
L’Oleuropeina, sostanza fitochimica contenuta in quantità significative soprattutto nelle olive verdi e nell’olio extravergine d’oliva, secondo i ricercatori giapponesi dell’Università di Ochanomizu e della Eisai Food & Chemical Corporation, possiede la capacità di mimare l’effetto dell’Insulina.(1) Aumenta l’uptake del glucosio da parte del miocita.
I ricercatori hanno svolto lo studio su topi. Per 12 settimane hanno somministrato ad un gruppo di animali del mangime standard [NFD] mentre ad un altro gruppo hanno somministrato del mangime con del grasso addizionale [HFD]. Ad alcuni dei topi di quest’ultimo gruppo è stata somministrata anche l’Oleuropeina.
L’equivalente umano della dose di Oleuropeina somministrata ai topi era approssimativamente di 400-600mg al giorno.
La supplementazione di Oleuropeina non ha avuto alcun effetto sulla composizione corporea dei topi, ma, paradossalmente, ha migliorato la loro sensibilità all’insulina. Il loro HOMA-IR, una formula per calcolare il grado di insulino-resistenza, è risultato inferiore. La supplementazione di Oleuropeina potrebbe approssimativamente dimezzare l’effetto negativo di una dieta ad alto contenuto di grassi sulla sensibilità all’insulina.

Quando i ricercatori hanno iniziato a svolgere esperimenti con le cellule muscolari in vitro, hanno scoperto che ad una concentrazione tra 10 e 100 micromoli l’Oleuropeina imitava l’effetto dell’insulina e stimolava le cellule muscolari ad assorbire più glucosio. Nelle cellule muscolari, l’Oleuropeina ha attivato i GLUT4.


La proliferazione dei GLUT4 sulla superficie della cellula era il risultato dalla attivazione dell’enzima AMPK, e non del Akt, da parte dell’Oleuropeina. L’insulina agisce attivando l’Akt. L’effetto benefico dell’Oleuropeina sul metabolismo glucidico è quindi indipendente da quello dell’Insulina.

Le cellule muscolari diventano insensibili all’insulina anche a causa di alte concentrazioni di acidi grassi saturi, come il palmitico [PA]. Pertanto, l’obesità può spesso portare al diabete di tipo 2. L’Oleuropeina potrebbe parzialmente annullare quest’effetto.

Gli studi sull’uomo che hanno valutato gli effetti dell’olio d’oliva, in particolare, o della dieta mediterranea, in generale, hanno mostrato effetti benefici sulla salute cardiovascolare e sulla sindrome metabolica.
I ricercatori suggeriscono pertanto che uno dei meccanismi dell’Oleuropeina potrebbe essere il miglioramento della sensibilità all’Insulina nel muscolo scheletrico mediante la stimolazione della traslocazione dei GLUT4 in modo insulino-indipendente.
Riferimenti:
- https://doi.org/10.3164/jcbn.16-120
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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