
Il Salbutamolo (conosciuto anche con il nome di albuterolo) è un composto, a breve durata d’azione, con attività di tipo agonista selettivo sui recettori β2-adrenergici. Il gruppo butile terziario della molecola di salbutamolo (albuterolo) lo rende più selettivo per i recettori β₂. Il farmaco è venduto come una miscela racemica soprattutto perché l'(S)-enantiomero blocca le vie metaboliche, mentre l'( R)-enantiomero evidenzia l’attività. Il Salbutamolo può essere sintetizzato a partire da un derivato dell’acetofenone, a sua volta un derivato dell’acido salicilico (da questa origine il prefisso “sal” nel nome Salbutamolo).
Il Salbutamolo è una molecola adrenergica simile al Clenbuterolo, un agonista selettivo dei recettori β2-adrenergici, particolarmente diffusi a livello della muscolatura liscia bronchiale. La stimolazione di questi recettori da parte del farmaco comporta un incremento dell’AMP ciclico endocellulare. Questo aumento di AMP ciclico porta all’attivazione della protein chinasi A, la quale inibisce la fosforilazione della miosina e riduce la concentrazione intracellulare di calcio ionico, con conseguente rilassamento e determinazione di un effetto di tipo broncodilatatore con risoluzione del broncospasmo. Salbutamolo rilassa la muscolatura liscia di tutte le vie aeree, dalla trachea fino ai bronchioli terminali, agisce perciò come un agonista funzionale che comporta il rilassamento delle vie aeree indipendentemente dal fattore spasmogeno coinvolto, proteggendo così contro tutti gli stimoli broncocostrittori.
La selettività del composto è tale che, alle usuali dosi broncodilatatrici, l’attività di Salbutamolo sui recettori β1-adrenergici cardiaci è sostanzialmente trascurabile. L’esecuzione di test spirometrici ripetuti sui soggetti in trattamento, conferma i dati sperimentali sull’attività broncodilatrice della molecola, in assenza di effetti stimolatori cardiaci rilevabili. Tuttavia è necessario ricordare che, pur essendo i recettori beta2-adrenergici predominanti nei bronchi, vi sono evidenze che una popolazione di recettori beta2 (di non precisata funzione) è presente anche nel muscolo cardiaco umano, normalmente in una concentrazione compresa tra il 10% ed il 50%: da qui la variabile di “tolleranza” della molecola. Un ulteriore effetto di Salbutamolo consisterebbe in un’azione stabilizzante sulla membrana del mastocita, tale da prevenire il rilascio di istotossine. Quest’azione rafforza la validità dell’impiego del farmaco nei soggetti affetti da asma di origine allergico.
Il Salbutamolo è stato il primo agonista β2-selettivo ad essere commercializzato, nel 1968. È stato venduto dalla società Allen & Hanburys con il marchio Ventolin. Il farmaco fu un successo immediato, e da allora continua ad essere ampiamente utilizzato per il trattamento dell’asma bronchiale e di altre patologie che comportano occlusione delle vie respiratorie, come ad esempio la broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Il Salbutamolo è stato utilizzato nel trattamento in acuto dell’iperkaliemia: la molecola stimola infatti l’afflusso dello ione all’interno della cellula e ne consegue perciò una riduzione dei valori di potassiemia. Il Salbutamolo è stato sperimentato anche nel trattamento dell’atrofia muscolare spinale, dove sfortunatamente sembra determinare solo modesti benefici. Il farmaco si ritiene sia in grado di modulare lo splicing alternativo del gene SMN2, aumentando in questo modo la quantità di proteina SMN, la cui carenza è considerata la causa principale della malattia.
L’azione beta-2 agonista del Salbutamolo conferisce a questa molecola anche il potenziale in ambito sportivo. Il suo uso più comune in questo frangente è la prevenzione del broncospasmo associato all’esercizio fisico. Ovviamente, però, il Salbutamolo offre un vantaggio molto più ampio di questo. Infatti, il suo utilizzo sportivo, per ciò che concerne il Bodybuilding, si concentra maggiormente come sostanza termogenica da utilizzare nei periodi di “Cut” o “Pre-gara” .
Come ben sappiamo, i recettori beta-2 sono regolatori importanti del procedimento di disgregazione dei grassi (lipolisi), quindi una loro stimolazione aumenta il rilascio e l’utilizzo dei lipidi a scopo energetico. Infatti, uno dei metodi più efficaci per promuovere una rapida perdita di grasso è una aumentata attivazione dei recettori beta-adrenergici. l’attivazione del recettore Beta aumenta il tasso metabolico e la lipolisi, e può far diminuire l’appetito. Tutti questi effetti nel complesso migliorano la perdita di grasso.
Il Salbutamolo si presta egregiamente a questo fine ma, come accade con l’uso del Clenbuterolo, oltre le due settimane di uso continuo si verifica una sotto-regolazione dei recettori beta-2 e, di conseguenza, un arresto o forte limitazione dell’effetto termogeno. Ma su questo ci ritorneremo più avanti.
In ambito medico, per il miglioramento della respirazione negli asmatici e nei pazienti con malattia polmonare ostruttiva cronica, il Salbutamolo viene generalmente somministrato ad una dose iniziale (sicura) di 2-4 mg tre o quattro volte al giorno. (Dosi più elevate risultano necessarie solo sul lungo periodo, a causa del verificarsi della “downregulation”.) E’ interessante notare come ad un dosaggio limitato a 4-6mg totali al giorno la “downregulation” si presenta in modo molto lieve.
Gli stessi dosaggi utilizzati in ambito medico possono essere efficaci per la perdita di grasso, per agevolare la conservazione muscolare durante i periodi di dimagrimento (perdita di grasso), e spesso portano ad un significativo aumento delle prestazioni di resistenza e/o in un lieve aumento della forza.
Un altro effetto positivo dell’attivazione del recettore beta è il miglioramento del profilo lipidico del sangue. Il Salbutamolo può fornire un vantaggio significativo in questo senso .
Ma quali sono le differenze farmacologiche tra il Salbutamolo e gli altri beta-agonisti?
Iniziamo dalle differenze tra il Salbutamolo e l’Efedrina:
• Il Salbutamolo agisce direttamente a livello dei recettori beta, mentre efedrina funziona per lo più indirettamente stimolando il rilascio di noradrenalina. Questo permette una maggiore attività del Salbutamolo.
• Il Salbutamolo agisce selettivamente sui beta-2 recettori che promuovono la perdita di grasso, con relativamente poco effetto sui beta-1 recettori del cuore. Al contrario, l’efedrina funziona ugualmente su entrambi i tipi recettoriali. Questa selettività permette un dosaggio effettivo maggiore di Salbutamolo per un eguale o minore effetto sul cuore.
• Il Salbutamolo non attiva i recettori alfa, che agiscono bloccando la perdita di grasso. L’efedrina attiva indirettamente sia i recettori beta che alfa, cosa che ne riduce la sua potenziale efficacia complessiva.
Le differenze tra Salbutamolo e Clenbuterolo:
• Il Salbutamolo ha una emivita di 4-6 ore, mentre Clenbuterolo ha una emivita di circa 36 ore. Questo significa che i livelli di Salbutamolo possono essere più elevati durante le ore di veglia e più bassi durante il sonno. Al contrario, i livelli di Clenbuterolo rimangono quasi costanti, giorno e notte, esercitando il potenziale stimolante. I disturbi del sonno sono piuttosto comuni.
• Il Clenbuterolo è un agonista efficace dei beta-2 e dei beta-3 recettori, mentre il Salbutamolo ha poco effetto sui beta-3 recettori. Nonostante ci sia qualche contestazione sull’importanza dei beta-3 recettori nell’uomo, la loro attivazione ha sicuramente qualche beneficio per la perdita di grasso. Su questo punto, il vantaggio è portato dal Clenbuterolo.
• Il Clenbuterolo agisce verso il blocco del sodio nelle fibre muscolari, cosa che può interferire con la forza. Il Salbutamolo non possiede tale effetto negativo, e infatti può portare ad un piccolo aumento di forza.
• Il Clenbuterolo sembra comportare un rischio maggiore per il cuore rispetto al Salbutamolo. Ad esempio, la somministrazione di Clenbuterolo può causare lesioni cardiache, mentre il Salbutamolo non ha mostrato di poter causare questo effetto
Inoltre, il Salbutamolo sembra non causare generalmente i classici crampi, cosa che accade tipicamente con il Clenbuterolo. Il Salbutamolo può portare dei benefici sulla concentrazione mentale, e sembra più efficace per il partizionamento dei nutrienti mentre si cerca di aumentare la massa muscolare.
Dai dati esposti, il Salbutamolo risulta una scelta migliore nel complesso rispetto all’uso di Efedrina e Clenbuterolo. Se mettiamo sul piatto della bilancia i “rischi/benefici” di queste tre molecole, è indubbio che il Salbutamolo svetta.
Se lo scopo è la perdita di grasso il Salbutamolo deve essere assunto sotto forma di compresse o liquido, non tramite inalatore (cosa indubbiamente funzionale per migliorare la respirazione anche in ambito sportivo, dove necessario).
Se non si ha esperienza con l’uso del Salbutamolo, una dose iniziale adatta solitamente è di 4 mg divisa in due assunzioni di 2 mg distanziate tra loro da 4-6 ore. Se la tolleranza individuale lo permette il dosaggio può aumentare fino a 16mg complessivi divisi in 3-4 dosi.
Opzionalmente, il dosaggio complessivo del Salbutamolo può essere concentrato in due assunzioni giornaliere, con la seconda dose nel primo pomeriggio. Questa metodica può essere ottimale se il soggetto interessato presenta alterazioni del sonno con la metodica di assunzione classica.
Un dose di Caffeina Anidra pari a circa 200 mg per tre volte al giorno, può migliorare sensibilmente l’effetto della perdita di grasso del Salbutamolo, ed è solitamente raccomandato in alternativa al classico “ECA Stak”.
Come precedentemente esposto, un uso continuo del Salbutamolo (generalmente oltre i 14 giorni) conduce al verificarsi della sotto-regolazione dei recettori beta-2 e, di conseguenza, un arresto o forte limitazione dell’effetto termogeno. Per ovviare a questo esistono due metodiche:
1- La prima metodica comprende l’uso del Ketotifene alla dose di 1mg prima di dormire. Utilizzare il Ketotifene non solo permette una continua efficacia del Salbutamolo senza dover aumentare la dose, e aiuta anche il sonno – che a volte è un problema nel corso di un ciclo di Salbutamolo o altri stimolanti – e fornisce la riduzione benefica del TNF-alfa, che spesso è elevato dall’esercizio fisico intenso. Poiché livelli elevati di TNF-alfa possono abbassare il Testosterone e l’IGF-1, questa azione del Ketotifene può essere un vantaggio aggiunto significativo.
Il Benadryl ad una dose di 25-50 mg può essere utilizzato come alternativa al Ketotifene, ma è meno preferibile.
2- La seconda metodica comprende la ciclizzazione delle molecole con azione beta-agonista, limitando il loro uso a 14 giorni continui seguiti da altri 14 giorni durante i quali si elimina l’utilizzo di qualsiasi beta-agonista e/o, in concomitanza a questo, si aggiunge l’utilizzo di Yohimbina (un beta-1 agonista).
Il Salbutamolo, se usato in combinazione con ormoni tiroidei (T-2, T-3 e T-4) questi ultimi andrebbero accuratamente dosati affinché non si verifichi ipertiroidismo: sembra un ragionamento ovvio ma mai abbastanza ripetuto.
Il Salbutamolo deve essere utilizzato solamente sotto stretto controllo medico in presenza di condizioni cardiache, ipertensione, diabete, convulsioni, glaucoma, malattie renali, squilibrio di potassio, condizioni psichiatriche, ipertiroidismo, o durante gravidanza e allattamento. Non dovrebbe essere combinato con beta-bloccanti, altri farmaci per l’asma, farmaci antiallergici, medicinali per il raffreddore, antidepressivi, o inibitori MAO senza controllo medico.
Tra gli effetti collaterali più comuni si segnalano ansia, cefalea, cardiopalmo, secchezza delle fauci, crampi muscolari. In alcuni pazienti il Salbutamolo può determinare la comparsa di tremori fini a carico della muscolatura scheletrica, in genere più facilmente evidenziabili alle mani. Questo effetto avverso, comune a tutti gli stimolanti beta-adrenergici, è in stretta relazione con la dose. Raramente si può riscontrare cefalea e modesta tachicardia, che tendono a scomparire dopo i primi giorni di terapia, ed in particolare dopo una lieve riduzione del dosaggio. Molto raramente in letteratura medica è riportata la comparsa di aritmie cardiache (comprendenti la fibrillazione atriale, la tachicardia sopraventricolare ed extrasistolia), nonché di ischemia miocardica.
Per concludere, prese in considerazione le cautele necessarie sopra esposte, il Salbutamolo è un composto generalmente sicuro per la perdita di grasso quando usato correttamente e può anche essere utile per migliorare la resistenza e la forza. Il suo miglior uso è tipicamente diviso in due o tre dosi al giorno per un dosaggio massimo di 16 mg totali insieme a 200mg di Caffeina Anidra per tre volte al giorno e Ketotifene a 1 mg/giorno prima di dormire.
Gabriel Bellizzi
Salve, ovviamente il salbutamolo per inalazione non ha gli stessi effetti a livello della lipolisi, ma è possibile sapere se invece lo sciroppo, a questo scopo, può sostituire le compresse?
"Mi piace""Mi piace"
Il Salbutamolo in soluzione sciroppo può tranquillamente sostituire l’uso delle compresse ed essere utilizzato a scopi lipolitici…
"Mi piace""Mi piace"