
La Triptorelina (acetato o pamoato) [ 5-oxo-D-prolyl-L-histidyl-Ltryptophyl-L-seryl-Ltyrosyl-3-(1H-indol-2-yl)-L-alanylleucyl-L-arginyl-L-prolylglycinamide], è un decapeptide (pGlu-His-Trp-Ser-Tyr-D-Trp-Leu-Arg-Pro-Gly-NH2) agonista del rilascio dell’ormone gonatrotropo (GnRH agonisti): in altre parole, si comporta come l’ormone prodotto dall…‘ipotalamo per stimolare l’ipofisi a secernere LH, provocando una costante stimolazione della ghiandola pituitaria.
Quando somministrato a dosi terapeutiche, la Triptorelina sovra-stimola l’ipofisi. Il risultato iniziale è un estremo aumento della produzione di LH; il risultato cronico è essenzialmente l’arresto della produzione di LH.
C’è una teoria secondo la quale una singola iniezione di triptorelina da 100 mcg potrebbe essere utilizzata per recuperare la produzione di testosterone nei casi in cui la produzione dell’ormone è stata soppressa cronicamente, senza attivarne l’arresto. Molto probabilmente non c’è effettivamente il rischio di innescare l’arresto della produzione di LH con questo approccio, ed è probabile che provochi un breve stimolo positivo alla pituitaria.
Non posso affermare con certezza se questa pratica possa contribuire a risolvere una soppressione cronica nella quale l’uso dei SERM si è già rivelato fallimentare, o se un trattamento all’inizio della PCT, seguito dall’uso dei SERM, possa risultare migliore rispetto all’uso singolo dei SERM.
L’evidenza aneddotica a sostegno di ciò è scarsa, e non c’è una particolare ragione per la quale aspettarsi molto dall’uso della triptorelina.
Un altro problema che si frappone nel tentativo di giudicare obbiettivamente il valore dell’utilizzo della triptorelina, è il fatto che vi è una grande quantità di falso materiale di ricerca circolante.
Per una PCT corretta seguente ad un ciclo soppressivo, “consiglio” di applicare il trattamento del dottor Scally per la cura dell’ipogonadismo androgeno-indotto, con l’uso combinato di HCG, Nolvadex e Clomid. Solamente nel caso in cui questo approccio risulti fallimentare, cosa che non si è quasi mai verificata, opterei per l’uso “pulsatile” della Triptorelina.
Per ovvie ragioni, la Triptorelina non andrebbe mai impiegata su base continuativa per aumentare il Testosterone; ma nel caso si decidesse di utilizzare questo farmaco, è opinione comune che il suo uso debba essere sporadico e a dosi inferiori ai 100 mcg/die.
Gabriel Bellizzi
Bibliografia:
• Lahlou N, Carel JC, Chaussain JL, Roger M, Pharmacokinetics and pharmacodynamics of GnRH agonists: clinical implications in pediatrics in J Pediatr Endocrinol Metab, 13 Suppl 1, luglio 2000, pp. 723–37, PMID 10969915.
• Padula AM, GnRH analogues—agonists and antagonists in Anim Reprod Sci, vol. 88, 1-2, agosto 2005, pp. 115–26, DOI:10.1016/j.anireprosci.2005.05.005, PMID 15955640.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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