Nei primi anni ottanta endocrinologi di Münster, Germania, hanno somministrato a uomini ventenni del Nandrolone Hexylphenylproprionato [aka Anadur] per un paio di mesi per poi osservarne gli effetti. Anche se le dosi erano molto basse, i soggetti dello studio necessitarono di almeno sei mesi per recuperare il normale equilibrio ormonale alla cessazione della somministrazione del farmaco. (1)
Il Nandrolone Hexylphenylproprionato è simile al Nandrolone Decanoato. I ricercatori hanno iniziato l’esperimento somministrando ai soggetti iniezioni da 100mg dell’AAS a settimana per le prime tre settimane, seguite da dieci settimane ad una dose settimanale di 200mg.
I soggetti dello studio non hanno proferito lamentele: essi non hanno sviluppato acne, la loro prostata non ha mostrato ipertrofia, e non si sono verificati casi di ginecomastia ne cali significativi della libido. Hanno aumentato il loro peso però. Essi pesavano circa 88 kg quando l’esperimento è iniziato e alla fine dell’esperimento pesavano 95 kg. Sedici settimane più tardi gli uomini avevano già perso 3 kg.
I soggetti dello studio hanno seguito un allenamento con i pesi. Già negli anni ottanta gli scienziati non credevano che gli atleti aumentassero la propria massa muscolare in seguito alla somministrazione di AAS. In quasi tutti gli studi di quel periodo si osserva che gli atleti hanno guadagnato quattro, cinque o più chili se assumevano AAS, ma i ricercatori hanno occultato questa importante informazione. I fatti parlano da soli, ma il “politicamente corretto” è spesso più forte dei fatti.
Come ovvio che sia, la produzione naturale di Testosterone dei soggetti dello studio è diminuita durante il corso dell’esperimento. Dopo aver avuto la loro ultima iniezione ci sono voluti sei mesi prima che i loro livelli di Testosterone tornassero a livelli pre-studio.
Nel corso dell’esperimento i testicoli dei soggetti dello studio sono diminuiti di volume. Il volume medio è diminuito da 39 a 21 millilitri. I ricercatori si aspettavano che questo accadesse, ma non avevano messo in guardia gli interessati. Avevano paura che tale informazione potesse avere un effetto psicologico indesiderabile sui soggetti dello studio.
Ci sono state grandi differenze nel recupero della fertilità maschile. Un soggetto risultò fertile come lo era stato alla partenza dello studio dopo appena otto settimane, ma per un altro soggetto ci sono volute trenta settimane per ritornare ai suoi livelli di produzione di sperma pre-studio.
In seguito, i ricercatori che lavorarono sulla ‘pillola maschile’ osservarono allo stesso modo grandi differenze. Tuttavia, il vecchio studio tedesco è un importante punto riflessivo.
Nella letteratura medica ci sono casi descritti di culturisti i quali sono diventati sterili dopo anni di abuso di AAS o che si sono iniettati quantità talmente grandi di questi da ritrovarsi in andropausa prima dei trent’anni. I ricercatori hanno riscontrato che i livelli di Testosterone degli ex-utilizzatori di AAS sono più bassi rispetto ai culturisti che non hanno utilizzato farmaci.
E’ facile affiancare i problemi legati al declino del Testosterone e della fertilità in seguito all’abuso di AAS. Ma se si è particolarmente sensibili al loro effetto e ai problemi connessi, ciò avverrà anche se si tiene fede alle linee guida riportate nei libri o nei forum. Nonostante l’impatto sulla produzione ormonale naturale e sulla fertilità sia il “minore dei problemi” legati all’uso o abuso di AAS, ciò non significa che debba essere totalmente trascurato. Anche se alcuni affermano che bastano pochi mesi affinché avvenga un pieno recupero ciò non è sempre vero. Infatti, gli studi – e non solo quello descritto qui – dimostrano che spesso non sono sufficienti nemmeno quattro mesi per recuperare pienamente la produzione ormonale naturale e la fertilità dopo l’utilizzo di AAS.
Certo, i soggetti di prova negli studi non hanno usato anti-estrogeni o hCG, ne hanno seguito una corretta PCT. Gli utilizzatori di AAS nel mondo dello sport, utilizzando questi farmaci dopo un ciclo di steroidi, riescono ad accelerare il recupero della produzione ormonale endogena ma, con molecole di lunga permanenza nel sistema (vedi appunto Nandrolone) la difficoltà nel recupero sembra persistere anche in questo caso.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti: