
Con l’uso di certi AAS, in particolare Trenbolone e Nandrolone, l’atleta (o aspirante tale), con una qualche infarinatura culturale sulla materia, si preoccupa del possibile aumento di Prolattina premurandosi di inserire un anti-prolattinico nella propria preparazione . Ma è realmente necessario ed indispensabile l’inserimento di un anti-prolattinico?
Un anti-prolattinico (esempio cabergolina e bromocriptina) non è quasi mai necessario, nel corso di un ciclo di steroidi anabolizzanti se l’Estradiolo è tenuto sotto controllo con un anti-aromatase. Raramente si sono manifestati i presupposti reali e concreti per includere un anti-prolattinico nella preparazione. Il loro inserimento è generalmente uno spreco, premettendo che vi sia un adeguato controllo degli Estrogeni.
Attenzione, non sto dicendo che nessun utilizzatore di AAS possa manifestare la necessità di uso di un anti-prolattinico! Ciò che sto dicendo è che non è così necessariamente indispensabile come alcuni “guru” o “esperti da forum” affermano.
Prima dell’uso/inserimento di qualsiasi farmaco, sono necessarie le dovute analisi per valutarne il reale e necessario inserimento.
Gabriel Bellizzi
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Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Dietro la BioGenTech c'è Gabriel Bellizzi, CEO della stessa, Preparatore Atletico e Coach Online, esperto in nutrizione sportiva, tecniche di allenamento contro resistenza, integrazione alimentare, farmacologia applicata allo sport e Anti-Aging, ricercatore e divulgatore scientifico.
Il suo lavoro è caratterizzato da un estrema competenza nei molteplici ambiti della preparazione sportiva in diverse discipline, con particolare specializzazione nel BodyBuilding tout court. Tale competenza deriva da un decennio di studi specialistici in nutrizione umana, biochimica, endocrinologia, farmacologia e fisiologia umana.
Una caratteristica che mette in luce la sua estrema onestà intellettuale è il suo rifiuto tassativo di affiancarsi alle mode dettate dal marketing e al "politically correct".
Non è la semplice conoscenza a renderci veramente liberi di scegliere, ma è la conoscenza della Verità che ci permette di esserlo. E la sua opera divulgativa, con tutte le limitazioni proprie dell'essere umano marginate da una innata dote nel discernimento, è incentrata proprio su questo.
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