
Una leggera routine allenante, troppo modesta per poter sperimentare un aumento della massa muscolare e una riduzione della massa grassa apprezzabili, potrebbe essere migliorata in termini di risultati dall’aggiunta di una supplementazione a base di Acido Ursolico. Scienziati dello sport coreani della Chonbuk National University, che stavano svolgendo esperimenti sui ratti, hanno fatto questa scoperta.(1)
I ricercatori hanno reso impossibile ai ratti di laboratorio di usare le loro zampe posteriori per 8 giorni, causando il catabolismo dei muscoli degli arti inferiori. In seguito a ciò è iniziato l’esperimento vero e proprio, che è durato 8 settimane.

Al primo gruppo di ratti è stata somministrata una dose giornaliera di Acido Ursolico [UA]. L’equivalente umano della dose usata sui ratti era di circa 100-150mg di Acido Ursolico al giorno. Ci sono supplementi sul mercato che forniscono tali quantità.
Il secondo gruppo di ratti è stato sottoposto ad una corsa di 15 minuti su un tapis roulant tre volte a settimana [EX]. L’intensità era bassa: gli animali hanno corso al 45-55% del loro VO2max.
Il terzo gruppo di ratti, invece, è stato sottoposto alla seduta di corsa sul tapis roulant con l’aggiunta della supplementazione con Acido Ursolico [UEX].
Il quarto e ultimo gruppo di ratti non ha svolto alcuna attività e non ha ricevuto alcuna supplementazione. [SED]
La combinazione di un allenamento di resistenza a bassa intensità con la supplementazione di Acido Ursolico ha comportato un aumento della massa muscolare del tibiale anteriore e del gastrocnemio [GAS]. La combinazione non ha avuto alcun effetto sul soleo [SOL].



Quando i ricercatori hanno esaminato le cellule muscolari degli animali del test, hanno osservato che l’Acido Ursolico in combinazione con l’esercizio fisico non ha aumentato l’attività delle molecole di segnalazione anabolica come mTOR e Akt, ma ha ridotto l’attività di molecole di segnalazione cataboliche come MuRF1 e Atrogin-1.

La combinazione di Acido Ursolico con un moderato allenamento ha infine ridotto il grasso viscerale.

In conclusione, questo studio ha analizzato gli effetti del trattamento concomitante con Acido Ursolico ed esercizio a bassa intensità su tapis roulant per migliorare l’atrofia muscolo-scheletrica utilizzando un modello animale. L’effetto dell’Acido Ursolico da solo sull’atrofia muscolare non può essere confermato; tuttavia, gli effetti positivi potrebbero essere confermati per quanto riguarda la combinazione di Acido Ursolico ed esercizio di resistenza a bassa intensità.
Sono necessari ulteriori studi per verificare le differenze di concentrazione di Acido Ursolico e analizzare ulteriormente la relativa via di segnalazione per confermarne il meccanismo e avvallarne l’uso come “esercizio-mimetico”.
Questo studio è significativo per il fatto che, attraverso il suo svolgimento, si è osservata una possibile applicazione dell’Acido Ursolico come “esercizio-mimetico” per la riduzione della massa grassa viscerale e l’inibizione dell’atrofia muscolare.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
https://doi.org/10.4196/kjpp.2018.22.4.427
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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