
L’effetto che l’utilizzo del Testosterone esogeno ha sul Testosterone endogeno è più marcato di quanto si pensasse, almeno secondo endocrinologi svedesi del Karolinska Institutet. I ricercatori svedesi hanno riportato ciò in seguito ad uno studio svolto per conto della WADA sull’abuso di sostanze e sulla riabilitazione. (1)
I ricerca…tori hanno somministrato a 25 uomini di età compresa tra i 27 ei 43 anni singole iniezioni di 125, 250 o 500 mg di Testosterone Enantato in tre diverse occasioni. Nelle settimane seguenti i ricercatori hanno analizzato il sangue dei soggetti.
Quattro giorni dopo le iniezioni la concentrazione degli ormoni LH e FSH era scesa considerevolmente. Dal momento che FSH e LH stimola la produzione di Testosterone da parte dei testicoli (Cellule di Leydig), ciò significava che la produzione endogena di Testosterone dei soggetti presi in esame era diminuita fortemente. Le figure seguente
mostrano la riduzione dei livelli di LH e FSH in percentuali. Più alta è la barra, maggiore è la riduzione.
Due settimane dopo l’iniezione la produzione endogena di Testosterone era ancora bassa. Dopo l’iniezione da 500 mg la produzione di LH e FSH era diminuita ulteriormente, rispettivamente al 92 e 94%. Ciò significava che i soggetti stavano producendo solo l’8% della quantità normale di LH e il 6% della quantità normale di FSH.
Sei settimane dopo l’iniezione di 500 mg di Testosterone Enantato la produzione di Testosterone endogeno dei soggetti non era ancora completamente ripristinato.
Il modo in cui gli equilibri ormonali dei soggetti hanno reagito alle diverse iniezioni è stato vario, come mostra la figura seguente: si osserva l’effetto sul livello di LH della singola iniezione di 500 mg di Testosterone Enantato.
In alcuni soggetti il livello di LH è declinato quasi subito; in altri, questo ha richiesto più tempo per accadere. E c’era un soggetto il cui recupero ormonale sembrava essere molto rapido.
I ricercatori hanno scritto che i risultati dello studio indicano che il testosterone ha un effetto endocrino più profondo e sostenuto lungo l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi di quanto precedentemente conosciuto.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti: