
L’estratto di Mucuna pruriens bean – una fonte naturale dell’aminoacido L-Dopa – causa un aumento delle concentrazioni di testosterone nei maschi. La Mucuna pruriens stimola la produzione di ormoni attraverso la ghiandola pituitaria. Il bean aumenta la produzione degli ormoni messaggeri LH e FSH.
I ricercatori dell’Università di Lucknow in India, sono giunti a questa conclusione dopo aver fatto prove con 75 uomini sani e 75 uomini con oligozoospermia. Gli uomini erano tutti di età compresa tra 25 e 40 anni, ed è stata somministrata loro 5 g al giorno di Mucuna essiccata e macinata in polvere ogni giorno per tre mesi.(1)
Il supplemento ha migliorato la quantità e la qualità dello sperma degli uomini. Tra gli uomini sani c’era poco margine di miglioramento, quindi l’effetto risultò leggero. Ma tra gli uomini con un basso numero di spermatozoi (oligozoospermia) l’effetto è stato più evidente.

Le analisi del sangue dei soggetti dello studio hanno mostrato che il miglioramento dello sperma era associato ad un aumento della produzione di Testosterone. L’Oligozoospermia si manifesta spesso se i testicoli, dove viene sintetizzato il Testosterone, così come lo sperma, non ricevono gli stimoli di cui hanno bisogno dalla ghiandola pituitaria nel cervello. La ghiandola pituitaria sintetizza gli ormoni messaggeri FSH e LH, che stimolano i testicoli a produrre sperma e Testosterone.
La tabella seguente mostra l’effetto dell’estratto di Mucuna sulla secrezione ormonale negli uomini con oligozoospermia. Notare anche il livello di Prolattina. La Prolattina è un altro ormone sintetizzato nella ghiandola pituitaria, ma la produzione di questo aumenta se il corpo inizia a produrre meno Testosterone.

L’estratto di Mucuna pruriens ha anche determinato un aumento dei livelli di Testosterone negli uomini sani, come indicato nella tabella seguente.

Sappiamo già come funziona il meccanismo attraverso il quale la Mucuna pruriens agisce: il corpo converte L-Dopa nel neurotrasmettitore dopamina. La dopamina aumenta l’attività dei centri cerebrali che regolano la sessualità e la produzione di ormoni sessuali.
I ricercatori hanno anche esaminato la concentrazione di adrenalina e noradrenalina nel sangue deisoggetti dello studio. Come prevedibile, entrambi erano aumentati. L-Dopa non è solo un precursore della dopamina, ma anche della adrenalina.
L-Dopa non è una sostanza ergogenica particolarmente buona, come sanno bene gli atleti. Le concentrazioni di L-Dopa calano molto velocemente nel flusso ematico. Ma per ragioni che non sono ancora chiare, assumendo Mucuna pruriens si verifica un costante aumento dei livelli di L-dopa.
L’uso della Mucuna pruriens non sembra quindi una cattiva idea nelle fasi della preparazione seguenti un ciclo di steroidi anabolizzanti – sarebbe anche utile inserito nelle preparazioni degli atleti “Natural” e dei soggetti con un livello di Prolattina naturalmente più elevato. Inoltre, più adrenalina nel sangue durante l’allenamento significa prestazioni migliori, e anche un aumento della produzione di Testosterone.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
1- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18973898
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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Buongiorno Gabriel,
ti risulta che l’integrazione di fosfolipidi ipotalamici, meglio se intramuscolari abbassano la prolattina ed eventualmente anche il cortisolo?
Grazie dei tuo PREZIOSISSIMI consigli
Marco
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Salve
Dal momento che i Fosfolipidi Ipotalamici sono in grado di attivare il metabolismo a livello dell’ ipotalamo aumentando il turnover della Dopamina (neurotrasmettitore i cui livelli sono inversamente proporzionale a quelli della Prolattina [cioè un aumento dei livelli della Dopamina e, quindi, della sua attività si riflettono in una riduzione dei livelli di Prolattina]) il loro uso potrebbe avere dei benefici in tal senso… Agendo i Fosfolipidi Ipotalamici indirettamente sulla sfera disturbi dell’umore, POTREBBERO avere un impatto positivo sul rilascio di ACTH e, di conseguenza, sui livelli di Cortisolo… Ma questa è poco più che speculazione…
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molte grazie dell’ottima spiegazione
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