
L’abuso cronico di AAS è sospettato di causare danni diretti al muscolo cardiaco. Gli studi nei quali culture di cellule cardiache sono state esposte ad AAS hanno riportato una ridotta attività contrattile, una maggiore fragilità cellulare e una ridotta attività cellulare (mitocondriale), fornendo un certo supporto per un possibile effetto tossico diretto sul muscolo cardiaco. (1)(2) Inoltre, in un certo numero di casi segnalati di soggetti i quali avevano abusato degli AAS per un lungo periodo di tempo sono state riscontrate patologie quali la fibrosi miocardica (accumulo di tessuto cicatriziale nel cuore), l’infiammazione del miocardio (infiammazione del tessuto cardiaco), la steatosi cardiaca (accumulo di trigliceridi all’interno delle cellule cardiache) e la necrosi del miocardio (morte del cuore tessuto). (3)(4)(5)(6) In questi casi si presume un legame diretto tra l’abuso di questi farmaci e le patologie cardiache riportate, anche se ciò non può essere dimostrato incontrovertibilmente data la natura lenta in cui queste patologie cardiache si sviluppano e l’influenza che possono avere su di esse molti altri fattori (come dieta, esercizio fisico, stile di vita, utilizzo di altre categorie di farmaci e la genetica). Gli utilizzatori sono comunque avvertiti sulla possibilità di sviluppare danni al muscolo cardiaco in seguito all’abuso di AAS a lungo termine.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
- ANABOLICS 11th Edition [William Llewellyn]
- The effects of anabolic-androgenic steroids on primary myocardial cell cultures. Melchert RB et al. Med Sci Sports Exerc 1992; 24:266-12
- Cardiovascular effects of anabolic-androgenic steroids. Melchert RB et al. Med Sci Sports Exerc 1995;27: 1252-62
- Cause and manner of death among users of anabolic androgenic steroids. Thiblin I et al. J Forensic Sci 2000;45:16-23
- Anabolic steroid abuse and cardiac death. Kennedy MC et al. Med J Aust 1993; 158:346-48.
- Serious cardiovascular side effects of large doses of anabolic steroids in weight lifters. Nieminen MS et al. Eur Heart J 1996; 17:1576-83.
- Sudden cardiac death during anabolic steroid abuse: morphologic and toxicologic findings in two fatal cases of bodybuilders. Fineschi V et al. Int J Legal Med 2007 Jan;121(1):48-53.Epub 2005 Nov 15. Review.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
Quindi il nostro atteggiamento nei confronti di chi e’ impegnato nello scientismo speculativo, e’ essenzialmente di critica e avversione. Il Nostro tradizionale antagonismo fa sì che non subiamo la contaminazione del marketing e, ogniqualvolta si scatena un dibattito su questioni biotecnoiogiche, non manchiamo di porci al di sopra delle parti discutendo dei problemi ai massimi livelli.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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