L’Acido Alfa-Lipoico è più adatto come supplemento per atleti di resistenza e per le persone che vogliono perdere peso piuttosto che per gli atleti di forza, almeno secondo uno studio su animali svolto alla China Agricultural University. (1)
La maggior parte del Acido Alfa-Lipoico nel nostro corpo è sintetizzato nelle nostre cellule. Assumiamo solo una minima quantità attraverso il cibo. Le fonti migliori sono le carni con un alto tasso metabolico, come reni, cuore e fegato. Se si vuole sperimentare l’efficacia del Acido Alfa-Lipoico, è meglio assumerlo attraverso un integratore. Un buon supplemento contiene poche centinaia di milligrammi di Acido Alfa-Lipoico sintetico. Per mettere tale quantitativo in prospettiva, basti pensare che per isolare 30 mg di Acido Alfa-Lipoico ci sarebbe bisogno di dieci tonnellate di fegato.
Nelle cellule del corpo, l’Acido Alfa-Lipoico è coinvolto nella conversione dei nutrienti – soprattutto glucosio – in energia. La ricerca che è stata fatta sull’Acido Alfa-Lipoico comprende il trattamento del avvelenamento, delle emissioni radioattive, e persino il cancro e l’HIV, ma la maggior parte della ricerca è diretta sul trattamento del diabete.
Lo studio che qui ripoto mirava a scoprire come funziona esattamente l’Acido Alfa-Lipoico, e in particolare negli organismi più anziani. Ecco perché i ricercatori hanno utilizzato topi di laboratorio di 24 mesi di età. Ai topi è stata data acqua potabile contenente lo 0,75% di Acido Alfa Lipoico per un mese.
Se si converte la dose somministrata alla dose umana, tenendo conto del fatto che gli esseri umani hanno un metabolismo più lento, allora questo equivale a pochi grammi al giorno. Gli utilizzatori ne assumono mediamente circa 600-1800 mg /die. La dose somministrata ai topi anziani corrisponde a quella che i medici usano in esperimenti su persone con cancro o HIV.
Il supplemento ha aumentato il dispendio calorico dei topi. I loro corpi erano più magri, ma hanno anche perso un po’ di massa corporea magra.
Nelle cellule muscolari, il supplemento ha attivato il trasportatore del glucosio GLUT4, una proteina che permette il trasferimento del glucosio attraverso le membrane plasmatiche, e il PGC1alpha, una molecola chiave che induce le cellule a sintetizzare più mitocondri. Questo è quello che è successo nelle cellule muscolari dei topi.
Ciò che è fondamentale nel funzionamento dell’Acido Alfa-Lipoico è che attiva l’enzima AMPK. Questo enzima viene attivato quando le cellule non hanno combustibile, in quanto stimola le cellule muscolari a produrre energia. L’aspetto negativo di questo è illustrato nell’immagine qui sopra: mTOR, p70S6K e 4E-BP1 diventano meno attivi. Queste sono molecole segnale che stimolano la crescita delle fibre muscolari.
L’effetto anti-anabolico dell’Acido Alfa-Lipoico non è molto grande. Se fosse un problema a tutti i dosaggi, l’effetto è probabilmente più che annullato combinandolo con la Creatina. Come già riportato, l’Acido Alfa-Lipoico migliora l’assorbimento della Creatina da parte delle cellule muscolari. (2)
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
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