Come ben sappiamo, gli androgeni endogeni ed esogeni possono causare alopecia androgenetica (in soggetti predisposti). Ricercatori coreani affermano che un analogo della vitamina C può aiutare a prevenire la perdita di capelli androgeno-indotta.(1)
Il gene della calvizie
I ricercatori, che lavorano presso l’Università Nazionale di Kyungpook, hanno fatto esperimenti con le cellule della papilla prelevate dalla pelle di persone soggette a calvizie. le cellule della papilla forniscono le sostanze nutritive che altre cellule nei follicoli dei capelli usano per far crescere i capelli. le cellule della papilla svolgono un ruolo chiave nella calvizie maschile. Esse possiedono recettori per gli androgeni e la crescita (o meglio, ricrescita) dei capelli si ferma se troppi androgeni sono presenti (legandosi ripetutamente la recettore) o se androgeni troppo forti si legano ai recettori.
I ricercatori credono di sapere come ciò avvenga. Pensano che gli androgeni attivino il gene Dickkopf-1. (2) Questo è il gene che è responsabile della produzione della proteina DKK-1. Come risultato, le cellule della papilla muoiono e le cellule della guaina esterna della radice dei capelli smettono di funzionare. E poi il capello cade.
Vitamina C
Così si potrebbe arrestare questo processo esponendo le cellule della papilla alla vitamina C-fosfato, o, per usare il suo nome chimico, all’acido ascorbico 2-fosfato? Questo è ciò che i ricercatori coreani volevano scoprire.
L’idea non è così nuova come sembra. I ricercatori avevano già dimostrato in vitro che l’acido ascorbico 2-fosfato aumentava la crescita dei capelli. (3) Le cellule della papilla [DP] si sviluppano più rapidamente quando viene somministrato più acido ascorbico 2-fosfato. In più, la vitamina in questione causa anche una aumentata produzione del fattore di crescita insulino simile ( IGF-1) nelle cellule.
Vitamina C, DHT e il gene della calvizie
Quindi, i ricercatori hanno pensato che, forse, l’acido ascorbico 2-fosfato inibisce anche la produzione della proteina della calvizie DKK-1. La figura qui sopra mostra che il DHT – metabolita del testosterone spiccatamente androgeno – aumenta la produzione della proteina DKK-1, ma che l’acido ascorbico 2-fosfato impedisce che ciò avvenga.
I ricercatori scrivono di aver utilizzato l’acido ascorbico 2-fosfato perché è un composto stabile. Ma nelle cellule, l’acido ascorbico 2-fosfato converte in ascorbato o vitamina C. A proposito, l’acido ascorbico 2-fosfato è un ingrediente comune nei prodotti cosmetici.
Naturalmente la ricerca non ha dimostrato che gli uomini possano proteggere il loro cuoio capelluto con analoghi della vitamina C. Non è nemmeno chiaro se gli utilizzatori di AAS possano impedire che la loro attaccatura dei capelli retroceda utilizzando acido ascorbico 2-fosfato o ordinaria vitamina C.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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