Disclaimer: il presente articolo non è un consiglio ne un incitamento alla sperimentazione di pratiche farmacologiche. Si tratta di una semplice e concisa riflessione a carattere
informativo.

Quando le diete chetogeniche tornarono in voga negli anni ’90, i culturisti si misero alla ricerca di modi per accelerare l’entrata in chetosi. Come ben sappiamo, la dieta chetogenica richiede diversi giorni e “step” prima che il corpo entri in piena chetosi (Keto adaptation). Agenti ipo-glicemizzanti sono stati utilizzati, ma alcuni degli atleti più “audaci” (?) si spinsero oltre usando basse dosi di insulina per accelerare il processo. L’idea era quella di entrare il più velocemente possibile in chetosi, così da avere più giorni “brucia grasso” per ciclo. Questo naturalmente ha portato al rischio che le “piccole dosi di Insulina” potessero essere troppe portando all’instaurarsi di una pericolosa ipoglicemia, quindi questa pratica non è stata applicata da molte persone.
Comunque, questa pratica risulta per certi versi interessante soprattutto a livello scientifico.
Per alcuni la prospettiva di utilizzare basse dosi di Insulina con una dieta a basso contenuto di carboidrati potrebbe essere un modo per raccogliere alcuni dei vantaggi anabolizzanti di questo ormone con una minore probabilità di guadagnare grasso, e potrebbe essere un modo per accelerare l’entrata in piena chetosi abbassando i livelli di glucosio ematico.
Bisogna ricordarsi che i chetoni sono protettivi per il cervello durante gli stati di ipoglicemia. Infatti ci sono studi che mostrano come iniezioni di Insulina in soggetti con alti livelli di chetoni possano portare i livelli di glucosio nel sangue a livelli pericolosamente bassi senza che il paziente presenti sintomi ipoglicemici. (1)
L’Insulina è nota per diminuire la chetogenesi epatica, quindi l’utilizzo di Insulina esogena rallenterà la produzione di chetoni…e ciò può essere un problema non da poco. Tuttavia ci sono alcuni dati che mostrano come la produzione di chetoni in animali ai quali è stata somministrata Insulina esogena in combinazione con ottanoato hanno mantenuto la chetogenesi epatica. (2) Questo è un dato potenzialmente importante dato che i trigliceridi a catena media (MCT) sono ottanoati circa al 70%.
Ma sorgono comunque degli interrogativi tra i quali:
1- La chetogenesi epatica negli esseri umani continua con la somministrazione di Insulina esogena e ottanoato?
2- Sono sufficienti gli MCT per combattere il basso livello di glucosio nel sangue in questa circostanza?
A mio avviso esistono troppe variabili avverse, senza contare che l’ago della bilancia pende troppo marcatamente dalla parte dei rischi rispetto ai possibili benefici.
Tuttavia esiste un metodo per accelerare i processi chetogenici che a mio avviso risulta superiore alla tecnica delle basse dosi di Insulina: l’uso della Metformina. Come riportato da me in un precedente articolo (3), la Metformina (tra le altre cose) diminuisce la quantità di glucosio/zucchero assorbita dall’intestino e diminuisce la quantità di glucosio/zucchero prodotta dal fegato. Entrambe queste cose accelerano notevolmente l’entrata in chetosi e l’instaurarsi della “Keto adaptation”, con un rischio notevolmente basso di incorrere in ipoglicemia; specie se la dose è pari a 250mg/die, sufficiente per questo scopo.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
1. http://caloriesproper.com/40-years-ago-a-group-of-researchers-turned-ketosis-into-poetry/
2. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19623545
3.https://www.facebook.com/399069290279317/photos/pb.399069290279317.-2207520000.1457101787./470554893130756/?type=3&theater
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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