I BodyBuilder più previdenti conoscono l’importanza dell’inserimento degli epatoprotettori nella propria preparazione, la quale contempla l’utilizzo di AAS, specie se metilati in C-17. Tra i composti più utilizzati troviamo la Silimarina e la N-Acetil-cisteina (NAC), facilmente reperibili in quanto prodotti OTC.
Ovviamente, esistono sostanze farmacologiche da prescrizione le quali vengono utilizzate dagli atleti aiutati chimicamente come disintossicanti epatici. Tra queste troviamo il Glutatione, l’Acido Tauroursodesossicolico Biidrato e l’acido ursodesossicolico. Ed è proprio quest’ultimo a dimostrare la sua efficacia nel lavoro scientifico che riporto qui di seguito.
Medici messicani sono riusciti a curare un Bodybuilder con danno epatico utilizzando proprio l’acido ursodesossicolico (UDCA). L’acido ursodesossicolico è un acido biliare secondario che deriva dal metabolismo dell’acido colico da parte del microbiota umano intestinale. Il suo nome deriva dal fatto che è il principale acido biliare negli orsi (dal latino ursus). In biologia e biochimica lo si etichetta con l’acronimo UDCA. Il nome completo del UDCA è Acido 3α,7β-diidrossi-5β-colanoico.
L’atleta in questione era un BodyBuilder di 29 anni che soffriva di mal di stomaco da due mesi. Due settimane prima di andare dal medico aveva inoltre sviluppato ittero e prurito. Aveva perso quattordici chili.
I medici riscontrarono il danno epatico tramite apposite analisi. L’abuso di AAS aveva causato al Bodybuilder la colestasi, una condizione nella quale i condotti nel fegato si infiammano e, pertanto, non è possibile rimuovere la bile e convogliarla al duodeno. La Bile rimuove il colesterolo dal corpo.
Prima di ammalarsi, il Bodybuilder aveva seguito un ciclo di tre mesi composto da 25mg/die di Proviron(Mesterolone), 40mg/die di Andriol (Testosterone Undecanoato orale), 30mg/die di Deca(Nandrolone Decanoato), 50mg/die di Oxymetholone e 800 mg di Testosterone . [Strano ma è riportato “nero su bianco” – NdR.]
I medici, dopo aver fatto interrompere l’assunzione delle suddette molecole al Bodybuilder, diedero al soggetto una dose di 15mg per kg di peso corporeo di acido ursodesossicolico al giorno. L’UDCA rimuove gli acidi biliari tossici dal fegato – e quindi stimola il recupero dei condotti attraverso i quali il fegato invia l’acido biliare al duodeno nell’intestino[http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed.]. Ci sono voluti un paio di mesi, ma la funzionalità epatica del culturista è stata recuperata.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
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