
Mi sono sempre discostato dalle mode e dalle “etichette commerciali” che sorgono e tramontano nel mondo del Fitness, in generale, e nel BodyBuilding, in particolare. Dalla “carbofobia” alla presunta superiorità universale delle tecniche HIT. L’inserimento di sedute di allenamento cardiovascolare nel BodyBuilding è diventato, da diverso tempo, l’ennesimo argomento da utilizzare a “fini commerciali” in senso denigratorio. In passato ho già trattato l’argomento esponendo con logica e basi concrete come tale pratica, se ben calibrata, può portare a dei vantaggi anche in una disciplina come il Culturismo. Una recente review, svolta da scienziati dello sport australiani, ha evidenziato come l’inserimento di sedute di Cardio HIT in concomitanza con un allenamento contro-resistenza non comporta perdita di massa muscolare (dipendente questo fattore dal carico allenante e dall’introito macro-calorico). I ricercatori riportano al massimo una leggera diminuzione della forza nelle gambe, problema che gli stessi considerano ovviabile.(1)
I ricercatori, affiliati all’Università di Sydney, hanno tracciato 13 studi presenti nella letteratura scientifica, in cui i loro colleghi hanno confrontato l’effetto della combinazione dell’allenamento contro-resistenza con l’HIIT(High Intensity Interval Training). I dettagli relativi alle pianificazioni utilizzate sono disponibili nella tabella riportata qui di seguito.

I ricercatori hanno aggregato i risultati dei precedenti studi analizzandoli nuovamente.
In seguito all’analisi dei risultati derivanti dalla ricerca disponibile, si è evidenziato che l’aggiunta del HIIT all’allenamento contro resistenza non ha effetti negativi sull’aumento della massa muscolare, né sull’aumento della forza della parte superiore del corpo. Tuttavia, si verifica un effetto negativo sull’aumento della forza nella parte inferiore del corpo.

Tale effetto negativo è comunque contenuto. Secondo la meta-analisi, la forza massima espressa dalla parte inferiore del corpo nei soggetti che avevano svolto solo l’allenamento contro-resistenza era aumentata del 23,9% contro un aumento del 19,4% riscontrato nei soggetti che avevano svolto sedute HIIT insieme all’allenamento contro-resistenza.
Tuttavia, quando i ricercatori hanno esaminato attentamente i dati in loro possesso, hanno “scoperto” il modo attraverso il quale gli atleti possono ridurre il piccolo effetto negativo dato dall’HIIT sull’aumento della forza.
In sintesi i ricercatori hanno riportato che, i risultati di questa review mostrano come l’HIIT può essere affiancato ad un allenamento contro resistenza senza che questo influenzi negativamente sui cambiamenti nella massa muscolare e che qualsiasi attenuazione della forza muscolare della parte inferiore può essere migliorata inserendo l’HIIT a debita distanza dalla sessione di allenamento contro-resistenza. Quest’ultima è una pratica che da i medesimi riscontri positivi anche con l’applicazione del Cardio LISS.

È importante tenere in considerazione che l’allenamento contro-resistenza abbinato all’HIIT e il solo allenamento contro resistenza hanno dato come risultato un miglioramento della forza dinamica in tutti gli studi vagliati e che la differenza nell’espressione della forza della parte inferiore del corpo tra i due gruppi era minima.
Inoltre, poiché è stato dimostrato che l’allenamento HIIT migliora il VO2max, il tempo di sprint e la massima velocità aerobica, la leggera riduzione [dell’aumento] della forza corporea espressa dalla parte inferiore del corpo può essere un piccolo prezzo da pagare per ottenere miglioramenti su altri aspetti chiave della prestazione sportiva in particolare se vincolata da limiti di tempo.
Gabriel Bellizzi
Riferimenti:
- https://doi.org/10.1080/02640414.2018.1464636
Pubblicato da Gabriel Bellizzi [also known as Ružička, The Biochemist] - CEO BioGenTech -
Negli anni trenta del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite nel campo della nascente endocrinologia. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità grazie al pionieristico lavoro di biochimici Adolf Friedrich Johann Butenandt e Lavoslav Stjepan Ružička, entrambi premi Nobel per la chimica nel 1939 grazie proprio alla pubblicazione dell’articolo “Sulla preparazione artificiale dell’ormone testicolare testosterone (androstene-3-one--17-olio)”.
Il potenziale del Testosterone e dei suoi primi derivati che videro la luce nella seconda metà degli anni trenta del 900, arrivo’ all’orecchio degli sportivi d’élite tanto che nel 1938 vi fu una prima pubblicazione che parlava del potenziale uso del Testosterone nel Bodybuilding.
Grazie agli abbattimenti dei costi di produzione delle molecole di sintesi, resi possibili dal genio della chimica Russell Earl Marker e dalla sua “Marker degradation”, nella seconda metà degli anni quaranta l’uso di AAS si è diffuso nelle squadre olimpiche di molti paesi. Successivamente tocco’ al pubblico amatoriale. E' nel 1976 che vi fu una nuova svolta, cioè la nascita della società di biotecnologie “Genetech” nata dall’incontro tra l’imprenditore Robert Swanson e Herbert Boyer, biochimico dell’Università della California. I due decisero di fondare questa società per lo sfruttamento commerciale delle tecniche del DNA ricombinante messe a punto da Boyer. Insulina e hGH divennero parte del corollario di farmaci utilizzati dai bodybuilder, e l’era dei “Freak” venne inaugurata.
Purtroppo, lo “scandalo DOPING” negli anni 80’, e le successive restrizioni di “facciata” hanno smantellato massivamente quella nicchia di ricercatori che lavoravano a stretto contatto con gli atleti e facevano ricerca sul campo. Essi non sono “estinti” ma sono obliati da una certa narrativa di comodo. Da qui il problema presente: l’atleta è in balia di leggende e metodiche partorite da menti non avvezze alla complessità della farmacologia partendo dalle basi della biochimica.
La BioGenTech è un laboratorio di ricerca che opera direttamente sul campo dapprima della sua fondazione grazie al lavoro del CEO Amedeo Gabriel Bellizzi. Nel 2021, ha visto la luce e ha preso concretezza un idea: fornire informazioni valide e affidabili su una scienza multidisciplinare. Nessun circo delle pulci, ma qualcosa che si può vedere e constatare.
Noi alla BioGenTech, la quale è una realtà collaborativa sebbene diretta da una mente, siamo scienziati puri con un atteggiamento snobistico nei confronti dei soli affari. Riteniamo la sola corsa al denaro una cosa da bottegai, poco stimolante dal punto di vista intellettuale. E la ricerca al servizio del commerciale, quindi resa scientismo, può andare bene solo per chi non e’ dotato di etica o è limitato nella materia.
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CEO Amedeo Gabriel Bellizzi [Biochimico, esperto in nutrizione sportiva, coach di BodyBuilding, PEDs consulter, esperto in tecniche Anti-Aging, TRT e HRT, ricercatore e divulgatore scientifico indipendente]
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