
I ricercatori della Università Claude Bernard in Francia pensano di aver trovato una tecnica farmacologica in grado di proteggere gli utilizzatori di steroidi contro gli attacchi di cuore. I risultati dello studio svolto su animali sono stati pubblicati sul Cardiovascular Toxicology. Questo studio mostra che la trimetazidina e la dexrazoxano evitare a dosi massicce di testosterone enantato di danneggiare il muscolo cardiaco. (1)
Anche in Francia le persone sono sempre più consapevoli che l’abuso di steroidi è un fattore (anche se relativamente piccolo) causante del numero di persone apparentemente sane che improvvisamente muoiono di infarto ogni anno. Alcune cifre: nella regione intorno a Lione, dove due milioni di persone vivono, i ricercatori hanno contato 2250 casi di persone morte improvvisamente a causa di un attacco di cuore in un periodo di 25 anni. (2) In 120 casi un atleta è stata la vittima, e in soli 6 casi è stata constata la prova di uso di steroidi.
Tuttavia i risultati sono stati abbastanza interessante per i ricercatori al fine di esaminare come l’abuso di steroidi possa causare un attacco di cuore fatale improvviso. In studi su animali, nel quale i conigli sono stati trattati con l’AAS noretandrolone, si sono osservati gli stessi effetti. L’abuso di AAS causano una ipertrofia accelerata del ventricolo sinistro del muscolo cardiaco, ciò porta l’organo a non funzionare più correttamente, così che si possono verificare eventi nefasti, probabilmente perché gli steroidi rendono il muscolo cardiaco super sensibile all’adrenalina. Cosa c’è di più, i ricercatori hanno scoperto che nelle cellule cardiache vi è un aumento della produzione di enzimi suicidi – l’indicazione che gli AAS potrebbero essere direttamente tossici per le cellule cardiache.

Niente di nuovo finora. Le cose cambiano però quando i ricercatori iniettano ai conigli di laboratorio steroidi con nuovi farmaci, come la trimetazidina per esempio. Questo composto è venduto come Vastarel in Europa. Le cellule del cuore vengono forzate dalla trimetazidina a mantenere l’uso del glucosio come combustibile e mantenere i loro livelli di ATP. Questo è il modo con cui la trimetazidina protegge le cellule del cuore contro una carenza di ossigeno, che è ciò che accade se un importante vaso sanguigno viene bloccato.

Un altro farmaco che i ricercatori hanno provato era il Dexrazoxano. Il Dexrazoxane protegge le cellule cardiache contro i farmaci aggressivi come quelli prescritti durante la chemioterapia, e apparentemente anche contro gli antibiotici.
L’effetto protettivo di entrambi questi farmaci è stato mostrato nello studio svolto su animale della durata di tre mesi. I conigli ai quali è stato somministrato Testosterone Enantato hanno subito un danno cardiaco. Parti del tessuto sono degenerati e morti, le cellule divennero deformi, e le cellule immunitarie hanno invaso il muscolo cardiaco per ripulirlo dalle cellule morte, e i vasi sanguigni intasati. Ma questo non è avvenuto nei conigli ai quali era stata somministrata la trimetazidina e il dexrazoxano.
Prima di iniziare la sperimentazione di questi farmaci cardio-protettivi però, ricordiamoci che non sappiamo molto sulla trimetazidina e il dexrazoxano. E sappiamo praticamente nulla sulla reazione di questi composti con gli androgeni.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
1- http://www.springerlink.com/content/5340075324055h27/
2- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19027274
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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