
Se si somministra ad atleti una dose giornaliera di 3 mg di solfato di zinco [appr. 1 mg di zinco elementare] per kg di peso corporeo, dopo quattro settimane avranno il 40% in più di Testosterone libero nel sangue. I ricercatori dell’Università di Selcuk in Turchia hanno scoperto questo quando hanno fatto un esperimento con 10 wrestlers di sesso maschile.(1)
Precedenti studi, nei quali i soggetti dell’esperimento erano topi e studenti fisicamente inattivi, si dimostrò come i livelli di Testosterone aumentavano in seguito alla somministrazione di alte dosi di zinco.(2) In questo studio, i ricercatori hanno esaminato l’effetto dello zinco su wrestlers altamente qualificati. I soggetti avevano un’età media di 19 anni ed erano sottoposti ad allenamenti cinque giorni alla settimana per almeno sei anni.
I wrestlers hanno eseguito un allenamento con i pesi una volta alla settimana, cross training una volta alla settimana e l’allenamento specifico per il wrestling per i restanti tre giorni.
Prima e dopo il periodo di quattro settimane di supplementazione con zinco, i ricercatori hanno fatto in modo che i soggetti di prova raggiungessero il punto di esaurimento. Prima e dopo la prova, i ricercatori hanno misurato le concentrazioni di tiroxina e testosterone nel sangue dei soggetti. In condizioni normali, un pesante sforzo fisico abbassa la concentrazione di questi due ormoni. La figura qui sotto mostra come l’integrazione di zinco abbia impedito che ciò accadesse. La supplementazione ha anche comportato un aumento del 40% della quantità di testosterone libero prima della prova di esaurimento.

Lo stesso effetto è stato osservato anche sulle concentrazioni di tiroxina e T3 e T4 libero nel sangue.

Molti enzimi usano lo zinco nei processi di produzione ormonale e di generazione di energia da grassi e carboidrati. I ricercatori affermano che lo sforzo fisico richiede grandi quantità di zinco. Tali grandi quantità di zinco possono essere fornite dagli integratori così da poter aiutare gli atleti a migliorare le loro prestazioni. “Dosi fisiologiche di supplementazione di zinco possono rivelarsi utili per la performance”, scrivono i ricercatori.
Se un atleta pesa 80 kg e desidera utilizzare lo zinco in dosi simili a quelle usate dai wrestlers turchi, dovrebbe assumere 240 mg di solfato di zinco al giorno [appr. 80 mg di zinco elementare]. L’uso a lungo termine di tali alte dosi di zinco non è sicuro. I ricercatori hanno segnalato effetti collaterali da livelli di assunzione molto più bassi. Secondo i ricercatori cinesi, una dose giornaliera di 50 mg di zinco porta ad alti livelli di colesterolo nell’uomo entro un paio di settimane.(3) Gli epidemiologi americani Walter Willett e Ed Giovannucci hanno scoperto che gli integratori di zinco a dosi superiori di 100 mg al giorno hanno aumentato il rischio di cancro alla prostata di un fattore di 2,2.(4)
Comunque sia, dosi pari a 25-30mg/die di Zinco Monometionina sono risultati degli ottimi aiuti complementari se aggiunti a DAA, Vitamina D3, Calcio e Magnesio. La ricerca ha mostrato un reale potenziale della formulazione ZMA. (5)
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
1- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16648789
2- http://cat.inist.fr/?aModele=afficheN&cpsidt=17988325
3- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15727190
4- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12837837
5- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17882141
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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