Metandrostenolone (Dianabol)

 ATTENZIONE quest’articolo è redatto al solo scopo tecnico-informativo, non costituisce/sostituisce pertanto una prescrizione medica.

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Metandrostenolone

 

 

  • Androgenico: 40-60
  • Anabolico: 90-210
  • Standard: Methyltestosterone (orale)
  • Nome chimico: 17a-methyl-17b-hydroxy-1,4-androstadien-3-one, 1-dehydro-17a-methyltestosterone
  • Attività estrogenica: moderata
  • Attività progestinica: non significativa
  • Aromatizzazione: si, forte.

 

Il Metandrostenolone è stato descritto nel 1955. E’ stato approvato per la vendita nel  mercato farmaceutico statunitense nel 1958, con il marchio di Dianabol dalla Ciba Pharmaceuticals.

Il Metandrostenolone  (17a-methyl-7b-hydroxy-1,4-androstadien-3-one) è un derivato del Boldenone il quale è un derivato del Testosterone con l’aggiunta di un doppio legame in C1-C2.  Questa caratteristica si traduce in:

  • Riduzione della degradazione molecolare da parte del fegato;
  • Riduzione del tasso di aromatizzazione a circa la metà di quello del Testosterone;
  • Resa della molecola come un substrato molto meno affine al 5-alfa-reduttasi rispetto al Testosterone; questo si traduce in una riduzione della conversione del Boldenone a Diidroboldenone, cosa che lo rende  androgeno la metà del Testosterone (rapporto androgeno/anabolizzante del Boldenone è 50/100).

Il Metandrostenolone nasce dall’aggiunta di un metile in C-17 alla molecola di Boldenone. Questa modifica si traduce in:

  • Notevole riduzione della disattivazione epatica che rende la molecola  biodisponibile oralmente ma anche epatototossica;
  • aumentata  stabilità del legame recettoriale aumentando così l’affinità del suo metabolita metilestradiolo per i recettori estrogenici rendendo il composto molto più estrogenico del Testosterone; questo è del  motivo per cui questa molecola possiede una forte attività antigonadropica, con una riduzione dei livelli di Testosterone libero del 30-49% con un assunzione di 20mg per 10 giorni (dose dipendente); la sua forte attività estrogenica provoca però un altrettanta potente proliferazione dei recettori androgeni, nonché potenziare la sintesi dell’IGF-1;
  • forte diminuzione dell’affinità per le SHBG, rendendo il composto  più bio attivo;
  • aumento dell’attività della molecola in senso anticortisolemico, rendendola affine in modo inverso ai recettori del cortisolo e abbassando i livelli ematici di cortisolo libero del 50-70% già con una dose di 10mg al giorno, dose  che comporta anche un aumento di 5 volte la normale attività androgena/anbolizzante: l’effetto anticortisolemico viene esplicato nelle prime settimane di somministrazione, dopodiché l’ACTH subisce un incremento al fine di compensare l’alterazione.

Il Metandrostenolone,  similmente alla sua molecola di origine (Boldenone),  mostra scarsa affinità per i recettori androgeni e una affinità nulla per i recettori progestinici ed estrogenici (prima di essere aromatizzata, ovviamente)  che spiega il limitato incremento di efficacia con l’incremento della dose la quale si mostra lineare solo fino a 40mg/die, per poi diminuire fino 50mg e diventare appena percettibile incrementandola  a 60mg (la dose va calcolata in base al peso dell’atleta). Il Metandrostenolone presenta un valore androgeno/anabolizzante di 60/210; alcuni affermano che il valore A:A  sarebbe più corretto attestarlo a 300/90.

La vita attiva del Metandrostenolone è di circa 6-8 ore per la forma orale e 60-72 ore per la forma iniettabile. Il Metandrostenolone diventa attivo in 1-3 ore con un emivita di circa 3,5-4,5 ore. Per questo motivo il dosaggio andrebbe diviso e somministrato con una cadenza di circa 4 ore tra una dose e l’altra. Per definire la dose da assumere si calcolano in media 5mg ogni 11/12Kg di peso (per un soggetto di 90Kg ciò si tradurrebbe in una dose giornaliera pari a  circa 40mg). In ambito femminile andrebbe usato in maniera ponderata e ad un dosaggio di non più di 10mg/die per 3-4 settimane. La maggior parte degli utilizzatori sperimenta un incremento settimanale del peso  di 1-2Kg con una spiccata ritenzione idrica.

Durante la somministrazione di Metandrostenolone gli utilizzatori sperimentano un senso di benessere.

Il Metandrostenolone iniettabile non ha prodotto effetti altrettanto marcati quando utilizzato con il metodo previsto. Però, la forma iniettabile è oralmente attiva e perciò è usata comunemente in questo modo riempiendo delle capsule con la quantità/dose desiderata per poi ingerirla. Probabilmente questo si verifica perché la somministrazione orale di un AAS metilato in C-17 si traduce in un aumento della produzione di IGF-1.

I due più comuni effetti collaterali del Metandrostenolone sono senza dubbio la ginecomastia e la ritenzione idrica in eccesso . Entrambe queste reazioni sono dovute all’ aromatizzazione della molecola (conversione in estrogeni). Entrambi gli effetti sono evitabili, tutto sta nel controllo degli estrogeni. Nella maggior parte dei casi un inibitore dell’aromatasi  impedirà il verificarsi di questi effetti. Altri effetti collaterali comunemente associati all’uso del Metandrostenolone comprendono l’aumento delle transaminasi (per via della tossicità epatica), aumento del LDL e riduzione del HDL, incremento dell’ematocrito, calvizie, e acne.

Gabriel Bellizzi

Fonti:

  • Chemical muscle enhancement. Report. B.B. desk reference di Author L. Rea, S. Ciccarelli, M. Bani
  • Costruire la bestia perfetta: Chemical muscle enhancement 2 di Author L. Rea, S. Ciccarelli, M. Bani
  • William Llewellyn’s ANABOLICS, 10th ed.

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