Per chi ancora non lo sapesse, l’Ecdysterone è un ormone degli invertebrati (insetti ed altri piccoli animaletti) che ne controlla la crescita, lo sviluppo, la muta e la differenziazione cellulare. E’ anche un fitosterolo prodotto da diverse piante come la maca (Lepidium meyenii), la suma (Pfaffia paniculata) e la Vaga cyanotis; le presunte proprietà rinvigorenti attribuite a questi vegetali deriverebbero anche dalla presenza di questa sostanza.
L’Ecdysterone è ottenibile facilmente anche per sintesi organica partendo dal colesterolo.
I ricercatori della Rutgers University hanno pubblicato i risultati di uno studio che offre la prova che l’Ecdysterone [conosciuto anche come 20-hydroxyecdysone] impedisce ai topi di ingrassare eccessivamente. (1)
Gli stessi ricercatori hanno già pubblicato un articolo in cui hanno mostrato che l’Ecdysterone causa una repentina crescita delle cellule muscolari dei topi. (2,3) L’Ecdysterone ha anche reso gli animali più forti. i ricercatori ungheresi hanno confermato i risultati pochi mesi più tardi. Secondo il loro studio su animali, ecdysterone ha un effetto anabolizzante nelle fibre muscolari lente.
Nella loro pubblicazione successiva i ricercatori hanno esaminato se l’Ecdysterone è un composto adatto per lo sviluppo di un nuovo farmaco per l’obesità e il diabete di tipo 2.
L’esperimento si è svolto dividendo i topi in tre gruppi:
– Gruppo HF: topi alimentati con una dieta che consisteva nel 60% di grassi.
– Gruppo LF (gruppo di controllo): topi alimentati con una dieta contenente solo il 10% di grassi. I topi con questo tipo di dieta non diventano grassi.
La metà dei topi che consumavano una dieta ad alta percentuale di grassi è stata data una dose giornaliera di 10 mg di Ecdysterone per chilo di peso corporeo per via orale. L’esperimento è durato tredici settimane.
La tabella seguente mostra l’effetto sui livelli di Insulina e la concentrazione di adiponectina. L’adiponectina è una proteina che viene secreta dalle cellule adipose sane sensibili all’insulina. L’adiponectina sopprime l’appetito e aumenta l’effetto dell’insulina. Contrariamente, se la sensibilità all’insulina delle cellule diminuisce, la secrezione di adiponectina si abbassa. Sembra che l’Ecdysterone aiuti ad invertire questo processo nei topi che stanno mettendo su peso.
Mentre i topi ingrassavano, la concentrazione di glucosio nel sangue aumentava. Ciò era dovuto appunto all’insulino-resistenza. Ma se i topi grassi venivano supplementati con Ecdysterone questo non accadeva.
Questo meccanismo è probabilmente ciò che permette all’Ecdysterone di frenare l’aumento del peso corporeo. Il più pesante dei topi del gruppo di controllo era aumentato di 5,18 g, mentre i topi ingrassati pesava circa 18,8 g. E i topi ingrassati che sono stati supplementati con Ecdysterone hanno incrementato il loro peso corporeo del 18% in meno. Alla fine dell’esperimento pesavano 15,4 g. È la crescita del tessuto adiposo che l’Ecdysterone inibisce. Lo steroide ha poco effetto sulla crescita della massa magra.
L’Ecdysterone si trova sotto forma di integratore. I produttori sembrano essere stati ispirati per lo più da studi quasi occulti del blocco orientale sugli effetti degli ecdysteroidi. Anche se vi è una crescente evidenza che gli ecdysteroidi hanno qualche effetto, non è ancora del tutto certo se gli utilizzatori di supplementi contenenti Ecdysterone che sono attualmente disponibili possano realmente notare questi effetti. Le dosi contenute sono troppo basse.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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