L’età è un fattore importante che determina la quantità di Testosterone circolante negli uomini, ma non è l’unico. I ricercatori dell’esercito americano hanno scoperto che lo stress e la fatica possono essere fattori altrettanto importanti. (1) Di conseguenza, potrebbe essere il caso che i livelli di Testosterone degli uomini possano aumentare se essi riducono i livelli di stress e si assicurano un adeguato riposo.
I ricercatori della Naval Health Research Center di San Diego hanno misurato i livelli di Testosterone di 57 uomini di un’unità di elite. Hanno registrato il BMI, il sonno, lo stress, l’affaticamento e la pressione sanguigna utilizzando questionari e misurazioni di base.

L’età era un importante predittore dei livelli di Testosterone, che erano i più alti nei soldati di età compresa tra i 28 ed i 31 anni. Dopo di che i livelli di Testosterone in soggetti più anziani diminuivano.

Il livello di fatica/stanchezza riportato dai soldati ha avuto anch’esso un ruolo in riferimento ai livelli serici di Testosterone . Quanto più i soldati riportavano un alto grado di fatica/stanchezza, più basso era il loro livello di Testosterone.

Lo stesso vale per lo stress. Quanto più era elevato il livello di stress al quale erano sottoposti gli uomini, tanto era più basso il loro livello di Testosterone.
I punteggi elevati per lo stress e la stanchezza hanno avuto una correlazione simile con i bassi livelli di Testosterone in riferimento all’età. Questo studio ha rivelato che il BMI e il sonno non svolgono un ruolo significativo nel influenzare i livelli di Testosterone.
La figura seguente mostra la correlazione tra Testosterone, stress, fatica/stanchezza, età, BMI e sonno. Quanto più una correlazione è vicina a 1 o -1, tanto più forte è il rapporto tra i fattori.

Più stress e più fatica sono correlati ad un basso livello di Testosterone. I ricercatori sospettano che in primo luogo lo stress riduca i livelli di Testosterone, e che la stanchezza sia quindi un risultato consequenziale del basso livello di Testosterone. Ma affermano di non saperlo per certo. Può essere che anche la fatica riduca i livelli di Testosterone (+ fatica = + stress = – Testosterone).
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
- http://dx.doi.org/10.1016/j.steroids.2017.05.010
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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