
Androgenico: 22-55
Anabolico: 100-200
Standard: Methyltestosterone (orale)
Nome Chimico: 17α-Ethylestr-4-en-17β-ol-3-one; 17α-Ethyl-19-norandrost-4-en-17β-ol-3-one.
Attività estrogenica: alta
Attività Progestinica: alta
Aromatizzazione: si
Il Norethandrolone, noto anche come 17α-Ethyl-19-nortestosterone o 17α-Ethylestr-4-en-17β-ol-3-one; 17α-Ethyl-19-norandrost-4-en-17β-ol-3-one, conosciuto con i nomi commerciali di Nilevar e Pronabol, è uno steroide androgene anabolizzante (AAS), disponibile in forma orale, utilizzato in campo clinico come agente per la promozione della crescita muscolare, per curare gravi ustioni, traumi fisici e per il trattamento dell’anemia aplastica, anche se attualmente non è quasi più utilizzato in medicina.[1][2][3] Tuttavia, è ancora disponibile in Francia.[2][3]
Il Norethandrolone è uno steroide estrano sintetico e un derivato metilato in C17 del 19-nortestosterone (Nandrolone).[1][2] È strettamente correlato al Normethandrone (17α-metil-19-nortestosterone) e all’Etilestrenolo (3-deketo-17α-etil-19-nortestosterone).[1][2] In letteratura sono state pubblicate le vie di sintesi chimica del Norethandrolone.[4]
Il Norethandrolone è un AAS con un alto rapporto tra attività anabolica e androgena.[2] Analogamente al caso del nandrolone e del 5α-diidronandrolone, e del 5α-diidronoretandrolone, il metabolita 5α-ridotto del Norethandrolone, mostra una ridotta affinità per il recettore degli androgeni rispetto alla molecola progenitrice.[2][5] Ciò è probabilmente correlato all’alto rapporto tra attività anabolica e androgena osservata con il Norethandrolone.[2][5] Il Norethandrolone ha un’attività estrogenica relativamente elevata per via della sua conversione ad opera dell’enzima Aromatasi in Etilestradiolo.[2] Ha anche una forte attività progestinica.[2] La potenza progestinica del Norethandrolone è simile a quella del Noretisterone in termini di alterazioni dell’endometrio nelle donne.[6-11] Inoltre, il Norethandrolone è epatotossico per via della metilazione in C17.[2]
Il Norethandrolone è stato uno dei primi AAS orali disponibili negli Stati Uniti. Era essenzialmente la risposta della Searles all’AAS di nuova creazione da parte della svizzera Ciba, il Methandrostenolone (Dianabol), che venne rilasciato sul mercato lo stesso anno. In effetti, spesso venne usato il Methandrostenolone come paragone per valutare l’impatto del Norethandrolone sull’aumento di peso, sull’anabolismo e sulla ritenzione idrica.
Sette anni prima del rilascio del Norethandrolone, la Mayo Clinic aveva annunciato l’efficacia drammatica del Cortisone nel trattamento dell’artrite reumatoide. Questo a sua volta ha stimolato un enorme interesse per tutti gli aspetti della chimica degli steroidi, dell’endocrinologia e dei campi correlati. G. D. Searle & Co. ha prontamente avviato un grande sforzo nella ricerca sugli steroidi, con l’obiettivo di scoprire composti steroidei migliori di quelli precedentemente disponibili e che avessero potuto essere utilizzati per condizioni per le quali non erano disponibili altri composti.
Questo sforzo portò all’introduzione del Norethandrolone, commercializzato nel 1956 come Nilevar, il primo agente anabolizzante con una separazione favorevole tra effetti anabolizzanti e androgeni.[7] Per i motivi sopra esposti, negli uomini si riscontrano solo effetti androgeni deboli (probabilmente perché la forma derivante dalla 5-alfa-riduzione ha un ridotto potenziale di legame con i AR), sebbene nelle donne la virilizzazione rimanga una possibilità con l’uso di questa molecola.
Questo AAS è generalmente sconsigliato nelle atlete, non solo per le contenute possibilità di comparsa di effetti androgeni, ma anche per alcuni problemi di infertilità, che sono possibili anche nelle donne.[8][9] L’effetto anabolico di questo farmaco è moderato, e ciò è probabilmente dovuto al suo legame moderatamente forte con il recettore degli androgeni (questo lo rende abbastanza diverso dal Methandrostenolone, che ha uno scarso legame con il recettore degli androgeni agendo per via Non-genomica) e alla sua capacità di stimolare la sintesi proteica e a bloccarne il catabolismo.[10] Il Nilevar fu il primo AAS sviluppato dalla Searles , e fu proprio questo farmaco che alla fine portò alla ricerca e allo sviluppo dell’Oxandrolone (Anavar), molto meno androgeno, molto più anabolizzante e privo di attività estrogenica e progestinica, portando al conseguente declino della popolarità e dell’uso del Nilevar.

Come risaputo, gli AAS, a diverso grado di impatto, possono avere effetti deleteri sul colesterolo sierico. Il Norethandrolone non è da meno presentando la tendenza a causare una riduzione delle concentrazioni di colesterolo HDL (“buono”) e un aumento delle concentrazioni di colesterolo LDL (“cattivo”), cosa che comporta uno sbilanciamento dell’equilibrio HDL/LDL che si traduce in un rischio maggiore di sviluppare arteriosclerosi. L’impatto relativo all’assunzione di un AAS nei confronti dei lipidi ematici dipende dalla dose, dalla via di somministrazione (per via orale o iniettabile), dal tipo di steroide (aromatizzabile o non aromatizzabile), e dal livello di resistenza al metabolismo epatico.
Essendo il Norethandrolone un AAS con ridotta attività androgenica, la soglia dei possibili forti effetti collaterali androgenici è generalmente bassa ed è paragonabile a quella riscontrata con l’uso di Nandrolone sebbene dosaggi più alti mostrano un aumento della possibilità che tali effetti si manifestino.
Come per gli altri AAS 17α-alchilati, il Norethandrolone presenta un elevato grado di epatotossicità.[1][2]

Il Norethandrolone è un substrato soggetto all’azione dell’enzima Aromatasi, per la precisione aromatizza in una forma di estradiolo dall’elevato potere biologico, il 17-alpha-methyl-estradiolo e, potenzialmente, 17-alpha-methyl-estrone.[1][2] Questo incrementa le caratteristiche del Norethandrolone come potenziale steroide per una fase “Bulk” grazie alla maggior proliferazione dei recettori degli estrogeni, un miglior utilizzo del glucosio, e un aumentata secrezione di GH e IGF-1. Ovviamente, con il suo uso il fattore estrogenico deve essere attentamente monitorato in quanto effetti collaterali legati all’iperestrogenemia o all’aumentata attività tissutale del Estradiolo (comune con l’uso di progestinici) quali ginecomastia, ritenzione idrica e l’accumulo di grasso con modello femminile sono piuttosto comuni. L’uso di un inibitore dell’aromatasi e di un SERM, dopo comprovata necessità, in soggetti sensibili all’aromatizzazione e/o all’attività estrogenica è risultata una pratica funzionale.
Il Norethandrolone si lega fortemente al recettore del progesterone (PR).[1][2] Dato il noto vincolo del Norethandrolone con il PR, e la tendenza da parte dei farmaci derivati dal Nandrolone di offrire almeno qualche attività progestinica, una significativa attività in tal senso, con gli effetti ad essa legati, non deve essere trascurata per tutto il tempo di assunzione.
Si ricordi inoltre che gli effetti collaterali associati con il Progesterone sono simili a quelli degli estrogeni, compreso il feedback negativo di inibizione della produzione di Testosterone e una maggiore velocità di accumulo di grasso. I progestinici aumentano anche l’effetto stimolante degli estrogeni sulla crescita del tessuto mammario. Sembra che ci sia una forte sinergia tra questi due ormoni, in modo tale che la ginecomastia potrebbe anche verificarsi con l’aiuto dei progestinici, senza eccessivi livelli di estrogeni. L’uso di un AI e/o SERM, che inibisca la componente estrogenica di questa alterazione, come accennato in precedenza, è spesso sufficiente per mitigare la ginecomastia causata da Nandrolone e derivati. Il rialzo della Prolattina è un altra possibile conseguenza da monitorare per via di esami ematici.
L’uso di anti-prolattinici andrebbe presa in considerazione solo quando, attraverso appositi esami ematici, si è appurata una iperprolattinemia.
La soppressione dell’attività dell’Assen HPT con questo composto è piuttosto marcata. Infatti, è risaputo che i progestinici rientrano nella categoria dei composti con attività soppressiva delle gonadotropine.[11]

Nota: l’uso del Tamoxifene (Nolvadex) potrebbe risultare controproducente, soprattutto nel lungo periodo, dal momento che potrebbe effettivamente portare ad un aumento dei recettori del progesterone.[12]
Il lato positivo dell’essere un 19-norsteroide si manifesta con la buona affinità di legame con i recettori androgeni, cosa che è positivamente correlata con la lipolisi (per via del legame con i AR sull’adipocita).[13]
I soggetti con dolori articolari che utilizzano il Norethandrolone possono sperimentare una riduzione del sintomo similmente a quanto osservato con l’uso di Nandrolone. Anche per questa ragione, in passato il Nilevar era stato soprannominato “Oral Deca”. Ovviamente, l’uso sul lungo termine del Norethandrolone, per via della sua metilazione in C17, anche per tale fine è caldamente sconsigliato. Comunque, data la sua attività positiva a livello articolare, il suo uso ha visto una certa diffusione anche nel PowerLifting. Nel BodyBuilding, anche per tale caratteristica divenne una scelta inseribile con vantaggio durante cicli di “Bulk”
A differenza del Nandrolone, i cui metaboliti sono rilevabili nelle urine fino a 18 mesi dalla sospensione della somministrazione, il Norethandrolone presenta una rilevabilità d’uso di circa 5 mesi.
Le linee guida di prescrizione per il Norethandrolone (deperimento muscolare [14], pazienti con gravi ustioni, grave trauma e alcune forme di anemia aplastica [2]) indicano un dosaggio giornaliero pari a 20 o 30mg. La somministrazione indicata consiste in uno schema intermittente composto da 12 settimane d’uso seguite da un mese di pausa a seguito del quale può essere riavviato il trattamento. Il Norethandrolone è stato studiato per l’uso come contraccettivo ormonale maschile.[15][16][17] Nelle indicazioni cliniche non vi è menzione di modalità specifiche per l’uso nelle donne. Il dosaggio usuale in ambito sportivo è compreso tra i 20mg e i 40 mg al giorno, anche se il dosaggio massimo generalmente utilizzato risulta essere di 50mg, suddiviso in due assunzioni distanziate da circa 12h, assunte per non più di 6-8 settimane. Le atlete utilizzano dosi pari a 5-10mg/die suddivise sempre in due assunzioni distanziate da circa 12h. Il tempo tra una somministrazione e la successiva è basato sull’emivita della molecola (appunto 12h). Tale timing garantisce il mantenimento di livelli ematici della molecola stabili nelle 24h.
Essendo il Norethandrolone un AAS aromatizzabile e progestinico può causare ritenzione idrica, accumulo di grasso e ginecomastia, in specie se il fattore estrogenico non viene adeguatamente gestito. Queste caratteristiche lo rendono un AAS favorevole da utilizzare durante un ciclo “Bulk” o pre-gara se si è PowerLifter.
Sebbene negli ultimi anni sembra essere tornata di moda tra i culturisti, sempre a causa di quel compulsivo desiderio di provare nuove molecole (sebbene di “nuovo”, in questo caso, non vi sia nulla), la sua reperibilità è molto limitata. Come già detto, è attualmente presente nel mercato farmaceutico francese (venduto in compresse da 10mg). Nel mercato nero, la presenza di questo AAS è minima e spesso prodotti con indicazione in etichetta riportante la presenza di questa molecola in realtà ne contengono un altra, sebbene i costi di produzione siano bassi.
In conclusione, si tratta di una molecola non semplice da gestire, dall’applicabilità limitata e dalla difficile reperibilità. Non rappresenta di certo una molecola dai vantaggi superiori rispetto al Methandrostenolone o all’Oxymetholone, entrambe molecole applicabili in contesti simili a quelli nei quali l’uso del Norethandrolone è più indicato.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
1- J. Elks (14 November 2014). The Dictionary of Drugs: Chemical Data: Chemical Data, Structures and Bibliographies. Springer. pp. 885–.
2- William Llewellyn (2011). Anabolics. Molecular Nutrition Llc. pp. 575–583.
3- https://www.drugs.com/international/norethandrolone.html.
4- Springer-Verlag. 27 November 2013. pp. 13, 282–283. ISBN 978-3-642-99941-3.
5- Bergink EW, Geelen JA, Turpijn EW (1985). “Metabolism and receptor binding of nandrolone and testosterone under in vitro and in vivo conditions”. Acta Endocrinol Suppl (Copenh). 271: 31–7.
6- Boschann HW (July 1958). “Observations of the role of progestational agents in human gynecologic disorders and pregnancy complications”. Ann. N. Y. Acad. Sci. 71 (5): 727–52.
7- Steroids. 1992 Dec;57(12):624-30.
8- J Reprod Fertil. 1966 Dec;12(3):489-99
9- Contraception. 1975 Feb;11(2):193-207
10- Lancet. 1958 Oct 25;2(7052):885-6
11- Clin Endocrinol (Oxf) 2003 Apr;58(4):506-12
12- Gynecol Oncol. 1999 Mar;72(3):331-6
13- Xu X, et al. “The effects of androgens on the regulation of lipolysis in adipose precursor cells.” Endocrinology 1990 Feb;126(2):1229
14- Walter Sneader (23 June 2005). Drug Discovery: A History. John Wiley & Sons. pp. 206–. ISBN 978-0-471-89979-2.
15- Schearer, S. Bruce; Alvarez-Sanchez, Francisco; Anselmo, Jose; Brenner, Paul; Coutinho, Elsimar; Latham-Faundes, Anibal; Frick, Julian; Heinild, Bent; Johansson, Elof D. B. (1978). “Hormonal Contraception for Men”. International Journal of Andrology. 1 (s2b): 680–712.
16- Neumann F, Diallo FA, Hasan SH, Schenck B, Traore I (1976). “The influence of pharmaceutical compounds on male fertility”. Andrologia. 8 (3): 203–35.
17- Brenner PF, Bernstein GS, Roy S, Jecht EW, Mishell DR (February 1975). “Administration of norethandrolone and testosterone as a contraceptive agent for men”. Contraception. 11 (2): 193–207.