La dieta deve essere ciclica e intermittente, variare cioè sia come quantità di energia introdotta che nutrienti in relazione alle diverse situazioni che la persona si trova ad affrontare perché così è stato fin dalla notte dei tempi e su questa alternanza è settato il nostro metabolismo . Il lavoro fisico intenso, ma anche quello intellettuale esigono livelli elevati di testosterone possibilmente solo con un apporto modesto di proteine che viceversa servono in grande quantità nel momento del recupero e della rigenerazione.
La stessa supposta ma non provata dannosità della carne (ferro-eme, funzione renale, ipercortisolemia) viene a cadere se l’introduzione è intermittente.
I grassi saturi delle uova sono indispensabili nelle fasi di intensa attività e i polinsaturi del pesce, dei bovini da pascolo e dell’olio d’oliva lo sono nei momenti di accumulo delle riserve glicidiche e aminoacidiche.
Troppe fibre rendono indisponibile il testosterone, ma sono indispensabili se si mangia molta carne. Anche nei riguardi della dieta caloricamente ristretta, che come si è dimostrato favorisce un prolungamento della vita, ma al tempo stesso presenta non pochi inconvenienti ad esempio il rallentamento del metabolismo, la riduzione della libido e la sarcopenia, le ricerche più recenti evidenziano una immutata efficacia se si rende tale riduzione intermittente.
Lo scarico di carboidrati ci permette di rendere i recettori più sensibili all’insulina e rende più sensibile anche la glicogeno sintetasi, cosa che ci consente di accumulare molto meglio i glucidi in glicogeno (e non in grasso) quando “ricarichiamo”.
Lo scarico proteico, impedisce ai recettori di saturarsi, infatti quando poi torneremo ad aumentarne il carico utilizzeremo molto meglio le proteine ingerite.
Alcuni studi hanno indicato che l’utilizzazione delle proteine dopo una relativa limitazione ha un effetto rebound a livelli superiori a quelli presenti prima della limitazione stessa. Gli studi hanno pure mostrato che nei periodi di deplezione proteica, è probabile che il corpo conservi le proteine muscolari e aumenti lo smaltimento dei depositi di grassi sotto forma di energia.
Innalzamento del BMR che ci garantisce un metabolismo sempre molto reattivo: molti atleti hanno visto che se eseguono il medesimo allenamento ogni giorno, il loro corpo si abitua e non risponde più. È la medesima cosa con la dieta. Se mangiaste la stessa quantità di calorie ogni giorno, potreste perdere l’effetto della dieta.
Ecco perché dovreste variare giorno per giorno e non permettere che il corpo si abitui al medesimo totale di macronutrienti e calorie, facendo così lasciate il vostro corpo ad “indovinare” di continuo tanto che non farà cambiamenti ormonali negativi ne farà scendere il BMR per adattarsi alla riduzione di calorie.
Come impostare una dieta a cambio di fase?
-Ciclizzazione dei vari alimenti: giorni ricchi di fibre (frutta e verdura) a giorni poveri di fibre, giorni ricchi di carne e pesce a giorni poveri di proteine. Evitiamo così che il nostro organismo possa adattarsi ad un tipo di alimento e ridurne l’efficacia fisiologica.
-Ciclizzazione degli integratori, il che comporta una ottimizzazione della loro funzionalità e un miglior assorbimento.
-Nessun macronutriente viene demonizzato o tralasciato, tantomeno i grassi saturi e il colesterolo. Ciclizzandone l’utilizzo ne massimizziamo i benefici.
– Miglioramento della digestione: non si consumano mai grosse quantità di carboidrati con grosse quantità di proteine, corretto abbinamento dei cibi acidi con cibi alcalini: ottimizzazione dell’equilibrio acido-base.
-Maggior facilità nel rispettare la dieta, grazie alla ciclizzazione degli alimenti, in quanto non si crea il classico effetto nausea di determinati alimenti, caratteristico delle diete fisse. Questo succede soprattutto per le proteine, infatti data la quantità prevista per un atleta in recupero proteico bisogna mangiare tutti i tipi di proteine ogni giorno.
È stato dimostrato che la fase di ricarica di carboidrati della dieta comporta la riduzione del cortisolo. In un esperimento sono stati studiati gli effetti sugli ormoni delle manipolazioni per mezzo della ricarica dei carboidrati nei muscoli dopo una dieta ipo-glucidica. La ricarica dei carboidrati permetteva di ridurre il cortisolo non soltanto durante la ricarica ma anche nel periodo successivo con pochi carboidrati.
Le ricerche hanno indicato che i corpi chetonici bruciati per ricavare energia con una dieta con più grassi e meno carboidrati riducono il catabolismo proteico. Uno studio abbastanza recente con cavie da laboratorio ha pure suggerito che un trattamento combinato con insulina, testosterone ed una dieta iper-lipidica ed iperproteica comporti una riduzione della perdita delle proteine muscolari causata dall’ormone catabolico corticosterone.
In generale ho visto per esperienza che si verifica un forte effetto anabolico sulla muscolatura quando una dieta con un quantitativo minore di carboidrati seguita per un breve termine viene alternata ad una fase di ricarica di carboidrati. L’idratazione all’interno delle cellule; la sensibilità all’insulina è aumentata e ciò porta ad uno stimolo anabolico intenso. Le costanti fluttuazioni rendono possibile un effetto anabolico che non ha pari in altre diete. Questo effetto anabolico vi consente di ottenere molteplici benefici.
A voi le conclusioni…
Gabriel Bellizzi
Bibliografia:
• La dieta metabolica – Mauro Di Pasquale – Sandro Ciccarelli Editore
• La soluzione anabolica – Mauro Di Pasquale – Sandro Ciccarelli Editore
• Sapiens allo stato brado – Giovanni Cianti – TRAM Srl Editrice