti cognitivi. Questi includono farmaci come l’Afobazol o il Phenibut. La revisione presentata qui di seguito discute brevemente delle loro proprietà di base.
Phenibut e Afobazol – qual è la differenza?
L’Afobazol e il Phenibut appartengono entrambi allo stesso gruppo di farmaci, aventi caratteristiche di eliminazione dell’ansia ed effetti neuroprotettivi. La forma del prodotto è la stessa – compresse, ma la composizione delle sostanze attive varia. Entrambi sono sviluppati e introdotti nella pratica clinica nel nostro paese (Russia). In altri paesi, non sono approvati.
Il Phenibut è prodotto in Russia (OOO Ozon), Bielorussia (Belmedpreparaty RUE) e Lettonia (Olainfarm).
L’ingrediente attivo con lo stesso nome è stato sintetizzato a Leningrado negli anni ’60. Il Phenibut può essere definito un prodotto della “tecnologia spaziale”, perché è stato incluso nei farmaci necessari per i voli spaziali. Si doveva avere un effetto calmante, ma senza l’impatto negativo sull’attenzione e su altre funzioni psicosomatiche.
Nonostante il fatto che entrambi i farmaci agiscano sullo stesso sistema cerebrale, il Phenibutum e l’Afobazol differiscono in modo in cui si ottiene l’effetto. IlPhenibut è un derivato chimico del GABA, permettendogli di “mimare” il neurotrasmettitore naturale, mostrando un effetto tranquillante. Un contrasto interessante tra il Phenibut ed i tranquillanti, tipo le benzodiazepine, è che si lega con altri tipi di recettori del GABA, in modo che quando viene utilizzato, non ha sedazione inerente alle diazepine.
Il Phenibut mostra anche un effetto nootropico, migliorando la memoria e gli indicatori delle prestazioni mentali. Esso potenzia l’azione di altri farmaci, come i neurolettici e gli ipnotici, e ha anche proprietà neuroprotettive anti-ipossiche.
Differenza di prezzo
La differenza di prezzo tra l’Afobazol ed il Phenibut è significativo. Per 20 giorni di utilizzo si necessità di una confezione (da 60 compresse) di Afobazol al costo variabile dai 316 ai 380 rubli. Una confezione di Phenibut di produzione russa costa circa 220 rubli. Ciò vuol dire che 60 compresse costano 660 rubli. E se si vuole acquistare il Phenibut di produzione Lettone , l’importo dovrebbe essere moltiplicato per 2 volte.
Nel tentativo di decidere per se stessi sulla questione, Phenibut o Afobazol – qual’è meglio acquistare – , bisogna essere sicuri di consultare uno specialista. Dopo tutto, nonostante il fatto che l’acquisto di questi farmaci non richieda una prescrizione medica, ci si può danneggiare con il loro uso incontrollato.
L’Afobazol (aka Afobazole) – è un farmaco ansiolitico selettivo. Esso ha un azione anti-ansia e di blocco degli effetti attivanti e viene utilizzato per il trattamento del disturbo da ansia generalizzata, nevrastenia, disturbo da adattamento, disturbi del sonno, sindrome premestruale, e astinenza da alcol.
L’Afobazol ha un effetto inibitorio sul sistema nervoso centrale e aiuta a ripristinare il meccanismo naturale che permette al sistema nervoso di far fronte a condizioni di stress. Il farmaco non fornisce effetto rilassante muscolare, sonnolenza, ed effetti negativi sulla conservazione della memoria. Il trattamento a lungo termine con Afobazol non produce tossicodipendenza. 17 EUR
Il Phenibut aumenta il GH?
Lo studio più recente (5) ha testato l’ipotesi che il consumo di GABA aumenti la reazione e la risposta dell’ormone della crescita dopo l’allenamento di resistenza. Undici individui fra i 18 ed i 30 anni, allenati sulla resistenza, sono stati protagonisti di questo studio, Prima di ciascuna esperienza sono stati somministrati loro 3g di GABA o un placebo di saccarosio a cui ha fatto seguito o del tempo di riposo o una sessione di allenamento di resistenza.
I risultati sono stati impressionanti. Sia coloro che hanno fatto l’allenamento di resistenzasia sia coloro che non lo hanno fatto hanno visto aumentare di moltissimo i propri livelli di ormone della crescita (400%). Tuttavia l’aumento è stato superiore nel gruppo sottoposto all’allenamento.
Questi risultati non lasciano spazio a dubbi, sono illuminanti: “I nostri dati indicano che l’assunzione di GABA aumenta le concentrazioni di ormone della crescita immunofunzionale ed immunoreattivo sia dopo il riposo che dopo l’esercizio fisico”. Il prossimo passo sarà identificare il contributo esatto di questo fenomeno per l’ipertrofia muscolare.
Conclusione
Che il Phanibut come derivato del GABA provochi un aumento del rilascio di GH rappresenta solo la punta dell’iceberg delle potenzialità di questo composto. La sua azione sul sistema immunitario e sull’ossigenazione dei tessuti, senza considerare l’azione calmante e nootropa, fanno del Phenibut certamente un composto interessante anche per l’atleta a patto che venga usato in modo corretto.
Endocrinologi italiani sono riusciti a ripristinare la produzione naturale di Testosterone di un Bodybuilder cui la produzione endogena degli ormoni sessuali aveva subito un arresto dopo 13 anni di assunzione di AAS. Tutto quello che dovevano fare era somministrare al Bodybuilder di 34 anni una singola dose di 100 microgrammi di Triptorelina. Tutto ciò è stato esposto in un articolo dei ricercatori, che lavorano presso l’Università di Brescia, pubblicato alcuni anni fa sul Fertility & Sterility. (1)
Il Bodybuilder si recò dal medico nel settembre 2008 perché era depresso, non aveva energia e aveva perso ogni interesse per il sesso. Disse al medico che stava usando AAS da quando aveva 21 anni.
Il soggetto svolgeva cicli della durata 10 settimane. Normalmente si iniettava 25mg di Nandrolone e 25mg di Stanozololo al giorno per le prime 8 settimane, seguite da 2 settimane nelle quali usava 50 mg di Mesterolone al giorno [direi: Primo]. La settimana successiva assumeva 50 mg di Clomifene al giorno, e per l’ultima settimana si iniettava tre dosi da 2000 UI di hCG.
Almeno questo è ciò che hanno riferito i medici. Probabilmente l’uomo ha assunto hCG prima e dopo il Clomifene. Inoltre le dosi riportate sono al quanto contenute per la media. Se i culturisti riportano ai medici la reale dose di AAS utilizzata, per esperienza le dosi riportate in questo articolo sarebbero triplicate.
Il numero e la gestione dei cicli che il soggetto ha svolto non è stata menzionata in questo articolo.
Il culturista ha aumentato le sue dosi di AAS dal 2005 al 2008. Durante le 8 settimane, nelle quali ha iniettato lo stanozololo e il nandrolone, ha anche iniziato ad usare del Boldenone, iniettandone una media di 50 mg al giorno per un periodo di 3 settimane. Ed è qui che è andata male, secondo le analisi del sangue. I medici hanno esaminato il soggetto nel mese di settembre, ma hanno deciso di tenerlo in osservazione solo per pochi mesi. Un asse danneggiata spesso necessita di un po’ di tempo (1-4 mesi di media) per recuperare; sempre che il “danno” sia contenuto. Ma quando i medici hanno esaminato di nuovo il sangue del culturista in questione nel gennaio 2009, non c’era stato quasi nessun miglioramento.
I medici decisero di trattare il culturista con la Triptorelina, un analogo del GnRH. Il GnRH è un ormone che consiste di soli 10 amminoacidi. Viene prodotta nel cervello dall’ipotalamo e stimola la produzione di FSH e LH dalla ghiandola pituitaria.
Questi ormoni viaggiano nel sangue sino alle ghiandole sessuali, dove stimolano la produzione di Testosterone.
Il Bodybuilder ha risposto immediatamente al trattamento ormonale. In pochi minuti le concentrazioni di LH e FSH nel suo sangue era salite.
I medici hanno rivisto il bodybuilder 10 giorni più tardi. La sua energia era tornata e la concentrazione di Testosterone nel suo sangue era salita a 7 ng / ml. Altre tre settimane più tardi, il suo livello di Testosterone risultava ancora normale, e la sua libido era tornata.
Lo sforzo intenso, come correre una maratona, abbassa i livelli di Testosterone. I ricercatori della University of Tasmania potrebbero aver scoperto un modo per evitare che ciò accada. La supplementazione con un grammo di Bromelina sembra mantenere tutti i giorni la concentrazione di Testosterone nel sangue durante i periodi di intensa attività fisica, come segnalato nel European Journal of Sport Sciences. (1)
Bromelina
…
La Bromelina è un enzima presente nelle piante di ananas (2) che taglia le proteine in piccoli pezzi. L’industria alimentare utilizza la Bromelina per intenerire la carne; i medici la usano per agevolare la rapida guarigione delle ferite; e l’industria degli integratori inserisce la Bromelina nei prodotti destinati ad aiutare gli atleti a recuperare più rapidamente dall’allenamento.(3)
Studio
I ricercatori hanno diviso 15 ciclisti maschi ben allenati, i quali hanno gareggiato a livello nazionale, in due gruppi, uno “placebo” e uno “supplementato”. Il secondo gruppo ha assunto 1g o 4500 GBU di Bromelina giornalmente. Questa è tutto sommato una dose ragionevole. La maggior parte dei supplementi di Bromelina contengono circa mezzo grammo di sostanza per capsula.
I ricercatori hanno utilizzato un prodotto realizzato dalla Australian Bio Concepts. Tuttavia, la società non ha finanziato lo studio. Quindi questo non è stato uno studio sponsorizzato.
L’esperimento è durato sei giorni. Durante questo periodo i ciclisti hanno partecipato ad una competizione di sei giorni, nella quale hanno pedalato circa un centinaio di chilometri al giorno. Durante l’evento i ricercatori hanno monitorato il sangue dei soggetti.
Risultati
Il livello di Testosterone degli uomini nel gruppo placebo era calato durante l’esperimento. Però, il calo è stato limitato nel gruppo supplementato.
Come la supplementazione con Bromelina mantenga i livelli di Testosterone i ricercatori non lo sanno. La componente anti-catabolica almeno non gioca un ruolo significativo. I ricercatori hanno osservato effetti evidenti della Bromelina sulla concentrazione degli enzimi LDH e CK nel sangue. Gli enzimi LDH e CK sono indicatori della disgregazione muscolare.
Conclusioni
I ricercatori hanno concluso dicendo che “Questa indagine fornisce prove a sostegno dell’importanza di ulteriori ricerche sugli effetti della supplementazione con Bromelina per il recupero e la successiva performance fisica in atleti di resistenza”.
Sia il Tamoxifene che il Raloxifene fanno parte della famiglia dei modulatori selettivi del recettore degli estrogeni (SERM). Mentre il Tamoxifene viene spesso utilizzato in ambito medico per il trattamento del tumore mammario o nel trattamento preventivo della ripresa della malattia (recidiva) in donne già operate per tumore al seno, il Raloxifene vede il suo principale utilizzo nel trattamento dell’osteoporosi nella fase successiva alla menopausa.
Entrambe le molecole (Tamoxifene e Raloxifene) agiscono a livello del recettore estrogenico con alcune differenze complessive.
Come tutti sapranno, nel BodyBuilding il più conosciuto e usato è il Tamoxifene, il quale viene inserito in varie fasi della preparazione come la PCT (negli uomini) o in fase “Cut” o “Pre-Gara” (sia dagli uomini che dalle donne). Il Raloxifene è poco conosciuto e usato in ambito culturistico, anche se nell’ultimo periodo ha visto un discreto utilizzo specie durante i cicli di AAS con molecole aromatizzabili o con azione estrogeno-simile.
La loro somiglianza d’azione può rendere una discussione su quale dei due sia il migliore quasi superflua, ma in realtà non è così. Per valutare questi due farmaci è necessario conoscerne i pro e i contro, i pregi e i difetti di entrambe.
Dietilstilbestrolo (DES)
Quando viene utilizzato per lunghi periodi di tempo, il Tamoxifene può aumentare il rischio di cancro estradiolo correlato. Questo avviene perché aumenta la conversione dell’Estradiolo in metaboliti potenzialmente cancerogeni, come riportato dai ricercatori della University of Texas in the Journal of Steroid Biochemistry and Molecular Biology. Il Raloxifene, invece, ha mostrato in realtà di ridurre il rischio di cancro, secondo lo studio americano. Non sono stati condotti studi volti a valutare i rischi per la salute legati all’uso del Tamoxifene in ambito sportivo (dove le variabili partono dalla co-somministrazione di altri farmaci per arrivare al periodo limitato di utilizzo). Alcuni medici lanciano avvertimenti circa gli effetti collaterali derivanti dall’uso sul lungo termine del Tamoxifene da parte delle BodyBuilder, a causa della sua somiglianza con l’ormone DES.
Come noto, i medici prescrivono il Tamoxifene anche alle donne che sono sopravvissute al cancro al seno. A lungo termine il trattamento anti-estrogeno riduce drasticamente il rischio di recidiva del tumore. Ma pochi anni fa i medici ricercatori hanno scoperto che il Tamoxifene porta ad un aumento del rischio di cancro dell’endometrio.(1-2) Il Raloxifene, pur avendo azione similare al Tamoxifene, ha mostrato di ridurre il rischio di cancro endometriale.(3)
A proposito di questo: le donne che sono sopravvissute al trattamento del cancro al seno hanno riscontrato un aumento della probabilità di sopravvivenza con l’uso del Tamoxifene. L’aumento del rischio di sviluppo di cancro endometriale è trascurabile in confronto alla ridotta possibilità di recidiva del cancro al seno.
Tamoxifene Citrato
Il Tamoxifene funziona in due modi:
– Il primo è l’azione che la molecola esercita legandosi al recettore dell’Estradiolo impedendone così l’attivazione di legame;
– La seconda è l’azione che il Tamoxifene esercita stimolando la produzione di enzimi che convertono l’Estradiolo in analoghi meno attivi.
Ed è in quest’ultimo meccanismo d’azione che si trova il problema. Attraverso questa azione il Tamoxifene aumenta la concentrazione di 4-idrossi-estrone e 16-idrossi-estrone, due analoghi dell’ Estradiolo. Essi possono attaccarsi al DNA – formare DNA addotti – e in questo modo danneggiare il materiale genetico. Se una cellula non è in grado di riparare il danno, può trasformarsi in una cellula tumorale.
I metaboliti che si sono osservati erano il 16-idrossi-estrone [rischioso], il 2-idrossi-estrone [non rischioso] e il 4-idrossi-estrone [rischioso].
I ricercatori americani hanno confermato questa teoria attraverso il loro studio in vitro. Hanno esposto le cellule umane dell’endometrio all’Estradiolo [E2], all’Estradiolo e Tamoxifene [Tam], e all’Estradiolo e Raloxifene [Ral]. La combinazione Estradiolo e Tamoxifene ha effettivamente determinato un aumento del numero di metaboliti dell’Estradiolo rischiosi. Il rapporto tra 2-idrossi-estrone (innocuo) e 16-idrossi-estrone (pericolose) era diminuito.
Quando i ricercatori hanno analizzato il DNA delle cellule hanno notato che la combinazione Estradiolo-Tamoxifene ha portato ad un aumento del numero di DNA addotti.
L’evidenza suggerisce che il Tamoxifene aumenta la sintesi dell’enzima CYP1B1 e riduce la sintesi dell’enzima COMT catecol-O-metiltransferasi. Il CYP1B1 converte l’Estradiolo in steroidi pericolosi; Il COMT aiuta le cellule a disattivare i metaboliti dell’Estradiolo pericolosi.
L’effetto è così sottile che l’uso a breve termine del Tamoxifene (vedi BodyBuilding) probabilmente risulta essere senza grandi conseguenze.
Raloxifene Cloridrato
Per le atlete, impegnate in una fase della preparazione superiore alle 4-6 settimane e nella quale si “necessita” dell’uso di un SERM, la scelta migliore ricade sul Raloxifene. Per quanto riguarda un uso maschile, il Tamoxifene risulta superiore al Raloxifene in PCT per via della sua capacità di stimolare la produzione naturale di Testosterone; mentre “on-cycle” risulta più funzionale il Raloxifene per una sua maggiore capacità di prevenire la comparsa di effetti collaterali estrogeno-dipendenti (come la ginecomastia) in concomitanza con l’uso di AAS aromatizzabili o con azione estrogeno-simile. Alcuni atleti assumono Tamoxifene e Raloxifene sfruttando le capacità di entrambi (solitamente 20mg di Tamoxifene e 60mg di Raloxifene).
Le dosi mediamente utilizzate di Raloxifene in ambito culturistico si aggirano intorno ai 60-120mg/die.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
1. [Gynecol Oncol. 2004 Aug; 94(2): 256-66.] [J Natl Cancer Inst. 2005 Mar 2;97(5):375-84.]
2. [J Clin Oncol. 2008 Sep 1; 26(25): 4151-9.]
3. DeMichele et al., Impact of raloxifene or tamoxifen use on endometrial cancer risk: a population-based case-control study. J Clin Oncol. 2008 Sep 1;26(25):4151-9. Gabriel Bellizz
Ho già esposto il Workout Old School di Steve Reeves ma adesso vorrei esporvi un altro Workout Old School di un altro grande campione, Zabo Koszewski. Le considerazioni sono le stesse esposte nel post dedicato a Reeves…quindi, meditate gente…meditate…
Tra il 1950 e il 1954 Zabo vinse il Mister Pacific Coast, Mister Los Angeles e il Mister Calif…ornia e ottenne piazzamenti al Mister USA come 5° e 3° (vincendo sempre il titolo come Migliore sviluppo addominale). Nel 1967 vinse il titolo di Miglior sviluppo addominale al mondo.
Ecco il suo allenamento distruttivo:
LUNEDI’-MERCOLEDI’-VENERDI’
(TEMPO MEDIO 3 ORE CIRCA)
GAMBE E BACK
-Squat 8 X 10
-Leg curls 8 X 10
-Hack Squat 2 X 20
-Stacco da terra 4 X 10
-Power cleans 4 X 10
PETTO
-Spinte su panca declinata bil 10 rip
-Dip alle parallele 10 rip
-Piegamenti sulle braccia 25 rip
Tri-set
GRAN DORSALE
-Trazioni alla sbarra con presa supina 7 X 10
-Rematore 7 X 10
-Lat machine con presa prona 7 X 10
-Trazioni al pulley un arto per volta 7 X 10 (per lato)
MARTEDI’ E GIOVEDI’ (2 ORE CIRCA)
SPALLE
-Lento manubri da seduto 7 X 10
-Sollevamenti laterali con manubri 7 X 10
-Lento bil da seduto 7 X 10
-Sollevamenti laterali a 90° 7 X 10
BRACCIA
-Curl su panca inclinata manubri 20 X 10
-Spinte in basso ai cavi 20 X 10
OGNI GIORNO
-Sit up 500 rip
-Leg raise 500 rip
Tratto dal libro The Secret Book of Old School Training.
Il mercato dei composti anabolizzanti OTC (parliamo ovviamente dei designer steroids) è saturo di molecole di diversa potenza e applicazione che si vanno ad aggiungere alle preparazioni degli atleti soprattutto amatoriali. In questo articolo, voglio esporre l’uso di uno dei più potenti designer steroids applicato alle atlete: sto parlando del famosissimo Methyldrostanolone, comunemente conosciuto come Superdrol (SD). Questa molecola può rivelarsi uno dei più sicuri AAS per le donne che cercano di evitare gli effetti collaterali androgeni.
Il Methyldrostanolone è stato descritto per la prima volta nel 1956 in relazione a una ricerca condotta dalla Syntex Corporation al fine di scoprire un composto con proprietà anti-tumorali. (1) In un articolo pubblicato nel 1959, viene inizialmente menzionato, venendo discusso nel dettaglio il suo metodo di sintesi e le sue proprietà anti-tumorali verificate, descrivendolo come un “potente agente anabolizzante oralmente attivo esibente solo una debole attività androgena.” (2) Successivamente, la ricerca sul Methyldrostanolone è stata interrotta per non far più riemergere il composto fino al 2005, quando è stato portato sul mercato OTC dal brand Xtreme sotto il nome di “Superdrol”.
Da allora, il Superdrol ha rischiato di sparire definitivamente dal mercato in più di un’occasione, iniziando con il brand che lo aveva “rispolverato” per primo, la Xtreme, che ne interruppe la produzione e ne ritirò le confezioni dagli scaffali in seguito ad un avvertimento del governo. Tuttavia, questo non ha impedito a numerose aziende di integratori di voler puntare sulla molecola lanciando nel mercato OTC decine di cloni del SD nel corso degli anni e sotto svariati nomi.
Ancora oggi, 12 anni dopo essere stato rilasciato, il Superdrol, sotto svariati nomi, rimane presente sia nel mercato OTC sia nel mercato “nero” delle UGL. Durante questo periodo il SD si è guadagnato una solida reputazione come composto eccezionalmente potente per indurre rapidi guadagni in termini di massa e di forza. Inoltre, questo farmaco si è guadagnato la fama di essere uno steroide piuttosto “pesante”, a causa del fatto che la sua struttura presenta due metilazioni (una in C-2 e una in C-17) cosa che, specie in condizioni di mal uso o abuso, può portare a spiacevoli, anche se il più delle volte transitorie, effetti collaterali a carico del fegato. C’è da dire che, con un adeguata epatoprotezione e cura nella dose e nel tempo di somministrazione, il problema più grande con questa molecola resta lo squilibrio lipidico. Comunque sia, la nomea di farmaco “pesante” ha fatto si che il SD venisse considerato un composto per atleti e non per atlete… Questa è di certo una valutazione sbagliata, e l’evidenza di ciò emerge semplicemente analizzando da vicino la molecola ed i suoi effetti. In realtà, il SD è uno degli steroidi con meno probabilità di causare effetti collaterali androgeni agli utilizzatori di sesso femminile, per dose efficace. Inoltre, al momento di valutare la potenza androgena relativa al SD e la sua capacità miotrofica (costruzione muscolare), si è dimostrato che essa è superiore a quella di tutti gli altri steroidi tipicamente impiegati in ambito femminile, tra cui l’Oxandrolone, l’Epitiostanol, il Metenolone e il Nandrolone. Questa evidenza da sola è in grado di rende il SD uno steroide formidabile da inserire nell’arsenale di una atleta.
Come ben sappiamo, il SD è una forma Dimetilata del Drostanolone ed è un anabolizzante estremamente potente. In realtà, il SD è così potente che anche il suo cugino più debole, il Dimethazine, è stato dimostrato in letteratura effettuare aumenti maggiori nel tessuto muscolare, mg per mg, confrontato con i più potenti steroidi tradizionali, come l’Anadrol, il Dianabol e il Testosterone. Detto questo, ci sono alcuni fattori che bisogna tenere in considerazione quando bisogna determinare l’efficacia di uno steroide sulla costruzione del tessuto muscolare, riducendo al minimo gli effetti collaterali mascolinizzanti.
Usando come riferimento il libro “Androgens and Anabolic Agents” di Vida, possiamo vedere che al SD viene assegnato un Q-Ratio di 20. Quando si fa riferimento alla Q-Ratio di un AAS ci si riferisce semplicemente alla sua potenza anabolizzante rispetto alla sua potenza androgena, che è determinata attraverso la valutazione del rapporto anabolizzante-androgeno di uno steroide. Come base di riferimento, il Testosterone ha un rapporto androgeno/anabolizzante di 100: 100, esibendo egualmente capacità androgena e anabolizzante. Nel caso del SD, si ha un rapporto pari a anabolizzante/androgeno di 400: 20; questo riferimento è con base al Metyltestosterone (100:150), mentre se rapportato al Testosterone (100:100) il rapporto anabolizzante/androgeno del SD diventa circa 600:20. Con un valore anabolizzante del SD pari a 400 e quello androgeno pari a 20, il SD è 20X più anabolizzante di quanto sia androgeno. In confronto, l’AAS Oxandrolone, che viene regolarmente utilizzato dalle atlete che desiderano evitare gli effetti mascolinizzanti, mantiene un Q-ratio di circa 20-30 (a seconda del numero di riferimento utilizzato).
Un secondo fattore utilizzato per determinare l’idoneità di uno AAS per l’uso nelle atlete è la capacità miotropica (costruzione muscolare) e della forza del farmaco mg per mg. Mentre il valore anabolizzante di una AAS è certamente utile, ci dice solo una parte della storia, in quanto non è sempre indicativo del suo vero potenziale sulla costruzione muscolare. In altre parole, un AAS con un valore anabolizzante 200 potrebbe superare la capacità di costruzione muscolare di uno AAS con un valore anabolizzante pari a 400. A titolo di esempio, lo steroide Dymethazine supera l’Oxandrolone in termini di capacità miotropica, nonostante il Dymethazine abbia un valore anabolizzante il 75% circa inferiore all’Oxandrolone. Per fortuna, quando si tratta di SD, ci ritroviamo davanti ad un AAS che dimostra il potenziale di costruzione muscolare che va al di là di quanto il suo potenziale anabolizzante implica. Questo è vantaggioso per le donne che desiderano evitare gli effetti collaterali mascolinizzanti, dal momento che si necessita di utilizzare una quantità minore del farmaco per vedere un significativo effetto ipertrofico, rispetto agli steroidi che espongono una debole capacità miotropica.
Alla fine, la preoccupazione principale delle donne interessate a evitare gli effetti collaterali mascolinizzanti non dovrebbe essere solamente rivolta al potenziale androgeno di uno steroide mg per mg. Piuttosto, quello che le atlete debbono fare è sapere la capacità miotropica di uno steroide in relazione alla sua potenza androgena, che successivamente informerà l’atleta del carico androgeno utile del AAS per dose efficace. Più basso è il carico androgeno utile per dose efficace, minore sarà l’incidenza degli effetti collaterali androgeni sperimentati con l’uso.
Diamo un’occhiata all’esperienza del mondo reale per un minuto. Farò il mio punto confrontando SD e Oxandrolone, che può dirsi lo steroide più importante per coloro che sono interessati ad evitare effetti collaterali androgeni. La dose tipica di partenza per quanto riguarda l’Oxandrolone è compresa tra i 5-10 mg / die. Mentre la maggior parte delle atlete sperimenteranno notevoli progressi a tale dosaggio, non si può negare che molti altri AAS orali superano il potenziale di costruzione muscolare dell’Oxandrolone ad un dosaggio pari. In questo contesto, non sarebbe forse vantaggioso se l’atleta avesse a disposizione un altro steroide in grado di fornire un eguale effetto androgenico o anche minore, superando al tempo stesso il potenziale di costruzione muscolare dell’Oxandrolone? Naturalmente lo sarebbe e, in realtà, è ciò di cui stiamo parlando qui. Si chiama SD.
In breve, riallacciandosi al valore androgeno di questi 2 farmaci, ci si ricorderà che il SD ha un gradoandrogenico di 40 (40% androgenico per mg di Testosterone), mentre l’Oxandrolone è di circa 25 (25% androgenico per mg di Testosterone) . Il che è solo una discrepanza di 15 punti. Una dose di 10 mg di Oxandrolone fornirà l’equivalente androgeno di 2,5 mg di Testosterone, mentre una dose di 5 mg di SD fornirà l’equivalente androgeno di 2 mg di Testosterone. Ovviamente, 5 mg di SD forniscono un effetto androgenico più debole di 10 mg di Oxandrolone e quindi una ridotta probabilità di sperimentare effetti mascolinizzanti, quindi la domanda finale che deve essere fatta è “Come fanno 5 mg di SD a essere confrontati con 10 mg di Oxandrolone in termini di potenziale di costruzione muscolare?”La risposta: non è nemmeno da mettere vicino. Il SD è senza dubbio uno dei più potenti costruttori muscolari. Pochissimi steroidi venduti oggi, sia sul mercato nero, o in prescrizione farmaceutica oppure OTC, superano la capacità di questo farmaco di aggiungere tessuto muscolare per dose efficace. Al contrario, l’Oxandrolone è conosciuto come uno degli steroidi meno brillanti quando si tratta di crescita muscolare. In termini di risultati reali, il SD primeggia rispetto a quasi tutti gli altri steroidi disponibili.
Le mie raccomandazioni di dosaggio, in linea con quelle di Mike Arnold, per le atlete che desiderano ridurre al minimo gli effetti mascolinizzanti è di 2.5-5.0 mg / die. Qui di seguito riporto una tabella di riferimento androgenico, in modo che le atlete ai livelli più avanzati possono prendere decisioni coscienziose per quanto riguarda il loro uso.
SD @ 2.5 mg/die= 1 mg di Testosterone al giorno.
SD @ 5.0 mg/die= 2 mg di Testosterone al giorno.
SD @ 10 mg/die= 4 mg di Testosterone al giorno.
SD @ 15 mg/die= 6 mg di Testosterone al giorno.
SD @ 20 mg/die= 8 mg di Testosterone al giorno.
SD @ 25 mg/die= 10 mg di Testosterone al giorno.
SD @ 30 mg/die= 12 mg di Testosterone al giorno.
Infine, questa intera conversazione sarebbe resa quasi inutile se non affrontassimo il tema della perdita dei capelli, in quanto questo è in genere una delle principali aree di preoccupazione per la maggior parte delle atlete che desiderano evitare gli effetti mascolinizzanti. Il valore androgenico di uno steroide non è sempre correlato con la propensione di quest’ultimo ad indurre la perdita dei capelli, e quindi dobbiamo valutare ogni steroide singolarmente per determinare la probabilità che questo ha di influenzare la perdita dei capelli sull’utilizzatore. Va inoltre notato che la stragrande maggioranza delle prove aneddotiche sono state ottenute dagli uomini.
Nel mondo reale, l’esperienza degli utilizzatori ha dimostrato che il SD è un AAS molto mite sui capelli, anche se la perdita dei capelli rimane una possibilità con qualsiasi steroide. Solo una piccola minoranza di persone segnala la perdita di capelli con questo farmaco e se si tiene conto della tendenza di altri AAS comunemente usati, si tenderebbe a definire il SD come uno degli AAS “meno probabili” per causare questo effetto.
Personalmente, consiglio vivamente alle donne che non hanno familiarità con questo farmaco di prendersi il tempo necessario per approfondire le proprie conoscenze riguardo al SD prima dell’uso. Questo articolo non è stato destinato a servire come “profilo” del SD (cosa da me già realizzata), ma piuttosto, è stato realizzato per fornire informazioni utili per quanto riguarda la propensione di questo farmaco a causare effetti collaterali mascolinizzanti a dosi efficaci e come si applica in un contesto femminile.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
1- H. J. Ringold & G. Rosenkranz (1956). “Steroids. LXXXIII. Synthesis of 2-Methyl and 2,2-Dimethyl Hormone Analogs”. Journal of Organic Chemistry. 21: 1333–1335. doi:10.1021/jo01117a625.
2- Jump up ^ Ringold, H. J., E. Batres, O. Halpern, and E. Necoechea (1959). “Steroids. CV.1 2-Methyl and 2-Hydroxymethylene-androstane Derivatives”. Journal of the American Chemical Society. 81 (2): 427–432. doi:10.1021/ja01511a040.
Alcuni studi hanno dimostrato che l’olio di pesce protegge gli esseri umani contro il diabete di tipo 2, (1) mentre altri, paradossalmente, mostrano che una dieta ricca di acidi grassi da fonti ittiche in realtà aumenta la probabilità di sviluppare il diabete. (2) Epidemiologi presso la University of Pittsburgh negli Stati Uniti hanno probabilmente scoperto il motivo per cui studi diversi, pur trattando le stesse componenti, arrivano a conclusioni diverse. Una dieta ricca di acidi grassi del pesce protegge contro il diabete solo se questa dieta viene affiancata da una attività fisica assidua. (3)
Dieci anni fa, era consuetudine che apparissero articoli sui benefici per la salute dati dal consumo dell’olio di pesce. Ora, nel 2017 lo stesso olio di pesce è considerato da alcuni con disprezzo. Questo è il risultato di un paio di grandi studi in cui sono stati indicati effetti deludenti o addirittura negativi dovuti al consumo di acidi grassi del pesce. Lo stesso vale anche nel caso di studi epidemiologici sugli effetti degli acidi grassi del pesce, come le formule strutturali DHA ed EPA sulla gestione di glucosio-insulina nel corpo e la probabilità di sviluppare il diabete di tipo-2.
Tuttavia, ci sono studi su animali e studi di laboratorio su esseri umani che hanno dimostrato che la supplementazione con olio di pesce può migliorare il funzionamento dell’insulina nel corpo. Le indicazioni che l’olio di pesce aumenta l’effetto dell’insulina sono altrettanto forti quanto le indicazioni che l’esercizio fisico migliora il funzionamento dell’insulina.
Gli effetti della supplementazione di olio di pesce ed esercizio fisico si assomigliano, ma agiscono attraverso meccanismi diversi. L’esercizio fisico stimola l’assorbimento del glucosio da parte delle cellule muscolari ‘perché attiva il trasportatore del glucosio GLUT4; gli acidi grassi del pesce ossidano nel corpo in sostanze che attivano le proteine PPAR. Il PPAR è un sensore molecolare che le cellule utilizzano per rilevare il grasso. L’attivazione del PPAR aumenta la combustione degli acidi grassi e la sensibilità cellulare all’insulina.
Se i livelli di insulina sono regolari ed hanno una corretta funzionalità i livelli di colesterolo ne gioveranno, creando un ambiente nel quale si avranno meno probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari.
Ecco perché gli epidemiologi presso la University of Pittsburgh hanno esaminato 344 americani di età compresa tra 30 e 54 anni per vedere se ci fosse un legame tra un elevato consumo di olio di pesce e uno stile di vita che comprendeva lo svolgimento di un consistente esercizio fisico, da un lato, e la sensibilità all’insulina e la salute cardiovascolare dall’altro.
I ricercatori hanno scoperto che nella metà dei partecipanti che svolgevano una quantità di esercizio fisico relativamente elevata [e consumavano più di 2093 kcal a settimana a seguito dell’attività fisica] la salute cardiovascolare era migliore grazie alla supplementazione con gli acidi grassi del pesce. Lo stesso è avvenuto per la sensibilità all’insulina. Tra i partecipanti che hanno svolto una considerevole attività fisica, la loro sensibilità all’insulina è stata maggiore con la supplementazione degli acidi grassi del pesce.
I ricercatori sospettano che l’olio di pesce non solo renda le cellule più sensibili all’insulina, ma riduca anche la secrezione di insulina. Può essere che quest’ultimo effetto pesi maggiormente nelle persone obese, non attive rispetto alle precedenti dello studio, e che, pertanto, esso possa causare una sorta di pseudo-diabete. Ma nelle persone che sono attive, e che rendono le loro cellule più sensibili all’insulina attraverso l’esercizio fisico, una dieta ricca di olio di pesce ha un effetto indubbiamente positivo.
La maggior parte degli steroidi anabolizzanti non possiede un’affinità di legame esclusiva per i recettori degli androgeni (AR) ma, per esempio, hanno una capacità di legame anche per i recettori dell’Estradiolo e del Progesterone. Gli utilizzatori di AAS che ne sono a conoscenza possono essere in grado di gestire al meglio i possibili effetti collaterali dovuti a queste capacità di legame anche perché, come ben sappiamo, l’effetto progestinico ed estrogenico di uno steroide può dirci qualcosa di molto importante riguardo ai suoi possibili effetti collaterali. Nel 2009 alcuni ricercatori olandesi hanno pubblicato una ricerca che potrebbe tornare utile agli utilizzatori di steroidi con un certo grado di attenzione verso la propria salute. (1)
Quanto più si sa su gli steroidi anabolizzanti, tanto più complessi essi ci appaiono. Se si inizia a studiare la chimica degli steroidi anabolizzanti si inizia a capire come le varie modifiche alla struttura della molecola abbiano lo scopo di impedire la conversione del AAS in un composto come l’Estradiolo o il DHT, mentre allo stesso tempo permettono all’AAS in questione di esplicare un maggiore effetto anabolizzante.
Prendiamo ad esempio il Nandrolone. Il Nandrolone differisce dal Testosterone per la mancanza di un metile in posizione C-19. Questa modifica conferisce al Nandrolone una bassa tendenza all’aromatizzazione, dal momento che l’enzima aromatasi converte questo composto più difficilmente ad estradiolo rispetto al Testosterone. Allo stesso tempo, la mancanza del gruppo metile in posizione C-19 del Nandrolone ne garantisce un effetto anabolizzante maggiore rispetto a quello del Testosterone.
L’assenza del gruppo metile in posizione C-19 conferisce al Nandrolone una maggiore capacità di legame al recettore degli androgeni di circa due volte rispetto al Testosterone. L’omissione del metile in C-19 rende ancora suscettibile il Nandrolone all’azione dell’enzima 5-alfa-reduttasi, ma il composto si converte in un debole metabolita, il Nor-DHT, con una assai debole azione androgena rispetto al classico DHT. Ciò rende il Nandrolone un composto con un valore androgeno basso (37 in rapporto al testosterone 100/100). Il Testosterone si converte facilmente in DHT, e il DHT è quasi del tutto privo di qualità anabolizzanti ma è fortemente androgeno, e il DHT può legarsi al recettore degli androgeni 3 volte meglio del Testosterone.
Negli anni Ottanta, tuttavia, si scoprì che il Nandrolone possedeva ancora effetti collaterali femminilizzanti, nonostante converta in estrogeni al 20% del Testosterone. A dosi leggermente superiori a quelle terapeutiche, gli uomini possono sviluppare ginecomastia con l’uso del Nandrolone. Questo effetto è probabilmente dovuto al fatto che il Nandrolone può legarsi al sito recettore dell’estradiolo. Con l’assenza del gruppo metile in C-19 il Nandrolone strutturalmente è simile ad un estrogeno.
Divenne anche chiaro che, il Nandrolone assunto a dosi leggermente superiori alle normali dosi terapeutiche sopprime la produzione endogena di Testosterone in misura maggiore rispetto alla somministrazione di Testosterone esogeno. Questo avviene perché il Nandrolone, privato del gruppo metile in posizione C-19, è affine al legame con il recettore del progesterone. L’effetto combinato androgeno-estrogeno-progestinico del Nandrolone, fa sì che lo steroide abbia un effetto multiplo a livello ipotalamico, sopprimendo marcatamente la produzione di Testosterone endogeno. A causa dello stesso meccanismo gli utilizzatori di Nandrolone possono diventare temporaneamente impotenti. Ricordiamoci che il nandrolone ha dimostrato in diversi studi di avere un’azione non irrilevante a livello cerebrale e del SNC. In studi su animali il Nandrolone si è anche dimostrato più dannoso sui vasi sanguinei del cuore rispetto al Testosterone.
La storia diventa ancora più complessa. Nel 21 ° secolo divenne chiaro che i recettori steroidei nelle cellule – e quindi nelle cellule muscolari – lavorano insieme. Il segnale che il recettore degli androgeni riceve, dopo aver formato un complesso con uno steroide anabolizzante, da l’imput per la crescita muscolare e per l’aumento della forza mentre la cellula, contemporaneamente, riceve stimoli attraverso il recettore dell’estradiolo e del progesterone. Questa idea è stata il punto di partenza della tesi di Barry Blankvoort. [Development of an endogenous androgen receptor-mediated luciferase expression assay for interactive androgenic action, Wageningen 2003] Se avete letto fino a questo punto avrete certamente capito come cicli e steck diversi presentano effetti variabili a seconda della combinazione delle molecole presenti in essi. E’ interessante notare come sia lo stesso meccanismo attraverso il quale il Nandrolone esercita così tanti effetti collaterali a rendere questo composto un anabolizzante abbastanza efficace nell’aumento della massa muscolare anche se, oggi, non sempre raccomandabili.
Per quanto riguarda la mancanza del gruppo metile in posizione C-19 nel Nandrolone, si applica a diverso grado e tipo a qualsiasi modifica che i chimici applicano ad una determinata molecola (con le ovvie differenze). Ogni modifica porta con se una serie di conseguenze sul funzionamento e gli effetti collaterali degli steroidi anabolizzanti. Quindi è ovvia conseguenza giungere alla conclusione che non vi è alcun steroide anabolizzante “perfetto”. Vi è al massimo un anabolizzante che analizzato individualmente presenta più pregi che difetti.
La conoscenza sulla funzionalità degli AAS a livello recettoriale può aiutare sia salutisticamente parlando che nella scelta di altri steroidi anabolizzanti da co-somministrare. Come mostra il grafico sottostante, che è stato creato da ricercatori della Amsterdam BioDetection Systems durante una ricerca per l’autorità antidoping WADA.
Le figure seguenti indicano la capacità e il grado di legame di alcuni steroidi al recettore degli androgeni [AR], al recettore per l’estradiolo [SER e ERB], al recettore del progesterone [PR] e al recettore dei glucocorticoidi [GR]. Il colore rosso indica una forte interazione recettoriale, il viola un’interazione leggermente inferiore, il blu un’interazione limitata e il nero la mancanza di interazione.
I ricercatori hanno determinato l’attività degli steroidi utilizzando delle cellule geneticamente modificate, che si “illuminano” se i loro recettori sono stimolati. Tuttavia, i ricercatori hanno utilizzato cellule non molto particolari. Le piccole cellule a volte agiscono in modo strano.
Queste cellule “suonano l’allarme” alcune volte con uno steroide anabolizzante che si può assumere a dosi considerevoli mentre altre volte, senza che nulla accada, fanno lo stesso e lo fanno a volte anche quando non sta accadendo nulla, mentre i loro recettori sono stimolati da un anti-androgeno. Si dovrebbero osservare solo i colori che indicano interazioni massime e non altro. Ma, comunque sia, il lavoro svolto dai ricercatori olandesi ci può aiutare a dedurre alcune cose interessanti.
Per esempio:
Se decidete di acquistare delNorclostebol, state attenti ai possibili effetti collaterali estrogenici.
Il Methandriol fa quasi nulla con il recettore degli androgeni. È il ligando meno efficace per il recettore che i ricercatori hanno misurato, mentre il Mibolerone era il più efficace.
L’Halotestin è inaspettatamente affine al recettore del progesterone e presenta qualche azione con il recettore dei glucocorticoidi.
Il MENT (Trestolone) presenta una interazione significativa per il recettore degli androgeni, degli estrogeni e del progesterone, con un moderato effetto sui recettori glucocorticoidi.
Stranamente da quello che si sente dire, il Trenbolone non mostra interazione con i recettori glucocorticoidi.
Date un occhiata alle seguenti tabelle e scoprirete altre cose interessanti su AAS e legami recettoriali
L’HIP THRUST stimola i muscoli glutei più di quanto lo faccia lo Squat. Il Trainer Bret Contreras trae questa conclusione, in seguito ad uno studio pubblicato sul Journal of Applied Biomechanics. (1)
La foto qui di seguito riportata mostra l’esecuzione corretta del HIP THRUST. È un esercizio che sta rapidamente diventando popolare nelle palestre. Una delle principali ragioni di ciò è l’aumenta popolarità del trainer Bret Contreras grazie al suo blog (2), ai suoi video (3) e newsletter che stanno attirando un numero crescente di appassionati.
Contreras è sempre stato a favore del HIP THRUST come un buon esercizio per i glutei. Questo esercizio è parte di rilievo nei programmi di allenamento di Contreras – e molti allenatori hanno seguito il suo esempio.
Come ovvio che sia, non tutti gli allenatori sono d’accordo con questo approccio allenante. Uno di questi è Chris Duffin. Nella clip della quale vi riporto qui il link (https://www.youtube.com/watch?v=3u2wzSCJYzw) Duffin spiega il motivo secondo lui l’HIP THRUST è un ottimo esercizio, ma non è adatto per essere utilizzato per allenare i glutei con carichi pesanti.
Tornando alla questione di fondo, Contreras ha svolto uno studio nel suo centro di ricerca, utilizzando l’EMG per misurare il grado di attivazione durante l’allenamento del grande gluteo, del bicipite femorale e del vasto laterale con Squat e HIP THRUST. Per lo studio Contreras ha reclutato donne allenate sottoponendole ad esercizi con i pesi con i quali potevano gestire solo 10 ripetizioni.
Le figure 1 e 2 qui di seguito mostrano che l’HIP THRUST stimola il grande gluteo e il bicipite femorale meglio di quanto faccia lo Squat.
“Il back Squat è da tempo un punto fermo nei programmi di allenamento per la forza ed è uno degli esercizi più ben documentati in letteratura “, così Contreras ha scritto nei paragrafi conclusivi della sua pubblicazione. “L’HIP THRUST è un esercizio più recente che manca di una ricerca longitudinale. ”
Contreras afferma che I professionisti del fitness possono tranquillamente continuare ad inserire back squat nei propri programmi con la consapevolezza che essi porteranno ad un aumento dell’ipertrofia e delle prestazioni. Aggiunge anche che I risultati di questo studio indicano che i professionisti del fitness possono giustificare l’inclusione del HIP THRUST nella loro programmazione per lo sviluppo della muscolatura dell’estensore dell’anca, del picco e grande gluteo e del bicipite femorale che vengono maggiormente attivate rispetto al back squat .
Contreras afferma che, nei casi in cui il back squat non possa essere tranquillamente eseguito, forse a causa di un infortunio, di dolore, o di deficit di mobilità, o disfunzione dell’anca, la maggiore stabilità dell’HIP THRUST con bilanciere sembrerebbe essere un’ottima alternativa per sviluppare la muscolatura inferiore del corpo. Inoltre, l’evidenza suggerisce che gli individui che cercano di massimizzare lo sviluppo massimo dei loro glutei dovrebbero incorporare l’HIP THRUST con bilanciere alla loro routine di allenamento.
I Bodybuilder e gli altri atleti di forza possono essere in grado di ridurre la quantità di tempo di riposo tra le serie di cui necessitano con la creatina…un fatto che molti atleti di forza hanno osservato durante i loro allenamenti. Questo è stato riportato in uno studio su esseri umani che gli scienziati dello sport di Taiwan hanno pubblicato su Nutrients. (1) Secondo i ricercatori, la supplementazione di creatina riduce il tempo ottimale di potenziamento post-attivazione. Lo so, è un termine poco usato, ma è molto utile per chi fa allenamenti con i pesi conoscere esattamente che cos’è il potenziamento post-attivazione .
Attivazione post-potenziamento
Berry de Mey, il Bodybuilder olandese di maggior successo di tutti i tempi, spiega esattamente ciò che è l’effetto di attivazione post-potenziamento in poche frasi sul suo sito web – spiegando come gli atleti di forza possano essere in grado di fare uso di esso per allenarsi in modo più efficace e più intensamente. Molti atleti effettivamente aderiscano al principio senza conoscerne il termine stesso. (2)
“Immediatamente dopo aver completato una serie, la capacità di prestazione del muscolo che hai appena allenato è ridotta”, spiega De Mey. “Si può sentire. Il tuo battito cardiaco è più elevato, ti senti affannato e i muscoli si sentono stanchi. Appoggiando il peso ci si sente in fretta di nuovo calmi, e si sente la forza e l’energia tornare ai muscoli. La fisiologia del tuo corpo si sta preparando per un nuovo ciclo di sforzo. la cosa bella è che i muscoli, se si mantiene il tempo di riposo ottimale, diventano un po ‘più forte di quanto non fossero prima di iniziare l’allenamento. Gli scienziati chiamano ciò effetto di potenziamento post-attivazione “.
“Elaborare il periodo di riposo ottimale necessita di esperienza, e soprattutto sensibilità. Se non si attende il tempo necessario non sarà possibile ottenere il massimo effetto dalla prossima serie. Se non si fanno abbastanza ripetizioni, non sarà possibile ottenere lo stimolo ottimale alla crescita. Se si attende troppo a lungo, i muscoli hanno recuperato, ma la forza che si è accumulata fino a quel momento calerà di nuovo. ”
I ricercatori di Taiwan sono chiesti se la supplementazione di creatina potesse influenzare l’effetto del potenziamento post-attivazione. Volevano sapere se gli atleti potessero ridurre la quantità di tempo necessaria ai loro muscoli per un effetto ottimale del potenziamento post-attivazione assumendo creatina.
Lo Studio
I ricercatori prima hanno determinato il tempo di potenziamento post-attivazione ottimale facendo eseguire ai loro soggetti di studio 1 ripetizione di squat con il loro massimale, per poi farli a saltare più in alto possibile. I ricercatori hanno poi misurato quanto tempo (in minuti) dopo lo squat i soggetti hanno realizzato il loro salto migliore.
I ricercatori hanno eseguito l’esperimento con due gruppi di 15 atleti allenati. Un gruppo ha assunto un placebo ogni giorno per sei giorni; l’altro gruppo ha assunto quattro dosi da 5 g di creatina e 5 g di glucosio ogni giorno per sei giorni. Quest’ultimo gruppo ha consumato un totale di 20 g di creatina al giorno.
I ricercatori hanno misurato il tempo ottimale del potenziamento post-attivazione dei partecipanti prima e dopo il periodo dell’esperimento.
Il tempo di potenziamento post-attivazione del gruppo placebo non è cambiata significativamente; nel gruppo creatina invece c’è stata una significativa riduzione di oltre due minuti.
Un interessante conferma di ciò che la pratica ci suggeriva da tempo…