COENZIMA Q10 E INSULINO-SENSIBILITA’

Coenzima-q10
Coenzima Q10

 

Più le cellule sono sensibili all’insulina, più si è sani a livello metabolico e sistemico. Basta domandarlo ad un diabetico. O ai Bodybuilder supplementati chimicamente che hanno abusato dell’Insulina esogena a tal punto da aggravare marcatamente la loro insulino resistenza sfociando, a volte, nel diabete di tipo II. Scienziati molecolari australiani hanno scoperto che la sensibilità all’insulina subisce un miglioramento significativo in rapporto alle concentrazioni del coenzima Q10 nei mitocondri cellulari. (1)

Nell’esperimento svolto su esseri umani dove sono stati presi in esame soggetti sani [Ins.Sens] e soggetti con insulino-resistenza [Ins.Res], i ricercatori hanno somministrato ai partecipanti glucosio e insulina osservando successivamente la diminuzione della concentrazione di acidi grassi liberi [NEFA] nel sangue. Maggiore è la diminuzione, maggiore è la sensibilità all’insulina.

Ovviamente, la concentrazione di acidi grassi liberi è diminuita maggiormente nei soggetti sani [in basso a sinistra].

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I ricercatori hanno anche determinato la quantità di coenzima Q10 presente nei mitocondri dei soggetti dello studio. E sia nei soggetti sani che in quelli insulino-resistenti, la concentrazione di acidi grassi liberi è diminuita maggiormente quando i loro mitocondri contenevano più coenzima Q10 [in alto a destra].

Ma è possibile migliorare l’insulino sensibilità attraverso l’integrazione con il coenzima Q10? Con uno studio sugli animali, i ricercatori hanno cercato di rispondere a questa domanda. Hanno dato a un gruppo di topi cibo normale [Chow] e hanno fatto ingrassare un altro gruppo di topi dando loro del cibo con grasso e zucchero extra [HFHSD]. Quest’ultimo gruppo di animali ha sviluppato una forma di diabete.

I ricercatori hanno quindi somministrato a metà degli esemplari di entrambi i gruppi una dose di coenzima Q10 ogni due giorni per due settimane. I ricercatori hanno utilizzato il coenzima Q10 sotto forma di LiQsorb, un prodotto della Tishcon Corporation.(2) Ogni due giorni i ricercatori hanno iniettato il coenzima Q10 direttamente nell’intestino tenue degli animali del test.

Questa modalità di somministrazione è di circa due volte più efficace della somministrazione orale. Se invece dei topi fossero stati presi in esame degli esseri umani, la dose di coenzima Q10/LiQsorb alla quale sarebbero stati sottoposti sarebbe stata di circa 160mg/die.

Dopo il periodo di supplementazione, i topi hanno ricevuto una forma di glucosio [2DOG]. Nei topi diabetici-ingrassati la supplementazione con coenzima Q10 ha portato ad una più rapida diminuzione dei livelli ematici dell’analogo del glucosio [in basso a sinistra]. La supplementazione ha anche causato la diminuzione della concentrazione di acidi grassi liberi dopo la somministrazione della variante glucidica [in basso a destra]. Da quanto emerso, l’assunzione del coenzima Q10 ha parzialmente migliorato l’insulino-sensibilità.

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Il coenzima Q10 si trova nei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule del corpo, dove è richiesto per il flusso di elettricità al “motore” cellulare che è responsabile della produzione di energia, come affermato durante un comunicato stampa dal primo autore dello studio qui trattato Daniel Fazakerley della University of Sydney. (3)

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La produzione di energia può anche generare specie chimiche reattive – spesso indicate come” specie reattive dell’ossigeno” o ” ossidanti “- come sottoprodotto, le quali possono essere dannose per le cellule. Studi precedenti hanno dimostrato che questi ossidanti possono causare insulino-resistenza. Si è scoperto che una riduzione del coenzima Q10 mitocondriale provoca un aumento della formazione di ossidanti da parte dei mitocondri.

È importante sottolineare che reintegrando il coenzima Q10 nei mitocondri, sia nelle cellule in vitro che negli animali, i ricercatori sono stati in grado di ripristinare gli ossidanti mitocondriali portandoli a livelli “normali” migliorando di conseguenza la sensibilità all’insulina.

Il ricercatore capo dello studio qui esposto, David James, anch’esso affiliato alla University of Sydney, afferma che la supplementazione di coenzima Q10 potrebbe rivelarsi una misura preventiva inestimabile per le malattie legate all’insulino-resistenza o a malattie pre-diabetiche come il diabete di tipo II, le malattie cardiovascolari, il cancro e la demenza.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti:

  1. https://doi.org/10.7554/eLife.32111
  2. http://www.tishcon.com/
  3. https://www.sciencedaily.com/releases/2018/02/180207110109.htm

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