
Come ben sappiamo, è nelle cellule di Leydig nei testicoli che viene sintetizzato il Testosterone negli uomini. Secondo molti studi – e, naturalmente, secondo il settore degli integratori – diversi tipi di estratti vegetali hanno una qualche possibilità di stimolare la sintesi di Testosterone endogeno. I ricercatori della Shanxi Agricultural University in Cina hanno scoperto che l’estratto di Astragalus membranaceus possiede questa capacità – ed ha un effetto aggiunto. Secondo i ricercatori , l’Astragalus membranaceus aumenta anche il numero delle cellule di Leydig.(1)
I ricercatori hanno esposto le cellule di Leydig di ratti in provette e a contatto co l’estratto di Astragalus membranaceus.
Come risultato dell’esposizione all’estatto di Astragalus membranaceus, le cellule di Leydig hanno sintetizzato più testosterone. Almeno lo hanno fatto ad una concentrazione di 20-100 microgrammi per millilitro. (I ricercatori usano la parola come sinonimo di iniezione per la somministrazione nelle figure qui riportate.)


Al di sopra di una concentrazione di 100 microgrammi per millilitro, l’estratto di Astragalus membranaceus ha aumentato il numero delle cellule di Leydig, come mostrato nella figura sopra. Oggettivamente, questo effetto è il più interessante.
Come l’estratto di Astragalus membranaceus aumenti la produzione di testosterone, e il numero di cellule di Leydig, è mostrato qui di seguito. L’estratto aumenta l’attività degli enzimi antiossidanti e riduce l’attività dei geni suicidi.


I ricercatori concludono dicendo che attraverso questo studio hanno osservato l’influenza di iniezioni di Astragalus membranaceus sulla produzione di testosterone e sul numero di cellule di Leydig di ratto coltivate in vitro. I risultati suggeriscono che iniezioi di Astragalus membranaceus ha un effetto positivo sulla funzione delle cellule di Leydig .
Lo studio fornisce una base per futuri studi al fine di comprendere i meccanismi responsabili degli effetti stimolatori di iniezione di Astragalus membranaceus sulle cellule di Leydig e se il trattamento con Astragalus membranaceus in vivo può aumentare gli indici di fertilità maschile.
Gabriel Bellizzi
Rifeimenti:
1- http://dx.doi.org/10.1186/s12906-015-0776-3
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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