
Il JavaFit Energy Extreme, una miscela di caffè a cui è stata aggiunta un mix di stimolanti, non apporta differenze nella capacità aerobica o anaerobica, ma aumenta i livelli del consumo energetica dopo brevi e intense sessioni di allenamento. Ricercatori americani riportano questo effetto nel Journal of the International Society of Nutrition Sports.(1)
Il JavaFit Energy Extreme è un alimento funzionale realizzato dal guru dei supplementi Jose Antonio. Antonio realizzò l’idea di potenziare le proprietà stimolanti del caffè aggiungendo ad esso un mix di altre sostanze stimolanti. La componente ergogenica più importante che Antonio mise nel JavaFit Energy Extreme è la ordinaria caffeina. Una dose di 3 mg / kg di peso di caffeina aumenta la resistenza. Per migliorare le prestazioni durante sessioni di allenamento brevi e intense si ha generalmente bisogno di una dose di caffeina pari a circa 5 mg / kg di peso corporeo.
Un altro ingrediente attivo del JavaFit Energy Extreme è il Citrus aurantium, un estratto erboristico contenente Sinefrina e Ottopamina, entrambi analoghi dell’adrenalina. Di queste due sostanze, è la Sinefrina che ha dimostrato avere un effetto maggiore sulla termogenesi (tessuto adiposo bruno) e nello stimolo del rilascio di acidi grassi negli studi in vitro e su animali.
Il JavaFit Energy Extreme contiene anche l’estratto di Garcinia cambogia – che contiene HCA – e Cromo Nicotinato .
In un articolo precedente gli scienziati dello sport hanno dimostrato che gli atleti che hanno bevuto il JavaFit Energy Extreme hanno svolto la loro sessione allenante (Cyclette) a più del 75% del loro VO2max, ma senza aver aumentato la propria velocità.(2) Nel presente studio, i ricercatori hanno reclutato dieci atleti amatoriali in buona salute e gli hanno fatto bere 350 ml di JavaFit Energy Extreme, che contenevano 450 mg di caffeina, 1200 mg di Garcinia cambogia, 360 mg di Citrus aurantium e 225 microgrammi di Cromo Nicotinato. In un’altra occasione i soggetti hanno assunto del caffè decaffeinato.
Successivamente, i ricercatori hanno fatto eseguire ai soggetti una sessione di allenamento al massimo delle loro possibilità per qualche minuto in modo da poter misurare la loro capacità aerobica e anaerobica. Il JavaFit Energy Extreme non aveva alcun effetto su questi parametri. Ma ha avuto un effetto sul consumo di ossigeno dopo la sessione di allenamento – l’excessive post-exercise oxygen consumption o EPOC. Vedi il grafico seguente.

I ricercatori ritengono che il JavaFit Energy Extreme (o, per meglio dire, i suoi componenti) agisce sul recupero delle cellule muscolari dopo lo sforzo in modo tale da aumentarne le riserve di gruppi fosfato e glicogeno, e di conseguenza il consumo di ossigeno aumenta. Per questo motivo, le cellule muscolari utilizzano una maggiore quantità di acidi grassi come substrato energetico.
I ricercatori scrivono che, l’EPOC è stato ipotizzato essere un processo termogenico per cui gli acidi grassi vengono ossidati per ricostituire le summenzionate riserve energetiche. L’EPOC può essere elevato di conseguenza agli aumenti degli ormoni termogenici indotti dall’esercizio fisico, comprese le catecolamine post-esercizio.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
1- http://www.jissn.com/content/4/1/25
2- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/sites/entrez…
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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