I prodotti contenenti Pau d’arco – un estratto ricavato dalla corteccia dell’albero sudamericano Tabebuia avellandae – sono venduti come supplementi per rafforzare il sistema immunitario, ma secondo i ricercatori dello Strang Cancer Prevention Center di New York, questo estratto erboristico possiede anche un effetto anti-estrogenico.(1)

Le popolazioni native del sudamerica usano il Pau d’arco, spesso come tè, da centinaia di anni contro le malattie infettive. L’estratto di questa pianta contiene Naftachinoni come il Lapachol e gli Antrochinoni, che possono avere un effetto tossico. Se si somministrano dosi elevate di Lapachol agli animali da laboratorio durante la gravidanza, i loro embrioni muoiono.(2)
Gli oncologi molecolari hanno esaminato il potenziale del Pau d’arco come composto contro il cancro. I ricercatori dello Strang Cancer Prevention Center hanno esposto le cellule del cancro al seno MCF-7, che crescono velocemente in rapporto alle concentrazioni di Estradiolo con le quali entrano in contatto, ad un estratto di Pau d’arco a base acquosa. Più concentrato era l’estratto, più risultava micidiale per le cellule tumorali.
Quando i ricercatori hanno esaminato l’attività di importanti geni nelle cellule, hanno osservato come il Pau d’arco aveva inibito le cellule tumorali: aveva aumentato l’attività del gene per l’enzima CYP1A1 di un fattore di 19,8 [la figura sotto è logaritmica, non lineare ]. L’attività del gene per il CYP1B1 è aumentata di un fattore di 7,9.
Il CYP1A1 è, per quanto riguarda l’Estradiolo, un enzima ad azione “positiva”. Converte l’Estradiolo nell’innocuo 2-idrossi-estradiolo. Il CYP1B1 è invece un enzima con azione negativa in quanto converte l’Estradiolo in 4-idrossi-estradiolo. Il 4-idrossi-estradiolo è anch’esso meno attivo dell’Estradiolo, ma rappresenta una preoccupazione oncologica, poiché può legarsi al DNA, causando mutazioni che portano la conversione di una cellula sana in una cellula cancerosa.
Un altro dato interessante riguardante l’effetto d’uso del Pau d’arco è legato al fumo: i fumatori con una maggiore espressione genica del CYP1A1 tendono a sviluppare il cancro più frequentemente rispetto agli altri fumatori.
Il Pau d’arco sembra avere il potenziale per essere un utile supplemento finalizzato al controllo dell’attività estrpogenica, con la possibilità di essere abbinato all’uso di farmaci specifici (vedi SERM e AI), così da poterne – in teoria – gestire diversamente le dosi, durante l’uso di AAS o nelle fasi successive (vedi PCT). Ma essendo i dati inerenti all’effetto indiretto del Pau d’arco sul metabolismo del Estradiolo molto scarsi e limitati nell’applicazione, queste ipotesi rimangono semplici supposizioni che potrebbero facilmente non trovare riscontri significativi nell’uomo.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti: