
Quando si pratica sport di resistenza, la supplementazione con il dipeptide L-alanil-L-glutammina – meglio conosciuto dagli atleti con il nome di Sustamine – può aiutare ad avere una prestazione migliore rispetto a quella ottenibile consumando una bevanda energetica contenente elettroliti e carboidrati. Gli scienziati americani hanno scritto ciò nel 2015 sul Journal of the American College of Nutrition. (1)
I ricercatori hanno reclutato 12 atleti di resistenza ben allenati e gli hanno fatti correre per 60 minuti ad una intensità moderata [70% del loro VO2peak] in quattro diverse occasioni. Subito dopo i partecipanti hanno dovuto correre fino a quando potevano ad alta intensità [90% del loro VO2peak].
In una occasione i partecipanti non hanno ricevuto alcuna bevanda. In un’altra occasione gli sono stati somministrati 250 ml di Gatorade G2 ogni 15 minuti. Il Gatorade è una bevanda energetica prodotta dalla PepsiCo, che contiene zucchero, sodio e potassio e altri ingredienti.
In altre due occasioni i partecipanti hanno bevuto 250ml di acqua contenenti 150 o 500 mg del dipeptide L-alanil-L-glutammina ogni 15 minuti. L-alanil-L-glutammina è stata sviluppata dalla società giapponese Kyowa Hakko. (2) La Kyowa Hakko, che commercializza l’alanil glutammina sotto il nome di Sustamine (3) ha finanziato il presente studio.
I partecipanti allo studio sono stati in grado di mantenere la sessione ad alta intensità al 90% del loro VO2peak per più tempo se consumavano una bevanda energetica (ED) rispetto a se non assumevano nulla (NHY). Ma se assumevano L-alanil-L-glutammina – in una bassa [LD] o alta dose [HD] – in una soluzione acquosa, essi hanno svolto la prova con una resa superiore.

I ricercatori hanno riportato che le risposte fisiologiche di idratazione durante il protocollo di esercizio erano tipiche. Le concentrazioni di glucosio nel plasma sono aumentate all’inizio dell’esercizio per poi rimanere ad un livello costante durante l’ora di esercizio. Durante l’assunzione della bevanda energetica, le concentrazioni di glucosio plasmatico a 60 minuti sono diminuite significativamente rispetto alle misurazioni a 30 e 45 minuti. In confronto, le concentrazioni di glucosio nelle sessioni di esercizio in cui è stato consumato il dipeptide L-alanil-L-glutammina (a basso o a elevato dosaggio) non sono diminuiti a 60 minuti.

È possibile che questo sia stato indicativo dell’effetto gluconeogenico dell’Alanina. In uno studio svolto sui ratti, Sumida e Donovan hanno riportato un aumento del 27% della gluconeogenesi da Alanina a seguito di un allenamento di resistenza. (4)
I partecipanti al presente studio erano atleti di resistenza allenati e quindi avrebbero potuto beneficiare di questo adattamento, in particolare con la somministrazione di Alanina esogena durante l’esercizio sia a basso che ad alto dosaggio.
Hoffman et al. hanno riportato risultati simili che hanno suggerito che la mancanza di qualsiasi cambiamento nel glucosio plasmatico durante le sessioni di esercizio in cui il peptide fosse consumato può essere correlata all’effetto gluconeogenico dell’ Alanina e potrebbe aver contribuito a ritardare la stanchezza risparmiando il glicogeno muscolare. (5)
I ricercatori concludono dicendo che i risultati di questo studio hanno indicato che l’ingestione del dipeptide L-alanil-L-glutammina a basso dosaggio (300 mg / 500 ml) o ad alto dosaggio (1 g / 500 ml) durante una sessione di corsa a moderata intensità ha determinato un significativo miglioramento delle prestazioni durante la successiva corsa al 90% del VO2peak. I risultati dello studio non sono stati in grado di chiarire il meccanismo preciso a supporto dell’effetto ergogenico, ma può essere correlato al possibile effetto di gluconeogenesi della Alanina.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
- http://dx.doi.org/10.1080/07315724.2015.1009193
- http://www.kyowahakko-bio.co.jp/english/
- https://www.sustamine.com/
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8847248
- http://www.ergo-log.com/lalanyllglutamine.html
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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