Tè verde e “calorie blocking”

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Il Tè verde (Camellia Sinensis) è una pianta dalla quale si ottiene l’omonima bevanda largamente utilizzata. Ricco di proprietà benefiche, esercita la maggior parte dei suoi benefici attraverso dei polifenoli idrosolubili (spesso indicati come catechine) estratti dalle foglie, nell’acqua di preparazione, che viene poi consumata.
Esso è stato collegato a diversi benefici su vari organi. È cardioprotettivo, neuroprotettivo, anti-obesità, anti-cancerogeno, anti-diabetico, anti-aterogenico, protegge il fegato ed è benefico per la salute dei vasi sanguigni. Questi effetti benefici si osservano consumando il tè verde stesso (come bevanda), nonché assumendolo attraverso gli integratori.
In questa breve esposizione vorrei parlare di una caratteristica legata al tè verde (e principalmente alle sue catechine) che può risultare funzionale all’atleta nei periodi in cui si cerca di diminuire la percentuale di grasso corporeo. Non parlerò dell’azione che ha l’ECGC (catechina presente a livelli abbondanti nel tè verde) sulla biogenesi mitocondriale e il suo conseguente effetto sul miglioramento metabolico cellulare(che probabilmente tratterò in futuro) ma, bensì, dell’effetto del tè verde sull’assorbimento dei macronutrienti, soprattutto del glucosio.
Le catechine contenute nel tè verde mostrano abilità nel prevenire l’assorbimento intestinale degli zuccheri presenti nella dieta per lo più attraverso l’azione dell’ECG, anche se le altre tre catechine contribuiscono a ciò attraverso l’inibizione competitiva del trasportatore SGLT-1(Sodium-GLUcose Trasporter) che è un trasportatore del glucosio integrale di membrana: localizzato nell’orletto a spazzola dei villi intestinali e nelle cellule del tubulo renale, favorisce il passaggio di glucosio dai compartimenti extracellulari all’interno delle cellule.
A livello enzimatico, le catechine mostrano da deboli a moderati effetti di inibizione dell’enzima invertasi o saccarasi che, attraverso la reazione di idrolisi, scompone il saccarosio in glucosio e fruttosio. Le Teaflavine (presenti ad alti livelli nel tè nero; che si ottiene dalla fermentazione delle foglie di Camellia Sinensis) risultano molto più potenti in questo senso, e l’evidenza suggerisce che lo stesso tè può essere più efficace dell’assunzione isolata di catechine del tè verde.
Lattasi, amilasi, alfa-glucosidasi, ed enzimi proteine-digestivi sono inibiti dalle catechine del tè verde; anche se queste inibizioni (ad eccezione di quella a carico del glucosidasi) sono ridotte di 2,6 volte con la co-ingestione di cibi ricchi di prolina.
Gli studi suggeriscono che per provocare l’inibizione dell’assorbimento del contenuto dei carboidrati presenti in un pasto del 25% è sufficiente una dose di 100mg di catechine del tè verde.
Il tè verde è stato anche coinvolto nella riduzione dell’attività gastrica della lipasi pancreatica, suggerendo che può giocare un ruolo anche come “blocca grassi”.
Questi meccanismi sono statisticamente significativi, ma non eccessivamente potenti in vivo, mentre gli effetti sulla riduzione dell’assorbimento del colesterolo sono dose dipendente. Il tè verde assunto ad una dose pari allo 0,5-1% della dieta provoca l’aumento della percentuale totale di grasso alimentare perso nelle feci (nei ratti) dal 3,5 (gruppo di controllo) al 4,6-5,8%.
Il tè verde ha la capacità di causare il malassorbimento di tutti i macronutrienti, ma questo sembra essere di interesse rilevante per i carboidrati contenuti nella dieta. L’inibizione dell’assorbimento proteico è ostacolato dagli enzimi della saliva, e l’inibizione dell’assorbimento lipidico non sembra essere rilevante negli esseri umani.
Partendo da quanto riportato, risulta funzionale l’aggiunta di tè verde ai pasti durante una dieta per la riduzione del grasso corporeo: soprattutto se chetogenica dal momento che l’azione inibitoria sull’assorbimento dei carboidrati alimentari, addizionata alla scarsa inibizione sull’assorbimento lipidico, e nulla su quello proteico, facilità e migliora un regime alimentare dove l’introito glucidico deve essere ridotto al minimo. Se poi addizioniamo tutto questo con le prima citate caratteristiche sulla biogenesi mitocondriale si ottiene un supplemento di grande utilità per il raggiungimento dei propri obbiettivi.

Gabriel Bellizzi

Approfondimenti:

1. Shimizu M, et al Regulation of intestinal glucose transport by tea catechins . Biofactors. (2000)
2. Kobayashi Y, et al Green tea polyphenols inhibit the sodium-dependent glucose transporter of intestinal epithelial cells by a competitive mechanism . J Agric Food Chem. (2000)
3. Inhibition of Saccharide Digestive Enzymes by Tea Polyphenols
4. Wang Y, Yang Z, Wei X Sugar compositions, α-glucosidase inhibitory and amylase inhibitory activities of polysaccharides from leaves and flowers of Camellia sinensis obtained by different extraction methods . Int J Biol Macromol. (2010)
5. Naz S, et al Epigallocatechin-3-gallate inhibits lactase but is alleviated by salivary proline-rich proteins . J Agric Food Chem. (2011)
6. Zhong L, Furne JK, Levitt MD An extract of black, green, and mulberry teas causes malabsorption of carbohydrate but not of triacylglycerol in healthy volunteers . Am J Clin Nutr. (2006)
7. Juhel C, et al Green tea extract (AR25) inhibits lipolysis of triglycerides in gastric and duodenal medium in vitro . J Nutr Biochem. (2000)
8. Nakai M, et al Inhibitory effects of oolong tea polyphenols on pancreatic lipase in vitro . J Agric Food Chem. (2005)
9. Effects of non-fermented tea extracts on in vitro digestive hydrolysis of lipids and on cholesterol precipitation
10. Koo SI, Noh SK Green tea as inhibitor of the intestinal absorption of lipids: potential mechanism for its lipid-lowering effect . J Nutr Biochem. (2007)
11. Ikeda I, et al Tea catechins decrease micellar solubility and intestinal absorption of cholesterol in rats . Biochim Biophys Acta. (1992)
12. Raederstorff DG, et al Effect of EGCG on lipid absorption and plasma lipid levels in rats . J Nutr Biochem. (2003)

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