
Come dovrebbe essere una PCT per un atleta di sesso femminile, e per quali motivi? Questa è una domanda che non ho sentito fare molte volte. Ciò non è dovuto al fatto che sia una domanda idiota ma semplicemente perché l’ignoranza in materia è dilagante! Anche tra i così detti “Guru”.
Nelle donne in pre-menopausa, la somministrazione di Steroidi Androgeni Anabolizzanti (AAS) dovrebbe essere gradualmente scalata fino alla totale sospensione del trattamento. Ciò significa, per esempio, che se un atleta di sesso femminile fa un ciclo di 6 settimane, a partire dalla settimana 7 interromperà l’uso di orali e scalerà la dose degli iniettabili nelle settimana successive.
Come risaputo, la somministrazione di AAS, come per gli uomini, causa una sotto-regolazione dell’HPGA (Asse Ipotalamo Ipofisi Gonadi): si, anche le donne hanno le Gonadi, comunemente chiamate Ovaie. La sospensione della somministrazione di AAS produrrà gli stessi sintomi della menopausa, quindi ciò che bisogna fare è diminuire la dose fino al ritorno ottimale del ciclo mestruale. L’esame di laboratorio per determinare i livelli di Ormone Follicolo Stimolante (FSH), Ormone Luteinizzante (LH), Progesterone (PG) e Estradiolo (E2) sono buoni indicatori per avere un idea della situazione ormonale e del recupero. Questi indicatori mostreranno se l’HPGA ha subito alterazioni significative. Contrariamente a quanto succede per gli atleti di sesso maschile, il recupero si raggiunge nel giro di 1-2 mesi diminuendo gradualmente la dose di AAS.
Non vanno assolutamente presi in considerazione SERM (Modulatori Selettivi per i Recettori degli Estrogeni) e AI (Inibitori dell’Aromatase)! MAI! Ciò equivarrebbe ad accentuare i sintomi della menopausa. L’HPGA e l’HPTA sono molto differenti. Come ampiamente risaputo nel settore, SERM e AI (ad esempio Nolvadex e Arimidex) sono utilizzati per il trattaento del cancro al seno, e includono un numero significativo di effetti collaterali. Diminuire l’E2 in un uomo ha effetti molto diversi rispetto alla diminuzione dello stesso su una donna. L’E2 e il Progesterone sono i principali ormoni femminili. Quindi, l’uso di questi classici farmaci per la PCT maschile darebbe gli stessi sintomi di una terapia di deprivazione androgena (ATD) su un uomo per il trattamento del cancro alla prostata.
L’uso del Clomifene e/o delle Gonadotropine può essere presa, ma risulta per lo più superflua e non efficace quanto la diminuzione graduale della dose di AAS fino al ritorno ottimale del ciclo mestruale. Discorso differente può essere fatto per le agoniste di alto livello. Al pari degli agonisti di sesso maschile, la scelta di un bridge risulta più producente nell’ambito della carriera agonistica. Per le atlete di sesso femminile di età compresa tra i 40 ed i 50 anni la scelta di un bridge (o meglio, di una TOS) con molecole poco androgene, come il Nandrolone, abbinato GH può risultare nel complesso efficace. Alcune atlete della fascia di età prima indicata, hanno inserito terapie che includevano l’uso di DHEA e/o Progesterone.
In ogni caso, il consiglio migliore è quello di affiancarvi sempre ad un preparatore competente o, meglio, ad un medico qualificato. L’uso della chimica, che siate uomini o donne, non è e non deve essere preso come un gioco sperimentale.
Gabriel Bellizzi
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
Quindi il nostro atteggiamento nei confronti di chi e’ impegnato nello scientismo speculativo, e’ essenzialmente di critica e avversione. Il Nostro tradizionale antagonismo fa sì che non subiamo la contaminazione del marketing e, ogniqualvolta si scatena un dibattito su questioni biotecnoiogiche, non manchiamo di porci al di sopra delle parti discutendo dei problemi ai massimi livelli.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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