
Una serie di rapporti provano gli effetti negativi degli isoflavoni, che hanno proprietà simili agli estrogeni. Alcuni scienziati hanno presentato un rapporto su un 19enne malato di diabete di tipo 1 che, dopo aver assunto grandi quantità di prodotti a base di soia seguendo una dieta vegana, ha sperimentato un calo improvviso della spinta sessuale e una disfunzione erettile. Nel controllo iniziale gli scienziati hanno misurato il testosterone totale e libero, e il deidroepiandrosterone (DHEA); poi, hanno monitorato il ragazzo per 2 anni, dopo che aveva abbandonato la dieta vegana. All’inizio, i livelli di testosterone totale e libero erano bassi, mentre il DHEA era alto, ma un anno dopo il cambio di dieta questi parametri si sono normalizzati.
La normalizzazione di testosterone e DHEA è stata associata a un miglioramento costante dei sintomi: dopo un anno, il ragazzo ha recuperato completamente la funzione sessuale. Almeno basandosi su questo caso, sembra che in chi soffre di diabete mangiare prodotti a base di soia riduca il testosterone e causi disfunzioni erettili. Questo è il primo rapporto che mostra un calo del testosterone libero e un aumento dei livelli ematici di DHEA in un soggetto che segue una dieta ricca di soia (1). Ovviamente serviranno ulteriori studi su campioni piu’ ampi e rappresentativi per valutare il rapporto tra assunzione di soia e produzione di testosterore e DHEA.
Riferimenti:
1- Siepmann, T., et al. (2011). Hypogonadism and erectile dysfunction associated with soy product consumption. Nutrition. In press.
Il presente studio è stato estrapolato dall’articolo tratto da OLYMPIAN’S NEWS n° 127, pagg. 32 pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
Quindi il nostro atteggiamento nei confronti di chi e’ impegnato nello scientismo speculativo, e’ essenzialmente di critica e avversione. Il Nostro tradizionale antagonismo fa sì che non subiamo la contaminazione del marketing e, ogniqualvolta si scatena un dibattito su questioni biotecnoiogiche, non manchiamo di porci al di sopra delle parti discutendo dei problemi ai massimi livelli.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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