Quando si aumenta di peso, la tipologia di grassi consumati nella dieta ha la capacità di determinare in parte la qualità dell’aumento di peso, ciò vale a dire che i grassi alimentari possono influenzare la percentuale di massa magra e massa grassa nell’insieme del peso acquisito. Gli acidi grassi insaturi nell’olio di girasole stimolano la crescita muscolare; gli acidi grassi saturi nell’olio di palma – presenti in molti alimenti trasformati – portano invece ad un aumento della percentuale di grasso corporeo. I ricercatori dell’Università di Uppsala in Svezia hanno riportano ciò sul Diabetes. (1)
Se si fanno ingrassare gli animali da laboratorio, il tipo di grasso che si usa tende a fare la differenza. Se si utilizza dell’olio vegetale, che contiene molti acidi grassi insaturi, gli animali accumulano massa muscolare in modo relativamente maggiore rispetto a quando si utilizzano prodotti che contengono grandi quantità di acidi grassi saturi. I ricercatori svedesi erano curiosi di constatare se questi risultati si sarebbero potuti applicare anche agli esseri umani, quindi, per fare ciò, hanno svolto un esperimento reclutando 39 soggetti sani di età compresa tra i 20 ei 38 anni.
I ricercatori hanno fornito ai loro soggetti di studio 3 muffin ogni giorno per 7 settimane al vertice del loro cibo ordinario. I muffin fornivano un totale di 750 kcal – di cui metà derivava dai grassi.
Metà dei soggetti dello studio hanno ricevuto muffin preparati con olio di girasole, una fonte dell’acido grasso polinsaturo Acido Linoleico. L’altra metà invece ha ricevuto muffin fatti con olio di palma, una fonte dell’acido grasso saturo Acido Palmitico.

I soggetti dello studio non praticavano sport e non assumevano alcun supplemento.
Alla fine delle 7 settimane, i soggetti di entrambi i gruppi avevano guadagnato poco più di 1,5 kg di peso. Ma quelli che avevano ricevuto l’acido grasso insaturo [PUFA] avevano guadagnato tre volte più massa muscolare rispetto ai soggetti dell’altro gruppo [SFA].


Il tipo di acido grasso consumato ha avuto anche un effetto sulla distribuzione dei depositi adiposi. I soggetti che avevano mangiato i muffin all’olio di palma hanno mostrato un maggiore accumulo di grasso nella zona addominale rispetto ai soggetti che avevano mangiato muffin all’olio di girasole. Come risaputo, il grasso addominale o viscerale è meno sano del grasso sottocutaneo e aumenta la possibilità di comparsa di un certo numero di malattie tra cui il diabete di tipo II e alcune forme di cancro.

I ricercatori affermano che, nonostante l’aumento di peso comparabile dopo 49 giorni, questo studio in doppio cieco ha mostrato che un eccesso calorico proveniente da acidi grassi polinsaturi ha impedito il deposito di grasso viscerale e totale rispetto agli acidi grassi saturi.
Inoltre, l’effetto inibitorio degli acidi grassi polinsaturi sul grasso ectopico è stato accompagnato da un aumento del tessuto magro e da un minore aumento della massa grassa corporeo totale rispetto a quanto verificatosi con gli acidi grassi saturi. Pertanto, il tipo di grasso nella dieta sembra essere un nuovo fattore determinante per l’accumulo di grasso nel fegato, nella distribuzione del grasso e nella composizione corporea durante un moderato aumento di peso.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24550191
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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