Introduzione:

In rete sono consultabili articoli a tema DNP, scritti da improvvisati biochimici o da qualche “guru” del settore Fitness e BodyBuilding, nei quali si espongono “consigli” sulla riduzione degli effetti collaterali legati all’uso di questo disaccoppiante della fosforilazione ossidativa. Alcuni di questi sono incentrati sulla caratteristica del DNP di aumentare massivamente i radicali liberi. Per ovviare a ciò, si riportano mix integrativi caratterizzati da antiossidanti come la Vitamina C, il NAC o direttamente il Glutatione. Ma tale pratica svolge un reale effetto riduttivo sui potenziali danni di una concentrazione elevata di radicali liberi DNP dipendente? Se si legge lo studio svolto su animali che i biologi finlandesi hanno pubblicato su “Comparative Biochemistry and Physiology Part C”, la risposta a questa specifica domanda potrebbe essere negativa o, comunque, l’effetto potrebbe essere poco rilevante nel contesto del tentativo di ridurre gli effetti collaterali del nitrocomposto in questione.[1] Lo so, stiamo parlando di uno studio su animali, ma ci offre comunque una visione d’insieme abbastanza concreta per porre ipotesi sull’efficacia di questa supplementazione sull’impatto negativo correlato all’uso di DNP.

2,4-dinitrofenolo

Dettagli dello studio:

Antoine Stier dell’Università di Turku in Finlandia ha svolto il suo esperimento utilizzando i fringuelli zebra. Gli animali sono stati divisi in due gruppi: al primo era stata somministrata acqua potabile per 4 anni mentre all’altro gruppo ha ricevuto acqua potabile contenente DNP. Ai fringuelli sono stati somministrati 4mg di DNP per chilo di peso corporeo al giorno. Se il dosaggio usato nei fringuelli fosse stato trasposto agli esseri umani, essi avrebbero ricevuto solo una frazione di quella dose. Il metabolismo dei fringuelli zebra è molto più elevato di quello dell’uomo.

Fringuelli zebra

Risultati dello studio:

I fringuelli trattati con il DNP, ovviamente, risposero alla somministrazione con un calo del peso e della massa grassa. Allo stesso tempo, i fringuelli del gruppo DNP vivevano il 21% in meno rispetto ai fringuelli del gruppo di controllo [solo acqua potabile].

Di per sé, la durata della vita più breve dei fringuelli zebra trattati con DNP non sorprende. Il DNP è un dissipatore di ATP sotto forma di calore, il che causa una produzione massiva di radicali liberi nei mitocondri. Da qui il consiglio di assumere quantità significative di antiossidanti con il DNP . Ma, stranamente, la concentrazione del perossido di idrogeno (uno dei due radicali liberi più conosciuti a contenuto d’ossigeno [ROS da Reacting Oxygen Species]) non è aumentata nei fringuelli zebra del gruppo DNP.

Conclusione:

Lo studio evidenzia che, anche a una dose moderata […], un trattamento cronico con DNP può abbreviare la durata della vita. Il DNP promuove il flusso di protoni non solo attraverso la membrana mitocondriale, ma anche attraverso la membrana plasmatica. Questo potrebbe essere un elemento chiave che spiega l’impatto negativo del DNP sulla durata della vita, ma potrebbe essere potenzialmente risolto utilizzando disaccoppiatori di prossima generazione (ad esempio BAM15) specifici per la membrana mitocondriale. Ulteriori studi che indagano i percorsi molecolari e fisiologici attraverso i quali il DNP riduce la durata della vita nei fringuelli zebra sarebbero utili per consentire indagini mirate di effetti deleteri subletali in altri modelli animali e potenzialmente nell’uomo. Il presente studio dovrebbe essere un potenziale segnale di avvertimento per gli attuali utilizzatori di DNP e sollevare domande per gli scienziati che indagano sull’uso del DNP come medicinale.

Quindi è inutile una supplementazione a base di antiossidanti per attenuare gli effetti collaterali cellulari legati alla somministrazione di DNP? Beh, dai risultati sembrerebbe che la questione radicali liberi sia addirittura molto secondaria nella lista degli effetti collaterali DNP-dipendenti ma, ed è da tenere in considerazione, parliamo di uno studio effettuato utilizzando una specie con caratteristiche nettamente differenti da quella umana e, oltretutto, lo studio è stato svolto con dosaggi di DNP somministrati in cronico (4 anni). Ovviamente, gli utilizzatori di DNP usano tale composto solo per brevi periodi di tempo; parliamo di una media di 2 settimane consecutive.
Detto ciò, l’assunzione di antiossidanti non è da considerarsi (al momento) del tutto inutile visto il tasso di stressor aggiuntivi ai quali il soggetto in trattamento con DNP viene sottoposto.

Nota: l’effetto collaterale predominante e incisivo (non che letale) del DNP rimane lo shock termico da dose letale la quale è molto vicina alla dose comunemente utilizzata a scopi termogenici.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

  1. https://doi.org/10.1016/j.cbpc.2020.108944

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