Alcuni studi hanno dimostrato che l’olio di pesce protegge gli esseri umani contro il diabete di tipo 2, (1) mentre altri, paradossalmente, mostrano che una dieta ricca di acidi grassi da fonti ittiche in realtà aumenta la probabilità di sviluppare il diabete. (2) Epidemiologi presso la University of Pittsburgh negli Stati Uniti hanno probabilmente scoperto il motivo per cui studi diversi, pur trattando le stesse componenti, arrivano a conclusioni diverse. Una dieta ricca di acidi grassi del pesce protegge contro il diabete solo se questa dieta viene affiancata da una attività fisica assidua. (3)
Dieci anni fa, era consuetudine che apparissero articoli sui benefici per la salute dati dal consumo dell’olio di pesce. Ora, nel 2017 lo stesso olio di pesce è considerato da alcuni con disprezzo. Questo è il risultato di un paio di grandi studi in cui sono stati indicati effetti deludenti o addirittura negativi dovuti al consumo di acidi grassi del pesce. Lo stesso vale anche nel caso di studi epidemiologici sugli effetti degli acidi grassi del pesce, come le formule strutturali DHA ed EPA sulla gestione di glucosio-insulina nel corpo e la probabilità di sviluppare il diabete di tipo-2.
Tuttavia, ci sono studi su animali e studi di laboratorio su esseri umani che hanno dimostrato che la supplementazione con olio di pesce può migliorare il funzionamento dell’insulina nel corpo. Le indicazioni che l’olio di pesce aumenta l’effetto dell’insulina sono altrettanto forti quanto le indicazioni che l’esercizio fisico migliora il funzionamento dell’insulina.
Gli effetti della supplementazione di olio di pesce ed esercizio fisico si assomigliano, ma agiscono attraverso meccanismi diversi. L’esercizio fisico stimola l’assorbimento del glucosio da parte delle cellule muscolari ‘perché attiva il trasportatore del glucosio GLUT4; gli acidi grassi del pesce ossidano nel corpo in sostanze che attivano le proteine PPAR. Il PPAR è un sensore molecolare che le cellule utilizzano per rilevare il grasso. L’attivazione del PPAR aumenta la combustione degli acidi grassi e la sensibilità cellulare all’insulina.
Se i livelli di insulina sono regolari ed hanno una corretta funzionalità i livelli di colesterolo ne gioveranno, creando un ambiente nel quale si avranno meno probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari.
Ecco perché gli epidemiologi presso la University of Pittsburgh hanno esaminato 344 americani di età compresa tra 30 e 54 anni per vedere se ci fosse un legame tra un elevato consumo di olio di pesce e uno stile di vita che comprendeva lo svolgimento di un consistente esercizio fisico, da un lato, e la sensibilità all’insulina e la salute cardiovascolare dall’altro.
I ricercatori hanno scoperto che nella metà dei partecipanti che svolgevano una quantità di esercizio fisico relativamente elevata [e consumavano più di 2093 kcal a settimana a seguito dell’attività fisica] la salute cardiovascolare era migliore grazie alla supplementazione con gli acidi grassi del pesce. Lo stesso è avvenuto per la sensibilità all’insulina. Tra i partecipanti che hanno svolto una considerevole attività fisica, la loro sensibilità all’insulina è stata maggiore con la supplementazione degli acidi grassi del pesce.
I ricercatori sospettano che l’olio di pesce non solo renda le cellule più sensibili all’insulina, ma riduca anche la secrezione di insulina. Può essere che quest’ultimo effetto pesi maggiormente nelle persone obese, non attive rispetto alle precedenti dello studio, e che, pertanto, esso possa causare una sorta di pseudo-diabete. Ma nelle persone che sono attive, e che rendono le loro cellule più sensibili all’insulina attraverso l’esercizio fisico, una dieta ricca di olio di pesce ha un effetto indubbiamente positivo.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
1- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20630158
2- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22442397
3- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23884386