Lo steroide anabolizzante Stanozololo stimola la produzione di Procollagene I e III nelle cellule della pelle. Quando il Procollagene viene meno la pelle perde la sua elasticità e ciò avviene sotto l’influenza della luce: un processo che viene chiamato foto-invecchiamento. Il foto-invecchiamento è il tipo più importante di invecchiamento che colpisce la pelle.
L’effetto dello Stanozololo sulle cellule della pelle è descritto in uno studio pubblicato nel 1998 (1), nel quale i ricercatori presso l’Università di Miami hanno fatto esperimenti su cellule della pelle umana o fibroblasti. Quando i ricercatori hanno esposto i fibroblasti allo Stanozololo in vitro, la produzione di collagene – una struttura proteica che rende il tessuto connettivo forte e flessibile – è aumentata del 35%.
La figura seguente mostra l’assorbimento del marker Prolina da parte delle cellule. La Prolina è un amminoacido che si trova in grandi quantità nel collagene. L’aumento misurato non era così grande, ma i ricercatori sottolineano che hanno usato altri fattori di crescita nel processo. Poi il 35% è una discreta quantità.
Nelle cellule della pelle si è verificata la produzione maggiore di Procollagene I e III, come mostrato nella figura seguente.
I ricercatori hanno ripetuto il loro esperimento con il Testosterone, ma il Testosterone non ha avuto l’effetto ringiovanente. Uno studio britannico precedente, che aveva un set up simile all’esperimento di Miami, ha mostrato che gli steroidi Oxymetholone e Nandrolone non aumentano la produzione di collagene. (2) Sembra abbastanza probabile quindi che, di tutti gli AAS, lo Stanozololo è l’unico che ha effetto sui fibroblasti.
Come ben sappiamo, il collagene si trova anche nelle articolazioni. E’ improbabile, tuttavia, che lo Stanozololo abbia un effetto stimolante sulle articolazioni, anche se alcuni esperti degli steroidi hanno suggerito che questo potrebbe essere il caso. Alla fine del 1980 ricercatori britannici hanno scoperto che le cellule della pelle producono più collagene quando viene usato lo Stanozololo, ma che le cellule delle articolazioni non lo fanno. (3) Un’altra particolarità ste nel fatto che, il Nandrolone è ininfluente sul collagene della pelle anche se sembra essere influente su quello articolare.
I ricercatori non sono sicuri perché ciò accada. Quello che hanno scoperto nel loro esperimento è che lo Stanozololo (almeno nelle cellule della pelle) interagisce in qualche modo con il recettore del Progesterone. Ma le cellule delle articolazioni con le quali i ricercatori hanno svolto esperimenti presentano diversi recettori del Progesterone. L’unica cosa che i ricercatori possono dire è che lo Stanozololo probabilmente funziona tramite un recettore sconosciuto. (4)
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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