Le concentrazioni di IGF-1 salgono e scendono in funzione della variazione della concentrazione di Biotina, una vitamina del gruppo B [in passato anche nota come vitamina H (o talvolta vitamina I)]. I ricercatori della Universidad Nacional Autonoma de Mexico hanno pubblicato un articolo inerente a questo argomento nel European Journal of Nutrition.
Se ad animali da laboratorio si somministra troppo poca Biotina la loro crescita subisce un ritardo. Ma qual è il meccanismo alla base di ciò? Questa è la domanda alla quale i ricercatori messicani vollero dare una risposta conducendo uno studio su animali in cui fecero seguire a dei topi una dieta priva di Biotina da tre settimane di età in su.
L’industria degli integratori considera la Biotina come una vitamina che rafforza le unghie, la pelle e i capelli. Per i nutrizionisti, la Biotina è un co-fattore nei processi del corpo attraverso i quali, per usare una terminologia molto semplicistica, l’energia viene estratta dal cibo. In condizioni normali le uniche probabilità di sviluppare una carenza di Biotina sono dipendenti da un largo consumo di proteine dell’uovo (dell’albume). L’albume contiene avidina, un peptide che neutralizza (chela) la Biotina. Più a lungo si cucina l’albume e più avidina viene disattivata. In alcuni esperimenti, i ricercatori hanno cotto le proteine dell’uovo per un’ora così da essere sicuri al 100% che l’avidina fosse disattivata (non provateci a casa).
I ricercatori dello studio che qui trattiamo diedero ad un gruppo di topi una dieta standard, e a due gruppi sperimentali diedero una dieta contenente il 30% di proteine dell’uovo. Ad uno dei gruppi sperimentali venne dato cibo non contenente Biotina, mentre all’altro vennero dati alimenti a cui era stata aggiunta Biotina. Come i ricercatori si aspettavano, i topi con una carenza di Biotina presentarono ritardi nella crescita.
Quando i ricercatori esaminarono il sangue dei topi non-biotina scoprirono come il deficit di questa vitamina avesse causato il ritardo della crescita. Sebbene la concentrazione dell’Ormone della Crescita (GH) era normale, il livello di IGF-1 nel sangue dei topi aveva subito una riduzione.
I ricercatori ipotizzarono che la Biotina interagisca in qualche modo con il DNA, l’RNA e le proteine che ‘leggono’ il materiale genetico. La Biotina stimola le cellule a produrre più IGF-1, ma come questo accada i ricercatori non ne sono certi.
I ricercatori messicani non hanno verificato ciò che accade ai livelli di IGF-1 se si fa seguire ai topi una dieta normale, dando loro una dose aggiuntiva ed elevata di Biotina. Questo contribuisce a non rendere ancora chiaro se gli atleti possano beneficiare di questi risultati.
Nonostante ciò, questo studio ci fornisce uno spunto riflessivo utile al miglioramento della composizione nutrizionale della dieta di atleti agonisti e amatoriali.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
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