
Gli atleti che consumano Whey idrolizzate possono stimolare maggiormente l’assorbimento di glucosio nelle loro cellule muscolari, almeno secondo uno studio su animali svolto da nutrizionisti presso l’Università di Campinas in Brasile e pubblicato sul PLoS ONE. Le Whey idrolizzato sembrano attivare il trasportatore del glucosio GLUT4 nelle cellule muscolari. (1)
Se si utilizzano intensamente i muscoli questo attiva i GLUT4 in modo insulino-indipendente. La proteina si sposta sulla membrana della cellula muscolare permettendo al glucosio ematico di penetrare nella cellula. La maggior parte del glucosio presente nel sangue nella prima ora dopo il termine di un allenamento finisce nelle cellule muscolari, e meno nelle cellule grasse.
Gli atleti di forza che fanno uso di carboidrati veloci durante o dopo i loro allenamenti sfruttano la maggiore attività del GLUT4, aumentando così l’uptake del glucosio nelle cellule muscolari. La maggiore quantità di energia nelle cellule muscolari stimola la loro crescita.
I ricercatori brasiliani si sono chiesti se l’uso del siero di latte o del siero di latte idrolizzato aumentasse l’attività dei GLUT4 durante il riposo o dopo l’allenamento. Così hanno svolto uno studio su animali in cui hanno somministrato ad un gruppo di ratti mangime contenente caseina come fonte di proteine per 9 giorni [CAS]. In altri due gruppi, come fonte proteica è stato aggiunto o il siero di latte [WP] o il siero di latte idrolizzato [WHP].
Dopo nove giorni i ricercatori hanno fatto girare su un tapis roulant per un’ora fare la metà dei topi di ciascuno dei tre gruppi [Exercised]. Sedici ore più tardi i ricercatori hanno esaminato le cellule muscolari e il sangue degli animali. I ricercatori hanno anche esaminato l’altra metà dei topi, che non avevano eseguito alcun esercizio [Sedentary].
Le figure qui sotto mostra che in entrambi i gruppi ( topi attivi e non attivi) la quantità di glicogeno era più alta negli animali che avevano ricevuto proteine idrolizzate del siero di latte.

Le Whey idrolizzate durante lo studio sembrano stranamente non aver prodotto aumenti di insulina ma solo un attivazione dei trasportatori GLUT4. Probabilmente ciò si è verificato tramite l’azione della molecola di segnale anabolizzante AKT. Un modo in cui AKT diventa più attivo è quando l’insulina interagisce con il suo recettore, ma in questo caso la maggiore attività del AKT non ha nulla a che fare con l’aumento dell’effetto dell’insulina. Le proteine del siero di latte idrolizzate – e in misura minore del siero di latte non idrolizzate – attivano i GLUT4 in modo indipendente dall’insulina.
I ricercatori affermano che questi risultati dovrebbero incoraggiare ulteriori studi considerando il potenziale delle proteine del siero di latte e delle proteine del siero di latte idrolizzate per il trattamento o la prevenzione dell’insulino-resistenza e del diabete di tipo 2, una malattia in cui la traslocazione dei GLUT-4 alla membrana plasmatica è ridotta.

Tuttavia, i ricercatori non sanno come le proteine del siero idrolizzate attivino la molecola di segnale AKT. All’inizio dell’articolo suggeriscono che l’effetto può essere opera dei peptidi BCAA (insulinogenici), ma in seguito suggeriscono una teoria diversa. Le proteine del siero idrolizzate, e in minor misura del siero di latte, contengono grandi quantità di metionina e cisteina [nella tabella qui riportata viene utilizzata la parola cistina, ma questo è un errore di battitura]. La metionina e la cisteina sono precursori di taurina.

La Taurina potrebbe essere responsabile di una maggiore attività dei GLUT4, dicono i ricercatori.
Ci sarebbe da notare il fatto che i peptidi di BCAA sono enormemente costosi, mentre la taurina non lo è.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
1- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24023607
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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