
La Fursultiamina è un analogo sintetico della vitamina B1. Se viene somministrata ai topi, questi, come risposta, manifestano un aumento esponenziale della resistenza e della forza. Il tutto senza uno stimolo indotto dall’attività fisica. Ciò è stato riportato in uno studio pubblicato su Nutrients.(1)
Il nome ufficiale della Fursultiamina è Tiamina Tetraidrofurfuril Disolfuro [TTFD]. Come accennato, è un analogo sintetico della Tiamina o Vitamina B1 il quale, grazie alla sua struttura, presenta un assorbimento cellulare migliore rispetto alla normale Tiamina. È facilmente assorbita dal tratto intestinale e trasformata in Pirofosfato di Tiamina (TPP), il quale, al pari della classica Tiamina, svolge un ruolo importante come cofattore per gli enzimi delle vie metaboliche coinvolte nella produzione di Adenosina Trifosfato (ATP). Chimicamente, la Fursulftiamina è un derivato disolfuro della Tiamina ed è simile nella struttura all’Allitiamina.(2)

In molti paesi asiatici, la Fursultiamina è presente sul mercato come farmaco da banco per il trattamento della stanchezza, mentre in occidente è generalmente possibile trovare la Fursultiamina all’interno delle formulazioni di integratori per la perdita di peso e, a volte, nei pre-workout. Di solito la sua presenza all’interno dei supplementi è indicata in modo generale, in quantità sconosciute e, con tutta probabilità, molto piccole.

Gli autori dell’esperimento qui trattato nello specifico, hanno somministrato ai topi una dose orale giornaliera di Fursultiamina pari a 0 [Vehicle], 50mg [TTFD-1X], 100mg [TTFD-2X] e 500mg [TTFD-5X] per kg per 6 settimane. Il dosaggio utilizzato rapportato ad un uomo adulto equivarrebbe, in media, a 0 [Vehicle], 800mg [TTFD-1X], 1600mg [TTFD-2X] e 4000mg [TTFD-5X] di Fursultiamina al giorno.
Dopo il periodo di supplementazione, i ricercatori hanno fatto correre i topi il più a lungo possibile. In basso a sinistra si può osservare che gli animali trattati con il dosaggio più alto di Fursultiamina hanno mostrato una maggiore resistenza all’esercizio.

In alto a destra si può notare che la supplementazione di Fursultiamina ha portato ad una maggiore forza esprimibile da parte degli animali. La forza generata dalla spinta dei loro arti era maggiore nei topi trattati con Fursultiamina.


La supplementazione con Fursultiamina ha aumentato la quantità di glucosio presente nelle cellule. Dopo che i topi avevano corso, l’analisi ematica ha evidenziato una minore presenza di proteine degradate [BUN] e di Creatina Chinasi [CK] nei topi trattati con Fursultiamina. La Fursultiamina sembra avere un effetto protettivo a livello muscolare diminuendo la degradazione proteica indotta dall’esercizio fisico.
La Tiamina, nei dosaggi raccomandati dalle linee guida. è ampiamente accettata come integratore per mantenere le funzioni fisiologiche ottimali. I ricercatori hanno riportato che, per l’applicazioni pratica della supplementazione di Fursultiamina negli atleti è consigliabile un’assunzione giornaliera pari a 40mg/kg – dose equivalentemente convertita dal dosaggio di 500 mg/kg utilizzato nello studio, in base alla superficie corporea tra i topi e gli esseri umani secondo la formula US Food and Drug Administration, per il miglioramento della regolazione energetica e delle prestazioni in una strategia nutrizionale combinata, comprendente un carico glucidico adeguato alla domanda energetica consequenziale all’esercizio prolungato.
Per un atleta di 80Kg, la dose consigliata dai ricercatori sarebbe pari a 3.200mg di Fursultiamina al giorno. C’è il probabile rischio che tale dosaggio sia, in effetti, eccessivamente alto. In base ad un promettente studio svolto su esseri umani (3) il dosaggio efficace, e ragionevolmente “sicuro”, di Fursultiamina risulta essere di 10mg/Kg (800mg/die per un atleta di 80Kg).
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
- https://doi.org/10.3390/nu10070851
- http://www.medscimonit.com/fulltxt.php?ICID=11763
- http://dx.doi.org/10.5717/jenb.2013.17.4.189
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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