AAS e infezione con sviluppo sintomatico da SARS-CoV-2
Introduzione
Torno a parlare dell’argomento AAS e sistema immunitario con questa piccola parentesi incentrata sulla risposta alle possibilità di sviluppo di eventi avversi in seguito a contaminazione virale, soprattutto da ceppi delle famiglia dei coronaviridae della cui famiglia fa parte l’ormai famoso SARS-CoV-2.
Come ben sapete, io ed altri divulgatori d’oltre oceano abbiamo sottolineato come l’uso di dosi sovrafisiologiche di AAS possano portare ad uno stato di lieve immunosoppressione, tale da poter aumentare il rischio di sviluppare sintomatologia da contagio virale. Secondo recenti studi scientifici, probabilmente avevamo ragione.[1]
Attività androgenica e SARS-CoV-2 (e coronaviridaee)
Le donne con la PCOS hanno livelli elevati di androgeni. Se queste donne sono infettate dal SARS-CoV-2, come da altri ceppi della stessa famiglia, e non solo, i sintomi sembrano essere più gravi rispetto alle donne senza la PCOS.[2]
Gli inibitori della 5α-reduttasi riducono fortemente la conversione del Testosterone nel più androgeno DHT. Se si trattano gli uomini con inibitori della 5α-reduttasi, sembra che l’infezione da SARS-CoV-2 risulti meno grave nella sintomatologia.[3,4]
Una minore attività androgenica nei soggetti di sesso maschile affetti da SARS-CoV-2 sembrano quindi manifestare una sintomatologia lieve. Alcuni ricercatori sospettano che ciò sia dovuto al fatto che gli androgeni attivano l’enzima TMPRSS2. Questo enzima fa sì che le cellule presentino un numero maggiore di recettori ACE2 sulla superficie della membrana fosfolipidica. Come ormai noto, i recettori ACE2 sono il bersaglio di legame per le proteine spike del SARS-CoV-2. Grazie al legame con tali proteine di membrana il virus in questione può penetrare all’interno della cellula e dare avvio ai processi di replicazione.
Meccanismi di infezione cellulare (cardiomiocita) da parte del SARS-CoV-2. Come si può notare, vi è connessione di attività tra l’enzima TMPRSS2 e il recettore ACE2, il legame della proteine spike del virus.
Il caso studio “Oxandrolone e Proxalutamide”
In base a quanto detto in precedenza, significa anche che gli atleti che usano AAS hanno maggiori probabilità di sviluppare una sintomatologia maggiore in seguito ad infezione da SARS-CoV-2? Sembrerebbe di sì, e gli endocrinologi brasiliani dell’Università federale di San Paolo hanno riportato una loro osservazione su BMJ Case Reports.
Quindi, secondo quanto emerso dalle loro osservazioni, gli utilizzatori di AAS sono più vulnerabili all’infezione e sviluppo di sintomatologia acuta da SARS-CoV-2.
I ricercatori si basano sul caso di un bodybuilder di 28 anni con una grave infezione da SARS-CoV-2. Il caso è stato notevole, perché l’uomo non aveva di base fattori di rischio. I genitori del soggetto avevano contratto il virus, ma la sintomatologia non è stata grave. Perché allora il bodybuilder si è ammalato gravemente? Quando gli endocrinologi lo hanno esaminato, è emerso che aveva assunto 40mg di Oxandrolone al giorno per un mese.
I medici hanno convinto l’uomo a interrompere l’assunzione di Oxandrolone prescrivendogli una terapia a base dell’anti-androgeno Proxalutamide. Il Proxalutamide è anche un farmaco sperimentale per il trattamento dell’infezione da SARS-CoV-2 negli uomini.[5]
I medici hanno inizialmente somministrato al bodybuilder una singola dose di 600mg di Proxalutamide. Quindi al soggetto è stata prescritta l’assunzione di 200mg/die del anti-androgeno per una settimana.
Già 24 ore dopo la prima somministrazione, il bodybuilder ha riferito di sentirsi significativamente meglio. Allo stesso tempo, vari marker ematici erano visibilmente migliorati in quel breve periodo di tempo.
L’immagine schematica descrive il ruolo del enzima TMPRSS2 nell’infezione da SARS-CoV-2 e l’espressione androgeno-mediata di ACE2 e di TMPRSS2 che potrebbero potenzialmente essere modulati con l’uso di molecole anti-androgene.
Conclusione
La più alta percentuale di infezioni e manifestazione di sintomatologia severa possibilmente riscontrabile degli utilizzatori di AAS era cosa già conosciuta e constata nel mio articolo dedicato. Detto ciò, adesso abbiamo la conferma che la manifestazione della sintomatologia conseguente all’infezione da SARS-CoV-2 può essere maggiore negli utilizzatori di AAS. E, di certo, questo interessa tutti i virus che possono dare una risposta sintomatologica di varia entità, non solo il SARS-CoV-2 o altri coronaviridaee.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
Quindi il nostro atteggiamento nei confronti di chi e’ impegnato nello scientismo speculativo, e’ essenzialmente di critica e avversione. Il Nostro tradizionale antagonismo fa sì che non subiamo la contaminazione del marketing e, ogniqualvolta si scatena un dibattito su questioni biotecnoiogiche, non manchiamo di porci al di sopra delle parti discutendo dei problemi ai massimi livelli.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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2 risposte a "AAS e infezione con sviluppo sintomatico da SARS-CoV-2"
Allora perché tutta la mia vita ho avuto l influenza due volte l anno per 43 anni e da 2 anni che uso doping neanche una??
Il Sab 8 Mag 2021, 21:21 Team Olympus – Applied Science in Body-Building
Perchè il soggetto A, fumatore da 70 anni, di 90 anni di età non ha sviluppato malattie croniche correlate al tabagismo mentre il nipote di 50 anni soffre di BPCO? … Vede, si chiama variabile di risposta soggettiva… e non è nemmeno ‘unico tassello del complesso schema che può portare o meno allo sviluppo grave di una patologia… I singoli non fanno numero, al massimo possono suscitare un minimo interesse sul caso che, per ovvie ragioni, deve essere documentato e non basarsi sul chiacchiericcio.. Le è più chiara la questione adesso?
Allora perché tutta la mia vita ho avuto l influenza due volte l anno per 43 anni e da 2 anni che uso doping neanche una??
Il Sab 8 Mag 2021, 21:21 Team Olympus – Applied Science in Body-Building
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Perchè il soggetto A, fumatore da 70 anni, di 90 anni di età non ha sviluppato malattie croniche correlate al tabagismo mentre il nipote di 50 anni soffre di BPCO? … Vede, si chiama variabile di risposta soggettiva… e non è nemmeno ‘unico tassello del complesso schema che può portare o meno allo sviluppo grave di una patologia… I singoli non fanno numero, al massimo possono suscitare un minimo interesse sul caso che, per ovvie ragioni, deve essere documentato e non basarsi sul chiacchiericcio.. Le è più chiara la questione adesso?
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