Un mancato controllo dell’assunzione di fruttosio nella dieta non solo porta ad un graduale aumento di peso, aumenta anche l’attività del Cortisolo. Biochimici serbi hanno dimostrato questo effetto su ratti ai quali era stata data da bere acqua addizionata a fruttosio. (1)
Quasi tutti i prodotti alimentari trasformati che consumiamo contengono quantità crescenti di fruttosio sotto forma di zucchero, sciroppo di glucosio-fruttosio o succo di frutta. Questa dieta a base di fruttosio che l’industria alimentare ci sta servendo contribuisce a renderci grassi. Non solo perché contiene grandi quantità di Kcal nascoste, ma anche perché una dieta ad alto contenuto di fruttosio altera il nostro appetito e il nostro metabolismo. (2)
I biochimici presso l’Università di Belgrado, hanno pubblicato sul Journal of Nutritional Biochemistry i risultati di uno studio nel quale hanno esaminato un altro aspetto potenzialmente “ingrassante” del fruttosio: l’effetto del cortisolo nelle cellule adipose.
In tutto il mondo ci sono diversi laboratori che stanno lavorando sullo sviluppo di aiuti dimagranti che disattivano l’azione del cortisolo nei depositi adiposi bloccando l’enzima 11-beta-HSD-1. Questo è l’enzima che converte l’ormone inattivo cortisone nell’ormone attivo cortisolo. Come ben sappiamo, Il cortisolo è l’ ormone dello stress che inibisce la crescita muscolare, ma stimola la crescita delle cellule adipose.
I ricercatori serbi hanno studiato due gruppi di ratti di laboratorio maschi. Ad un gruppo è stata data da bere acqua potabile ordinaria [controllo]; all’altro gruppo è stata data acqua potabile contenente il 10% di fruttosio [fruttosio].
Dopo nove settimane, i topi del gruppo “fruttosio” aveva assunto più fruttosio rispetto agli animali del gruppo di controllo. I topi del gruppo “fruttosio” avevano un po’ più di grasso addominale rispetto ai ratti del gruppo di controllo, ma la differenza non era statisticamente significativa.
La quantità di acidi grassi liberi [NEFA] nel sangue dei ratti del gruppo “fruttosio” era significativamente superiore rispetto ai ratti del gruppo di controllo. Se si utilizzano gli acidi grassi liberi come fonte energetica non c’è nessun problema. Se non lo si fa, un’alta concentrazione di acidi grassi liberi nel sangue è disastrosa nel lungo periodo. Gli acidi grassi si accumulano nei muscoli e negli organi e finiscono per sabotare il loro funzionamento.
La dieta con fruttosio addizionale non ha aumentato il numero di recettori del cortisolo [GR] nelle cellule adipose, ma i ricercatori hanno trovato un numero più elevato dei recettori del cortisolo nei nuclei delle cellule. Questi sono stati probabilmente recettori attivati dal cortisolo, che successivamente trasmette istruzioni al DNA nelle cellule adipose.
Nelle cellule adipose i ricercatori hanno scoperto concentrazioni più alte di 11 beta-HSD-1 e di H6PDH. L’H6PDH è un enzima che fornisce energia all’11-beta-HSD-1, in modo che possa svolgere la sua azione.
I ricercatori non sono stati in grado di confermare la teoria secondo la quale l’11-beta-HSD-1 e l’H6PDH bloccanti sono un aiuto ai fini del dimagrimento. Essi non hanno osservato un significativo aumento del grasso addominale nei loro animali da laboratorio, ma il loro studio suggerisce che una dieta a basso contenuto di fruttosio è interessante per tutti coloro che vogliono ridurre i loro livelli di cortisolo.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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