
Ovviamente, l’uso dei termogenici durante una CKD risulta utile. Oltre al possibile effetto di mobilitazione degli acidi grassi con l’uso dell’ECA, vi sarà un deciso aumento della termogenesi, il che significa che vengono bruciate più calorie per unità di tempo. Inoltre, alcune ricerche mostrano che prevengono la diminuzione della veloci…tà metabolica che si ha durante una dieta. Certamente, la maggior parte degli studi sull’ECA sono stati fatti con diete a contenuto calorico molto basso (800 cal/giorno o anche meno), quindi sono limitatamente applicabili ad un deficit calorico più moderato. Comunque ci sono testimonianze che mostrano che l’ECA aiuta veramente in una CKD. Non dimentichiamoci le potenzialità anoressizanti dell’Efedrina.
Dal momento che la Yohimbina aiuta la mobilitazione dei grassi, è facile giungere alla conclusione che ciò, in un modo più o meno marcato, aumenti la riduzione di grasso nei punti critici. Ma ci sono pericoli ad aggiungere questi composti in questo tipo di dieta?
Solo uno. Le diete povere di carboidrati tendono ad incrementare il livello degli ormoni catecolaminergici (adrenalina e noradrenalina, gli ormoni del combattimento e del viaggio). L’ECA e la yohimbina lavorano con meccanismi simili. Ciò significa che il POTENZIALE impatto di entrambi potrebbe essere maggiore, specialmente per quanto riguarda gli effetti collaterali (battito cardiaco e pressione sanguigna). Nella mia esperienza e in quella di altri “addetti al settore”, ho notato che durante una CKD si tende a diventare nervosi (anche più nervosi del normale), ma l’ECA addirittura peggiora la situazione. Quindi se si è sensibili agli effetti di una dieta chetogena in termini di umore (o battito cardiaco e pressione sanguigna), l’aggiunta di ECA o di Yohimbina tende a peggiorare la cosa.
Gabriel Bellizzi
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
Quindi il nostro atteggiamento nei confronti di chi e’ impegnato nello scientismo speculativo, e’ essenzialmente di critica e avversione. Il Nostro tradizionale antagonismo fa sì che non subiamo la contaminazione del marketing e, ogniqualvolta si scatena un dibattito su questioni biotecnoiogiche, non manchiamo di porci al di sopra delle parti discutendo dei problemi ai massimi livelli.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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