L’uso di AAS non è associato al cancro al cervello. Complicazioni relative a una rara forma di cancro solitamente fatale chiamata linfoma primario del Sistema Nervoso Centrale (cervello) hanno causato la morte del famoso giocatore di football americano Lyle Alzado. Questo tipo di tumore al cervello compare più comunemente nei pazienti immunocompromessi, come quelli affetti dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV), o nei pazienti che hanno subito un trapianto di organi e che assumono farmaci immunosoppressivi per prevenire il rigetto dell’organo trapiantato.(1)(2) Prima della sua morte, Alzado aveva sostenuto che la causa del cancro che lo affliggeva era da attribuirsi a 14 anni di abuso di AAS.(3) Sebbene gli AAS possono essere moderatamente immunosoppressivi, questa classe di farmaci non è associata ad un’immunosoppressione clinica estrema tale da poter causare la comparsa di un linfoma cerebrale. Allo stesso modo, non esiste alcuna evidenza clinica o meccanismo compreso che suggerisca che l’abuso di AAS sia responsabile della morte di Alzado. Anche se i medici affermano che non vi sono prove di un’associazione tra l’abuso di farmaci per il miglioramento delle prestazioni e il cancro di Alzado (4), questa storia è spesso divulgata dai media intenti ad elencare i pericoli derivanti dall’abuso di AAS.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
- ANABOLICS 11th Edition [William Llewellyn]
- Football; Alzado Tumor is Rare and Deadly. Elisabeth Rosenthal. NY Times. July 4, 1991.
- Primary central nervous system lymphoma. O’Neill BP, Illig JJ. Mayo Clin Proc. 1989 Aug;64(8):1005-20.
- Sports People: Football; Alzado Talks. NY Times. Associated Press Report. June 28,1991.
- Alzado believed drug killed him – Ex-Raider star dead from brain cancer. Associated Press. May 15, 1992.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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