Le cellule muscolari degli atleti assorbono più glucosio se questi assumono creatina. Eppure, la creatina non rende il tessuto muscolare più sensibile all’insulina, scrivono i ricercatori dell’Università di San Paolo in Amino Acids. (1)
Che le cellule muscolari aumentino il loro contenuto di creatina e glucosio con la co-somministrazione dei due composti non è una novità. Il rapporto di equilibrio tra integratore di creatina e il glucosio è così forte che i medici stanno valutando se usare la creatina come una medicina contro il diabete di tipo 2. Nelle persone che hanno il diabete di tipo 2 il corpo diventa insensibile all’insulina e ciò porta ad un mal funzionamento biologico dell’ormone con conseguente iperglicemia e deficienza nell’assorbimento del glucosio.
I ricercatori hanno voluto verificare se la creatina in effetti rende le cellule muscolari più sensibili all’insulina, così hanno fatto un esperimento prendendo in esame sei giovani uomini sani. La metà degli uomini sono stati trattati con un placebo, l’altra metà ha assunto creatina per dodici settimane. Per la prima settimana gli uomini hanno assunto 24g di creatina al giorno, e per le altre undici settimane hanno assunto metà dell’importo prima citato.
Tutti gli uomini hanno svolto allenamenti: tre volte alla settimana hanno dovuto correre per quaranta minuti al 70% del loro VO2max. Poco prima di iniziare il ciclo di creatina e di nuovo dopo quattro, otto e dodici settimane i ricercatori hanno dato ai loro soggetti di prova del glucosio per poi misurare quanto velocemente il livello di glucosio nel sangue fosse sceso nei soggetti. Più velocemente questo accadeva, più rapido è stato l’assorbito del glucosio da parte delle cellule.

La figura mostra che una combinazione di allenamento e supplementazione di creatina fa aumentare l’assorbimento del glucosio nelle cellule muscolari. Ma la creatina non influenza anche i livelli di insulina?
Per determinare se questo era il caso, i ricercatori hanno misurato come prima cosa al mattino le concentrazioni di insulina nel sangue dei soggetti dello studio. I ricercatori avevano previsto che il supplemento di creatina avrebbe aumentato la produzione di insulina. Ma questo non è accaduto.

Essi hanno scoperto nessun effetto statisticamente significativo. Le cellule muscolari degli utilizzatori di creatina quindi devono assorbire più glucosio attraverso un meccanismo che ha poco a che fare con l’insulina. I ricercatori suggeriscono che, i muscoli probabilmente aumentano la produzione della proteina trasportatrice del glucosio GLUT4. Altri fattori possibili sono un’aumentata della produzione di IGF-1 e sua azione sulle cellule muscolari, o che le cellule muscolari si “gonfino” e di conseguenza assorbono più sostanze nutrienti per osmosi.
I risultati della ricerca del presente studio sono ancora una volta la prova del valore di una integrazione di creatina da parte degli atleti. Per i medici i risultati indicano che non è ancora abbastanza noto il modo in cui la creatina funzioni.
Gabriel Bellizzi
Riferimento:
1- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18936221
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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