
Dell’Oxandrolone conosciamo le ottime proprietà anabolizzanti, la sua capacità di diminuire le SHBG, la sua capacità di incrementare la chetogenesi epatica e la sua azione cortisolo-antagonista. Anche della Caffeina, che è un alcaloide usato in grande quantità in diverse parti del mondo, conosciamo le sue proprietà ergogene. Ma c’è una cosa che non tutti conoscono, e cioè che quest’ultima molecola, se abbinata insieme all’Oxandrolone, aumenta incisivamente l’assorbimento di questo AAS.
I ricercatori portoghesi del Laboratorio de Analises de Dopagem, vennero informati dalla polizia portoghese che alcuni utilizzatori di steroidi usavano una combinazione di Caffeina e Oxandrolone. I ricercatori furono incuriositi dalla notizia e vollero sapere di più circa l’uso potenziale di questa combinazione, cominciando a consultare la letteratura disponibile.
Trovarono alcuni studi che dimostravano che la Caffeina può aumentare l’assorbimento e l’effetto del paracetamolo.(1) Così, si chiesero se la Caffeina potesse esplicare lo stesso effetto quando co-somministrata con Oxandrolone.
Per dare una risposta a questa domanda i ricercatori effettuarono un esperimento (2) nel quale ad un soggetto, il cui consumo di caffeina corrispondeva ad un normale assunzione di tre piccoli caffè espresso al giorno, veniva somministrata una quantità infinitesimale [0,4 mg] di Oxandrolone.
I ricercatori hanno poi monitorato la quantità di Caffeina, Oxandrolone e del suo metabolita inattivo Epi-Oxandrolone nelle urine del soggetto nelle successive 40 ore. Nella figura “1” sono mostrati i valori trovati nelle prime 14 ore.

I ricercatori hanno poi ripetuto l’esperimento, ma dando al soggetto un integratore di 300 mg di Caffeina. La figura “2” dimostra che la quantità di Oxandrolone e Epi-Oxandrolone è aumentata di un fattore di 20 e 15, rispettivamente.

I ricercatori con il loro esperimento hanno dimostrato (se pur “in piccolo”) che la Caffeina provoca un notevole miglioramento nell’assorbimento dell’Oxandrolone da parte dell’organismo. In pratica questo significa che possono essere raggiunti gli effetti ricercati da questo AAS utilizzando dosaggi più bassi. I ricercatori hanno anche detto che “altri steroidi anabolizzanti dovrebbero essere esaminati”, riferendosi sempre alla co-somministrazione con Caffeina.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
1- http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17442681
2- http://www.adop.pt/media/4114/Oxandrolone_excretion_effect_of_caffeine_dosing_.pdf
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
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