Grado di inclinazione della Panca e stimolo del capo clavicolare del grande pettorale.
Riporto qui di seguito un recente studio il quale si è occupato dell’osservazione dello stimolo indotto dalla variabile di inclinazione della Panca sul reclutamento del capo clavicolare del grande pettorale. Lo studio è stato svolto dallo scienziato dello sport David Rodriguez-Ridao dell’Università di Almeria, ed è stato pubblicato il corrente mese (ottobre 2020) su Special Issue Monitoring and Evaluation of Training in Sport and Exercise.[1]
Per lo svolgimento dello studio qui trattato, David Rodriguez-Ridao ha reclutato trenta giovani esperti in sport contro-resistenza sottoponendoli a sessioni di spinte su panca a diversa inclinazione: 0°, 15°, 30°, 45° e 60° (gradi). Ai soggetti è sono stati applicati degli elettrodi i quali dovevano rilevare sulla quanto i gruppi muscolari interessati dall’esercizio venivano reclutati e a che grado.
Nell’immagine sono visibili le zone anatomiche di posizionamento degli elettrodi durante lo studio.
Per il capo sterno-costale ed il capo addominale, la distensione su Panca Piana è risultata superiore alla distensione su Panca Inclinata. Per il capo clavicolare, la stimolazione è stata ottimale con un angolo di 30°.
Se l’angolo della Panca diventava maggiore di 30°, la Panca Inclinata si trasformava in un esercizio che stimolava principalmente i Deltoidi anteriori.
Per i Tricipiti, l’angolo della Panca non era un fattore influente.
Uno studio che può senz’altro essere d’aiuto per atleti e preparatori intenti ad enfatizzare al meglio lo stimolo di questo capo del grande pettorale.
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
Quindi il nostro atteggiamento nei confronti di chi e’ impegnato nello scientismo speculativo, e’ essenzialmente di critica e avversione. Il Nostro tradizionale antagonismo fa sì che non subiamo la contaminazione del marketing e, ogniqualvolta si scatena un dibattito su questioni biotecnoiogiche, non manchiamo di porci al di sopra delle parti discutendo dei problemi ai massimi livelli.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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