Del GW1516, PPAR-delta-agonista il cui uso è diffuso da alcuni anni in diverse discipline sportive, ne ho già parlato dettagliatamente. Secondo uno studio su animali pubblicato sul PLoS ONE, c’è un integratore che fa esattamente la stessa cosa. Avete mai sentito parlare della Artemisia iwayomogi? (1)
PPAR, GW1516 & Artemisia iwayomogi
Le cellule contengono la molecola PPAR. PPAR ha diverse funzioni che possiamo riassumere in una sola frase: PPAR è un sensore degli acidi grassi. Più stimoli una cellula riceve tramite il PPAR, maggiore sarà l’utilizzo degli acidi grassi come substrato energetico. La variante PPAR che è più rilevante per le cellule muscolari è il PPAR-delta.
GW1516 è una sostanza sperimentale creata nei laboratori GlaxoSmithKline. Somministrandolo a topi sottoposti a esercizio fisico si è notato che il GW1516 è un efficace farmaco per la resistenza.(2)
L’estratto di Artemisia iwayomogi ha dimostrato le medesime proprietà.
Studio
I ricercatori della Korean AmorePacific Corporation (http://www.amorepacific.com/) hanno scoperto che il concentrato [95 per cento] estratto alcolico della pianta Artemisia iwayomogi [95EEAI] ha lo stesso effetto del GW1516. Contiene sostanze che attivano il PPAR-delta. La figura seguente, che si basa sulla ricerca in vitro , lo dimostra.
I ricercatori hanno fatto ingrassare i topi da laboratorio dando loro del cibo a cui era stato aggiunto del grasso in più [HFD]. Gli animali hanno messo su peso più rapidamente dei topi ai quali era stata somministrata una dieta normale. Quando i ricercatori hanno dato ai topi HFD una dose quotidiana di 200 mg di estratto di Artemisia iwayomogi per kg di peso corporeo, questi hanno messo su meno peso di quello che ci si aspettava [in basso a sinistra]. I loro muscoli bruciavano quasi il doppio del grasso rispetto ai topi ingrassati ai quali non era stato somministrato l’estratto [in basso a destra].
La somministrazione di Artemisia iwayomogi ha ridotto la crescita delle riserve di grasso nei topi HFD [in alto a sinistra]. Inoltre, l’estratto ha potenziato l’attività nelle cellule muscolari degli enzimi che aiutano a convertire gli acidi grassi in energia [in alto a destra].
I guaritori tradizionali asiatici usano gli estratti di Artemisia per trattare il diabete. Quindi non è sorprendente che i ricercatori coreani abbiano anche scoperto che l’Artemisia iwayomogi potenzi l’assorbimento del glucosio nelle cellule muscolari.
Conclusione
“I nostri dati forniscono evidenze sperimentali che 95EEAI è un naturale agonista PPARdelta che induce un rafforzamento dei geni coinvolti nel metabolismo degli acidi grassi e attiva l’ossidazione degli acidi grassi in vitro e in vivo, suggerendo il suo potenziale come misura interventiva e preventiva per il trattamento dei disturbi metabolici”, hanno riassunto i ricercatori.
Ovviamente, l’ Artemisia iwayomogi può avere la sua utilità anche in ambito sportivo, cosa chiara visti i risultati dello studio.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
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